Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!
Gemma Falsina: Santa Rita e Sant’Antonio, molto venerati dai trevigliesi
Mandelli Mariella : Santa Rita me l’hanno portata tempo fa e l’ho ” rimessa a nuovo ” io
Mina Battaglia :Questa Cappella della parrocchia è molto bella!!! Molto brava la sig. Mariella che ha rimesso a nuovo S.Rita! Tanti Trevigliesi sono molto devoti.
Mandelli Mariella : Ciao Carla! E’ stato bellissimo averla con me per tutto il tempo…non immagini quanto!
Il 74enne al lavoro in biblioteca: «Sto digitalizzando tutti i documenti dal 1200. Ho immagazzinato su computer oltre 700 mila file»( bergamo.corriere.it )
La mattina spesso arriva in biblioteca quando ancora non c’è nessuno, infila i guanti bianchi e inizia a scattare fotografie fino all’orario di chiusura. Tino Belloli, 74 anni, da più di 4 anni è l’angelo della memoria di Treviglio. Armato di macchina fotografica, sta digitalizzando gli archivi comunali al ritmo di 500-600 scatti al giorno. «Ormai ho superato 700 mila fotografie — racconta — ho iniziato con l’archivio storico con le prime testimonianze della città e adesso sono arrivato al 1938».
Un lavoro che Belloli fa in maniera volontaria coordinandosi con i dipendenti del settore cultura e con i professori Fabio Celsi e Francesco Tadini, altri due volontari che si sono presi il compito di riordinare l’archivio storico. «Loro mi passano i faldoni — spiega Belloli — e io fotografo pagina per pagina.
Poi li riordino sul computer in base al mese e anno. Ogni tanto i due professori arrivano con qualche documento che non era al suo posto e io lo inserisco nell’archivio digitale».
Belloli così ha potuto compiere un excursus attraverso i secoli che gli hanno permesso di visionare gli statuti della città del 1200, la conferma di un privilegio del re Ferdinando III di Spagna al nobile trevigliese Mulazzani del XVII secolo, fino all’atto di commissariamento del municipio a firma di Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini.
«Ho fotografato — racconta il pensionato — anche l’atto di matrimonio del Duce quando si sposò a Treviglio perché ricoverato al Collegio degli angeli trasformato in un ospedale militare durante la Prima guerra mondiale. Quello però era solo una copia, il Comune non dispone dell’originale. E la curiosità è che sullo stesso foglio da un lato c’è l’atto di matrimonio di Benito Mussolini e donna Rachele, dall’altro quello di un normale cittadino»
Una missione, quella di salvare il passato di Treviglio, che Belloli ha iniziato in solitaria. «Ho documentato tutte le vie della città, casa per casa, per serbarne il ricordo — dice —. Sono sempre stato appassionato di foto, ricordo che con una delle prime paghe, quando iniziai a lavorare a 14 anni, comprai una Eura Ferrania.
Quando sono andato in pensione più di vent’anni fa mi ci sono dedicato a tempo pieno. Nel 2010 ho documentato tutto il restauro del campanile e di recente quello del santuario della Madonna delle Lacrime».
Proprio i cantieri pubblici sono stati il tramite insolito che hanno portato Belloli a occuparsi dell’archivio. Il Comune, infatti, gli aveva commissionato dei reportage fotografici dei propri interventi, a partire dalla riqualificazione dell’ex Upim. «Un giorno l’architetto Valentino Rondelli ai Lavori pubblici — racconta Belloli — mi ha detto che c’era qualche documento da fotografare in biblioteca e se la cosa mi poteva interessare.
Sono andato a vedere e non sono più uscito. Con il tempo mi hanno dato una stanza che ho attrezzato con il contributo del Comune e delle donazioni di alcuni privati».
Un lavoro certosino che Belloli esegue appunto in guanti bianchi per tutelare i documenti. «Occorre pensare anche a tutelare il lavoro fatto — precisa — e per questo utilizzo un tipo particolare di blu-ray garantito per durare mille anni, ma siccome la prudenza non è troppa tengo una copia dell’archivio anche su degli hard disc. Salvare la memoria del passato è fondamentale: è lasciare alle prossime generazioni la possibilità di conoscere la loro città». Per questo il pensionato, d’accordo con gli uffici comunali, ha già selezionato una minima parte del materiale fotografato e lo ha messo su un computer a disposizione degli utenti in biblioteca. L’obiettivo sarebbe trovare il modo per rendere fruibile l’intero archivio. «Intanto però il lavoro di digitalizzazione — conclude Belloli — deve andare avanti pur tra le difficoltà di budget.La mia speranza è che chi ama Treviglio ci aiuti».
Il Polittico di San Martino è un dipinto su tavola (594 x 363cm) di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, realizzato tra il 1485 e il 1505 e conservato nell’interno della basilica di San Martino a Treviglio ( foto di Ernesto Tino Belloli )
Polittico – san Giovanni Battista, santo Stefano e san Giovanni evangelista
CATTANEO GIOVANNI BATTISTA (Treviglio, 27/09/1883 – 09/08/1914)
Studiò nel collegio salesiano di Treviglio. Frequentò l’istituto musicale di Bergamo e il conservatorio di Milano, dove si diplomò in organo e in pianoforte superiore.
Nel 1906 a Firenze fu premiato per aver messo in musica “Il Transito” di Giovanni Pascoli. Nello stesso anno vestì l’abito talare e fu nominato dal cardinal Andrea Ferrari, cappellano dell’Ospedale di Treviglio.
Fu organista titolare della basilica trevigliese di San Martino.
Si ha notizia dell’esistenza di molte sue composizioni manoscritte, mai pubblicate e andate probabilmente disperse. Cultore attento e profondo della musica di chiesa, nel 1909 vinse a Firenze un concorso nazionale per un saggio sui canti ambrosiani e sullo stile gregoriano.
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23/giu/2014 – Treviglio Amarcord wispy image. monzio c. virginio. Skip to content …treviglio amarcord. treviglio amarcord. post | Leave a comment 23 giugno …
Il primo step riguarderà il pavimento: le marmette di inizio ‘900 saranno rimosse per sistemare un impianto di riscaldamento radiante al suolo e poi saranno riposizionate. «Quelle rotte saranno sostituite con altre identiche che ci preparerà una ditta specializzata — chiarisce monsignor Donghi —, mentre non sarà toccato il tratto più pregiato all’incrocio delle navate».
Il nuovo riscaldamento darà un maggior confort unito a un maggior risparmio energetico, ma soprattutto eliminerà il problema delle polveri derivanti dall’attuale impianto ad aria calda che finivano per danneggiare affreschi e stucchi.
Proprio il distacco di pezzi di stucco dalla volta, a luglio, fu il segnale che un intervento non si poteva più rinviare. Nello stesso lotto è prevista la riqualificazione delle sacrestie. Lavori che complessivamente richiederanno 740 mila euro e saranno coperti per 500 mila euro da risorse già nelle casse parrocchiali.
Foto di Tino Belloli
Il secondo lotto prevede il recupero della cripta.
Questo spazio costruito sotto l’altare maggiore è adornato dalle vetrate e da un mosaico di Trento Longaretti e fu utilizzato a lungo per i matrimoni fino a quando, negli anni ‘80, lo stato di degrado spinse il parroco dell’epoca a chiuderlo.
Il restauro mira a restituirlo ai fedeli. Conclusa la cripta, i lavori si sposteranno sulle pareti, sulla volta e sulla cupola per mettere mano agli affreschi.
Qui il restauro maggiore riguarderà la rimozione delle fioriture causate dall’acqua piovana che si infiltrava quando il tetto era rotto. «Per eseguire i lavori in sicurezza — precisa il parroco — sarà necessario limitare l’utilizzo del santuario.
Secondo il programma dopo marzo sarà riaperto solo per il tempo della novena del 2019».
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