Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Trento Longaretti, un film sulla sua vita e la sua arte

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Trento Longaretti, un film sulla sua vita e la sua arte

Marzo 2016 di Rosanna Scardi  bergamocorriere.it

Sala da 460 posti esaurita e un’infinita lista d’attesa per la prima, stasera alle 20.30, al cinema Conca Verde, a Bergamo, di «Memento homo», il documentario firmato da Teresa Sala, dedicato alla vita di Trento Longaretti, presente all’evento, che il 27 settembre spegnerà 100 candeline.

Il lungometraggio, prodotto da Teamitalia videoproduzioni con la collaborazione dell’Associazione Trento Longaretti e il sostegno della Fondazione Credito Bergamasco, sarà proiettato tra fine aprile e i primi di maggio anche al Teatro Nuovo di Treviglio, dove è nato il pittore, e all’Accademia di Brera, dove ha studiato dal 1931 al 1939 per dirigerla dal 1953 al 1978.

Il film si apre con le immagini dell’artista ripreso nel suo studio, davanti alla tela bianca sul cavalletto, nel momento più importante, la creazione. «Non credo nell’ispirazione che scende dall’alto con l’artista che aspetta e crea l’opera – esordisce Longaretti, tra tubetti di colore e con i pennelli in mano

Un film-documentario dedicato alla vita dell’artista bergamasco Trento Longaretti, un documento nato dall’incontro con volti e luoghi che hanno caratterizzato la sua esistenza.

Dal 31 marzo il dvd, una produzione Team Italia, con il sostegno della fondazione Credito Bergamasco e la collaborazione dell’Associazione Trento Longaretti, verrà distribuito con L’Eco di Bergamo.Artista trevigliese diplomato all’Accademia di Brera, Longaretti ha contribuito alla Storia dell’Arte italiana avvicinandosi al movimento denominato Corrente con Guttuso e Sassu.

Un ritratto artistico e umano del maestro e della sua poetica.

trento longaretti

Si vanno ad incastonare gli episodi più significativi della sua vita e le sue riflessioni sull’arte e la pratica artistica. Il suo sguardo si è posato sugli ultimi della terra, come gruppi di famiglie in cammino, pellegrini della vita, che si muovono dalle città in fiamme o la figura dell’ebreo errante.

Un tema da sempre attuale che attraversa trasversalmente la storia della sua vita e dell’intera umanità.

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Trento Longaretti ” metafora della vita “

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Trento Longaretti ” metafora della vita “

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Chiesa S. Zeno mosaico ” La Parola ” pittore Trento Longaretti mosaicista Toneguzzo

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Chiesa S. Zeno mosaico ” La Parola ” pittore Trento Longaretti mosaicista Toneguzzo

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Dove la Via Trento si restringeva ( di Beppe Bresciani )

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Dove la Via Trento si restringeva ( di Beppe Bresciani )

Beppe Bresciani : Dove la Via Trento si restringeva e diventava una stradina di campagna,da lì si era quasi in aperta campagna,200 metri avanti sulla dx c’era la casa dove ho abitato fino al Dicembre 1976.Più avanti sulla sx la cascina dei miei zii (Nissoli) ,poco oltre quattro villette tre delle quali di miei parenti quindi aperta campagna fino alla cascina Lazzarini

Erica Fedrici  : È vero non c’era niente, solo campi,che bello che era,più tranquillo di adesso,si andava a camminare nelle campagne senza aver paura di niente,io adesso vivo in campagna, i miei abitano ancora all’inizio della via trento

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Trento Longaretti , studio vetrata chiesa S. Francesco

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Trento Longaretti , studio vetrata chiesa S. Francesco

Trento Longaretti , studio vetrata chiesa S. Francesco

Trento Longaretti , studio vetrata chiesa S. Francesco

Trento Longaretti,  Chiesa S. Francesco ( foto di Ernesto Belloli) 

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Vetrata di Trento Longaretti nel deambulatorio della Parrocchia

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Vetrata di Trento Longaretti nel deambulatorio della Parrocchia

San Martino di Treviglio ( Foto di Tino Belloli )

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Trento Longaretti quadro in BCC Treviglio foto di Tino Belloli

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Trento Longaretti quadro in BCC Treviglio foto di Tino Belloli

Trento Longaretti quadro in BCC Treviglio

Trento Longaretti quadro in BCC Treviglio

Trento Longaretti quadro in BCC Treviglio foto di Tino Belloli

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Trento Longaretti è nato a Treviglio il 27 settembre 1916

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Trento Longaretti è nato a Treviglio il 27 settembre 1916

è morto a Bergamo il  7 giugno 2017, all’età di 100 anni.

Trento Longarett

Trento Longaretti

Tra il 1931 e il 1939 frequentò a Milano il Liceo Artistico prima e l’Accademia di Brera poi, divenendo allievo di Aldo Carpi e compagno di corso, tra gli altri, di Cassinari, Bergolli, Morlotti, Valenti, Kodra.Il Maestro entrò in contatto anche con Guttuso, Treccani, Birolli, Sassu, Vedova, in virtù del suo avvicinamento al movimento artistico denominato “Corrente”.Longaretti ha vissuto anche la drammatica esperienza della guerra che lo portò in Slovenia, Sicilia ed Albania.Nel 1942 – e poi ancora nel 1948, nel 1950 e nel 1956 –  ha partecipato alla Biennale di Venezia; nel 1943 ha esordito con la sua prima mostra personale presso la “Galleria La Rotonda” di Bergamo. Nel 1953 vinse il Concorso per la Direzione dell’Accademia Carrara di Bergamo e per la Cattedra di Pittura, succedendo ad Achille Funi; sarà Direttore dell’Accademia per ben 25 anni, fino alle spontanee dimissioni nel 1978.Un viaggio in Russia, compiuto nel 1965, influenzerà molto la sua pittura.Nel corso della sua carriera ha allestito mostre personali ed antologiche di grande rilevanza presso musei ed istituzioni sia italiane che straniere, inoltre molte sue opere sono conservate in edifici religiosi ed istituzioni di tutto il mondo.A Treviglio, sua città natale, si custodiscono molti capolavori  del Maestro, di proprietà sia  pubblica che privata, in particolare in molte chiese di Treviglio si possono ammirare opere di grande valore.Temi ricorrenti delle sue opere sono, oltre a quelli legati al sacro: l’amore materno, l’infanzia, la vecchiaia, gli erranti, la famiglia e i musicanti.L’artista si è dedicato con passione non solo alla pittura e alla grafica, ma anche all’affresco, all’arte della vetrata e alla tecnica del mosaico.Il segno di Longaretti è al contempo fluido ed espressivo, i colori luminosi e vivaci. L’utilizzo dei toni caldi e freddi avvicina o allontana le immagini,creando un continuo gioco di profondità. Nelle opere  è sempre presente un’evocazione narrativa che lo avvicina al grande Giotto.Osservando i suoi dipinti sembra quasi di percepire una musica, simile alle note di un violino, che accompagna i personaggi nel loro avanzare: ne deriva un’atmosfera di grande armonia, dove l’immagine si fa poesia.

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È morto a cento anni Trento Longaretti

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Fonte Eco di Bergamo
È morto a cento anni Trento Longaretti

trento longaretti

Il mondo dell’arte in lutto.

Era nato a Treviglio il 27 settembre del 1916. Bergamo lo aveva festeggiato per i cento anni con una serie di iniziative.

Era ricoverato alla Clinica San Francesco da qualche giorno ed è stato trasferito all’Hospice di Bergamo dove la mattina di mercoledì 7 giugno è morto.

Ancora non si conosce la data della cerimonia funebre che potrebbe essere alla chiesa del cimitero di Bergamo che era stata affrescata da lui. 

È morto per complicazione dovute all’età mercoledì mattina all’Hospice di Bergamo, il maestro trento Longaretti.

Aveva compiuto il settembre scorso 100 anni. Negli ultimi tempi era ricoverato alla Clinica San Francesco. Il mondo dell’arte e Bergamo in lutto per la morte di uno dei suoi rappresentanti più significativi che ha attraversato la storia dell’arte di un secolo.

TRENTO LONGARETTI - PITTORE
TRENTO LONGARETTI – PITTORE
(Foto by Sparaco)

Il padre Alessandro, di professione fabbro, scelse di chiamare i propri figli con nome patriottici, e Trento, nono figlio di tredici, avrà una sorella di nome Trieste e un fratello Vittorio; sarà la sua insegnante delle elementari a scoprirne il talento facendogli fare piccoli disegni che tratteneva, il primo disegno conservato dall’artista risale al 1922 .

Trento Longaretti ritocca una riproduzione della sua opera.
Trento Longaretti ritocca una riproduzione della sua opera.
(Foto by Gian Vittorio Frau)

Dopo i primi studi è a Milano, al Liceo e poi all’Accademia di Brera, dal 1931 al 1939. Gli è maestro Aldo Carpi per cinque anni, con il quale instaurerà un forte legame.

TRENTO LONGARETTI CON IL SUO LIBRO
TRENTO LONGARETTI CON IL SUO LIBRO
(Foto by Yuri Colleoni)

Nel 1939, deve lasciare la scuola a Brera per adempiere agli obblighi militari della Seconda guerra mondiale, viene mandato prima in Slovenia, poi in Sicilia e nel 1943 in Kosovo, numerosa è la raccolta di disegni e schizzi eseguiti durante questa sua esperienza bellica. I suoi modi d’artista si ritrovano nel filone della rivista Corrente, insieme a Morlotti, Guttuso, Sassu e Vedova.

TRENTO LONGARETTI
TRENTO LONGARETTI
(Foto by Yuri Colleoni)

Nel 1948, 1950 e 1956 partecipa di nuovo alla Biennale veneziana. Nel 1952 espone alla Quadriennale di Roma.

Ecco l’ultima intervista che aveva rilasciato a Emanuele Roncalli proprio in occasione dei suo centesimo compleanno.

Nel 1953 vince il concorso per la cattedra di pittura all’Accademia Carrara di Bergamo, succedendo ad Achille Funi.
Dirige l’Accademia fino al 1978, incarico che lascia di sua volontà.
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Trento Longaretti udienza dal papa 1996

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Trento Longaretti udienza dal papa 1996

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Trento Longaretti 1976

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Trento Longaretti 1976

Trento Longaretti 1976

Trento Longaretti 1976 Treviglio

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Trento Longaretti : paisà e pisastil

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Longaretti 1986

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Trento Longaretti Febbraio 2013

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Trento Longaretti Febbraio 2013

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Alcune Opere di Trento Longaretti

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Alcune Opere di Trento Longaretti

L’amore per una città
Ho riscoperto Bergamo alta grazie al mio
amico Trento. Da piccola ci andavo con
mio padre, comperavamo certi dolci gialli al
liquore che piacevano molto a mia madre.
Poi tanti anni altrove, via per studio e lavoro,
ma lui, il pittore, mi ha insegnato ad
amare la sua città vecchia trasmettendomi
parte di quella tenerezza che sente per le
sue strade strette, sdrucciolevoli quando
piove. Tutti i posti hanno un odore e un
colore che restano dentro.
Quelli che ho in mente legati a Bergamo
sono il bianco rosato delle pietre restaurate
di palazzi e chiese nei dintorni
dell’Università e il profumo dei casoncelli di
certe trattorie lì vicino.
Negli anni abbiamo costruito i nostri ritmi.
Quando vado a trovarlo, Longaretti mi
aspetta nello studio all’ultimo piano della
sua casa in Borgo Canale. È una stanza
oblunga affacciata su un cortile acciottolato.
Da una parete a finestre entra una luce
straordinaria. Di solito sta dipingendo e
sotto il camiciotto da lavoro è elegantissimo.
Parliamo un po’ di mostre, qualche
novità della nostra vita, sfogliamo libri,
cataloghi, guardiamo i lavori appena ultimati.
Poi usciamo. Sempre lo stesso giro e
ogni volta mi accorgo di un portone che mi
era sfuggito, un fregio in alto, appena
sopra le finestre dell’ultimo piano di una
casa, un balcone in ferro battuto.
Camminando mi parla dei personaggi che
hanno calcato quelle stesse vie, degli
amici pittori scomparsi, di qualche giovane
che sta venendo su bene. Se abbiamo
tempo arriviamo fino all’Accademia, il
posto dove ha trascorso una lunga parte
della propria vita, dirigendola dal 1953 al
1978. Parlando di quel periodo un po’ la
voce si incrina, forse il rimpianto di anni
pieni di ardore. Ma prima dell’Accademia e
delle centinaia di ragazzi che hanno lavorato
con lui, Trento ha trascorso il tempo
della sua formazione a Milano.
Il professore di disegno delle scuole di
avviamento aveva fatto chiamare suo padre
per dirgli che il ragazzo doveva a ogni
costo continuare gli studi. Però andai a
Brera, racconta, non alla Carrara perché la
gente di Treviglio si spostava più verso
Milano che in direzione di Bergamo. A
Milano va in treno ogni mattina, con in cartella
i panini per il pranzo. La timidezza e i
pochi mezzi lo fanno sentire inadeguato,
così mangia in disparte dagli altri. Ma con il
trascorrere delle settimane scopre che
anche i compagni di classe hanno gli stessi
suoi problemi e comincia un’avventura
fatta di discussioni sul senso dell’arte in
quegli anni precari e duri.
Cassinari era lì, quando sono arrivato io,
nel 1935. Frequentavano i corsi con noi
anche Badodi al penultimo anno, Guerzoni,
Uboldi, Kodra, Dobrzansky, Felice Filippini
che era l’assistente di Carpi. Invece
Bergolli ha cominciato dopo, nel 1937 e
Morlotti nel 1939. A Brera negli anni Trenta
insegnavano Messina, Marini, Funi e Carpi.
Longaretti sceglie i personaggi inquieti di
Carpi e la loro ingombrante malinconia.
Intanto scopre Modigliani e Cézanne, i
maestri sogguardati per tutta la vita.
Bergamo entra nel suo quotidiano solo
attraverso le prime collettive o la partecipazione
a varie edizioni del “Premio
Bergamo”, divenuto nel tempo un glorioso
campo di verifiche artistiche.
La seduzione che la città esercita sul suo
temperamento aumenta quando comincia
a viverci, finita la guerra e si trasforma in
reciproco rispetto nei venticinque anni di
insegnamento alla Carrara. Longaretti
porta i suoi vaganti, le sue madri, le sue
religiosissime nature morte in ogni parte del
mondo, ma il luogo dove torna sempre con
impazienza è la cittadella che ormai ha
eletto a patria sentimentale. Oggi, a oltre
novant’anni, ne è quasi diventato un simbolo
e la gente lo saluta con un misto di
venerazione e sorpresa. Perché lui, il pittore
di Bergamo, dopo averti invitato a colazione
e riso e raccontato qualche vecchia
storia, a un certo punto si alza, prende il
cappello e dice, devo andare, ho un quadro
sul cavalletto da finire per domani

Trento Longaretti – Fondazione Credito Bergamasco

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