Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Bar Campana Treviglio : no Tùninet

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Angela Maria Comotti  . Bar Campana, sono nata e cresciuta in Via Crippa , questa era la sala dietro dove si pranzava e alla sera ci si trovava per vedere i programmi in televisione (pochi l’avevano in casa). Un abbraccio a Aldo e Lidia.

Stefano Rivoltella  : Al Campana “s’ andaia a bagnaga i pè al mort!” (scusate il dialetto maccaronico)

Luisa Walter : Io ho fatto la cuoca per un periodo alla campana .quando c’era tonino ultimo gestore !!!!!!!!!!!!!!

Bruno Frigerio  : Mio papà Battista gestiva la Campana ma questa foto è del “Tuninet” alias Tre Archi. Conosco bene tutte le persone raffigurate.

Debora Conti  : Ricordo che mio papà (Ermanno Conti, quello al centro che abbraccia le ragazze) mi diceva che si trattava dei festeggiamenti per un ultimo dell’anno

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Foto scattata fuori dal bar Pilly (ora Caffè Cavour)

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Foto scattata fuori dal bar Pilly (ora Caffè Cavour)

Di Marco Falchetti

Foto scattata fuori dal bar Pilly (ora Caffè Cavour),.

Il giornalista Mario Fontana (MaFo) e Rino Cornelli premiano il mio compaesano (di Osio Sotto) Fredo Lecchi (ol s-cèt de Nando – con Evita Lecchi) direttore sportivo del GS Conti Fara e il corridore Giuliano Mansani di Cassano.

La corsa era organizzata dall’Audax Treviglio.

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18.07.1914 Gino Bartali : nato oggi 104 anni fa

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18.07.1914 Gino Bartali : nato oggi 104 anni fa

E son qui che aspetto Bartali

Tratto da  https://www.ilpost.it/2018/07/18/gino-bartali-storia/

Per una serie di coincidenze e ritiri, nel 1948, a quasi 34 anni, Bartali si trovò ad essere il capitano della squadra italiana invitata al Tour de France (al Tour le squadre di club presero definitivamente il posto delle nazionali dagli anni Settanta in poi). Bartali non partì da favorito, anche perché il resto della squadra italiana non era composta da gente fortissima, ma con due grandi vittorie nelle tappe più difficili – di quelle che sono rimaste nella storia del ciclismo – riuscì a vincere il suo secondo Tour de France. Non erano passate ancora due settimanedall’attentato al segretario del Partito Comunista italiano Palmiro Togliatti e in Italia – dopo giorni di proteste e scontri di piazza – non pochi pensavano che sarebbe iniziata la rivoluzione. Pare che la vittoria di Bartali al Tour, per la grandiosità dell’impresa e la fama del suo protagonista, contribuì a calmare le cose.

La storia di Bartali

.wikipedia. Gino_Bartali

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Bar Centrale Piazza Garibaldi Treviglio

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Bar Centrale Piazza Garibaldi Treviglio

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E son qui che aspetto Bartali

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E son qui che aspetto Bartali

conversazione con Paolo Sudati

E son qui che aspetto Bartali conversazione con Paolo Sudati

E son qui che aspetto Bartali conversazione con Paolo Sudati

tratto da la Tribuna Luglio 1995. E son qui che aspetto Bartali

http://virgi.altervista.org/treviglio-la-sartoria-sudati/

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Treviglio (Treì in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 29 683 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia.

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Lhbal in Italia

Treviglio (Treì in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 29 683 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. Il comune si trova nella media pianura padana, a circa 20 km in direzione sud rispetto al capoluogo orobico. Fondata nell’alto Medioevo[9] dall’unione di tre comuni a scopo difensivo, è il secondo comune della provincia per numero di abitanti, preceduto dal capoluogo. Città principale della Gera d’Adda, la sua posizione strategica è evidenziata dal crocevia di strade e ferrovie che la collegano con Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano. È anche conosciuta come “la città dei trattori” per la presenza dell’azienda multinazionale SAME Deutz-Fahr Group.
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Le foto del furto della Gatta e del bombardamento di Caravaggio

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Le foto del furto della Gatta e del bombardamento di Caravaggio

di Giancarlo Rossi.

Carlo Buttinoni : Dopo il recupero della “Gatta” ???
Giancarlo Rossi:  Quello con la Gatta è mio papà, poi c’è Santagiuliana e gli altri non li conosco non so chi sono.
Roberto Fabbrucci : Bellissima !!  Da sinistra: Eli Somenzi, XX xxxx, Rossi, xxxx XXX, Brandino Santagiuliana.
Enrico Di Vito : Conoscevo la storia fin dai primi giorni del mio arrivo a Treviglio (lontano 1970) e trovo davvero singolare che molti trevigliesi non la conoscano.
Nadia Colpani  :Giancarlo Rossi hai dei reperti fotografici…..Bellissimi!!
Ornella Bettani :I purselí de Careás e i gusetí de Treí ….Ha qualcosa a che vedere con la storia della gatta? Virginio, Carlo, Mariella, Annita …… eccola, la gallina col paracadute!
e quanto interesse sembra destare.

Ornella Bettani : Quindi i caravaggini già venivano chiamati porcellini …..

Annita BaruffiIl mio papà mi raccontava che, a volte, con i suoi amici veniva a ballare a Treviglio in un luogo che poi si chiamò Monte Alto. Com’è come non è le ragazze preferivano ballare con i giovani d Caravaggio. La ragione, secondo il mio papà, era semplice dato che loro erano più belli. E allora iniziavano a litigare e anche a far volare qualche ceffone. Sarà colpa della gatta?
Ornella Bettani da L’ECO DI BERGAMO
Giovedì 03 ottobre 2013
Contesa da Treviglio e Caravaggio “La Gatta rapita è finita al museo.
Ricordate la «Secchia rapita»? Il poema di Alessandro Tassoni narra la storia del conflitto fra Bologna e Modena (1325) conclusosi con il furto da parte di assetati modenesi di una secchia di legno, trafugata da un pozzo come trofeo di guerra. Qualcosa di simile – una sorta di «secchia rapita» in «salsa bergamasca» – è accaduto nella Bassa nello stesso periodo. A contendersi non un mastello di legno, bensì una pietra, trevigliesi e caravaggini.

Una battaglia conclusasi con la vittoria dei primi. La pietra in questione è un gatèl, un bassorilievo che fungeva da cippo o termine di confine. Il termine dialettale è stato italianizzato in «gatta», così che tutti pensano che il quadrupede scolpito nella pietra sia uno strano felino, mentre in realtà si tratta di un cavallo.

La «gatta» delimitava appunto i limiti tra Treviglio e Caravaggio e fu a lungo oggetto di diatriba tra le due città , da quando fu rinvenuta in una zona di confine tra i due paesi nel 1392 in via Caravaggio sulla strada statale 11, denominata negli statuti del 1392 via Caravagli. Persino San Bernardino da Siena dovette intervenire per placare gli animi dei contendenti predicando la pace. Diciamo subito che oggi la «gatta», murata per secoli in un vicolo a Treviglio, è conservata nel museo civico, mentre sulla facciata del palazzo antistante la Basilica, in piazza Manara, è esposta una copia. Le cronache de «L’Eco di Bergamo» ci hanno consegnato ogni tappa della contesa.

Nel 1861 avvenne il primo furto da parte dei caravaggini ai danni dei trevigliesi. Ripresa, non si sa quando e come, da quest’ultimi, quasi un secolo dopo fu nuovamente sottratta dai caravaggini. «Treviglio e Caravaggio si guardano in cagnesco», titolava «L’Eco» il 28 febbraio 1953, registrando che la notte precedente era stato sottratto «un cimelio marmoreo» oggetto di «una singolare controversia nata alla fine del 1300». Il nostro quotidiano ricordava che il possesso della gatta importava il privilegio su un canale irriguo che scorreva a cavallo dei territori dei due Comuni.

La settimana precedente il furto, i compilatori di un numero unico dal titolo «Zigo-Zago» lanciarono l’idea di erigere un monumento alla «gatta», un fatto questo che surriscaldò gli animi dei caravaggini pronti a riprendersi la pietra. La «gatta» fu così tolta nottetempo dal muro della piazza dove era stata collocata. Al posto del bassorilievo, gli autori del colpo appesero un cartello con la scritta: «Mentre il popolo trevigliese dormiva, la “gatta” se ne è ita al suo paese». «La signora Paola Senna – scrive L’Eco dell’epoca – fu testimone oculare del furto da parte di una decina di giovani, armati di scalpello e martelli, giunti alle ore 2 a bordo di un autocarro. La gatta fu poi portata a Caravaggio e murata al civico 12 di via Michelangelo.

I caravaggini avrebbero poi chiesto per la restituzione della gatta un riscatto con 200 fiorini d’oro da consegnare sul limitare fra Treviglio e Caravaggio dove fu appunto rinvenuta». Poco più di due mesi dopo, i trevigliesi sferrarono la loro offensiva, pronti a riprendersi il maltolto. Prologo all’azione per riconquistare la «gatta» un singolare bombardamento di Caravaggio con galline appese ai paracadute, caramelle e rotoli di carta igienica lanciate da «forze aeree trevigliesi».

«Tre grossi bombardieri dell’aeroporto di Orio Serio – si legge su L’Eco dell’11 maggio 1953 – alle ore 12 hanno cominciato a vorticare paurosamente su Caravaggio gettandovi grandi quantità di materiale: 50 galline vive con il paracadute, chili di caramelle, bottiglie di vino, stilografiche e persino un grosso porcello», oltre a manifesti minacciosi di altri bombardamenti fino a far «scomparire il nome di Caravaggio dalle carte geografiche».

All’azione goliardica seguì una decina di giorni dopo l’incursione dei trevigliesi che, ripresasi la gatta, la murarono subito su un palazzo prospiciente la Basilica (dove oggi c’è la copia). Il colpo fu messo a segno in pieno giorno dai trevigliesi armato di pistole di zucchero e assordanti tromboni della banda musicale che costrinsero i caravaggini alla resa. Finita la contesa, la «gatta» è poi tornata al centro delle cronache per l’interesse da parte di una laureanda dell’Università della Sorbona giunta appositamente da Parigi per studiarla nei dettagli.

La notizia della contesa e del bombardamento del resto fece il giro del mondo sui giornali stranieri. Nel marzo 1982, il cippo è stato oggetto di restauro affidato allo studio Gabrieli-Traversi. La gatta originale è ora nel museo civico. Senza un intervento di recupero del resto, la gatta si sarebbe sgretolata fino a frantumarsi o sbriciolarsi, andando irrimediabilmente perduta. Profonda circa 50 cm., larga quasi altrettanto, alta 25 cm., la gatta ora è al sicuro. La singolarità di questo cippo, oltre al valore storico, è costituita dal fatto che è forse uno dei pochi termini di confine che raffiguri un animale, giunto ai giorni nostri, dopo svariati secoli, ancora integro e con tutto il suo carico di suggestività e un pizzico di leggenda.

Emanuele Roncalli

La Gatta di Treviglio

 
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E come non ricordare il famoso “Torneo Bar Città di Treviglio”?

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E come non ricordare il famoso “Torneo di Calcio Bar Città di Treviglio”?

……una formazione del ” Bar Galliari” anni 70……                 E come non ricordare il famoso ” Torneo di Calcio Bar Città di Treviglio ” ?

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Toneo dei Bar Città di Treviglio

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Dopo la statua per la Same , Coppi e Bartali 

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Dopo la statua per la Same , Coppi e Bartali 

bergamo.corriere.it 2013

Coppi e Bartali 

Dopo il monumento alla Same, Treviglio pensa di celebrare un’altra delle sue eccellenze industriali, la Bianchi, con una con una statua al ciclismo

A lanciare la proposta è Roberto Fabbrucci che già guidò il comitato spontaneo nato nel 2012 e che, coinvolgendo l’azienda e il Comune, in poco più di un anno è riuscito a vedere realizzato il sogno di riprodurre la prima trattrice diesel al mondo realizzata dai fratelli Cassani negli anni Venti.

Inaugurato a luglio, il monumento spicca alla porta ovest della città sulla rotatoria di largo Vittorio Emanuele innalzato da un basamento tra giochi d’acqua e valorizzato da un’illuminazione scenografica che ne hanno fatto un’attrazione.

Un successo che ora Fabbrucci vorrebbe ripetere omaggiando l’altro marchio storico presente in città.

Un’iniziativa che se ha già raccolto il consenso di massima del Comune e l’interesse di alcuni imprenditori, si presenta però più problematica, a partire dal fatto che la Bianchi, al contrario della Same, è trevigliese d’adozione – arrivò negli anni ‘60 da Milano – ed è sempre stata meno legata alla città.

Starebbe bene nella rotatoria di largo Primo Dante

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Bocciofila Bar Rocco

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Bocciofila Bar Rocco 

Andrea Gamba ha condiviso un post.

Il secondo in piedi partendo da sinistra è Paolo Signorelli. ( ricordi indelebili )

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25 ottobre1954 Annita Baruffi

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25 ottobre1954 Annita Baruffi

Annita Baruffi : il mio matrimonio. Il paggetto è il mio fratellino Emilio

Annita Baruffi : il mio matrimonio. Il paggetto è il mio fratellino Emilio

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Riunione degli ex Oberdan ( foto di Annita Baruffi )

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Foto di Annita Baruffi

Chi ricorda don Nando Macchi?  Partecipava sempre alle Riunioni degli ex Oberdan ( foto di Annita Baruffi ) in questa foto si sta accomiatando da Beppe Facchetti.

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Annita Baruffi : Ottobre 1946, io a 14 anni (a destra) con mia sorellina.

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Annita Baruffi : Ottobre 1946 io a 14 anni (a destra) con mia sorellina.

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In piazza davanti al Bar Milano…

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In piazza davanti al Bar Milano…

Treviglio piazza Manara

Gemma Falsina : Dai cappelli delle signore e dai fiocchi in testa alle bambine sembrerebbe degli anni ’40

 

 

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Bar Alberghi Ristoranti Trattorie

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 Bar Alberghi Ristoranti Trattorie

Bar

Alberghi

Ristoranti

Trattorie

Locande Trevigliesi

http://virgi.altervista.org/2014/09/05/eran-centoventisette/

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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
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