Treviglio via Calvenzano : il Mulino Ferrandino
il Mulino Ferrandino, Treviglio via Calvenzano ( foto di Franci Monzio)
Foto di Franci Monzio : Treviglio via Calvenzano , il Mulino Ferrandino L’opificio Ferrandino è l’ultimo punto di confluenza delle rogge trevigliesi. L’acqua che scorre nelle rogge e nei riali della città proviene quasi esclusivamente dal Brembo, a partire da quel fiume infatti, nel 1309 sono state realizzate le due rogge ancor oggi di proprietà del Comune di Treviglio: la Vignola e la Moschetta. La Vignola nasce a Brembate e arriva fino a Treviglio percorrendo più di 9 km. All’altezza del partitore di Breda, tra la zona Nord e la frazione Geromina, termina il suo corso e le sue acque vengono divise in due canali: la roggia di Mezzo e la roggia dei Mulini. Quest’ultima attraversa tutta la zona Nord fino ad arrivare in via Felice Cavallotti. All’altezza del Mulino di porta Zeduro, in fondo alla via, si divide anch’essa in due tronconi: a destra nasce la roggia Murena e a sinistra la Castolda. E proprio la Castolda, dopo aver attraversato la città, si arresta al Ferrandino. Lo scaricatore che precede l’opificio doveva servire solamente per scaricare la roggia durante le sue piene, sia d’inverno, sia dopo i temporali estivi. La chiave era tenuta dal proprietario del Ferrandino e non si doveva mai aprire se non per sfogare la piena. Dal Ferrandino nascono due rogge: la Benpensata e la Babbiona. Quest’ultima, dopo aver raccolto gran parte delle acque di scolo della Vignola e della Moschetta, attraversa Calvenzano e Misano per poi immettersi nella roggia Cremasca. Il cavo della roggia Babbiona fu scavato in epoca antichissima da un gruppo di proprietari terrieri di Misano, in seguito a concessione avuta dal Comune di Treviglio di usare le acque di scolo. Essa, dopo essere passata nei pressi di Arzago si immette nella roggia Badessa.