Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Storia di Treviglio : Le Mura

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La parola ” Mura” , che talvolta usiamo ad indicare la cinta difensiva di Treviglio , va intesa in senso generico , poichè , sino al 1450 , il paese fu protetto non già da un vero e proprio muro di mattoni o di pietra , ma da un’opera mista costituita principalmente da terrapieni intercalati da costruzione murarie ( porte , torri e revellini ). Cosi Giovanni Francesco Rozzone scrisse che dapprima cinsero con un triplice fossato e con un vallo ( palizzate di legno difensive )

Negli Statuti del 1392 il termine ” muro” è riferito solo all’antica cinta del Castello Vecchio , nel centro di Treviglio , mentre per il bastione periferico del paese sono costanti le parole ” terragium” e ” terragium” , cioè terrapieno , di cui è rimasta tuttora memoria nell’ intitolazione medievale del Vicolo Terraccio.

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Wikipedia : La Storia di Treviglio

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Storia di Treviglio

La storia della città di Treviglio, in provincia di Bergamo, nell’area della Gera d’Adda, comprende una serie di eventi che hanno interessato il territorio cittadino sin dal I millennio a.C. Tre sono i centri urbani che unendosi hanno fatto nascere il borgo di Trivilium: Portoli, Pisgnano e Cusarola[1]. Il nuovo borgo, fortificato per evidenti scopi difensivi in un’epoca di forte instabilità come quella medioevale, ha perso inepoca moderna prima il suo fossato e poi le mura per collegare il suo centro storico al territorio circostante e divenire così un centro di riferimento per l’area circostante con i propri servizi e le attività di ogni settore qui insediatesi, supportate anche da uno sviluppo delle infrastrutture costante che continua ancora oggi con la realizzazione della BreBeMi e dell’alta velocità sulla linea ferroviaria Milano-Verona.

Prima della conquista romana

Poco si sa di ciò che avvenne nel territorio di Treviglio prima della sua fondazione, data la scarsità di reperti rinvenuti. Certo è che nella prima metà del I millennio a.C. la zona era abitata da piccole tribù dedite alla pastorizia e ad una primitiva agricoltura Queste misteriose popolazioni sono note come Liguri .Nel VI secolo a.C. gli Etruschi occuparono senza spargimenti di sangue la regione che diventando una loro colonia non fu invasa da tali popolazioni in massa, dato che il loro scopo era di sfruttare le risorse agricole a minerarie .Nel V secolo a.C. essi persero però il territorio lombardo in favore dei Celti che si spinsero ad ondate fino all’adriatico[3]. I Celti, che più tardi saranno chiamati Galli erano esperti in agricoltura e divennero un popolo sviluppato, prima della conquista romana[3]. Essi realizzarono opere dibonifica ed irrigazione e coniarono delle monete di bronzo e argento che sono state ritrovate a Treviglio e nel vicino comune di Verdello[4]. In particolare abbiamo le dracme padane in argento coniate su imitazione delle coniazioni della Massalia già dal IV secolo a.C. e rinvenute persino in Cornovaglia

 Da Wikipedia : Il MedioevoII Borgo di Treviglio é sorto nell’alto Medio Evo in seguito all’unione, per scopo di difesa, di tre preesistenti insediamenti: Cusarola, Pisgnano e Portoli, uno di origine gallica, uno romana e l’ultimo piú recente, longobardo. tre insediamenti o “tre-ville” diedero vita e nome ad un Borgo di ragguardevole dimensione che venne cinto di mura, con tre porte orientate ciascuna verso le località originarie ed in mezzo la Chiesa e il Municipio.

Intorno all’anno Mille Treviglio fu accresciuta dall’arrivo degli abitanti di Oriano, un Comune presso Brescia, distrutto durante gli scontri tra Arduino d’Ivrea ed Enrico II che si contendevano la corona d’Italia. I nuovi arrivati si stanziarono a sudest del Borgo che si amplió, le mura furono estese e si aggiunse una quarta porta detta appunto di Oriano.
Gli Statuti di Treviglio, quelli che ancora oggi si conservano presso il Museo civico, datati 1392, disciplinavano tra l’altro le modalità di autogoverno che prevedevano l’elezione diretta di 60 Consoli, venti per ognuna delle tre etnie originarie, la cui durata in carica era di soli sei mesi, con ció alla gran parte dei cittadini toccava prima o poi reggere le sorti del Borgo.

II Comune, dopo un periodo di dipendenza dal Monastero di San Simpliciano in Milano come si usava prima della secolarizzazione, ottenne dall’Impero e poi dai Visconti uno status di autonomia, ovvero di dipendenza diretta dalla Camera imperiale prima e dal Senato di Milano poi, e dal 1395 al 1789 fu “Terra separata del Ducato di Milano”, fatte salve brevi parentesi di occupazione veneta dal 1431 al 1433, dal 1448 al 1453 e dal 1499 al 1509.

L’occupazione veneta terminò in modo funesto il giorno 8 maggio del 1509 con il saccheggio e l’incendio della Città che allora contava oltre tredicimila abitanti, il fatto scosse Luigi XII che dall’altra parte dell’Adda presso Cassano vide Treviglio in fiamme, così che, attraversato il fiume provocò i Veneziani a battaglia e presso Agnadello li sconfisse in modo sanguinosissimo; da allora la Gera d’Adda fu stabilmente coesa a Milano e la Serenissima iniziò il suo lento declino qui in Terraferma.
Nel 1522, durante la guerra tra Francesco I di Francia e Carlo V di Spagna che si contendevano il titolo imperiale, Treviglio fu nuovamente minacciata di saccheggio ma miracolosamente salvata dalla lacrimazione della Madonna affrescata nel monastero delle Agostiniane.

Il generale francese Visconte di Lautrec il 28 febbraio di fronte al miracolo depose l’elmo e la spada (che ancora oggi si conservano) ai piedi di Maria ed ordinò il ritiro delle truppe.
Durante il periodo spagnolo Treviglio venne costituita in Feudo e posta all’asta, i Trevigliesi da sempre fieramente liberi si opposero al provvedimento e, dopo aver perso la causa contro il Senato di Milano si autotassarono e riscattarono il Feudo rimanendo così liberi.
L’età moderna
Treviglio, da sempre capitale economica della Gera d’Adda, non fu mai centro politico perché i suoi Statuti scoraggiarono la residenza dei nobili, a presidio della libertà erano impegnati direttamente i cittadini che nello stemma comunale sono rappresentati dai leoni, mentre l’aquila è il ricordo del passato ghibellino ed il maiale il simbolo della prosperità conseguita con i commerci, favoriti dalla sua centralità nella Lombardia, ma anche con la diplomazia.
Grazie all’arte diplomatica i Trevigliesi ottennero sin dal secolo tredicesimo il beneficio di convogliare le acque del fiume Brembo in una rete capillare di rogge a beneficio della propria agricoltura che è stata grazie a ciò sempre assai fiorente. La nobiltà dei trevigliesi non è dunque di sangue ma si esprime nella forte capacità creativa; nel campo dell’arte la Città vanta pittori prestigiosissimi come lo Zenale ed il Butinone, maestri del nostro Rinascimento – autori del famoso Polittico di San Martino conservato nella Basilica omonima -, i fratelli Doneda detti i Montalto, i fratelli Galliari tra i maggiori scenografi del Settecento e Gianbattista Dell’Era purtroppo deceduto in età giovanile comunque apprezzatissimo alla Corte russa di Caterina II.
Nel campo della medicina sono famosi i medici di Treviglio con Giovanni Maria Bicetti che per primo applicò in Lombardia il vaccino contro il vaiolo, con il Bonalumi, con Andrea Verga, padre della moderna psichiatria, con Giacomo Sangalli e da ultimo con il prof. Pier Luigi Della Torre luminare della medicina e pioniere negli interventi cranio-chirurgici.
Nel campo dell’economia i Trevigliesi hanno per primi costruito le moderne macchine agricole e cent’anni dopo realizzato il primo trattore con quattro ruote motrici, ancora oggi prodotto dalla Same di Treviglio che è la prima produttrice europea di trattori; a Treviglio è stata costruita la prima fabbrica di concimi artificiali, ed a fine secolo diciannovesimo la Città vantava una borsa del cotone ed una propria compagnia dei telefoni.

L’economia locale, variegatissima, grazie alla presenza di ogni tipo di attività artigiana, tra cui quella tipica del mobile d’arte intarsiato, ha indotto il Governo del Lombardo Veneto, a preferire Treviglio rispetto a Bergamo ed a Crema, quale tracciato della Ferrovia Milano-Venezia (l’Imperial Regia Strada Ferrata Ferdinandea) seconda in Lombardia dopo la Milano-Monza.

Treviglio ha partecipato attivamente alla costituzione della Repubblica Cisalpina, per questo fu all’indomani della Restaurazione (1815) declassata dal titolo di Città che riacquistò per Decreto di Vittorio Emanuele II solo nel 1860 all’indomani dell’unificazione italiana.

Numerose sono le personalità trevigliesi chiamate a far parte del Senato del nuovo Regno, in particolare Andrea Verga e Giacomo Sangalli, gli insigni medici di cui abbiamo già parlato e poi Adolfo Engel, Facheris Luigi e Beniamino Donzelli.
Sul piano politico Treviglio, ad onta del suo passato ghibellino, ha eletto nel 1904 il primo deputato cattolico al Parlamento Italiano: Agostino Cameroni che volse così a favore della parte clericale la contrapposizione storica con i Liberali sino ad allora dominanti. Ai giorni nostri Treviglio è la seconda Città della Provincia di Bergamo, ma ben ancorata a Milano alla cui Arcidiocesi appartiene se pur con il privilegio dell’uso del rito romano, conta 25.269 abitanti (al 31 dicembre 1998), una variegata economia, un saldo attivo del pendolarismo per causa di lavoro ed è sede di scuole di ogni ordine e grado con quasi ottomila studenti.

Treviglio vanta due stazioni ferroviarie, quella Centrale sulla linea Milano-Venezia e quella Ovest sulla linea Milano-Bergamo, e tra i numerosi servizi pubblici ospita la sede distaccata del Tribunale di Bergamo, quella della Questura, il Comando della Compagnia dei Carabinieri, una Brigata della Finanza, il Commissariato di Pubblica Sicurezza con distaccamenti di polizia stradale e di polizia ferroviaria. La Città vanta infine la presenza di un rinomato presidio ospedaliero.
Date importanti della storia di Treviglio e del suo Santuario
1522, 27 febbraio – Odet de Foix-Lautrec, luogotenente del re di Francia, decide il saccheggio e la conquista di Treviglio.
1522, 28 febbraio – Alle otto antimeridiane, mentre l’esercito francese espugna il borgo di Treviglio, l’immagine della Virgo Dei Geniuix. dipinta fra i Santi Agostino e Nicola da Tolentino sul muro del campaniletto nella chiesina del convento delle agostiniane, lacrima e trasuda. Il generale Lautrec depone l’elmo e la spada. Lo imitano ufficiali e soldati.

1522, 1 giugno – II Consiglio Comunale decreta a pieni voti che l’ultimo giorno di febbraio di ogni anno venga distinto come “festa solenne”.

1583 – S. Carlo Borromeo visita Treviglio e dispone che si avvii la pratica per il riconoscimento del miracolo.

1591 – Nel Consiglio vengono eletti 4 sovrintendenti per la costruzione del Santuario. 1594 – Si pone la prima pietra. Progettista è l’architetto Bartolomeo Rinaldi.

1619, 27 maggio – L’architetto di fiducia di S. Carlo, Fabio Mangone, di origine caravaggina, taglia il muro su cui è dipinta l’effigie della Madonna miracolosa nella chiesina del convento delle agostiniane.

1619, 28 maggio – La nuova chiesa viene approvata dall’Arcidiacono della metropoli milanese Alessandro Mazenta.

1619, 15 giugno – Traslazione dell’immagine, Approvazione della nuova opera con celebrazioni solenni del card. Federico Borromeo.

1658, 21 febbraio – crolla il campaniletto della chiesetta del miracolo.

1668 – Si delibera di costruire, nel Santuario, un nuovo altare di vari marmi preziosi.

1705 (circa) Si erige una nuova facciata al Santuario.

1719-22 – Gianluca e Carlo (morto a Treviglio 7/3/1747) Molinari affrescano il Santuario.

1799, 8 aprile – In seguito agli eventi della rivoluzione francese, le monache agostiniane vengono espulse dal monastero.

1835-38 – Costruzione di un nuovo campanile per il Santuario.

1899, 28 febbraio – II cardinale A. Ferrari, arcivescovo di Milano, depone la prima pietra per l’ampliamento del Santuario. Il progetto è dell’architetto Cesare Nava

1899, 8 settembre – Il bollettino annuncia l’inizio dei lavori. Viene costituita “l’impresa per l’ampliamento del Santuario” che raggruppa 4 imprese locali: Bencetti, Furia, Possenti e Rossi.

1899, 13 novembre – Iniziano i lavori per l’ampliamento. Come prima operazione viene demolita l’antica cappella dell’Ecce Homo, annessa al convento e posta dietro il coro del primitivo Santuario.

1902, 25 aprile – L’immagine miracolosa viene trasferita nell’altare ricostruito sul nuovo presbiterio.

1907 – Si riordina la Cappella del miracolo. Il pittore Romeo Rivetta (Menano 24.8.1868-Milano 15.4.1924) affresca le pareti illustrando il fatto storico.

1912, 9-10-11-12 agosto – Con rito solenne, il card. A. Ferrari consacra il Santuario ampliato.

1913 – Il pittore Gaetano Cressen di Brescia, inizia ad affrescare la parte nuova

1933 – Morto G. Cresseri, Giovanni Bevilacqua (Isola della Scola (Vr) 6/1/1871- Genova 14/2/1968) continua l’opera che compie nel 1941.

1970 – Iniziano i lavori di restauro dell’ex chiostro delle agostiniane e della Cappella del Miracola.

1981 – Nel Santuario, l’ambiente già destinato a sala degli ex voto viene trasformato in Cappella dell’adorazione. Il progetto e l’esecuzione della vetrata sono di Paolo Furia.

1981, 11 dicembre – Con atto notarile si costituisce l’Associazione Trevigliese Amici dei Santuario (ATAS).

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Correva l’anno 1522 : La Storia di Treviglio

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https://www.youtube.com/watch?v=WV3zsQ7WdMI

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27 febbraio ..La Storia di Treviglio

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La Storia di Treviglio ( PDF ) 2° Parte

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La Storia di Treviglio DI TULLIO E ILDEBRANDO Santagiuliana

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Lavoro condotto sul testo integrale della “Storia di Treviglio” Tullio e Ildebrando Santagiuliana (Ed. Bolis 1965). Immagini in bianco e nero.

Autore:  Piero Perego, Ildebrando Santagiuliana

Editore:  Edizioni Pro Loco – Treviglio

Luogo di stampa:  Bergamo

Anno pubblicazione:  1987

Condizione prodotto:

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La Storia di Treviglio ( PDF ) 1° Parte

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La Storia di Treviglio DI TULLIO E ILDEBRANDO Santagiuliana

1- titolo

2- prefazione

3- cap1

4- cap2

5- cap3

6- cap4

7- cap5

8- cap5 note

9- cap6

10- cap6 tav

11- cap6 note

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La storia di Treviglio capitolo primo

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La storia di Treviglio capitolo primo

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Storia di Treviglio pagina 21

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Storia di Treviglio pagina 26

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La Storia di Treviglio

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La Storia di Treviglio  :  TULLIO e  ILDEBRANDO  Santagiuliana

La Storia di Treviglio DI TULLIO E ILDEBRANDO Santagiuliana

La Storia di Treviglio DI TULLIO E ILDEBRANDO Santagiuliana

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Treviglio : Storia, fede, tradizione..

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Treviglio, che storia i negozi!

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Treviglio, che storia i negozi!

Di Carlo  Lino Ronchi

Treviglio, che storia i negozi!: Un archivio frutto di un lavoro di anni, con oltre 2.400 visure camerali, centinaia di schede di negozi, migliaia di foto storiche, cartoline e vecchie pubblicità. Carlo Ronchi – per tutti Lino – ha ricostruito, insegna dopo insegna, la storia del commercio di Treviglio, per non dimenticare famiglie, prodotti e lavori ormai quasi scomparsi, che hanno accompagnato la società dall’Ottocento ad oggi. Negli ultimi due anni Ronchi ha completato, via dopo via, la ricostruzione dell’antica mappa dei negozi, molti dei quali resistono ancora oggi. Un immane lavoro per sottrarre all’oblio materiale degli archivi privati e delle scatole dei ricordi. I documenti, scansionati ed archiviati, si intrecciano con i racconti raccolti da un negozio all’altro, a suon di instancabili pedalate con la sua inseparabile bicicletta.

Colorificio Zacchetti
Il primo negozio di vernici è ancora in attività

Il primo negozio di vernici di Treviglio venne inaugurato nel 1938 da Costante Zacchetti, nato a Milano nel 1897, che abbandonò l’impiego di autista dell’Ambasciata di Spagna in Italia giusto alla vigilia della dittatura di Francisco Franco, nel 1936.

Lasciato il servizio di chauffeur, abbandonata il volante della Lancia Dilambda, su suggerimento di uno zio di Corsico che commercializzava vernici, aprì nel 1938 in via Roma – destinata a diventare la via dello shopping per antonomasia della cittadina – un negozio specializzato nella vendita di colori, smalti e vernici. Una bottega dove era possibile trovare tutto il necessario, nella “patria” dell’edilizia e degli artigiani, per metter su casa e rinnovarla, anche solo con un tocco di colore.

Nel 1955 Costante cede l’attività al figlio Pierluigi, che ha imparato il mestiere, dividendosi tra scuola e bottega, sin da ragazzino.

Pierluigi Zacchetti, classe 1935, porta ancora avanti l’attività, iniziata dando una mano al padre a soli 13 anni, negli anni della ricostruzione del dopoguerra, alla vigilia del boom economico. Oggi il negozio – trasferitosi qualche civico più in là, nel cortile interno di un palazzo in via Roma con un piccolo parcheggio per agevolare le operazioni di carico e scarico – affianca alla vendita di vernici articoli da regalo e di cartoleria, oltre a tutto l’occorrente per dare sfogo nel tempo libero, con l’hobby preferito, alla propria fantasia. Pierluigi Zacchetti racconta dalla sua vetrina una via che ha perso la sua anima e vivacità: «Via Roma negli ultimi anni ha subito una grande trasformazione. Non ci sono più negozi di alimentari, sostituiti dalle grandi catene, e da via di passaggio per le compere di tutti i giorni è diventata una via del lusso, in cui sopravvivono ancora poche insegne storiche».

Carsana
Di moda da centodieci anni

Nel 1902 Domenico Carsana – originario di Dongo, in provincia di Como, trasferitosi con la famiglia a Treviglio alla fine dell’Ottocento – inaugura in società con i fratelli il primo negozio di confezioni e tessuti in via Roma. Di lì a qualche anno, raddoppia l’iniziativa imprenditoriale inaugurando un nuovo punto vendita in via Galliari, destinato a diventare la sede storica dell’attività di famiglia, al civico 5. Il fratello Roberto, avvocato e commendatore, arrivò a ricoprire la carica di podestà di Treviglio, dopo una lunga gavetta politica, come consigliere comunale prima, come sindaco dal 1924 al 1927 per arrivare alla carica di podestà nel 1927, nel quinto anno dell’Era fascista, con tanto di medaglia d’oro per la magistratura municipale.

Dal 25 giugno del 1948, con la scomparsa del fondatore Domenico, a portare avanti l’attività è la moglie Santina Radaelli. Nel 1960 la gestione del negozio passa al figlio Giancarlo, dopo una gavetta da Galtrucco in piazza Duomo a Milano, atelier di tessuti e alta moda, ambasciatore del made in Italy. Giancarlo Carsana arriva a far parte del Segretariato internazionale della lana, come consigliere del marchio Pura lana vergine, storica etichetta indice di qualità dei filati, affiancando veri e propri pezzi da novanta del settore, da Rivetti a Marzotto a Inghirami.

Il negozio, completamente ristrutturato dai figli di Giancarlo, Roberto e Marco, ha attraversato mode e vere e proprie rivoluzioni nella confezione di tessuti. Nei primi anni del Novecento l’attività si distingue per l’importazione di tessuti, Scotland, Donegal, Tartan, Shetland e cotoni pregiati. Fino al secondo dopoguerra si vendono tessuti a metro e biancheria per la casa, con tanto di sarto nel cortile pronto a prendere le misure e ad imbastire abiti e giacche. Con la prima produzione in serie di vestiti, Carsana accompagna la rivoluzione del gruppo Facis del lanificio Rivetti, dell’abbigliamento formale maschile in Italia, che nel 1954, sull’onda del boom economico italiano, ispirandosi al modello americano e prestando attenzione al cambiamento dei bisogni e dei consumi, puntò sull’abbigliamento confezionato sulla base di misure teoriche, quelle che oggi chiamiamo taglie. Dagli anni Ottanta i fratelli Roberto e Marco portano avanti l’attività, dall’era dei paninari allo sdoganamento del casual, alle grandi griffe.

Gelmi
Dal carbone ai giocattoli, una storia che si rinnova del 1879

Dal 1879 la “ditta Silvio Gelmi” accompagna la storia di Treviglio. Ad inaugurare l’attività in via Verga, al civico 12, è Silvio Gelmi – nonno dell’attuale gestore, che porta il nome del fondatore -, che vendeva di tutto, dalla ferramenta all’antracite, dalle corone mortuarie alle polveri e ai pallini per la caccia, dai casalinghi alle canne da pesca. Le pubblicità dell’epoca promuovono la stufa americana e la milanese, oltre alla vendita di carbone artificiale, per non parlare de «il rinomato carbone antracite senza fumo della Gwan-Cae-Gurwen Collery Company, la più pura antracite al mondo per il miglior combustibile ad uso domestico, che consente di risparmiare il 25% in confronto al Coke».

Per “l’americana” il negozio rivendica l’esclusiva «come unico deposito in Treviglio» e non manca di pubblicizzare, a sorpresa, nella stessa campagna, la vendita di corone mortuarie. Il negozio si trasferisce nella sede attuale, in via Verga 1, a due passi dal primo negozio, sul lato opposto della via, nel 1905.

Nel 1927, con la scomparsa del fondatore, a portare avanti l’attività è la vedova Ernestina Ginevra Berna. Nel 1950, dal 3 gennaio a prosegue Angela Longaretti, vedova di Flaviano Gelmi, che conduce il negozio per vari lustri. Nel 1974 la gestione passa ai fratelli Alessandra, Silvia e Silvio, a partire dal 12 agosto. Nel 1985 a mandare avanti l’attività è Silvio Gelmi, che ancora oggi, a 72 anni, gestisce il negozio, che oggi vende quasi esclusivamente giocattoli.

«Da cinque anni ho scelto di abbandonare i casalinghi e di concentrarmi sui giocattoli, che da tempo, vista la mia passione, rappresentavano ormai la specializzazione del negozio. Da anni ho scelto di lasciar perdere ferramenta ed altri articoli. La crisi sta mettendo a dura prova il commercio e i negozi sfitti nella via si moltiplicano. Ricordo gli anni in cui l’Upim portava 1.500 persone al giorno e la vivacità e animazione nella via non mancavano.

Ora sembra che per l’edificio, per anni in stato di abbandono, si sia finalmente trovata una soluzione. La speranza è che non si riveli l’ennesimo contenitore vuoto. In centro diverse operazioni immobiliari hanno portato ad un rilancio di palazzi storici e di pregio, ma i negozi sono rimasti per la maggior parte vuoti».

Pozzi
Una famiglia tra commercio e sport

Nel 1936 Emilio Pozzi, classe 1896, rileva il 5 settembre, in seguito alla scomparsa dei proprietari del negozio e alla rinuncia da parte degli eredi a mandare avanti l’attività, una parte del grande emporio in cui lavorava come commesso.

Nello stesso anno la moglie Giuseppina Prandina, classe 1899, abbandona l’attività di sarta per aiutare il marito ed assume due delle dieci ragazze che lavoravano con lei in atelier. La più giovane delle commesse, Wanda Bugini, sposa Annibale – detto Lino – Pozzi, che il 14 novembre 1960, rileva con la moglie l’attività.

Negli anni il negozio si trasforma e da ingrosso di tessuti ed articoli di merceria a servizio di sartorie e laboratori, si specializza nella vendita di abbigliamento intimo e di altri capi di vestiario e accessori. A mandare avanti l’attività sono ancora oggi i figli di Wanda e Lino, Emilio, Aldo e Guido, che nonostante gli studi, decidono di continuare la tradizione del negozio storico di via Roma.

Emilio Pozzi – che, sulle orme di papà, storico presidente della società calcistica Zanconi dell’oratorio Sant’Agostino, si è sempre diviso tra commercio e sport, come socio fondatore della squadra Blu Basket, insieme ad Alberto Mattioli – ha visto cambiare a partire dagli anni Settanta il centro di Treviglio: «Il centro storico si sta svuotando anno dopo anno.

Sono scomparsi i negozi di alimentari, soppiantati dalle grandi catene, e bar e ristoranti non riescono a calamitare l’attenzione e a creare movimento e passaggio in centro».

Il Distretto del commercio ha in parte invertito la rotta: «Grazie ai mercoledì sera di giugno e luglio e ad altre manifestazione di valore, si sono riuscite ad animare le vie. Non tutti fanno acquisti subito, ma sono tanti i clienti che adocchiano dei capi e rinviano la spesa nei giorni successivi. La speranza è che si parta il prima possibile con la fidelity card del distretto per incentivare ulteriormente gli acquisti».

Alimentari in via di estinzione

Sono due i negozi di alimentari storici che resistono in centro a Treviglio. L’attività della macelleria, gastronomia e rosticceria Rozzoni in via Matteotti sfida la crisi prendendo per la gola concittadini e visitatori. Abbandona invece la via XXV Aprile, a due passi dalla macelleria, il negozio di ortofrutta Ortofresco, specializzato nella quarta e quinta gamma, che si trasferirà in periferia, in via Cristoforo Colombo.

Macelleria Rozzoni
«Qualità e servizio continuano a premiare»

Da garzone a patron di uno degli indirizzi di riferimento per salumi, carne e gastronomia, ultimo baluardo nella vendita di alimentari del centro storico.

Silvio Rozzoni, consigliere Ascom del Gruppo Macellai dal 2009, inizia la sua attività lavorativa a soli 13 anni come garzone di macelleria a Treviglio, a scuola di Carlo Chiodaroli, in piazza del Popolo.

Dopo dieci anni di lavoro come dipendente, appresi i segreti dell’arte della macellazione e della realizzazione di insaccati, coglie al volo l’opportunità di rilevare l’attività e nel 1968 diventare titolare della storica macelleria.

 

Le soddisfazioni e il lavoro non mancano: nel 1987 Silvio Rozzoni amplia l’attività, trasferendosi nell’attuale sede, di proprietà, in via Matteotti, che oggi impiega sei dipendenti. Rozzoni è specializzato nella selezione, macellazione e vendita di carni nel laboratorio di Treviglio (aperto nel 1984 e certificato dai più rigidi standard qualitativi) e nella preparazione di insaccati; è inoltre salumeria, rosticceria e gastronomia. Nel suo negozio si trovano inoltre chicche gastronomiche provenienti da tutta Italia. Nei periodi di festa, come Natale e Pasqua, è un indirizzo apprezzato per la realizzazione di cesti regalo per ogni esigenza. «Le soddisfazioni nell’attività non mancano – dice – e, anche se i consumi sono cambiati, la qualità e il servizio sempre attento alla clientela continuano a premiare».

Ortofresco
«Per far crescere l’attività ci dobbiamo spostare in periferia»

Le sorelle Tina e Rosita Mazzadi dal 1985 portano avanti l’attività Ortofresco, negozio di frutta e verdura specializzato nella selezione e trasformazione di primizie e ortaggi di pronto consumo, dalle melanzane alla parmigiana alle verdure grigliate e cotte a vapore, alle zuppe.

Una passione per la cucina che le sorelle, con un passato in gastronomia e salumeria, affiancate da diversi collaboratori, mettono al servizio della clientela, rendendo più agevole la vita ai fornelli di donne sempre di corsa. «La crisi impone un cambiamento e per migliorare, evolverci e gettare le basi per il futuro della nostra attività, attraverso l’innovazione, questa non era più la sede opportuna», dicono.

Non manca una frecciata ad amministrazione e associazioni: «In questo momento di grande difficoltà si sente come non mai la mancanza di una preparazione e di una conoscenza del commercio e delle problematiche che siamo chiamati ad affrontare.

Diverse sono le scelte infelici, dalle bancarelle piazzate alla bell’e meglio che impediscono il passaggio e per noi significano decine di spese perse, all’assenza di una vera e propria regia, che finora nemmeno il Distretto del commercio, salvo qualche iniziativa, è riuscito a creare

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La Storia della Stazione Ovest di Treviglio

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Storia della Stazione Ovest di Treviglio ( Wikipedia )

Storia della Stazione Ovest di Treviglio

Storia della Stazione Ovest di Treviglio

La stazione di Treviglio Ovest fu aperta il 3 novembre 1908

La Storia della Stazione Ovest di Treviglio

La Storia della Stazione Ovest di Treviglio

La stazione di Treviglio Ovest fu aperta il 3 novembre 1908 assieme al breve tronco ferroviario che la raccorda con il Bivio Bergamo , denominazione indicante la località ferroviaria dove avviene l’interconnessione fra la ferrovia Milano-Venezia e la Treviglio-Bergamo.La stazione sostituì il dismesso impianto della seconda stazione di Treviglio, il cui fabbricato viaggiatori sorge nei pressi, utilizzato come abitazione per i ferrovieri.A seguito del processo di raddoppio della linea Bergamo – Treviglio, completato nel 2007, nel corso del 2009 si è proceduto al rinnovo del nodo di Treviglio. Il 21 giugno è stato chiuso il Bivio Bergamo che è stato sostituito nelle sue funzioni dal Bivio Adda. Il 1º agosto invece è stato introdotto l’Apparato Centrale Computerizzato (ACC) presso la stazione Treviglio Centrale. A conseguenza di ciò, l’impianto di Treviglio Ovest è stato inserito nella giurisdizione di quest’ultima ed è stato tramutato in fermata impresenziata.

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La Storia del Teatro Filodrammatici di Treviglio

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La Storia del Teatro Filodrammatici di Treviglio

Il Teatro Filodrammatici di Treviglio nasce da un progetto del 1898 dell’architetto Carlo Bedolini riguardante l’ampliamento del Santuario, ad opera della Cassa Rurale.

La Storia del Teatro Filodrammatici di Treviglio

La Storia del Teatro Filodrammatici di Treviglio

Il “Palazzo delle associazioni cattoliche col teatro” è stato poi realizzato nel 1905 in perfetto stile Liberty: le sale interne e gli elementi architettonici esterni presentano ornamenti ispirati alla natura. Alla struttura appena nata è stato dato il nome di Casa di Sant’Agostino per ricordare l’epoca storica del convento delle Agostiniane.Durante la Prima guerra mondiale è diventata ospedale militare mentre dal 1940 al 1945 è stata sede dell’industria Face di Milano. La struttura ha preso il nome di Teatro Filodrammatici nel 1948 esordendo con la compagnia drammatica “Circolo San Luigi”. Negli anni seguenti ha accolto la compagnia “Bona Ars”, scioltasi nel 1940, di cui faceva parte Alfredo Ferri, presidente onorario della Cassa Rurale. Nel 1955 è stata fondata la Compagnia Stabile di prosa Città di Treviglio, in versione dialettale, dalla fusione della omonima Compagnia che, guidata dal valido Gino Gaigher, recitava in lingua italiana n dal lontano 1946 con altri elementi della dialettale “Tommaso Grossi”. È però ancora per opera della Cassa Rurale che il Teatro Filodrammatici, rimasto sempre di proprietà della Parrocchia, ha potuto vivere una nuova giovinezza grazie all’intervento di ristrutturazione per un miliardo e mezzo di lire interamente stanziato dalla banca.

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Storia del Premio Città di Treviglio

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Storia del Premio Città di Treviglio tratto da :http://www.premiocittaditreviglio.it

Storia del Premio Città di Treviglio

Storia del Premio Città di Treviglio

LA STORIA DEL PREMIO Si deve ad Attilio Mozzi, pittore e sindaco di Treviglio, l’istituzione nel 1953 della “Mostra d’arte città di Treviglio”, un concorso che nel corso delle sue sei edizioni si è progressivamente evoluto rispetto alla sua dimensione territoriale e si pone, in questa nuova edizione e in quelle che seguiranno, come un appuntamento fisso con l’arte contemporanea nazionale e sovranazionale.

1953 Il 28 febbraio, per volontà di Attilio Mozzi, viene inaugurata alla Scuola d’arte e mestieri Tommaso Grossi la prima edizione della mostra-concorso, presentata sotto il nome Mostra d’arte città di Treviglio. Artisti Contemporanei Bergamaschi. Riservato agli artisti della provincia di Bergamo registrati nel Sindacato Pittori e Scultori, il premio consiste nell’acquisto per il Palazzo comunale di alcune delle opere esposte: la Testa di donna in gesso di Edmondo Cattaneo e i quattro dipinti di Vincenzo Ghirardelli, Giuseppe Luzzana, Alberto Vitali e Giovanni Marini.

1954 La seconda edizione del concorso Mostra d’arte città di Treviglio. Artisti Contemporanei Bergamaschi mantiene uguali la sede e le modalità della prima. Ma in seguito alle polemiche scaturite dalla presenza di un’alta percentuale di dilettanti, l’amministrazione comunale decide di non assegnare alcun premio-acquisto, nell’auspicio di allargare la cerchia degli artisti oltre Bergamo e provincia.

1957 A tre anni dalla seconda edizione viene organizzata la III^ Mostra d’Arte “Treviglio. Artisti Contemporanei Bergamaschi e Milanesi, la cui formula apre così alla realtà artistica milanese e lombarda.La giuria assegna come primo premio la medaglia d’oro del Comune di Treviglio al Paesaggio industriale della bassa bergamasca di Rinaldo Pigola, un premio-acquisto del Comune a La cattedrale del mio paese di Francesco Speranza e ad altri quattro dipinti, oltre ad altri premi e riconoscimenti.

1962 In occasione del centenario dal riconoscimento di Treviglio a città, la nuova edizione del concorso allarga ulteriormente i suoi confini diventando Mostra di pittura contemporanea delle Provincie di Bergamo, Brescia e Cremona.
La medaglia d’oro del primo premio è assegnata a un paesaggio di Alberto Vitali, mentre tra le opere acquistate figurano dipinti di Alebardi, Lazzarini e Scarpanti.

1986 La mostra concorso si ripropone nel segno della riconoscenza al suo fondatore, e diventa il Premio Attilio Mozzi. Tra le opere acquistate figurano le firme di Sonia Ciscato, Mario Nigro, Maurizio Pirola e Maurizio Corona.

2001 Premio Artistico Città di Treviglio Attilio Mozzi viene assegnato ex aequo a Gabriele Bellagente e a Cesare Calvi. Menzioni riservate a opere di scultura, fotografia e videoarte.

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Treviglio la storia del commercio : Mostra di Lino Ronchi

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Treviglio la storia del commercio : Mostra di Lino Ronchi

Treviglio la storia del commercio : Lino Ronchi                 Treviglio Aprile 2016

Treviglio la storia del commercio : Lino Ronchi

Treviglio la storia del commercio : Lino Ronchi

Fa il pieno la mostra di oggetti, fotografie e documenti allestita dall’ex salumiere Lino Ronchi“Sumtum faciat, oportet, qui quaerit lucrum”.  Ovvero “per guadagnare bisogna spendere”. Cita Erasmo da Rotterdam la mostra sul “commercio a Treviglio dai celti fino a domani”, ideata e curata dal trevigliese Lino Ronchi, salumiere in pensione, appassionato di storia locale,

Treviglio la storia del commercio : Lino Ronchi

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Il campanile di Treviglio. Storia e conservazione di un monumento cittadino ( Monica Aresi )

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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
email: [email protected]
Buon Amarcord a tutti !!