Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!
Dal “Popolo Cattolico”Sandro e Romilda Ferrandi, “Muciapè”di Roberto Fabbrucci
Tra i personaggi trevigliesi che mi sono rimasti nel cuore, devo mettere Sandro Ferrandi e sua moglie Romilda Amorelli, della trattoria “Muciapè”, locale situato in un cortile antico che si raggiungeva imboccando un vicolo tra antiche case di via Galliari. Osteria che nascondeva locali confortevoli che si aprivano sul lato opposto verso il Santuario, dove avevano ricavato un campo di bocce. La trattoria la chiamavano da “Muciapè” (“taglia i piedi”) perché era il suggerimento scherzoso che gli amici facevano al papà di Romilda, Mario, primo titolare, perché alto 1,99 e con piedi adeguati all’altezza.Sandro infatti lavorava alla Same, ma passava il “tempo libero” fino alle ore piccole in bottega, supportando la moglie, ma anche animando la conversazione tra i clienti, habitué, in genere gruppetti di amici legati da interessi diversi.Un gruppo, quello dei musicisti e tenori del tempo libero, erano anche un’attrazione, infatti arrivavano quasi ogni sera armati di chitarre e mandolini, intonando romanze e brani di opere liriche.La mia combriccola, apparentemente lontana da quelle degli abituali frequentatori, in realtà ogni tanto si fondeva con loro grazie alla presenza di Gigi Ferrari che animava il pianoforte verticale situato nella sala accanto a quella della mescita.Davanti a quel pianoforte ci si trovava spesso anche con Giovanni Rossi, Gabriele Bellagente, Andrea Donadelli, Marco Airoldi e saltuariamente con altri, per esempio gli amici del Circolo Artistico Trevigliese.Insomma, Sandro e Romilda in quel luogo avevano creato quel clima perfetto di armonia che produceva bellezza, fosse quella musicale, culturale o politica, dove nulla stonava, tantomeno il salame nostrano, il grana con il taleggio e il vino rosso giusto.Chi ci arrivava una sera poi ci doveva tornare, così un cantante del coro della Scala che dopo qualche frequentazione da “Muciapè” e cantatìne accompagnato dall’orchestrina dell’osteria, si portò quasi tutto il coro scaligero cantando fino a tarda notte, per la felicità di tutti e del cassetto di Sandro e Romilda.Fu nell’inverno del 1974, ancora elettrizzati dalla vittoria del referendum per il divorzio del 12 Maggio di quell’anno, che il nostro gruppetto, che si era allargato ad altri amici laici come Nino Crespi, Marco Vertova e Franco Sullo, pensò che si potesse inventare un periodico mensile d’area che editammo a fine marzo del 1975, “la tribuna”.Insomma un luogo, “Muciapè”, che è rimasto nel cuore, non solo perché ha allietato le nostre serate di giovani, ma perché Sandro e Romilda non sono stati solo dei padroni di casa eccellenti, ma molto di più, degli artisti gioiosi che hanno creato il propellente per idee e momenti fantastici.
Quando la visita per il militare si faceva a Treviglio
Il distretto militare, considerato come elemento della organizzazione sul territorio dell’esercito esisteva già, ma non esistevano gli edifici in viale XXIV Maggio, che vennero costruiti credo proprio negli anni ’20 (gli anni del mercato e del Viale Diaz).
Gli alloggiamenti dei militari, gli uffici della leva e quant’altro credo fossero nel “quartiere militare” e cioè in piazza Setti.
Poi erano sparsi un po’ in giro: nel vecchio catasto dell’edificio dell’ex mio studio e di quello di mio nipote Sandro, in via dei Mille (affaccio sul cortile dell’ ex Cairo), alcuni vani erano indicati come “dormitorio truppa” e altri come “ricovero muli”!
Ci fu poi il periodo della prima guerra mondiale con la requisizione della filanda Paladini (edificio fantasma) come caserma per truppe in transito.
Viva la Gente, il gruppo corale e musicale che girava per la Lombardia predicando la Pace. Grande esperienza di vita e “colpevole” di decine di matrimonio tra i membri del gruppo. Occhio e croce siano nel 1968/1969 ( di Roberto Fabbrucci )
Corinna Delevati : Per me vedere questa foto è stata una grande emozione, perché sono quasi certa che l’uomo con le gambe accavallate seduto in prima fila sia mio nonno. Ne avrò la certezza solo dopo aver fatto vedere la foto a mia mare che ora è al mare. Ma hp delle foto di quelli anni e sono certa al 99% che sia lui.
Corinna Delevati : Ho fatto vedere la foto a mia mamma e confermo che l’ uomo seduto a sx con le gambe accavallate è mio nonno il geometra Bellini, che era il geometra del comune. Le sembra di riconoscere altre due persone ma non ne è certa. Si ricorda di aver sentito parlare di questa impresa edile, ma non si ricorda altro
Angela Maria Comotti . Bar Campana, sono nata e cresciuta in Via Crippa , questa era la sala dietro dove si pranzava e alla sera ci si trovava per vedere i programmi in televisione (pochi l’avevano in casa). Un abbraccio a Aldo e Lidia.
Stefano Rivoltella : Al Campana “s’ andaia a bagnaga i pè al mort!” (scusate il dialetto maccaronico)
Luisa Walter : Io ho fatto la cuoca per un periodo alla campana .quando c’era tonino ultimo gestore !!!!!!!!!!!!!!
Bruno Frigerio : Mio papà Battista gestiva la Campana ma questa foto è del “Tuninet” alias Tre Archi. Conosco bene tutte le persone raffigurate.
Debora Conti : Ricordo che mio papà (Ermanno Conti, quello al centro che abbraccia le ragazze) mi diceva che si trattava dei festeggiamenti per un ultimo dell’anno
Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città.