Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Centro Culturale Ambrogio Portaluppi Treviglio

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Centro Culturale Ambrogio Portaluppi Treviglio

Piazza Santuario 3
24047 Treviglio (Bg)

www.centroportaluppi.org
[email protected]

ll Centro è stato originariamente costituito a Treviglio il 3.3.1977 da Mario Signorelli, Dolores Brambilla, Gianfranco d’Ambrosio,Valerio Facheris, Vittorio Longaretti, Mario Lorenzi, UmbertoTaddeo, Giuseppe Zavaglio, Paolo Zordan.
Nel primo periodo il Centro, presieduto da Mario Signorelli, assunse la denominazione di Centro Socio-Culturale Portaluppi per il Movimento Popolare; molte proposte erano incentrate su temi socio-politici (tra cui l’Università Popolare, sulle tematiche dell’abitare,dell’educazione, ecc.) e conferenze sul movimento cattolico locale ( col contributo di Mons. Piero Perego); non mancarono, soprattutto negli ultimi anni del primo periodo (1980-83 ) proposte culturali e artistiche come rappresentazioni teatrali (El vangel del dì d’en cò), films, eventi musicali (gruppo jazz Six and one, coro di Russia Cristiana,.. ), gite culturali.
Da un gruppo di persone (G.Franco d’Ambrosio, Mario Signorelli, Ermanno Pasinetti, Giuseppe Zavaglio, Paolo Zordan e altri) del Centro Culturale Portaluppi impegnate in politica, nella DC, a livello locale nacque anche il Centro di cultura politica Seno Colleoni, tentativo di aggregare persone impegnate in diverse esperienze della DC unite dalla volontà di non dimenticare le radici cattoliche popolari del partito e di riflettere insieme sulla propria storia per trame nutrimento per l’azione politica; fu di ausilio culturale ancora una volta Mons. Piero Perego, appassionato studioso della storia del locale movimento cattolico.
In un secondo periodo ( dalla metà degli anni 80 alla metà degli anni 90 ) il Centro assunse la denominazione, che mantiene anche attualmente di Centro Culturale Mons.Ambrogio Portaluppi; presieduto e mantenuto vivo prevalentemente da Carla Musazzi Usuelli, supportata dai suggerimenti di G.Franco d’Ambrosio, mantenne una assidua collaborazione con la Commissione Cultura della Parrocchia S. Martino ( ma anche con la Scuola Elementare S. Martino e con il Centro di Solidarietà L’Orizzonte) e visse momenti di intensa vivacità In tale periodo, oltre al sostegno a feste popolari cattoliche locali (festa di S. Giuseppe, festa del Redentore .. ), alla continuazione di eventi artistici (Mnogaja Leta, Clowns .. ) e di gite culturali ( Villa Ambiveri … ), vennero cooptati quali conferenzieri personaggi quali Don Luigi Giussani (su Leopardi), E. Corti (Il cavallo rosso), Brasioli, Formigoni, Cardini, Padre Scalfi, M. Gargantini , Messori, L. Negri.
Venne anche organizzato con successo un corso di aggiornamento per insegnanti.
Dalla seconda metà degli anni ’90 ad oggi la responsabilità del Centro Culturale viene assunta da un gruppo più ampio (Francesca Ferri, Ermanno Pasinetti Nadia Possenti, Pietro Villa, Stefano Ferrandi, Laura Parmeggiano).

Il legame con il Centro Culturale di Milano diviene più stretto. Tra le iniziative più ricorrenti: mostre artistiche del Meeting (il Caravaggio, la Cappella degli Scrovegni, Vita di Maria nell ‘arte dal ‘300 al ‘400) accompagnate da conferenze dei curatori, visite guidate a mostre in altre città (L’anima e il volto); incontri con don Negri su diverse tematiche religiose, incontri con relatori quali don Mazzi, Aldo Brandirali, don Mauro Inzoli, don Ambrogio Pisoni su tematiche inerenti temi quali la sussidiarietà, la cooperazione, i movimenti religiosi, l’Islam; diversi incontri di educazione all’ascolto musicale (Spirito Gentil).

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Associazione Culturale Clementina Borghi

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Associazione culturale Clementina Borghi

L’Associazione culturale Clementina Borghi è stata fondata nel 1992 da un gruppo di docenti, dalla preside e da alcuni genitori di allievi della Scuola media “Tommaso Grossi” di Treviglio (BG).

con lo scopo di promuovere iniziative culturali nel nostro territorio.

Il fiore all’occhiello dell’Associazione è il “Concorso letterario Tre Ville” che nel 2017 raggiungerà la XIX edizione con un successo di partecipazione costantemente in crescita.

La collaborazione con le varie realtà culturali del territorio, la condivisione degli obiettivi e delle scelte, l’apertura al nuovo e al bello sono le linee guida dell’associazione per offrire il proprio contributo allo sviluppo della cultura come strumento di aiuto per affrontare le difficoltà della vita.

Associazione culturale Clementina Borghi

Associazione culturale Clementina Borghi

Associazione Culturale Clementina Borghi

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Centro Civico Culturale Treviglio

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Centro Civico Culturale Treviglio

Centro Civico Culturale Treviglio

Centro Civico Culturale Treviglio

Centro Civico Culturale Treviglio ( Biblioteca Civica di Treviglio )

Il Centro Civico Culturale ospita la Biblioteca Comunale, l’Archivio Storico Comunale, il Museo Civico “Ernesto e Teresa della Torre”, la sezione archeologica e medioevale “Giuseppe Oggionni”, un auditorium, una sala espositiva e diversi altri spazi attrezzati.

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Centro culturale

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Centro culturale

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Centro culturale 1983

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Centro Culturale 1983

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Lombardia beni culturali : Treviglio

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lombardia beni culturali

Lombardia beni culturali : Treviglio

Treviglio Amarcord.Un tuffo nel passato cittadino, ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti

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Treviglio, un tesoro storico-culturale

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Treviglio, un tesoro storico-culturale ( Agosto 2012 )

Dopo un anno di lavoro è terminata a Treviglio l’archiviazione cronologica e alfabetica di tutti i manoscritti dell’abate Carlo Cameroni, cui è intitolata la biblioteca cittadina.

Scritti che raccontano soprattutto il periodo di metà Ottocento dell’emigrazione italiana dallo stato Lombardo-Veneto a quello del Piemonte.

In tutto 3.500 documenti, per lo più lettere, il cui valore di mercato è stato stimato intorno ai 200 mila euro. BIBLIOTECA TREVIGLIO

Dal punto di vista storico ed economico si arricchisce ancor più la biblioteca di Treviglio, che dell’abate Cameroni può già contare 4.000 libri, diversi quadri e mobili, il cui valore complessivo tocca quasi il milione e mezzo di euro.

Il certosino lavoro di lettura e archivio delle lettere è stato effettuato da Francesco Tadini, 64 anni, ex dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Caravaggio, e studioso di storia locale. 

Il pensionato di Fornovo ha così portato alla luce scritti importanti per il periodo storico di metà Ottocento, durante il quale Cameroni ricoprì la carica di vicepresidente del Comitato centrale per i soccorsi all’emigrazione italiana.

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Treviglio Palazzo Stefanoni ( Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni )

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Treviglio Palazzo Stefanoni

Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

( ed. Clessidra 2002)

Il complesso si sviluppa attorno ad uno spazio vuoto che ha due accessi, l’uno in via
Bicetti e l’altro in via Roma.

All’interno del cortile è ancora visibile la parte “nobile” del Palazzo, costituita da un portico che immette in una serie di sale, in passato affrescate con fregi di sottocornice databili al sec. XVI: l’eleganza delle decorazioni, il tema della pittura pompeiana riproposto, la composizione delle figure, inducono a pensare alla mano di un’artista che probabilmente aveva frequentato la scuola romana di Raffaello o di Giulio Romano.

Treviglio Palazzo Stefanoni ( Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni )

Treviglio Palazzo Stefanoni ( Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni )

 

 

Gli affreschi, strappati a seguito degli interventi di restauro dell’edificio, sono ora visibili nella sala principale del Ristorante Nazionale, dove erano collocati originariamente.

Palazzo Stefanoni Via Bicetti

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“Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

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Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni- ed. Clessidra 2002

Percorrendo il breve tratto tra via Galliari e il piazzale del Santuario è possibile vedere alcuni giardini ricavati nella sede dell’antico fossato che circondava interamente il centro storico di Treviglio, a margine delle mura.

 

Treviglio Piazza Cameroni oggi Piazza del Popolo

Treviglio Piazza Cameroni oggi Piazza del Popolo

 

Dopo aver percorso questo breve tratto di circonvallazione si può rientrare in centro
attraversando il piazzale del Santuario. A sinistra è presente una colonna evocativa in pietra eretta nel 1584 a ricordo della visita di San Carlo Borromeo. A destra si trovano il Teatro Filodrammatici, costruito in stile liberty tra il 1904 e il 1907 su progetto dell’ing. Carlo Bedolini e l’ex Monastero di S. Agostino, con l’annessa Cappella del Miracolo.

 

 

Attraversando i vicoli che collegano il Piazzale Santuario con via Roma è possibile notare alcuni spazi “minori” dell’evoluzione urbanistica ed architettonica del borgo: percorrendo via S. Agostino si nota Casa Casali che porta ancora le tracce di un’insegna che dimostra come il centro storico, fino a pochi anni fa, ospitasse parecchie osterie, la maggior parte delle quali oggi è scomparsa.

Proseguendo si nota al civico 18 una piccola porticina che introduce in un laboratorio artigianale: era il retro di Palazzo Silva, dove avevano sede le scuderie, e dove, prima ancora, era ubicata la Chiesa di S. Cristoforo.

Più avanti, sulla destra del crocevia che riconduce a piazza Manara, c’è la denominata Casa Brugnetti, dimora trecentesca che mostra ancora tracce di finestre gotiche.

Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

Proseguendo lungo il vicolo Municipio ci si ritrova in via Roma, sulla quale si aprono una serie di vicoli che sono testimonianza del passato romano della città. Gli edifici che qui si sviluppano perlopiù in cortili interni, mostrano segni di un passato aulico nella foggia degli archi dei portici a piano terra e negli elementi decorativi presenti sulle facciate.

Di fronte al vicolo S. Agostino si apre via Bicetti, che conduce all’ingresso della Sala Crocera sede di eventi culturali, già appartenente al Monastero di S. Pietro, convertito in Ospedale alla fine del sec. XVIII e oggi adibito a Centro Culturale.

Via Bicetti (lungo la quale si nota inoltre il Palazzo oggi proprietà Stefanoni, in passato, probabilmente appartenente alla famiglia Butinoni) prende il nome da Giovanni Maria Bicetti Butinoni, medico di nascita trevigliese, discendente della famiglia Butinoni da cui provenivano anche Beltrame Butinone, fondatore dell’Ospedale di S. Maria, e Bernardino Butinone, pittore quattrocentesco.

Al termine di via Bicetti si arriva all’unico parco presente nel centro storico e di fronte si
scorge la struttura dell’asilo Carcano, istituzione fondata da Carlo Carcano nel 1835 con lo scopo di promuovere un’opera di solidarietà a favore di bambini indigenti, oggi sede di una scuola materna e della sede del Comando di Polizia Municipale.

Prima di rientrare nel centro storico a nord del giardino pubblico si nota la sede del Collegio degli Angeli, istituzione scolastica “erede” delle scuole fondate dall’Abate Correggio in via Zanda nel 1836.

Tornando nel centro storico attraverso il giardino e imboccando via dei Facchetti si
raggiunge uno degli ingressi del Centro Civico Culturale, ex Monastero di S. Pietro.
Proseguendo attraverso via Buttinoni, sl civico 3 si trova testimonianza dell’Ospedale di S.Maria, istituito nel 1316 da Beltrame Butinone e qui rimasto fino alla fine del sec. XVIII,
quando venne trasferito nel già menzionato ex Monastero di S. Pietro.

La sua struttura è stata modificata nel corso dei secoli e non ne rimangono tracce significative ad eccezzione della tela raffigurante S. Antonio Abate e S. Carlo, databile 1610 e proveniente dalla Cappella dell’ospedale.

Proseguendo in via Zanda, prolungamento rettilineo di via Buttinoni (traccia dell’antica
centuriazione romana) si possono notare molti cortili: al civico 7 è visibile Casa Setti, che prende il nome da Giulio Setti: nato nel 1869 a Treviglio, operò come direttore d’orchestra e di coro nei principali teatri non solo europei ma anche d’oltreoceano.

Al termine di via Zanda si apre piazza Giuseppe Setti, in passato adibita a quartiere militare.
Lungo il tratto di circonvallazione che collega piazza Setti con l’antica porta Zeduro (al
termine di via Roma) si incontra il complesso delle Scuole Comunali, edificato nel 1899.

Di fianco alle scuole si apre il rettilineo della via Mons. A. Portaluppi, caratterizzato dalla
presenza di un consistente nucleo di case, edificate dalla Società Edificatrice Case
Operaie, e dalla Cascina Redentore, edificata dalla Cassa Rurale

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“Treviglio: storia, arte e cultura”

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“Treviglio: storia, arte e cultura”

Le origini di Treviglio risalgono all’epoca del Medioevo, quando tre borgate già esistenti, si unirono tra di loro, a scopo difensivo, delineando la nascita di Treviglio, appunto “Tre Ville”. Il Borgo era di modeste dimensioni, venne fortificato e circonadato con mura difensive e munito di tre porte, collocate in direzione delle tre preesistenti borgate, Cusarola, Pisgnano e Portoli, e al centro di Treviglio vennero edificate la Chiesa e il Municipio.

La storia conferma che a Treviglio sorse da un nucleo centrale fortificato, detto “Castrum Vetus” ossia “Vecchio Castello” e che era ubicato tra le attuali piazza Manara, piazza Garibaldi e via Fratelli Galliari ed aveva un piccolo accesso sito nell’attuale vicolo Teatro.

Il Castrum Vetus, ovvero il castello vecchio, non identifica un castello, bensì una zona fortificata con mura, munito di torri e di una porta d’ingresso, circondata da un fossato.Successivamente la crescita della popolazione fece sì che sorgessero successivamente cinte murarie a difesa della prosperità cittadina.

La Torre Civica

Nel 1008 fu eretta una alta torre d’osservazione nel centro del borgo allo scopo di controllare l’eventuale arrivo di nemici. Nel corso dei secoli successivi (tra il XVI e il XVII secolo), durante i lavori di restauro della vicina Basilica di San Martino, la Torre Civica venne unita alla chiesa per divenirne l’attuale campanile.

Di stile gotico lombardo, alto 62 metri, il Campanile di Treviglio è il simbolo
il soggetto del francobollo da 0,60€ uscito il 30 agosto 2012 nell’ambito della serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

Storia Arte Cultura
Lungo la via Roma è possibile scorgere una particolare diversificazione tipologica negli
edifici: si affiancano cortili con portici e logge a cortili con distribuzione a ballatoio.
La maggior parte delle facciate è arricchita con elementi decorativi, databili ai sec. XIX e
XX, segno di un benessere economico dovuto alla particolare vocazione della via: quella
di essere “spina commerciale privilegiata”.

Il passato antico della via è visibile
nell’ortogonalità con le vie laterali: chiaro segno permanente della presenza della
centuriazione romana in centro storico.
Va Roma prosegue in rettilineo con via Rozzone, imboccando la quale ci si ritrova nella
porzione sud di via Carcano: qui era anticamente ubicata Casa Federici (civico 19),
costruzione del sec. XV, di cui si conserva memoria in una lapide incastonata in prospetto.
In fondo alla via Carcano è visibile l’ingresso del complesso in passato occupato dalle
Madri Canossiane, oggi sede della Cassa Rurale.

Dalla via dè Federici si prosegue per via S. Martino, una delle quattro strade principali del
centro storico, che conduceva a Porta Nuova. Il nome di “Porta Nuova” deriva dal fatto che
la porta fu l’ultima in ordine di tempo a essere realizzata.Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni – ed. Clessidra 2002

Visitare Treviglio ( da Bergamo News )Secondo comune bergamasco per numero di abitanti dopo il capoluogo, Treviglio si trova nella media Pianura Padana, a circa 20 chilometri in direzione sud da Bergamo: fondata nel corso dell’alto medioevo per scopi difensivi, la cittadina oggi rappresenta un punto strategico nel crocevia di strade e ferrovie che la collegano con Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano.

La basilica di San Martino La basilica di San Martino fu edificata nel 1008 dove sorgeva la chiesa preromanica dell’Assunta, e subì diversi interventi di ampliamento nel corso dei secoli. La basilica presenta elementi architettonici tipici dello stile gotico lombardo dovuti a un primo ampliamento, mentre la facciata attuale è stata realizzata del 1740 dall’architetto Giovanni Ruggeri secondo lo stile barocco.

Nella navata destra, accanto alla zona presbiterale, è collocato il Polittico di Zenale e Butinone, risalente al 1485, una delle opere più importanti del rinascimento lombardo, in quanto segna il passaggio tra il gotico e il rinascimentale.

La basilica offre anche diverse opere di Cavagna, Procaccini e Montalto oltre ad un pregevole Fonte Battesimale del 1529. Il campanile in stile gotico lombardo della basilica è conosciuto come simbolo della città di Treviglio poiché, grazie ai sui 60m di altezza è visibile a chilometri di distanza. Nel corso dei secoli è stato un punto di riferimento sia per scopi religiosi sia civili e militari, in quanto era usato per le segnalazioni di pericolo dai vicini comuni.

I“Treviglio: storia, arte e cultura” l santuario della Madonna delle Lacrimel santuario della Madonna delle Lacrime fu costruito a partire dal 1594 a seguito del miracolo della madonna che, piangendo, salvò Treviglio dall’avanzata francese.

Alla costruzione del santuario hanno lavorato grandi artisti come l’architetto caravaggino Fabio Mangone, autore dell’altare maggiore. Si può salire sull’altare e tramite splendidi gradini in marmo si riesce ad andare proprio sotto al quadro della venerata immagine della Madonna delle lacrime, sotto al quale sono tuttora conservate la spada e l’elmo del visconte di Lautrec. E’ consigliata inoltre la visita della “cripta magica” sotto il santuario.

“Treviglio: storia, arte e cultura” La biblioteca civica di TreviglioLa biblioteca civica di Treviglio, fondata nel 1861, e intitolata all’abate trevigliese Carlo Cameroni (Treviglio 1793 Torino 1862), figura importante del Risorgimento italiano, per aver egli donato, pochi mesi prima di morire, la propria libreria alla città d’origine affinché venisse costituita una biblioteca pubblica.

Alla morte di Cameroni, il Comune accetto il lascito e apri la biblioteca alla cittadinanza. Sul nucleo librario di Cameroni, ricco di 4176 volumi, crebbe la biblioteca, che si arricchi col tempo di alcune importanti acquisizioni librarie e documentarie: in alcuni casi fondi antichi in possesso del Comune, in altri donazioni di illustri personaggi trevigliesi.

“Treviglio: storia, arte e cultura” Treviglio nel XV secolo di Luigi Minuti

Anche il travagliato XV°, come il precedente, è un secolo d’oro per Treviglio, crescono ricchezza e benessere e la città si riempie di edifici non più di legna ma di solidi mattoni, anche se abilmente frammisti ai sassi di fiume, ed in più a metà secolo, sorgono, in fretta e bene, le austere e più solide mura venete. La Basilica di S. Martino nuovamente viene accresciuta, i lavori a carico del Comune, prendono avvio nel 1481 e si protraggono per più di vent’anni, iniziati nel bel mezzo della Signoria degli Sforza, vengono ultimati all’inizio dell’occupazione francese, e splendide dovevano apparire la sua facciata gotica, i colonnati delle navate in mattoni rossi, e quel nuovo piccolo campanile che accarezza l’abside e che allora si poteva vedere anche dalla sua base.Forse i bei tempi antichi non sono mai esistiti se non nella nostra nostalgica fantasia ma se così non fosse quelli e non altri meritano menzione. Anche se non erano tempi pacifici, anzi, tutt’altro. Il secolo inizia con il primo Visconti a portare il titolo di Duca: Gian Galeazzo, che alla Comunità di Treviglio concede nuovi Statuti di ampia autonomia e che, come un fulmine, conquista un così vasto territorio che alla sua improvvisa morte, nel 1402, il figlio sopravvissuto, Giovanni Maria, farà fatica a conservarlo; ne manterrà una parte al prezzo di lunghe e sanguinose guerre, perderà Brescia, occupata da Giovanni Rozzone, condottiero trevigliese che gliela sottrae per un intero anno, poi la vende ad un altro condottiero, Pandolfo Malatesta da Rimini che nel 1421 la cederà alla Serenissima insieme al Bergamasco.

I Visconti tentano di riconquistarla ma sconfitti duramente nel 1426 perderanno definitivamente tutti i territori a nord del Fosso Bergamasco e al di là del fiume Oglio. Vicino alla metà del secolo ecco che la dinastia dei Visconti si estingue, Treviglio e la Geradadda nel frattempo però sono sotto i Veneti ed iniziano un balletto che più volte si ripeterà: dai milanesi ai veneti e viceversa, poi il cinquantennio Sforza, un lungo periodo di prosperità, indi tutto daccapo, eppure tra tante difficoltà Treviglio cresce e si pone quale eccezione nel panorama desolante del tempo dove gran parte dei paesi della Calciana e della Geradadda, da Pumenengo a Rivolta erano stati messi a ferro e fuoco, Treviglio, terra libera, rimase incredibilmente indenne.

Nel bel mezzo della Signoria Sforzesca, al tempo di Galeazzo Maria (1468-1476), Treviglio viene attraversata da un fastoso corteo che scorta il Re di Danimarca, forse il corteo più memorabile che si sia mai visto dalle nostre parti, eccone la descrizione fatta dal cronista danese Holstein, trascritta sui suoi ‘quaderni’ da Ildebrando Santagiuliana: Lo storico e folcloristico corteo è immortalato sulle pareti del Castello di Malpaga dove il Re sostò quale ospite di Bartolomeo Colleoni col quale concertò le modalità del passaggio dalle terre della Serenissima a quelle del Duca di Milano.

Avevamo in precedenza accennato alle visite in Treviglio di altri personaggi illustri, dal Papa san Martino V all’imperatore Sigismondo, a San Bernardino da Siena, ma dietro tutto questo via vai vi era un personaggio: Uberto Decembrio di Vigevano podestà di Treviglio, segretario ducale, poeta, figlio d’arte. Fu lui a comporre, nel 1418, su incarico del Duca Filippo Maria, un poemetto in onore di Martino V papa, (il poemetto è tuttora conservato all’Ambrosiana).

L’anno dopo ricevette l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, anche lui personaggio epocale, e all’imperatore fa inaugurare nientemeno che una nuova porta d’ingresso alla città (Porta Nuova) e chissà cos’altro avrebbe fatto se non fosse prematuramente morto nell’anno 1427 qui in Treviglio nell’esercizio delle sue funzioni podestarili. Non si conoscono i particolari del funerale, è noto invece che viene trasportato in Milano e seppellito nientemeno che in Sant’Ambrogio nelle cui vicinanze possedeva un casa.La famiglia dei Decembrio non è come quella dei Della Pusterla, la loro nobiltà non è di sangue ma di equilibrato servizio ai potenti ed allo stesso tempo al popolo, e anche di lettere. Era di certo notevole la considerazione di cui godeva nella metropoli ambrosiana, tanto da usufruire del privilegio della sepoltura nella prestigiosa Basilica di S. Ambrogio, infatti, oltre ad Uberto il figlio Candido Decembrio, qui seppellisce la figlia adottiva Costanza nell’anno 1458, poi seppellisce la prima moglie Caterina nel 1464, e quando muore nell’anno 1477, il 12 novembre viene a sua volta seppellito nell’atrio di Sant’Ambrogio accanto al Podestà suo padre il cui sarcofago tardo gotico si erge tuttora maestoso a destra della porta principale della basilica ambrosiana.

Nel corso del XV secolo Treviglio si arricchisce di nuove case, sono le residenze delle famiglie importanti del tempo, tra queste i Della Piazza, Federici e Zenale, esse compendiano, come corona, il complesso basilicale di san Martino e all’interno della rinnovata Basilica, quale sigillo di quest’epoca d’oro, viene posto il Polittico di Zenale e Butinone, capolavoro dell’epoca di mezzo ed anticipo del migliore Rinascimento.

Durante la sua presenza in città, San Bernardino da Siena promosse la realizzazione del convento e della Chiesa dell’Annunziata, su di un’area messa a disposizione dal Comune nel 1441, già nell’anno 1443 era pronto il convento e nel 1465 si consacrò la chiesa per lungo tempo affidata ai Padri Francescani Riformati. Il luogo crebbe nella considerazione dell’intero Ordine di San Francesco tanto che ebbe ad ospitare il Capitolo unificato dei Francescani Osservanti e di quelli Riformati.Il convento dell’Annunciata sopravvissuto alle soppressioni austriache di Giuseppe II, soccombette sotto Napoleone nel 1810. Acquistato dall’industriale Graffelder nel 1845 fu trasformato in filanda di lino e cotone, che il Comune valorizzò facendovi passare vicino nel 1915, il nuovo Viale per Brescia, ma non bastò la messa in vetrina, il complesso non sopravvisse agli sconvolgimenti indotti dal primo dopoguerra e cessò l’attività nel 1923. Trasformato, ancora, in sede della prestigiosa Scuola Agraria Cantoni, è stato sul finire del XX secolo totalmente inglobato nell’Istituto Tecnico Commerciale Guglielmo Oberdan.

“Treviglio: storia, arte e cultura” I Probi contadini”

Nel 1901 venne istituita la Società dei Probi Contadini, ad opera dei conti Piazzoni e di Monsignore Ambrogio Portaluppi che riuniva contadini della frazione del Castel Cerreto e delle Battaglie.

Era composta in origine da 113 soci (passati poi a 140) e gestiva ben 541 ettari di suolo agricolo nelle vicinanze, in precedenza proprietà, per eredità dei Piazzoni, dell’Orfanatrofio di Bergamo (affidato, a partire dal 1903, ai Padri Giuseppini perché realizzassero una colonia agricola, del tipo di quelle funzionanti in altre loro istituzioni). La proprietà della terra divenne così collettiva e fu attribuita ai capifamiglia.

Tale associazione si proponeva anche di sviluppare un’agricoltura meccanizzata legata all’industri ed all’introduzione dei concimi chimici. Tra le varie coltivazioni praticate vi era anche quella del tabacco.Da tutta Italia ed anche da vari paesi d’Europa e del mondo si giungeva al Cerreto per visitare e studiare l’opera della Società.

Citiamo ad esempio dalla Francia una delegazione del Ministero per l’Agricoltura guidata dal Conte De Saint Cyr, seguita nel tempo dal Rettore e Docenti dell’Università di Grenoble e poi dai dirigenti dell’Unione sindacale di Lione. Dalla Spagna venne una rappresentanza dell’Università di Salamanca, presieduta dal Prof. Moran. Il Governo argentino inviava un gruppo di studio guidato dall’ing. Thornos.

La Dieta russa mandava una Commissione di parlamentari, capitanati dal Sen. Principe Wladimir Sabler di Pietroburgo. Etc.L’esperimento cerretano suscitò persino l’interesse di Leone Tolstoy che ebbe a trattare il problema delle cooperative agricole nel suo romanzo “Anna Karenina”.Ottemperando alle volontà testamentarie della contessa Emilia l’Orfanotrofio di Bergamo chiamò al Cerreto i Padri della Congregazione di San Giuseppe.

Seguendo i dettami del loro fondatore, il milanese Paolo Motta, che li voleva dediti all’inculturamento gratuito dei giovani, questi vi gestirono un convitto professionale, istruendovi i giovani orfani della Bergamasca con propensioni all’agricoltura.

Più volte fu ospite allora dei R.R. Padri il semplice Prof. don Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII. A cavallo delle due Guerre Mondiali la Frazione conobbe le fulgide figure di don Giuseppe Boffi e Suor Chiara Spreafico: santità ed operosità al servizio dei Cerretani.dal sito : www.serit.net

 “Treviglio: storia, arte e cultura”

Documenti/Curiosità

Treviglio : Beni Culturali

Dizionario Dialetto Treviglio

La Storia di Treviglio  pagina in allestimento

“Treviglio: storia, arte e cultura”

“Treviglio: storia, arte e cultura”

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Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

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Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

Ed. Clessidra 2002
I primi documenti che rilevano l’esistenza di Treviglio risalgono al X sec.

Ma alcuni rilevamenti archeologici permettono di supporre la presenza di agglomerati sparsi già in epoca romana imperiale, il nome “Treviglio” viene infatti tradizionalmente fatto derivare da tre villae. Tale ipotesi trova ulteriore conferma nel tracciato viario, il cui andamento ortogonale è ascrivibile alla matrice della centuriazione che i Romani impressero nel denominato ager bergomensis in età augustea. 

Alla caduta dell’Impero Romano, le tre villae (Portoli, Pisgnano e Cusarola) siraggrupparono intorno ad un oppidum o forse ad un tempio (che la tradizione vuole esserestato dove oggi sorge la Basilica di S. Martino), oppure intorno al centro di scambi commerciali, il foro, (che gli storici collocano dove oggi si trova la Cassa Rurale).

In epoca Alto Medievale gli abitanti delle villae edificarono un sistema fortificato entro cui rifugiarsi in caso di pericolo : sorse così il nucleo più antico di Treviglio, il castrum vetus, le cui tracce sono ancora oggi visibili in piazza Manara, piazza Garibaldi e via Galliari.

Gli abitanti delle tre villae dettero origine ognuno al proprio vicus, cioè quartiere, con leggi e regolamenti: nacquero così le “vicinanze” che,  intorno all’anno Mille,si riunirono e fondarono il Comune, che si pose sotto la protezione del Monastero milanese di S. Simpliciano e  venne riconosciuto  dall’imperatore  Enrico IV nel 1081.

Nel sec. XI  Treviglio  era un borgo forte,  il cui abitato corrispondeva  all’attuale centro storico,  ed era ben  difeso da un triplice fossato  lungo il quale di aprivano quattro “porte”: Zelute (a nord),  Torre (a ovest),  Filagno (a sud)  e de Oriano (a est).

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Nel corso del sec. XIV Treviglio si rafforzò come Comune libero ed indipendente,
ottenendo conferma dei propri privilegi dall’imperatore Enrico VII che, nel 1311 concesse di derivare l’acqua dal Brembo per l’irrigazione dei campi. Nel 1332, con la sottomissione ai Visconti,  Treviglio dovette rinunciare alla propria sovranità politica, ma non a quella amministrativa, e infatti nel 1392  vennero promulgati gli Statuta Castra Trivilii, strumento legislativo ufficiale della Comunità.

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Treviglio beni culturali

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L’origine dell’edificio va ricondotta tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo

e si caratterizza per il gusto fortemente

eclettico.

E.TOTI E.TOTI 1[banner]

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Treviglio Lombardia Beni Culturali.

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Treviglio Lombardia Beni Culturali.

Treviglio Lombardia Beni Culturali.

Treviglio Lombardia Beni Culturali.

 Chiostro del Monastero di S. Agostino (ex) – complesso

 

Facciata sud (2001)

Facciata Principale

 Facciata principale

 

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Museo Civico Ernesto e Teresa della Torre

Museo Civico Ernesto e Teresa della Torre

Prospetto principale (2001)

 

 

 


 

 

 

Chiesa di S. Rocco – complesso

Chiesa di S. Rocco - complesso - Simauer

Indirizzo: Piazza Insurrezione – Treviglio (BG)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale  -Tipologia specifica: chiesa  – Epoca di costruzione: 1819 – 1820
Comprende
Chiesa di S. Rocco, Treviglio (BG)
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa  – Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

 Treviglio Lombardia Beni Culturali.

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Sandro e Romulda Ferrandi

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Dal “Popolo Cattolico”Sandro e Romilda Ferrandi, “Muciapè”di Roberto Fabbrucci

Tra i personaggi trevigliesi che mi sono rimasti nel cuore, devo mettere Sandro Ferrandi e sua moglie Romilda Amorelli, della trattoria “Muciapè”, locale situato in un cortile antico che si raggiungeva imboccando un vicolo tra antiche case di via Galliari. Osteria che nascondeva locali confortevoli che si aprivano sul lato opposto verso il Santuario, dove avevano ricavato un campo di bocce. La trattoria la chiamavano da “Muciapè” (“taglia i piedi”) perché era il suggerimento scherzoso che gli amici facevano al papà di Romilda, Mario, primo titolare, perché alto 1,99 e con piedi adeguati all’altezza.Sandro infatti lavorava alla Same, ma passava il “tempo libero” fino alle ore piccole in bottega, supportando la moglie, ma anche animando la conversazione tra i clienti, habitué, in genere gruppetti di amici legati da interessi diversi.Un gruppo, quello dei musicisti e tenori del tempo libero, erano anche un’attrazione, infatti arrivavano quasi ogni sera armati di chitarre e mandolini, intonando romanze e brani di opere liriche.La mia combriccola, apparentemente lontana da quelle degli abituali frequentatori, in realtà ogni tanto si fondeva con loro grazie alla presenza di Gigi Ferrari che animava il pianoforte verticale situato nella sala accanto a quella della mescita.Davanti a quel pianoforte ci si trovava spesso anche con Giovanni Rossi, Gabriele Bellagente, Andrea Donadelli, Marco Airoldi e saltuariamente con altri, per esempio gli amici del Circolo Artistico Trevigliese.Insomma, Sandro e Romilda in quel luogo avevano creato quel clima perfetto di armonia che produceva bellezza, fosse quella musicale, culturale o politica, dove nulla stonava, tantomeno il salame nostrano, il grana con il taleggio e il vino rosso giusto.Chi ci arrivava una sera poi ci doveva tornare, così un cantante del coro della Scala che dopo qualche frequentazione da “Muciapè” e cantatìne accompagnato dall’orchestrina dell’osteria, si portò quasi tutto il coro scaligero cantando fino a tarda notte, per la felicità di tutti e del cassetto di Sandro e Romilda.Fu nell’inverno del 1974, ancora elettrizzati dalla vittoria del referendum per il divorzio del 12 Maggio di quell’anno, che il nostro gruppetto, che si era allargato ad altri amici laici come Nino Crespi, Marco Vertova e Franco Sullo, pensò che si potesse inventare un periodico mensile d’area che editammo a fine marzo del 1975, “la tribuna”.Insomma un luogo, “Muciapè”, che è rimasto nel cuore, non solo perché ha allietato le nostre serate di giovani, ma perché Sandro e Romilda non sono stati solo dei padroni di casa eccellenti, ma molto di più, degli artisti gioiosi che hanno creato il propellente per idee e momenti fantastici.

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Miracolo a Treviglio “Miracol si grida”

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Miracolo a Treviglio “Miracol si grida”

Tra gli anni ’60 e ’70 il maestro Riccardo Giberti, cartolaio in via Roma, era tra i personaggi più impegnati della Treviglio culturale. Oltre alla passione per la storia locale e dei suoi monumenti, per il teatro e il cinema, era anche un cultore del passo ridotto, cioè realizzava filmati a 8 mm e poi Sup8, le pellicole allora in uso per i fortunati possessori di cineprese.

Divenne così il catalizzatore di altri appassionati organizzatisi nel Cine Club Fedic città di Treviglio, gruppo che produsse concorsi, rassegne e moltissimi film, tra cui l’impegnativo “Miracol si grida” -ripreso in 16 mm- dedicato alla Madonna delle Lacrime di Treviglio e alla vicenda del Generale Lautrec, l’invasore francese che grazie al miracolo decise di non punire i trevigliesi che avevano oltraggiato il suo esercito.

I nomi di quanti collaborarono a questa impresa sono molti e alcuni importanti, come quello di Gino Gaigher, titolare della Pasticceria del Corso in via Matteotti,

ma soprattutto con trascorsi di attore teatrale di caratura nazionale che recitò, tra l’altro, con Emma Grammatica, Walter Chiari e Macario.

Poi Carlo Bonfanti, impiegato amministrativo della Amber (Succursale della Montecatini), attore, regista e animatore della Compagnia Stabile di prosa Città di Treviglio, e che oggi porta il suo nome; poi un altro attore della compagnia, il bancario Luigi Romualdini

Naturalmente parteciparono alla produzione gli animatori del Club Fedic Treviglio: Adriano Sacchi, Luciano Buttinoni, Arrigo Belloli, Mario Leoni.

 

Elena Ronchi

Poi familiari, amici e amiche coinvolte come attrici e attori, segretarie di produzione e aiuto: Rosanna, Paola e Giusy Donarini, Wilma Marone, Rosaria Colombo, Claudio ed Elena Ronchi, Pietro Cattaneo, Bruno e Gianprimo Riva, Cesare Rivoltella, Ludovico Leoni, Italico Rondoni. Le immagini sono “consumate” dai vari passaggi: dalla pellicola al telo poi ripreso con una videocamera VHS, quindi il trasferimento sul DVD, poi al Pc, infine alla rete. Insomma, è una testimonianza consumata dagli anni e dal passaggio delle tecnologie che li ha segnati.

(Roberto Fabbrucci)

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