Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Lago Gerundo tra storia e leggenda Come il Loch Ness

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Anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, presentazione del libro di Fabio Conti a Crema giovedì 13 aprile

a Crema a cura di Valerio Gardoni – 12 aprile 2017

Ma quella del Gerundo è una storia che si mescola alla leggenda. Come il Loch Ness, anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, Tarantasio, e la sua uccisione è stata tramandata in molteplici tradizioni.

Fabio Conti, giornalista e scrittore, è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda, sulla sponda del lago Gerundo, e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’“Ansa” da Bergamo. Appassionato di storia e tradizioni locali,  ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume “Uomini e motori: ­storie e passioni bergamasche” (Grafica&Arte).

Gabriele Moroni, giornalista professionista dal 1979. Come inviato del Giorno ha seguito molti dei più importanti avvenimenti di cronaca degli ultimi trent’anni. Nel 2003 e nel 2008 è stato fra i premiati al Premio “Cronista dell’anno” del Gruppo Cronisti Lombardi.

Nel 2012 ha ricevuto il Premio “Vita da cronista”. Dal 1995 al ’98 e dal 1998 al 2001 è stato segretario dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Con Gabriella Banda ha curato l’autobiografia di Graziano Mesina Io, Mesina. Collabora al Dizionario Biografico degli Italiani dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.

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Il Lago Gerundo

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Nella zona tra le province di Bergamo, Milano, Cremona, Mantova e Lodi, nel tratto che da Cassano d’Adda va fino quasi a Cremona per una lunghezza totale di circa 60 km, nel Medioevo, esisteva un lago chiamato  Lago Gerundo



Dalla voce dialettale lombarda gèra, gerù, gerùn che significa “ghiaia” , al cui centro si trovava l’Insula Fulcheria, isola dal toponimo longobardo su cui nacque la città di Crema.

Si estendendo ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi.

La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungeva Fara Olivana e proseguiva, passando ad est di Crema, sino a Grumello Cremonese; continuando poi ad occupare parte delle valli del Chiese e dell’Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po.

In particolare, si può osservare una vasta zona delimitata da una scarpata che indica l’antico alveo del lago, o meglio la zona più profonda; tale demarcazione è oggi fortemente visibile nei pressi della sponda occidentale dell’Adda.  

La sua scomparsa è da attribuire al lavoro di bonifica  dei monaci delle abbazie e  in particolare i lavori di potenziamento del canale della Muzza da parte dei lodigiani, oltre a fattori di drenaggio e assestamenti geologici, come il livellamento di depositi morenici nei pressi dell’immissione dell’Adda nel Po.

Il Lago Gerundo

Molti reperti dimostrano l’esistenza del lago Gerundo, come  il ritrovamento di  numerose piroghe rinvenute nei fiumi che interessano il territorio a dimostrazione del fatto che il lago fosse navigabile.

Uno degli esemplari più belli e meglio conservati è visibile nel cortile del Museo di Crema, restaurato con sostanze speciali che ne hanno arrestato il processo di dissoluzione.

E ancora alcuni reperti come le colonne per gli ormeggi delle navi (ad Arzago d’Adda, Pandino, Rivolta d’AddaCasirate d’AddaTruccazzano) e la toponomistica di alcune città (Brignano Gera d’Adda, Fara Gera d’Adda, Misano di Gera d’Adda etc.) .

Secondo le leggende popolari, il lago Gerundo sarebbe stato abitato da un drago chiamato Tarànto o più comunemente conosciuto come Tarantasio, un velenoso e mostruoso serpente, che col solo alito pestifero infestava l’aria.

Per cui molti dal pessimo puzzo ammorbati, morivano. In ogni leggenda di origine popolare c’è sempre del vero e sicuramente le acque paludose erano causa di febbri malariche e altre malattie di palude. 

Cominciando dall’inizio, dalla nascita del Tarantasio a Soncino il “Padre” della leggendaria bestia sarebbe  Ezzelino da Romano, vicario imperiale e genero di Federico III, signore di un territorio che comprendeva gran parte del Veneto e Brescia.

Un condottiero tanto feroce che papa Innocenzo IV lo scomunicò e bandì una crociata contro di lui nel 1254, affidandone il comando ad Azzo VII d’Este. A Cassano d’Adda, nel 1259, Ezzelino fu sconfitto e mortalmente ferito.

Secondo la tradizione sarebbe stato sepolto proprio a Soncino.

Proprio in quel sepolcro, riferisce la credenza popolare, era nato il drago Tarantasio, come una specie di  reincarnazione malefica del crudele signore.

Tracce di carattere più “scientifico” erano, e sono, custodite in alcune chiese del territorio, sotto forma di ossa gigantesche rinvenute in quelli che un tempo erano i fondali del lago.

Un osso gigantesco, e precisamente una costola di drago del Gerundo, è ancora oggi visibile appesa al soffitto della sacrestia della chiesa di San Bassiano a Pizzighettone.

In realtà la costola, probabilmente, appartiene a una balena fossile o a un elefante. Proprio da questa mitologica creatura prenderebbero il nome Taranta, frazione di Cassano d’Adda, così come le numerose ‘vie della Biscia’ site nei paesi che all’epoca si ritrovavano lungo le coste del lago (per quanto oggi molte di queste strade abbiano mutato nome).

Ma una testimonianza ancor più tangibile, in tutti i sensi, la si aveva a Calvenzano, dove gli abitanti del luogo avevano eretto un muro alto tre metri per difendersi dagliattacchi del mostro.

Sono sorte poi numerose leggende riguardo al drago, le quali sono tutte accomunate dalla concomitanza tra l’uccisione di Tarànto e il prosciugamento del lago.

Alcune fonti popolari attribuiscono il prosciugamento e la bonifica del lago a san Cristoforo, che avrebbe sconfitto il drago, o a Federico Barbarossa.

La più suggestiva riguarda l’uccisione del drago da parte del capostipite dei Visconti, il quale avrebbe poi adottato come simbolo la creatura sconfitta. 


Tarantasio è un drago leggendario che terrorizzava gli abitanti del lago Gerundo nella zona di Lodi. Si riteneva che divorasse i bambini, che fracassasse le barche ed il suo fiato pestilenziale ammorbava l’aria e causava una strana malattia denominata febbre gialla.

Tarantasio è poi noto a livello internazionale, anche se pochi lo sanno, perché l’Eni avrebbe preso spunto da Tarantasio per disegnare il cane a sei zampe dell’Agip, visto che il primo giacimento di metano venne scoperto nel 1944 a Caviaga, frazione di Cavenago d’Adda, nel Lodigiano, in piena zona Gerundo.

Anche l’alito pestilenziale del drago ha una spiegazione scientifica: era dato dalla presenza di gas naturali dovuti al terreno formato da depositi alluvionali stratificati, costituiti da sedimento paludoso molle con residui fossili.

E’ proprio qui che nel 1952 l’AGIP trova dei grossissimi giacimenti di gas metano e l’ENI si inventa come logo il famoso cane a sei zampe che non è altro che il nostro fantastico drago Tarantasio.

Tratto da : www.pianuradascoprire.it

Treviglio : Lago Gerundio

Treviglio Amarcord

Il Lago Gerundo – Treviglio Amarcord


“….ne’ tempi remoti le acque del fiume Adda, unite a quelle del Brembo e del Serio, cadendo precipitose e sfrenate dai terreni più elevati 
di Concesa, di Vaprio e di Canonica, si allargassero nel sottostante piano della Ghiara d’Adda, formando così un vastissimo stagno, che fu poi conosciuto col nome di mare o lago Gerundo “Il primo autore che abbia parlato di questo lago fu Alemanio Fino, nella sua Storia di Crema, stampata nel 1566,….Il Trevigliese Lodi ci racconta che « le acque di questo lago avevano il loro letto tra Cassano e la costa di Trevi, e n’appaiono sino al giorno d’oggi (1630) manifesti indizi nella parte di Cassano ……..e dalla parte della costa di Trevi, dove pochi anni or sono si vedeva fuori di Porta Torre, lontano circo un miglio, una picciola Torre…. con anelloni ove verisimilmente si attaccavano le barche. L’esistenza di questi anelloni, il cui uso è molto equivoco, non offrono che una semplice ed assai debole presunzione. È indubitabile che nei tempi primitivi le acque dei fiumi, scorrendo in letto più ampio, diffondevano le loro inondazioni sino a toccare l’alta costa di Pontirolo Nuovo, Treviglio, Caravaggio, senza però inondarla completamente come vogliono alcuni,

Se quivi poi si formasse un lago, come lo chiamarono i nostri padri, è cosa molto dubbia,Il Lago Gerundo non poteva esser altro che un ampia palude, la quale veniva alimentata ed era periodicamente aumentata dalle inondazioni dei fiumi e dalle piogge. In qual epoca questa regione restasse libera dalle acque si ignora; possiamo però accertare che al tempo dei Romani esse erano già in decrescimento, e che posteriormente all’epoca Longobarda avessero nella parte superiore della Ghiara d’Adda lasciata a secco buona parte di terreno. Col volger dei secoli poi, e coll’impeto delle loro correnti, riescirono finalmente a solcarsi, tra le materie portate colle loro alluvioni, un letto più profondo e stabile, cambiando e restringendo nel tempo stesso il loro corso.

A quanto aveva fatto la natura, s’aggiunse l’industria umana, che agevolò lo scolo degli stagni coll’aprimento di canali e fossati ………Per ultimo, faremo osservare che, all’epoca Longobardica nella parte più depressa e superiore della Ghiara d’Adda, nell’anno 585 fu fondata ed ampliata da Flavio Autari Re de’ Longobardi l’attuale Fara, la più celebre delle Fare italiane , conosciuta allora col nome di Fara Autarena; sicché è a supporsi che in allora i fiumi Adda e Brembo si fossero già scavato un letto più profondo, o che i Longobardi aggiungessero le loro forze a quelle della natura per incanalare le acque e disseccare le paludi. …..

Lago Gerundo

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Treviglio : Il Lago Gerundo

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Treviglio : Il Lago Gerundo

LAGO GERUNDO

Treviglio : Il Lago Gerundo

Treviglio : Il Lago Gerundo

Secoli e secoli fa, in una zona vicino a Treviglio fra l’ Adda e il Serio chiamata Geradadda, vi sarebbe stato il lago Gerundo. forse era una palude, un acquitrino. Le acque del lago Gerundo, costituito da una serie di paludi alimentate dai fiumi Adda, Serio, Oglio, ricoprivano un territorio molto vasto che iniziava a nord poco dopo Brembate per raggiungere a sud Pizzighettone, estendendosi ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi. La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungeva Fara Olivana e proseguiva, passando ad est di Crema, sino a Grumello Cremonese; continuando poi ad occupare parte delle valli del Chiese e dell’Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po Il lago Gerundo, o Gerondo, o Gerundio, oppure anche Gherundo, trasse il nome da “gera” (o ghera), cioè ghiaia, con allusione al suo fondo spesso ghiaioso. (lago Ghiaioso potremmo tradurre oggi). Nelle vicinanze dell’antico lago, si ritrova spesso della ghiaia, per cui sono sorte numerose cave; del resto pare che il lago avesse preso il nome proprio dall’abbondanza di terreni ricchi di ghiaia (le gerole) . La parola “gera”, o “ghera”, che significa ghiaia e dà il nome al lago e ricorre spesso proprio al centro dell’area ex lacustre, nella zona detta Gera d’Adda, con i toponimi Brignano Gera d’Adda, Fara Gera d’Adda, Misano di Gera d’Adda, solo per citarne alcuni.

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Lago GerundoGerundio

 

http://virgi.altervista.org/2014/03/30/treviglio-il-lago-gerundo/

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Treviglio : Lago Gerundio

Treviglio : Lago Gerundio

“….ne’ tempi remoti le acque del fiume Adda, unite a quelle del Brembo e del Serio, cadendo precipitose e sfrenate dai terreni più elevati 
di Concesa, di Vaprio e di Canonica, si allargassero nel sottostante piano della Ghiara d’Adda, formando così un vastissimo stagno, che fu poi conosciuto col nome di mare o lago Gerundo “Il primo autore che abbia parlato di questo lago fu Alemanio Fino, nella sua Storia di Crema, stampata nel 1566,….Il Trevigliese Lodi ci racconta che « le acque di questo lago avevano il loro letto tra Cassano e la costa di Trevi, e n’appaiono sino al giorno d’oggi (1630) manifesti indizi nella parte di Cassano ……..e dalla parte della costa di Trevi, dove pochi anni or sono si vedeva fuori di Porta Torre, lontano circo un miglio, una picciola Torre…. con anelloni ove verisimilmente si attaccavano le barche. L’esistenza di questi anelloni, il cui uso è molto equivoco, non offrono che una semplice ed assai debole presunzione. È indubitabile che nei tempi primitivi le acque dei fiumi, scorrendo in letto più ampio, diffondevano le loro inondazioni sino a toccare l’alta costa di Pontirolo Nuovo, Treviglio, Caravaggio, senza però inondarla completamente come vogliono alcuni, Se quivi poi si formasse un lago, come lo chiamarono i nostri padri, è cosa molto dubbia,Il Lago Gerundo non poteva esser altro che un ampia palude, la quale veniva alimentata ed era periodicamente aumentata dalle inondazioni dei fiumi e dalle piogge. In qual epoca questa regione restasse libera dalle acque si ignora; possiamo però accertare che al tempo dei Romani esse erano già in decrescimento, e che posteriormente all’epoca Longobarda avessero nella parte superiore della Ghiara d’Adda lasciata a secco buona parte di terreno. Col volger dei secoli poi, e coll’impeto delle loro correnti, riescirono finalmente a solcarsi, tra le materie portate colle loro alluvioni, un letto più profondo e stabile, cambiando e restringendo nel tempo stesso il loro corso. A quanto aveva fatto la natura, s’aggiunse l’industria umana, che agevolò lo scolo degli stagni coll’aprimento di canali e fossati ………Per ultimo, faremo osservare che, all’epoca Longobardica nella parte più depressa e superiore della Ghiara d’Adda, nell’anno 585 fu fondata ed ampliata da Flavio Autari Re de’ Longobardi l’attuale Fara, la più celebre delle Fare italiane , conosciuta allora col nome di Fara Autarena; sicché è a supporsi che in allora i fiumi Adda e Brembo si fossero già scavato un letto più profondo, o che i Longobardi aggiungessero le loro forze a quelle della natura per incanalare le acque e disseccare le paludi. …..

 

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LE CITTA’ DELLA PIANURA PADANA : TREVIGLIO

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Treviglio, maggiore città della Gera d’Adda, cioé del basso territorio fra l’Adda e il Serio, seconda città della provincia di Bergamo, é situata a sud del capoluogo, nella pianura padana fertile e ben irrigata, con un clima continentale moderato.

È anche conosciuta come “la città dei trattori” per la presenza dell’azienda multinazionale SAME Deutz-Fahr Group.

Il toponimo Treviglio deriva da Trevillae, tre comunità rurali che si unirono a scopo difensivo. Portoli, Pisgnano e Cusarola si unirono così in un unico centro fortificato denominato Trivillium.
A tale nome venne aggiunto il sostantivo di Grassum per indicare la prosperità del borgo.
Quest’ultimo toponimo potrebbe però derivare dal latino Trivium che sta ad indicare un incrocio fra tre vie, denominato trivio appunto.
Nel corso dei secoli la città cambio più volte nome, passando per i toponimi di Trivilio, Trevì, Trevino, Trevilio per poi giungere all’attuale Treviglio.


Le origini di Treviglio risalgono all’alto medioevo, anche se non mancano reperti di età precedente, dall’unione di tre diversi insediamenti preesistenti, detti villae, da cui deriva il nome: Cusarola di origine gallica a nord,

Pisgnano di origine romana a sud e Portoli di origine longobarda ad ovest, un porto vicino all’Adda. La presenza di questi reperti, nonché l’impianto di alcune vie interne, fanno ragionevolmente ipotizzare un’origine tardo romana del primo insediamento.

Il procedimento fu un evento graduale, così che, quando ci si accorse che era nato il nuovo paese, la data di fondazione era passata già da un pezzo. Il primo nucleo del paese era cinto di mura, con tre differenti porte orientate ciascuna verso gli insediamenti originari.

L’unione dei comuni aveva uno scopo difensivo e di condivisione dei prodotti agricoli.

Il primo documento ufficiale che cita il nuovo borgo risale al novembre 964 ed è un contratto di permuta stipulato tra il vescovo di Bergamo, Odelrico, e Garibaldo da Stagiano. Esso riguardava la vendita di alcune pertiche di un campo.

L’antica politica di Treviglio prevedeva l’elezione diretta di venti consoli per ciascuno dei tre borghi originari, per un totale di 60 consoli. Essi rimanevano in carica per soli sei mesi, in modo tale che tutti gli abitanti a turno reggessero le sorti del paese.

La storia della città di Treviglio comprende una serie di eventi che hanno interessato il territorio cittadino sin dal I millennio a.C. Tre sono i centri urbani che unendosi hanno fatto nascere il borgo di Trivilium: Portoli, Pisgnano e Cusarola.

Il nuovo borgo, fortificato per evidenti scopi difensivi in un’epoca di forte instabilità come quella medioevale, ha perso in epoca moderna prima il suo fossato e poi le mura per collegare il suo centro storico al territorio circostante e divenire così un centro di riferimento per l’area circostante con i propri servizi e le attività di ogni settore qui insediatesi, supportate anche da uno sviluppo delle infrastrutture costante che continua ancora oggi con la realizzazione della BreBeMi e dell’alta velocità sulla linea ferroviaria Milano-Verona.

Poco si sa di ciò che avvenne nel territorio di Treviglio prima della sua fondazione, data la scarsità di reperti rinvenuti. Certo è che nella prima metà del I millennio a.C. la zona era abitata da piccole tribù dedite alla pastorizia e ad una primitiva agricoltura. Queste misteriose popolazioni sono note come Liguri.

Nel VI secolo a.C. gli Etruschi occuparono senza spargimenti di sangue la regione che diventando una loro colonia non fu invasa da tali popolazioni in massa, dato che il loro scopo era di sfruttare le risorse agricole a minerarie.

Nel V secolo a.C. essi persero però il territorio lombardo in favore dei Celti che si spinsero ad ondate fino all’adriatico. I Celti, che più tardi saranno chiamati Galli erano esperti in agricoltura e divennero un popolo sviluppato, prima della conquista romana. Essi realizzarono opere di bonifica ed irrigazione e coniarono delle monete di bronzo e argento che sono state ritrovate a Treviglio e nel vicino comune di Verdello.

In particolare abbiamo le dracme padane in argento coniate su imitazione delle coniazioni della Massalia già dal IV secolo a.C. e rinvenute persino in Cornovaglia.

La conquista romana a scapito della tribù dei Galli Cenomani, in origine alleati contro gli altri Galli, che abitava la zona avvenne dalla metà del III secolo a.C. e l’inizio del II secolo a.C.. Alla fondazione del villaggio gallico di Cusarola, seguì quella romana di Pisgnano. Successivo e di epoca diversa è Portoli di origine longobarda. Grazie alle leggi di Pompeo Strabone, Silla e Cesare gli abitanti transpadani raggiunsero maggiori diritti all’interno dell’impero fino a quando acquisirono la cittadinanza romana con la lex Iulia Municipalis del 49 a.C.. Il processo di romanizzazione poteva considerarsi concluso nel I secolo a.C.

La zona fu in questo periodo divisa in municipium ciascuno con il proprio territorio e Treviglio fu assegnata a quella di Palazzo Pignano, da dove erano stati liberati da Santa Melania e Piniano alcuni schiavi cristiani che avevano fondato Pisgnano. A testimonianza di ciò resta, oltre all’evidente somiglianza dei due nomi, il comune culto di San Martino.

Augusto, ordinando l’Italia in undici regioni chiamò Transpadana l’undicesima che comprendeva il Piemonte e la Lombardia a nord del Po fino all’Oglio, comprendendo così in questa anche Treviglio. Successivamente però con la divisione di Adriano la Lombardia a sinistra dell’Adda passò alla Venetia venendo unita all’odierno Veneto. Il centro diviene così per la prima volta terra di confine.

In questo periodo Treviglio è collocata nel distretto di Forum Diuguntorum, la cui sede di tale insediamento romano era molto probabilmente Fornovo San Giovanni, ove sono stati trovati molti reperti di tale epoca. Tra i luoghi abitati di origine romana avevamo insediamenti posti nelle vicinanze delle attuali frazioni di Pezzoli e Castel Cerreto.

Tra gli eventi che favorirono lo sviluppo della zona vi fu senz’altro il trasferimento della capitale dell’impero romano a Milano dal 286 al 406 d.C. Con Costantino e l’avvento del cristianesimo Treviglio finì sotto il vicariato di Milano. Intorno al 355 sorge a Treviglio la chiesa paleocristiana dell’Assunta.

Tra il 568 e il 569 i Longobardi provenienti dalla Pannonia calarono attraverso il passo del Predil nella pianura padana insediandosi stabilmente in Lombardia e Veneto per coltivarne le terre. Il 15 settembre dello stesso anno entrarono in Milano e stabilirono la loro capitale a Pavia. È quindi plausibile ipotizzare l’arrivo dei longobardi nell’attuale zona di Treviglio intorno ai primi di settembre dello stesso anno.

La permanenza dei Longobardi durerà ben 2 secoli e lascerà a Treviglio 3 tombe a cassettone: la prima fu scoperta nel 1896 nella piazza antistante la chiesa, l’altra nella stessa piazza nel 1936 e la più recente nel 1968 nella basilica di San Martino.

Nel VI secolo d.C. con lo scisma dei tre capitoli Treviglio adotta il rito patriarchino voluto da Paolino di Aquileia che, dopo l’introduzione di quello romano in epoca carolingia resterà come doppio rito fino al 1578, come testimonierà Carlo Borromeo. Il rito romano era infatti nel frattempo stato reintrodotto in epoca carolingia.

Tra la fine del VI secolo e l’inizio del VII la Gera d’Adda è caratterizzata da frequenti e violente inondazioni che allagano la zona sottocosta tra Cassano d’Adda e Treviglio costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle zone asciutte. Tali fenomeni sembrano avvalorare la tesi del lago Gerundo.

Con la morte del papa Gregorio Magno che riuscì a convertire i longobardi alla fede cattolica, ma non a risolvere il problema dei tre capitoli, la zona della Gera d’Adda venne a trovarsi in un vuoto di potere ecclesiastico. Sorsero così le pievi tra le quali la predominante sarà quella di Palazzo Pignano, retta da un corepiscopo. Questo paese che in passato a causa delle diverse dimensioni dei centri abitati aveva un ruolo chiave nella diffusione del culto nelle campagne circostanti e divenendo un centro di potere politico e religioso.

Lo sviluppo delle pievi darà certamente un impulso alla cristianizzazione del territorio già iniziata nel IV secolo.

La popolazione di Treviglio aumentò intorno all’anno 1000 con l’arrivo degli abitanti di Oriano, un paese del Bresciano distrutto, da identificarsi probabilmente con l’omonima frazione del comune di San Paolo, che si stabilirono nella zona sudorientale del paese, le cui mura furono così ampliate e alle quali fu aggiunta la nuova porta di Oriano. Le zone del centro storico, ciascuna con la sua porta e console di riferimento, passarono così da tre a quattro.

Datosi spontaneamente in feudo con il privilegio di Enrico IV, il 14 aprile 1081, al monastero benedettino di San Simpliciano, in Milano, il centro riacquistò la propria indipendenza riscattandosi a pagamento nel 1225 ed entra nella Communitas Mediolanensis nel 1279; nell’ottobre dello stesso anno il villaggio acquista il titolo di borgo da Guglielmo VIII, marchese del Monferrato. Si affrancherà anche da questa nel 1311, grazie all’ausilio dell’imperatore Enrico VII che la pone sotto la protezione del Sacro Romano Impero. Treviglio si vota così alla causa ghibellina.

Un documento del 20 ottobre 1305 conservato presso l’Archivio Storico comunale contiene una ratifica della concessione da parte del Consiglio Generale del Comune di Bergamo a Corrado della Torre, cittadino di Milano, per la costruzione di un canale dal fiume Brembo attraverso i territori di Brembate, Cisano Bergamasco e Boltiere mentre un altro dell’8 marzo 1307 conservato presso l’Archivio Storico del Comune di Bergamo indica Corrado della Torre destinatario di una concessione d’acqua di rogge trevigliesi mediante la quale ottenne dal Comune di Bergamo di derivare dal Brembo, presso Brembate, una presa d’acqua iniziando così il sistema di irrigazione dei campi trevigliesi, opera importante per l’agricoltura che acquistò da allora la sua produttività.

Il periodo medievale si chiuse con un patto di fedeltà coi Visconti di Milano nel 1333; la città conobbe sotto questi ultimi, a partire dal 1350 con la conquista di Giovanni Visconti, una fase di notevole prosperità legata all’aumento demografico e al sorgere di un numero esiguo di edifici signorili, che non hanno mai abbellito la città mantenutasi nel corso dei secoli, a partire dal trecento “Terra separata del ducato di Milano” con giurisdizione indipendente dalle dominazioni dei signorotti locali.

Nel corso del XV secolo vengono realizzate importanti opere pubbliche, quali le rogge Moschetta e Vignola, derivate dal Brembo, e un ospedale per poveri ed infermi, voluto da Beltrame Butinone.

Il borgo resta sotto il ducato di Milano, salvo brevi parentesi di occupazione veneta dal 1431 al 1433, dal 1448 al 1453 e dal 1499 al 1509. Ciò è dovuto ai continui scontri tra Repubblica di Venezia e Ducato di Milano per contendersi la Gera d’Adda, che termineranno solo nel secolo successivo, con la battaglia di Agnadello, che sancirà l’appartenenza del comune, pur come terra autonoma, al Ducato di Milano.

Nel breve periodo di dominazione veneta che va dal 1448 al 1451, i Veneziani provvedono a modificare il sistema difensivo del borgo, accrescendolo i tre fossati vengono sostituiti da un unico fossato e dalle mura.

Il Cinquecento si aprì per Treviglio, sotto l’occupazione veneta, con le lotte fra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano e, quindi, fra Venezia e la Francia che aveva occupato quest’ultimo. Il borgo fu più volte conteso. L’occupazione veneta terminò in modo funesto il giorno 8 maggio del 1509 con il sacco di Treviglio che allora contava oltre tredicimila abitanti. I Veneziani presero anche a cannonate il campanile cittadino e incendiarono il centro. Le donne, ivi comprese le monache, furono violentate dato che Brisighella, il paese dei mercenari brisighelli al soldo della Repubblica era stato saccheggiato dalle truppe pontificie e ai soldati ne era stata data notizia. È proprio a causa del saccheggio che tali truppe non parteciparono alla battaglia del giorno seguente, essendo intenti a vendere la refurtiva.

Il fatto scosse Luigi XII che dall’altra parte dell’Adda presso Cassano vide il borgo in fiamme, così che il 14 maggio, attraversato il fiume provocò i Veneziani a battaglia e li sconfisse in modo sanguinosissimo il nella battaglia di Agnadello, ponendo così fine all’espansione veneta su terraferma. La Gera d’Adda e Treviglio resteranno così stabilmente coese a Milano.

Nel febbraio 1522, mentre la Gera d’Adda era coinvolta nella guerra d’Italia del 1521-1526 fra la Francia e la Spagna di Carlo V, alcuni soldati dell’esercito francese (li franzesi come erano chiamati all’epoca) furono insultati da dei concittadini sicuri della protezione data dagli Spagnoli. Tali soldati riferirono l’accaduto al loro generale e quindi la mattina di venerdì 28 febbraio 1522 il generale Odet de Foix, visconte di Lautrec al comando dell’armata di Francesco I in Italia che giovedì 27 febbraio decise di saccheggiare il borgo di Treviglio il giorno successivo.

I trevigliesi, resisi conto della gravità dell’accaduto e dell’impossibilità di ricevere alcun aiuto, si ritirarono nelle chiese per pregare. La mattina, dopo che il generale francese assieme ai suoi soldati stava espugnando la città, e a nulla erano valsi i tentativi dei quattro consoli della città che scalzi e con delle corde appese ai colli offrivano le chiavi cittadine al generale presso Casirate, l’immagine affrescata della Madonna dipinta fra Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino sul muro del campaniletto nella chiesetta del convento delle Agostiniane iniziò verso le ore otto antimeridiane a lacrimare e trasudare miracolosamente.

I fedeli si recarono quindi fuori gridando al miracolo, e il generale, dopo aver inviato i suoi soldati a verificare l’esattezza delle affermazioni asserite dai trevigliesi, si recò anch’egli nella cappella del miracolo. Qui, dopo aver passato a fil di spada il retro del muro per accertarsi che non c’erano inganni, depose l’elmo e la spada davanti alla Vergine, subito imitato dai propri soldati.

Tali armi, circa una ventina, restarono al comune di Treviglio che poi le donò ad un museo di Milano, conservando però quelle del Generale nel Santuario costruito a ricordo dell’evento. Esse sono esposte al pubblico nel periodo della festa del Miracolo che dalla sua istituzione il 1º giugno dello stesso anno si svolge l’ultimo giorno di febbraio.

Nel 1530, con la pace di Bologna, il borgo torna al Ducato di Milano. A seguito del miracolo, nel 1531 fu stabilito di celebrare l’evento con la festività e l’otto novembre 1583 il Cardinale e Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Milano Carlo Borromeo, in visita a Treviglio, dispone che si avvii la pratica per il riconoscimento del miracolo; in occasione di tale evento fu eretto un obelisco conservato ancora oggi nel piazzale del Santuario. Dopo l’elezione nel 1591 di quattro sovrintendenti per la costruzione del Santuario della Madonna delle lacrime, nel 1594 viene posta la prima pietra su progetto dell’architetto Bartolomeo Rinaldi.

Il 15 giugno 1619 l’icona della Beata Vergine delle lacrime fu traslata nel Santuario a Lei dedicato. Nel corso del 1600 le condizioni di vita in città continuarono a deteriorarsi, per via della lunga dominazione spagnola e delle pestilenze e calamità naturali che colpirono ripetutamente la Gera d’Adda, tra le quali quella di peste descritta da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi che scoppiò in città come violenta epidemia nel 1629, provocando la morte di ben 4.000 cittadini. A ricordo di tale nefasto evento è dedicato un secondo obelisco, sormontato da un teschio (richiamo alla morte nera) e posto di fronte all’istituto salesiano.

Nel 1647 il governo spagnolo delibera la vendita del comune di Treviglio al miglior offerente. I cittadini trevigliesi, orgogliosi della propria libertà ed autonomia, si riuniscono in consorzio e raccolgono 10.000 lire imperiali, garantendo così il rispetto degli statuti trecenteschi, che impedivano ai nobili qualsiasi forma di prevaricazione.

Nel 1658 la città fu saccheggiata dai francesi guidati da Francesco I di Modena, che portano guerra in Lombardia.

Solo nel 1700 Treviglio ricominciò gradualmente a svilupparsi, seppure tra qualche ulteriore epidemia, tra le quali quella di vaiolo particolarmente virulenta, sotto la dominazione austriaca. Il 16 agosto 1705 la città rimane illesa dopo che francesi, accampatisi a Treviglio, e imperiali si scontrano presso Cassano d’Adda. Nel 1744 il Cardinale Giuseppe Pozzobonelli si reca in visita ufficiale e, a memoria di tale evento, viene costruito il terzo obelisco situato in piazza del popolo.

Nel 1758 il centro abitato si guadagnò il titolo di città.

Nel 1786 Treviglio e tutta la Gera d’Adda furono aggregate alla nuova provincia di Lodi della Lombardia austriaca, nel XXV delegazione della Gera d’Adda superiore con tutti i comuni non cremaschi della Gera d’Adda, tornando però già nel 1791 sotto quella di Milano.

Nel maggio 1798 divenne capoluogo del distretto XIV dell’effimero dipartimento dell’Adda, avente per capoluoghi Crema e Lodi; nel settembre successivo lo fu del distretto XVII del dipartimento del Serio, avente per capoluogo Bergamo; da allora, e fino ad oggi, Treviglio è compresa nel territorio della città orobica. Nel 1799 prima la retroguardia francese, composta da 18.000 uomini, e poi l’esercito austro-russo del generale Melas campeggiano in città.

Nel maggio 1801 fu capoluogo del terzo distretto, in base alla legge del 23 fiorile nono anno, per diventare poi capoluogo del decimo distretto della Roggia Nuova nel giugno 1804, in base al piano del 27 giugno 1804. In seguito lo fu del primo cantone del secondo distretto omonimo, in base al decreto dell’8 giugno 1805.

Capoluogo del primo cantone omonimo del secondo distretto di Treviglio e sede di viceprefettura aggregò nel gennaio 1810 Calvenzano e Casirate d’Adda in base al decreto del 31 marzo 1809.

Nel 1815 con la Restaurazione fu privata del titolo di città per la sua ferma opposizione al dominio austriaco. In base al compartimento territoriale del Lombardo-Veneto Treviglio fu inclusa nella provincia di Bergamo come capoluogo del decimo distretto, con la notificazione del 12 febbraio 1816.

Intorno al 1838 un’epidemia di colera colpisce la città. Con il nuovo compartimento territoriale delle provincie lombarde, disposto dalla notificazione del 1º luglio 1844, Treviglio fu confermato capoluogo del decimo distretto.

Il 15 febbraio 1846 fu costruita la tratta ferroviaria Milano-Treviglio, l’Imperial Regia Strada Ferrata Ferdinandea, seconda in Lombardia dopo la Milano-Monza e facente parte della quarta linea ferroviaria di tutta la penisola.

Data l’importanza raggiunta dalla città fu costruita una stazione austroungarica situata nei pressi dell’attuale stazione Ovest. Nel 1848 la città prende parte alla Primavera dei popoli insorgendo contro gli austriaci. Nel 1853, con il compartimento territoriale disposto dalla notificazione del 23 giugno, Treviglio fu inserita nell’undicesimo distretto.

La città fu, con il resto della Lombardia, ad eccezione della provincia di Mantova, annessa al regno sabaudo nel 1859, nel quale divenne capoluogo di un circondario della provincia di Bergamo.

In base al compartimento territoriale disposto dalla legge del 23 ottobre 1859 il comune fu incluso nel primo mandamento di Treviglio, nell’omonimo circondario della provincia di Bergamo.

L’8 gennaio 1860 Treviglio riacquista con grande onore il titolo di città per decreto firmato dal re di Sardegna Vittorio Emanuele II e contrassegnato dal capo del governo Urbano Rattazzi.

Dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, con l’aggiunta della linea ferroviaria Treviglio-Cremona nel 1863, la città fu definitivamente avviata ad assumere il ruolo di punto di riferimento per la Gera d’Adda e di importante snodo viabilistico della regione; a partire da questi anni la vocazione industriale di Treviglio iniziò a crescere progressivamente, dando origine a una fase di sviluppo e progresso.

Nel 1899 il cardinale Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, depone la prima pietra per l’ampliamento del Santuario su progetto dell’architetto Cesare Nava. A seguito delle modifiche apportate al Santuario anche il piazzale circostante viene risistemato e rinnovato secondo lo stile Liberty.

I balconi circostanti sono ancora caratterizzati da intrecci di motivi floreali così come il teatro Filodrammatici adiacente.

A favore dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, si schiera Cesare Battisti, trentino, che pronuncia il 27 dicembre 1914 uno storico discorso nella sede del Mutuo Soccorso.

A ricordo è stata posta una lapide presso la Cassa Rurale ed artigiana con scritto: “Qui Cesare Battisti nella grigia ora del dubbio svegliò coll’appassionata parola la fede in una patria completamente redenta in una umanità più sicura e più giusta”.

Durante il conflitto Treviglio riceve numerosi feriti dal fronte, che vengono curati nell’ospedale cittadino, situato nell’odierna biblioteca, tra i quali Benito Mussolini, che si sposa nel Collegio degli Angeli con Rachele Guidi il 16 dicembre 1915, dopo aver convissuto con lei a Forlì nel 1910 ed aver avuto la figlia Edda.

Sul finire della Belle époque al commissario di nomina regia viene sostituito un sindaco liberamente eletto dai cittadini. Tuttavia, a seguito dell’avvento del fascismo il sindaco eletto localmente viene sostituito dal podestà eletto direttamente dal governo.

La casa del Fascio era situata nell’attuale questura, a testimonianza restano dei fregi esposti nel giardino della scuola superiore Simone Weil.

La seconda guerra mondiale colpisce gravemente il comune che viene bombardato più volte dagli alleati per via del triangolo ferroviario (Bergamo, Milano e Venezia) ivi presente e delle due stazioni.

Un aereo solitario americano denominato Pippo è rimasto particolarmente impresso nella memoria dei concittadini.

Dopo la fine della guerra, come nel resto d’Italia, anche qui è ripartita, seppur lentamente, la ricostruzione grazie al piano Marshall.

La crescita economica è arrivata non negli anni sessanta, ma più tardi, intorno agli anni settanta, portando un notevole livello di prosperità.

In particolare durante i due mandati del sindaco Ermanno Riganti tra il 1966 e al 1975, ci fu un periodo di forte crescita nel quale Treviglio si trasformò da grosso villaggio di campagna ad importante città industrializzata.

Ancora oggi i redditi pro-capite degli abitanti di Treviglio sono tra i più alti della provincia e confrontabili solo a quelli della città di Bergamo.

Nel 1978 uscì il film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli”, con attori non professionisti locali, che vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes.

Il film ambientato a Treviglio, fu girato a Martinengo, ad eccezione di una scena in cui compare via Cavallotti col suo fosso teso a rappresentare i navigli di Milano. La via fu per questo “milanesizzata” con l’applicazione di insegne.

Nell’estate del 2006 con l’ampliamento della ferrovia è stata scoperta una bomba aerea americana risalente al secondo conflitto mondiale che, dopo l’evacuazione di interi quartieri, è stata fatta brillare nella cava della Vailata.

Il 2008 è l’anno in cui ricorre il millesimo anniversario della costruzione del campanile. Esso dovrebbe essere restaurato e reso finalmente accessibile ai cittadini.

La scala al suo interno è infatti pericolante e la struttura interna dell’edificio è più danneggiata rispetto a quella esterna che risulta molto solida e a superato i recenti controlli preliminari.

Treviglio è stata definita il cantiere infinito o il cantiere aperto dato che molte opere pubbliche sono in corso di realizzazione e molte altre sono in progetto.

A Treviglio, comunità assai vivace, di larga partecipazione democratica e oggi ricchissima di volontariato, é sempre stata notevole l’iniziativa imprenditoriale.


L’agricoltura, insieme al commercio, é stata predominante fino a pochi decenni fa con un fiorente artigianato sopratutto del mobile intarsiato e una forte produzione di seta di cui facevano fede i piú di 200000 gelsi impiantati sul territorio e di cui rimangono ora pochissimi esemplari. Oltre all’agricoltura, commercio e artigianato, negli ultimi decenni si sono sviluppati fortemente il terziario e sopratutto l’industria, specie nei settori metalmeccanico, elettromeccanico e chimico.


Le due principali industrie collocate sul territorio trevigliese sono il gruppo SAME LAMBORGHINI HURLIMANN (trattori agricoli) e la BIANCHI (biciclette), entrambe leader mondiali nel loro settore, che recano ovunque e col massimo onore anche il nome Treviglio.

Persone legate a Treviglio:
Bernardino Butinone, pittore
Renato Cialente, attore e doppiatore
Giovan Battista Dell’Era, pittore
Pier Luigi Della Torre, chirurgo
Giacinto Facchetti, ex bandiera dell’ Inter
Trento Longaretti, pittore
Piero Mentasti, politico e partigiano
Giuseppe Merisi, vescovo cattolico
Pietro Martinelli, compositore e musicista
Battista Mombrini, pittore e scultore
Ermanno Olmi, regista, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico e scenografo
Luigi Ornaghi, contadino, attore non professionista ne L’albero degli zoccoli (impersonava Batistì, il capofamiglia protagonista)
Andrea Possenti, astrofisico
Edoardo Ronchi, politico, accademico ed ex ministro dell’ambiente
Ildebrando Santagiuliana, scrittore e storico
Tullio Santagiuliana, scrittore e storico
Carmelo Silva, disegnatore umoristico
Andrea Verga, medico e politico
Bernardo Zenale, pittore

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
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Serie D 1960/61

Le Porte di Treviglio

Teatro Filodrammatici

Zanconti

Proverbi Pruèrbe e modi di dire Streacade !!!!!! ve’ so’ dal scalèt!

Nascita del Circolo Sportivo Trevigliese

Treviglio Ieri e oggi Foto

La storia del C.S.T.

Trento Longaretti

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La storia del Ferrandino.

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Ermanno Olmi

Le ” Reclame ” Trevigliesi anni 30, 40, 50 e 60.

Zanconti , nel 1955, dopo un lungo periodo…

La bugàda

1960 Treviglio Piazza Garibaldi

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Storia, fede, tradizione, arte e folclore si intrecciano e rivivono ogni anno a Treviglio in onore della Madonna che il 28 febbraiodel 1522, con le sue lacrime salvò la città dall’ira del generale francese Lautrec, scatenata dall’amicizia dei trevigliesi con Carlo V di Spagna.
Quattro cortei di personaggi in costume d’epoca percorrono le contrade dove si rivivel’incontro della consegna delle chiavi della città a a Lautrec.
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Treviglio che passa – Treviglio Amarcord

 TREVIGLIO CHE PASSA PROVA 

Schola Cantorum Treviglio

Schola Cantorum ” G.B.Cattaneo ”

CATTANEO GIOVANNI BATTISTA (Treviglio, 27/09/1883 – 09/08/1914)

Studiò nel collegio salesiano di Treviglio. Frequentò l’istituto musicale di Bergamo e il conservatorio di Milano, dove si diplomò in organo e in pianoforte superiore.

Nel 1906 a Firenze fu premiato per aver messo in musica “Il Transito” di Giovanni Pascoli. Nello stesso anno vestì l’abito talare e fu nominato dal cardinal Andrea Ferrari, cappellano dell’Ospedale di Treviglio.

Fu organista titolare della basilica trevigliese di San Martino.

Si ha notizia dell’esistenza di molte sue composizioni manoscritte, mai pubblicate e andate probabilmente disperse. Cultore attento e profondo della musica di chiesa, nel 1909 vinse a Firenze un concorso nazionale per un saggio sui canti ambrosiani e sullo stile gregoriano.

 

 

Lago Gerundo – Treviglio Amarcord

 Galleria immagini del passato · Treviglio che passa ( Fabbrucci Facchetti ) · Le Rogge Trevigliesi ( G.Chiari ) · @ Amarcord …

Nicoletta De Ponti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo il 15 settembre 1960, studia all’istituto tecnico agrario, ma la sua passione è quella del giornalismo …

Nicoletta De Ponti – Treviglio Amarcord

Nicoletta De Ponti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo il 15 settembre 1960, studia all’istituto tecnico agrario, ma la sua passione è quella del giornalismo …

al Mesagiù – Treviglio Amarcord

Il Mesagiù è un personaggio realmente esistito a Treviglio, anche se in un epoca successiva a quella nella quale si svolgono i fatti che vengono narrati nel film …

Il Monumento ai Caduti fu inaugurato nel 1922 , fu modificato nell’assetto attuale nel 1934, ( senza la statua) anno in cui si finì di demolire la zona-ghetto ..

Vi ricordate i negozi di Via Verga  

 Come era Treviglio alla fine del 1800, quando Ermanno Olmi vi ambientò l’Albero degli zoccoli? Ecco la descrizione che Piero Perego e Ildebrando …

1954 TreviglioTreviglio Amarcord – Altervista

 Treviglio il “Cairo” prima della demolizione al fotografo Marelèt 0.820011574 Il … 1923-24 Il Popolo Cattolico 1922 Amarcord ( 5° parte ) Monte Tabor 1923-24 il …

 

Le origini di Treviglio risalgono all’epoca del Medioevo, quando tre borgate già esistenti, si unirono tra di loro, a scopo difensivo, delineando la nascita di …

Anni 60 Piazza Manara Treviglio AmarcordTreviglio

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TreviglioAmarcord-Vintage-Auto – Treviglio Amarcord

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23/giu/2014 – TreviglioAmarcord-Vintage-Auto. Facebook. Twitter. Google +. Pinterest. TreviglioAmarcord-Vintage-Auto. TreviglioAmarcord-Vintage-Auto.

TREVIGLIO AMARCORD 24047 Archivi – Treviglio Amarcord

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27/lug/2014 – Da qualche mese anche a Treviglio, come in tutta Italia, sono stati tanti gli iscritti al gruppo nato su Facebook «Sei di Treviglio se ricordi…

Same Trattori TreviglioTreviglio Amarcord

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Same Trattori Treviglio La S.A.M.E., acronimo di Società Accomandita Motori Endotermici.

Treviglio coppa adriana TREVIGLIO AMARCORD VINTAGE

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Tag Archives: TREVIGLIO AMARCORD VINTAGE … Radio Liberty L’emittente nasce aTreviglio, in provincia di Bergamo, il 15 marzo 1976 per iniziativa di …

 

“Il Facchetti Trevigliese dal 1942 al 1963 – Treviglio Amarcord

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1956 Pallavolo Oratorio S.AGOSTINO. Facchetti treviglio amarcord. Facchettitreviglio amarcord. Facchetti treviglio amarcord. Con la SCHOLA CANTORUM.

LA PANADA – Treviglio Amarcord

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Passeggiando per Treviglio. Video realizzato dalla Pro Loco di Treviglio. Una scuola di musica privata viene aperta alle nostre telecamere. Senza preavviso …

La ” Ferdinandea ” – Treviglio Amarcord

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Come tutti sanno il primo percorso ferrovviario in Italia , fu Portici-Napoli inaugurato nel 1839. Solo pochi anni dopo fu costruito il tratto Milano-Treviglio di 32 km.

La Gatta di TreviglioTreviglio Amarcord

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23/giu/2014 – Treviglio Amarcord wispy image. monzio c. virginio. Skip to content …treviglio amarcord. treviglio amarcord. post | Leave a comment 23 giugno …

Gli Angeli del Campanile – Treviglio Amarcord

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Le Cascine di Treviglio

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Le Cascine di Treviglio

Se volessimo conoscere più a fondo la nostra storia, non quella delle battaglie e dei fatti politici, ma quella più vera del lavoro, della vita quotidiana, dovremmo fermarci a studiare i nomi delle cascine.

Casìna Agustàna, Casìna Milione, Culpàna… perchè? 

La prima nel secolo XV era di proprietà degli Agostani, che oggi non esistono più, abitavano in piazza, nel negozio all’angolo di Via Municipio, c’è ancora una colonna di pietra con il loro stemma, la Cascina Milione nel secolo XVIII era beneficio di un canonico Milioni e alla Colpana abitavano gli antenati dei Colpani di oggi.  

La Casìna del giàs, che si trova al Gerundio, cioè dove inizia la discesa per Cassano, deve il suo nome al fatto che lì era fa fabbrica di ghiaccio di Engel, quel che ispirò la canzoncina: “A ‘l è bèl – a ‘l è bu – a ‘l dür cumè ‘l curàl – viva la fabrica del giàs artificial!” Alle monache di Sant’Agostino apparteneva la Casìna d’i Mùnighe e la Pezzoli al conte Poldi Pezzoli, quello del museo. Ma chi saprebbe ritrovare l’origine del nome della Pélisa? della Rampina? della Casìna de l’umbrèla? E la Casìna Tempo perso? e la Güsafàm? e la Güsasìt?

Cascine che esistono da secoli, talune da un millennio e più, come la Pezzoli; intorno a loro sono passate guerre e pestilenze, è mutato l’ambiente naturale e quello sociale, ma loro sono rimaste con la loro piccola o grande storia, che noi abbiamo smarrita, occupati come eravamo a ricordare tutte le altre cose inutili del passato. (Tullio Santagiuliana – Ma ga n’è amò? – 1982)

Treviglio e dintorni..I Tère Ruse, Cascina Ganassina , La Pelisa , Cascine Dotti, Cascina Dei Munighe , Giuseppana Santissimo , La Furchina.

Conoscete questi luoghi ??. I Tère Ruse, Cascina Ganassina , La Pelisa , Cascine Dotti,  Cascina Di  Munighe , Giuseppana Santissimo , La Furchina. Ferrandino , I Mòie , Bosco dei Dossi , Bosco Del Becàl , Il Bosco della Berluna , Gerundo…………..I Tumbe , ‘L Rocol , I Muntagnète…etc.

Oltre ai quartieri e alle frazioni esistono tanti altri luoghi che possono considerarsi ” Distaccamenti ” di Treviglio , o mete di passeggiate o biciclettate dei Trevigliesi.

Ma andiamo con ordine.

Oltre ai quartieri e alle frazioni esistono tanti altri luoghi che possono considerarsi ” Distaccamenti ” di Treviglio , o mete di passeggiate o biciclettate dei Trevigliesi. Ma andiamo con ordine. I quartieri di Treviglio sono delle suddivisioni territoriali storiche prive di valore giuridico e interne alla città nell’area della Gera d’Adda. I quartieri sono i seguenti: Villaggio Santa Maria: quartiere posto vicino a nord della ferrovia sul lato ovest di via Canonica tra la Geromina e il centro

Zona Nord: quartiere posto a nord del centro abitato oltre la circonvallazione esterna ha tra le sue vie principali via Pontirolo, è collegato alle frazioni poste a nord di Treviglio: Battaglie, Castel Cerreto e Geromina costituisce la parrocchia di San Pietro

Zona Est: quartiere posto tra le due circonvallazioni, è molto ampio e costituisce la parrocchia di Santa Maria Annunciata

Zona Sud: quartiere che si sviluppa intorno a viale Piave circonvallazione a sud ed è allungato in direzione est-ovest perché schiacciato a sud dalla.

LE FRAZIONI

GEROMINA

La Geromina (Girumina in dialetto ) è situata nella parte nord-occidentale del territorio comunale ed è attualmente interessata da una forte crescita edilizia.

La via principale che l’attraversa collega il capoluogo con il vicino comune di Canonica d’Adda.

La frazione Geromina nacque per volere dell’imprenditore tessile Giovanni Marzio, e fu strutturata sui modelli di New Lanark, il villaggio industriale modello realizzato in Scozia da Robert Owen e della più vicina Crespi d’Adda

LA CASCINA PEZZOLI “La Pesòli” cosi la chiamano i trevigliesi, deve il suo nome ai Conti Poldi Pezzoli , una famiglia dell’aristocrazia milanese, ancor oggi nota perché nel suo palazzo urbano, in Milano, ha sede l’ omonimo prestigioso Museo d’arte . Fino a non molto tempo fa (fino agli anni ’60/’70 del secolo scorso) era, più che una cascina, un vero e proprio villaggio e ancora oggi costituisce una frazione del Comune di Treviglio.

Era provvista infatti di scuole elementari e asilo infantile; aveva una propria chiesetta con annesso oratorio e un circolo ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani).

Oggi è sede di un fiorente allevamento bovino ed in parte restaurata, mantiene la struttura e l’aspetto ottocenteschi dell’epoca in cui apparteneva ancora a quei conti Poldi Pezzoli a cui deve il nome.

LE BATTAGLIE

Agli inizi del 1300 viene costruita la roggia Moschetta per portare le acque al comune di Brignano Gera d’Adda, che porta le sue acque a nord della frazione. Successivamente da essa verranno derivati dei fossi secondari per portare l’acqua ai campi che circondano la cascina Battaglia.

(Da Wikipedia )

 

Castel Cerreto

Leggi Cerreto : I Probi Contadini

La frazione posta tra Castel Cerreto e Castel Rozzone fu probabilmente di proprietà dei Rozzone e passò successivamente sotto i Piazzoni nuovi signori di Castel Cerreto

(Da Wikipedia )

FERRANDINO

Fu una piccola frazione di Treviglio, che deve il suo nome alla presenza di una proprietà rurale nel Seicento di Tommaso Ferrando, detto “giumenteso”. Tale soprannome è tutt’oggi conservato da un ramo della famiglia.

(Da Wikipedia )

La ruota dello storico mulino «Il Ferrandino» di Treviglio, destinato a essere abbattuto per far posto a un sottopasso del tracciato ferroviario Tav, sarà salvata e collocata nel centro cittadino, in via Cavallotti. Lo ha deciso il Comune accettando i contenuti dell’interrogazione di un consigliere comunale , che aveva chiesto questo salvataggio «storico».

 (Da Wikipedia )

ROCCOLO Al parco del Roccolo si arriva percorrendo una linea retta che, partendo da piazza Insurrezione, prosegue lungo via Marconi e via del Bosco, una delle vie più antiche del territorio; “Portoli”, il toponimo della zona indicata nel Quattrocento come “ad portulos”, rinvia ad una “portula” ovvero un “porto”, guado o traghetto sull’Adda raggiungibile ad ovest oltre il parco L’area del parco del Roccolo si trova ad ovest dell’abitato di Treviglio, in un contesto decisamente agricolo, a circa 2,5 km dal centro . Il parco si estende ai piedi della scarpata (sponda dell’antico alveo fluviale del fiume Adda), ad un’altezza s.l.m. di 116-117 metri, mentre la sommità della scarpata è a 125 mt. s.l.m. A partire dal primo nucleo (area della Chiesetta della Madonna degli Alpini), il parco si è nel tempo ampliato grazie ad una serie di successive addizioni (1982, 1996, 2006), fino ad interessare oltre 4 ettari di verde.

La superficie complessiva del parco, di circa 43000 mq. totali, è stata divisa funzionalmente in due parti: un’area ricreativa, a ridosso della via del Bosco, di proprietà della Parrocchia di S. Martino e S. Maria Assunta di Treviglio e dell’Istituto Mons. Portaluppi, e gestita dal Gruppo Alpini di Treviglio; questa parte del parco è liberamente fruibile secondo orari di apertura differenziati durante l’anno e contiene diverse strutture immerse nel verde quali panchine e tavoli in legno, giochi per bambini, un ampio porticato e servizi igienici. un’area naturalistico-didattica, nella parte verso nord, di proprietà della Parrocchia di S. Martino e S. Maria Assunta di Treviglio, dell’Istituto Mons. Portaluppi e della Banca di Credito Cooperativo Cassa Rurale di Treviglio e gestita dall’Associazione Amici del Parco del Roccolo sempre in collaborazione con il Gruppo Alpini di Treviglio.

 

LAGO GERUNDO

Secoli e secoli fa, in una zona vicino a Treviglio fra l’ Adda e il Serio chiamata Geradadda, vi sarebbe stato il lago Gerundo. forse era una palude, un acquitrino. Le acque del lago Gerundo, costituito da una serie di paludi alimentate dai fiumi Adda, Serio, Oglio, ricoprivano un territorio molto vasto che iniziava a nord poco dopo Brembate per raggiungere a sud Pizzighettone, estendendosi ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi. La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungeva Fara Olivana e proseguiva, passando ad est di Crema, sino a Grumello Cremonese; continuando poi ad occupare parte delle valli del Chiese e dell’Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po Il lago Gerundo, o Gerondo, o Gerundio, oppure anche Gherundo, trasse il nome da “gera” (o ghera), cioè ghiaia, con allusione al suo fondo spesso ghiaioso. (lago Ghiaioso potremmo tradurre oggi). Nelle vicinanze dell’antico lago, si ritrova spesso della ghiaia, per cui sono sorte numerose cave; del resto pare che il lago avesse preso il nome proprio dall’abbondanza di terreni ricchi di ghiaia (le gerole) . La parola “gera”, o “ghera”, che significa ghiaia e dà il nome al lago e ricorre spesso proprio al centro dell’area ex lacustre, nella zona detta Gera d’Adda, con i toponimi Brignano Gera d’Adda, Fara Gera d’Adda, Misano di Gera d’Adda, solo per citarne alcuni.Da : chi a urìa crèt ! ( 1984 ) Tullio Santagiuliana 

Cascine Dotti, Giuseppana, Pelisa e Santissimo , contano poche decine di abitanti ciascuna.

ll toponimo Pelisa significa “erba fine dei prati stabili”

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I quartieri di Treviglio

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I quartieri di Treviglio

I quartieri di Treviglio sono delle suddivisioni territoriali storiche prive di valore giuridico e interne alla città nell’area della Gera d’Adda.

I quartieri sono i seguenti:Villaggio Santa Maria: quartiere posto vicino a nord della ferrovia sul lato ovest di via Canonica tra la Geromina e il centro.

Zona Nord: quartiere posto a nord del centro abitato oltre la circonvallazione esterna ha tra le sue vie principali via Pontirolo, è collegato alle frazioni poste a nord di Treviglio: Battaglie, Castel Cerreto e Geromina costituisce la parrocchia di San Pietro

Zona Est: quartiere posto tra le due circonvallazioni, è molto ampio e costituisce la parrocchia di Santa Maria Annunciata

Zona Sud:quartiere che si sviluppa intorno a viale Piave circonvallazione a sud ed è allungato in direzione est-ovest 

Treviglio e dintorni

FERRANDINO

Fu una piccola frazione di Treviglio, che deve il suo nome alla presenza di una proprietà rurale nel Seicento di Tommaso Ferrando, detto “giumenteso”. Tale soprannome è tutt’oggi conservato da un ramo della famiglia.

La ruota dello storico mulino «Il Ferrandino» di Treviglio, destinato a essere abbattuto per far posto a un sottopasso del tracciato ferroviario Tav, sarà salvata e collocata nel centro cittadino, in via Cavallotti. Lo ha deciso il Comune accettando i contenuti dell’interrogazione di un consigliere comunale , che aveva chiesto questo salvataggio «storico».

 ROCCOLO Al parco del Roccolo si arriva percorrendo una linea retta che, partendo da piazza Insurrezione, prosegue lungo via Marconi e via del Bosco, una delle vie più antiche del territorio; “Portoli”, il toponimo della zona indicata nel Quattrocento come “ad portulos”, rinvia ad una “portula” ovvero un “porto”, guado o traghetto sull’Adda raggiungibile ad ovest oltre il parco L’area del parco del Roccolo si trova ad ovest dell’abitato di Treviglio, in un contesto decisamente agricolo, a circa 2,5 km dal centro . Il parco si estende ai piedi della scarpata (sponda dell’antico alveo fluviale del fiume Adda), ad un’altezza s.l.m. di 116-117 metri, mentre la sommità della scarpata è a 125 mt. s.l.m. A partire dal primo nucleo (area della Chiesetta della Madonna degli Alpini), il parco si è nel tempo ampliato grazie ad una serie di successive addizioni (1982, 1996, 2006), fino ad interessare oltre 4 ettari di verde.

La superficie complessiva del parco, di circa 43000 mq. totali, è stata divisa funzionalmente in due parti: un’area ricreativa, a ridosso della via del Bosco, di proprietà della Parrocchia di S. Martino e S. Maria Assunta di Treviglio e dell’Istituto Mons. Portaluppi, e gestita dal Gruppo Alpini di Treviglio; questa parte del parco è liberamente fruibile secondo orari di apertura differenziati durante l’anno e contiene diverse strutture immerse nel verde quali panchine e tavoli in legno, giochi per bambini, un ampio porticato e servizi igienici. un’area naturalistico-didattica, nella parte verso nord, di proprietà della Parrocchia di S. Martino e S. Maria Assunta di Treviglio, dell’Istituto Mons. Portaluppi e della Banca di Credito Cooperativo Cassa Rurale di Treviglio e gestita dall’Associazione Amici del Parco del Roccolo sempre in collaborazione con il Gruppo Alpini di Treviglio.

 

LAGO GERUNDO

Secoli e secoli fa, in una zona vicino a Treviglio fra l’ Adda e il Serio chiamata Geradadda, vi sarebbe stato il lago Gerundo. forse era una palude, un acquitrino. Le acque del lago Gerundo, costituito da una serie di paludi alimentate dai fiumi Adda, Serio, Oglio, ricoprivano un territorio molto vasto che iniziava a nord poco dopo Brembate per raggiungere a sud Pizzighettone, estendendosi ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi. La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungeva Fara Olivana e proseguiva, passando ad est di Crema, sino a Grumello Cremonese; continuando poi ad occupare parte delle valli del Chiese e dell’Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po Il lago Gerundo, o Gerondo, o Gerundio, oppure anche Gherundo, trasse il nome da “gera” (o ghera), cioè ghiaia, con allusione al suo fondo spesso ghiaioso. (lago Ghiaioso potremmo tradurre oggi). Nelle vicinanze dell’antico lago, si ritrova spesso della ghiaia, per cui sono sorte numerose cave; del resto pare che il lago avesse preso il nome proprio dall’abbondanza di terreni ricchi di ghiaia (le gerole) . La parola “gera”, o “ghera”, che significa ghiaia e dà il nome al lago e ricorre spesso proprio al centro dell’area ex lacustre, nella zona detta Gera d’Adda, con i toponimi Brignano Gera d’Adda, Fara Gera d’Adda, Misano di Gera d’Adda, solo per citarne alcuni.

 Blancanuca

Era un antico insediamento di case coloniche sulla sponda sinistra dell’Adda, nei pressi dell’attuale cascina Cornella. Si trovava in un’area particolarmente fertile, ai confini con Casirate d’Adda e Fara Gera d’Adda e fu solo in piccola parte trevigliese; oggi lo stesso territorio è compreso in buona parte nel territorio del comune di Cassano d’Adda. Il toponimo – composto dalle parole “bianca” e “nuda” – sembra discendere da qualche antica particolarità del paesaggio. Nel 1509 vi si accampò l’esercito francese il giorno precedente la battaglia di Agnadello.

Brughera

Il toponimo designa una parte delle terre tra Pontirolo Nuovo, Fara Gera d’Adda e Treviglio. Le origini sono antiche, ma restano ignote. Queste zone, un tempo occupate da boschi furono trasformate in campi, conservando però l’aspetto originario. Nel medioevo furono acquistate dagli abitanti di porta Zelute, poi Zeduro, ora via Roma al comune di Pontirolo Nuovo, e da quel momento rimasero trevigliesi..

Virginio Monzio Compagnoni.

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I casìne e i frasiù

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I casìne e i frasiù

Frazioni di Treviglio

Casìne de Treì

Se volessimo conoscere più a fondo la nostra storia, non quella delle battaglie e dei fatti politici, ma quella più vera del lavoro, della vita quotidiana, dovremmo fermarci a studiare i nomi delle cascine. Casìna Agustàna, Casìna Milione, Culpàna… perchè?

La prima nel secolo XV era di proprietà degli Agostani, che oggi non esistono più, abitavano in piazza, nel negozio all’angolo di Via Municipio, c’è ancora una colonna di pietra con il loro stemma, la Cascina Milione nel secolo XVIII era beneficio di un canonico Milioni e alla Colpana abitavano gli antenati dei Colpani di oggi. La Casìna del giàs, che si trova al Gerundio, cioè dove inizia la discesa per Cassano, deve il suo nome al fatto che lì era fa fabbrica di ghiaccio di Engel, quel che ispirò la canzoncina: “A ‘l è bèl – a ‘l è bu – a ‘l dür cumè ‘l curàl – viva la fabrica del giàs artificial!” Alle monache di Sant’Agostino apparteneva la Casìna d’i Mùnighe e la Pezzoli al conte Poldi Pezzoli, quello del museo. Ma chi saprebbe ritrovare l’origine del nome della Pélisa? della Rampina? della Casìna de l’umbrèla? E la Casìna Tempo perso? e la Güsafàm? e la Güsasìt?[banner 

Cascine che esistono da secoli, talune da un millennio e più, come la Pezzoli; intorno a loro sono passate guerre e pestilenze, è mutato l’ambiente naturale e quello sociale, ma loro sono rimaste con la loro piccola o grande storia, che noi abbiamo smarrita, occupati come eravamo a ricordare tutte le altre cose inutili del passato. (Tullio Santagiuliana – Ma ga n’è amò? – 1982)

Conoscete questi luoghi ??. I Tère Ruse, Cascina Ganassina , La Pelisa , Cascine Dotti, Cascina Dei Munighe , Giuseppana Santissimo , La Furchina. Ferrandino , I Mòie , Bosco dei Dossi , Bosco Del Becàl , Il Bosco della Berluna , Gerundo…………..I Tumbe , ‘L Rocol , I Muntagnète…etc.

Oltre ai quartieri e alle frazioni esistono tanti altri luoghi che possono considerarsi ” Distaccamenti ” di Treviglio , o mete di passeggiate o biciclettate dei Trevigliesi.

Ma andiamo con ordine. Oltre ai quartieri e alle frazioni esistono tanti altri luoghi che possono considerarsi ” Distaccamenti ” di Treviglio , o mete di passeggiate o biciclettate dei Trevigliesi. 

Zona Nord: quartiere posto a nord del centro abitato oltre la circonvallazione esterna ha tra le sue vie principali via Pontirolo, è collegato alle frazioni poste a nord di Treviglio: Battaglie, Castel Cerreto e Geromina costituisce la parrocchia di San Pietro

Zona Est: quartiere posto tra le due circonvallazioni, è molto ampio e costituisce la parrocchia di Santa Maria Annunciata

Zona Sud: quartiere che si sviluppa intorno a viale Piave circonvallazione a sud ed è allungato in direzione est-ovest perché schiacciato a sud dalla.

LE FRAZIONI

GEROMINA La Geromina (Girumina in dialetto ) è situata nella parte nord-occidentale del territorio comunale ed è attualmente interessata da una forte crescita edilizia. La via principale che l’attraversa collega il capoluogo con il vicino comune di Canonica d’Adda.

La frazione Geromina nacque per volere dell’imprenditore tessile Giovanni Marzio, e fu strutturata sui modelli di New Lanark, il villaggio industriale modello realizzato in Scozia da Robert Owen e della più vicina Crespi d’Adda

 LA CASCINA PEZZOLI “La Pesòli” cosi la chiamano i trevigliesi, deve il suo nome ai Conti Poldi Pezzoli , una famiglia dell’aristocrazia milanese, ancor oggi nota perché nel suo palazzo urbano, in Milano, ha sede l’ omonimo prestigioso Museo d’arte . Fino a non molto tempo fa (fino agli anni ’60/’70 del secolo scorso) era, più che una cascina, un vero e proprio villaggio e ancora oggi costituisce una frazione del Comune di Treviglio. Era provvista infatti di scuole elementari e asilo infantile; aveva una propria chiesetta con annesso oratorio e un circolo ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani).

(Da Wikipedia )

Oggi è sede di un fiorente allevamento bovino ed in parte restaurata, mantiene la struttura e l’aspetto ottocenteschi dell’epoca in cui apparteneva ancora a quei conti Poldi Pezzoli a cui deve il nome.

LE BATTAGLIE Agli inizi del 1300 viene costruita la roggia Moschetta per portare le acque al comune di Brignano Gera d’Adda, che porta le sue acque a nord della frazione. Successivamente da essa verranno derivati dei fossi secondari per portare l’acqua ai campi che circondano la cascina Battaglia.

La frazione posta tra Castel Cerreto e Castel Rozzone fu probabilmente di proprietà dei Rozzone e passò successivamente sotto i Piazzoni nuovi signori di Castel Cerreto

 

 

 

 

FERRANDINO : Fu una piccola frazione di Treviglio, che deve il suo nome alla presenza di una proprietà rurale nel Seicento di Tommaso Ferrando, detto “giumenteso”. Tale soprannome è tutt’oggi conservato da un ramo della famiglia.

Mulino Ferrandino

 (Da Wikipedia )

ROCCOLO Al parco del Roccolo si arriva percorrendo una linea retta che, partendo da piazza Insurrezione, prosegue lungo via Marconi e via del Bosco, una delle vie più antiche del territorio; “Portoli”, il toponimo della zona indicata nel Quattrocento come “ad portulos”, rinvia ad una “portula” ovvero un “porto”, guado o traghetto sull’Adda raggiungibile ad ovest oltre il parco L’area del parco del Roccolo si trova ad ovest dell’abitato di Treviglio, in un contesto decisamente agricolo, a circa 2,5 km dal centro .

Il parco si estende ai piedi della scarpata (sponda dell’antico alveo fluviale del fiume Adda), ad un’altezza s.l.m. di 116-117 metri, mentre la sommità della scarpata è a 125 mt. s.l.m. A partire dal primo nucleo (area della Chiesetta della Madonna degli Alpini), il parco si è nel tempo ampliato grazie ad una serie di successive addizioni (1982, 1996, 2006), fino ad interessare oltre 4 ettari di verde.

La superficie complessiva del parco, di circa 43000 mq. totali, è stata divisa funzionalmente in due parti: un’area ricreativa, a ridosso della via del Bosco, di proprietà della Parrocchia di S. Martino e S. Maria Assunta di Treviglio e dell’Istituto Mons. Portaluppi, e gestita dal Gruppo Alpini di Treviglio; questa parte del parco è liberamente fruibile secondo orari di apertura differenziati durante l’anno e contiene diverse strutture immerse nel verde quali panchine e tavoli in legno, giochi per bambini, un ampio porticato e servizi igienici. un’area naturalistico-didattica, nella parte verso nord, di proprietà della Parrocchia di S. Martino e S. Maria Assunta di Treviglio, dell’Istituto Mons. Portaluppi e della Banca di Credito Cooperativo Cassa Rurale di Treviglio e gestita dall’Associazione Amici del Parco del Roccolo sempre in collaborazione con il Gruppo Alpini di Treviglio. 

LAGO GERUNDO

Secoli e secoli fa, in una zona vicino a Treviglio fra l’ Adda e il Serio chiamata Geradadda, vi sarebbe stato il lago Gerundo. forse era una palude, un acquitrino. Le acque del lago Gerundo, costituito da una serie di paludi alimentate dai fiumi Adda, Serio, Oglio, ricoprivano un territorio molto vasto che iniziava a nord poco dopo Brembate per raggiungere a sud Pizzighettone, estendendosi ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi. La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungeva Fara Olivana e proseguiva, passando ad est di Crema, sino a Grumello Cremonese; continuando poi ad occupare parte delle valli del Chiese e dell’Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po Il lago Gerundo, o Gerondo, o Gerundio, oppure anche Gherundo, trasse il nome da “gera” (o ghera), cioè ghiaia, con allusione al suo fondo spesso ghiaioso. (lago Ghiaioso potremmo tradurre oggi). Nelle vicinanze dell’antico lago, si ritrova spesso della ghiaia, per cui sono sorte numerose cave; del resto pare che il lago avesse preso il nome proprio dall’abbondanza di terreni ricchi di ghiaia (le gerole) . La parola “gera”, o “ghera”, che significa ghiaia e dà il nome al lago e ricorre spesso proprio al centro dell’area ex lacustre, nella zona detta Gera d’Adda, con i toponimi Brignano Gera d’Adda, Fara Gera d’Adda, Misano di Gera d’Adda, solo per citarne alcuni. 

Treviglio e dintorni..I Tère Ruse, Cascina Ganassina , La Pelisa , Cascine Dotti, Cascina Dei Munighe , Giuseppana Santissimo , La Furchina.Cascine Dotti, Giuseppana, Pelisa e Santissimo , contano poche decine di abitanti ciascuna.

ll toponimo Pelisa significa “erba fine dei prati stabili”

 

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