Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Castel Cerreto : “I Probi contadini”

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 “I Probi contadini”www.serit.net

Nel 1901 venne istituita la Società dei Probi Contadini, ad opera dei conti Piazzoni e di Monsignore Ambrogio Portaluppi che riuniva contadini della frazione del Castel Cerreto e delle Battaglie.

Era composta in origine da 113 soci (passati poi a 140) e gestiva ben 541 ettari di suolo agricolo nelle vicinanze, in precedenza proprietà, per eredità dei Piazzoni, dell’Orfanatrofio di Bergamo (affidato, a partire dal 1903, ai Padri Giuseppini perché realizzassero una colonia agricola, del tipo di quelle funzionanti in altre loro istituzioni). La proprietà della terra divenne così collettiva e fu attribuita ai capifamiglia.

Tale associazione si proponeva anche di sviluppare un’agricoltura meccanizzata legata all’industri ed all’introduzione dei concimi chimici. Tra le varie coltivazioni praticate vi era anche quella del tabacco.

Da tutta Italia ed anche da vari paesi d’Europa e del mondo si giungeva al Cerreto per visitare e studiare l’opera della Società. Citiamo ad esempio dalla Francia una delegazione del Ministero per l’Agricoltura guidata dal Conte De Saint Cyr, seguita nel tempo dal Rettore e Docenti dell’Università di Grenoble e poi dai dirigenti dell’Unione sindacale di Lione.

Dalla Spagna venne una rappresentanza dell’Università di Salamanca, presieduta dal Prof. Moran. Il Governo argentino inviava un gruppo di studio guidato dall’ing. Thornos.

La Dieta russa mandava una Commissione di parlamentari, capitanati dal Sen. Principe Wladimir Sabler di Pietroburgo. Etc.

L’esperimento cerretano suscitò persino l’interesse di Leone Tolstoy che ebbe a trattare il problema delle cooperative agricole nel suo romanzo “Anna Karenina”.

Ottemperando alle volontà testamentarie della contessa Emilia l’Orfanotrofio di Bergamo chiamò al Cerreto i Padri della Congregazione di San Giuseppe. Seguendo i dettami del loro fondatore, il milanese Paolo Motta, che li voleva dediti all’inculturamento gratuito dei giovani, questi vi gestirono un convitto professionale, istruendovi i giovani orfani della Bergamasca con propensioni all’agricoltura.

Più volte fu ospite allora dei R.R. Padri il semplice Prof. don Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII. A cavallo delle due Guerre Mondiali la Frazione conobbe le fulgide figure di don Giuseppe Boffi e Suor Chiara Spreafico: santità ed operosità al servizio dei Cerretani.  contadini

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Palazzo Silva

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www.lombardiabeni culturali.com

E’ il Palazzo storico più importante di quelli di via Galliari. Seppur di proprietà in epoca medievale della Famiglia Donati, è con la famiglia Silva – da cui prende il nome – che si ha un rinnovamento della struttura secondo i principali dettami dello stile barocco, sia all’interno che all’esterno: basta osservare il portale d’ingresso e le sue linee alternate, molto scenografico e in linea con lo stile dominante del Seicento.

 Questo portone conduce a un cortile, circondato da un portico e da una loggia con colonne al piano superiore a cui si accede attraverso uno scalone monumentale in pietra.

palazzo_silva

palazzo silva treviglio

All’interno invece da non perdere i camini in pietra con decorazioni in stucco e i soffitti delle stanza (in legno e cassonettati) o i loro pregiati affreschi.palazzo silva treviglio1

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www.albero degli zoccoli

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Chi come me è nato alla fine degli anni Sessanta nella bassa bergamasca ha avuto la fortuna di vivere, ancora per poco, quel che restava di un mondo che oggi purtroppo non esiste più. Le grandi distese di campagna stavano già lasciando spazio all’espansione dei centri abitati, ai capannoni, alle strade, ai grandi ripetitori, insomma a quello che è oggi il paesaggio della nostra pianura.

E assieme al paesaggio se ne sono andati per sempre personaggi, tradizioni, riti, modi di vivere che affondavano le radici in una cultura millenaria.
 - www.alberodeglizoccoli.net - www.alberodeglizoccoli.net - www.alberodeglizoccoli.net - www.alberodeglizoccoli.net
Certo, per molti aspetti grazie al progresso si vive meglio. Ma aver abbandonato i ritmi della natura, i suoi cicli, ci ha lasciato in eredità un bagaglio di fobie e nevrosi. E le paure e il ‘mal di vivere’ oggi così diffusi sono figli di una società che ha perso le sue radici. La terra stessa sembra oggi ribellarsi, con i mutamenti climatici che tanta preoccupazione destano.L’albero degli zoccoli ci propone una riscoperta di tutto quanto abbiamo irrimediabilmente perso. Vi sono anzitutto i contadini, con i loro ritmi legati alla terra e alle sue stagioni, le loro tradizioni, la loro religiosità, i loro valori semplici ma solidi (pensiamo all’insistenza con cui nel film si parla di ‘galantòm’). E poi c’è la natura che in tutto il film non si limita a fare da sfondo, ma entra prepotentemente come protagonista. Così semplice, a volte per noi che in questo mondo ci siamo nati anche banale, ma che grazie allo sguardo poetico del regista svela tutta la sua bellezza. E l’aria, un mondo scarso di rumori, nel quale lo scorrere dell’acqua o i rintocchi delle campane hanno un suono, non sono coperti da un mondo che non sa più star zitto.L’albero degli zoccoli è più attuale che mai. Ci racconta da dove veniamo, per capire realmente chi siamo, per far pace con quelle che lo stesso Ermanno Olmi definisce le tre dimensioni dell’uomo: passato, presente e futuro. E’ attuale nei suoi silenzi, riempiti solo dalle immagini e dai suoni della natura, detti ad un mondo oggi pieno di rumore. Racconta il buio a una realtà che non vuole spegnersi mai per non fermarsi mai.
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Questo sito internet vuole ripercorrere le tracce lasciate dal film a quasi 30 anni dalla sua uscita nelle sale. I luoghi ci raccontano di come il nostro mondo sia cambiato, tramite i personaggi possiamo rileggere in modo diverso la nostra storia, mentre il mondo dell’albero degli zoccoli presenta tutta una realtà nel film appena sfiorata. Vi è poi una sezione dedicata al film vero e proprio e naturalmente un capitolo riservato a Ermanno Olmi.Mi scuso se queste righe introduttive sono risultate noiose. Naturalmente mi prendo la responsabilità per qualunque informazione contenuta in questo sito errata o incompleta.
Spero che grazie ai mezzi della moderna tecnologia possiamo riappropriarci di qualcosa di noi, che è un pò la magia riuscita al mio illustre ‘concittadino’ Ermanno Olmi.
www.lalberodrglizoccoli.net
Paolo Miniero
(Treviglio, agosto 2007)[banner]
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Treviglio : Torre Civica

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Nel 1008 fu eretta una alta torre d’osservazione nel centro del borgo allo scopo di controllare l’eventuale arrivo di nemici.

Nel corso dei secoli successivi (tra il XVI e il XVII secolo), durante i lavori di restauro della vicina Basilica di San Martino, la Torre Civica venne unita alla chiesa per divenirne l’attuale campanile.

Dall’alto dei suoi 68 metri il monumento poi faceva parte di un ingegnoso sistema di comunicazione che comprendeva anche i campanili di Caravaggio e Mozzanica.

Dalla sponda del Serio a quella dell’Adda con specchietti e fuochi correvano gli allarmi sull’arrivo degli eserciti stranieri.

Un sistema in uso fino all’800 che nel 1797 salvò Treviglio dalla furia dell’esercito rivoluzionario francese.

Un fuoco acceso accidentalmente sul campanile fu scambiato per il segnale che la città era caduta e l’ Armée prese la strada di Bergamo.

Treviglio : Torre Civica

Treviglio : Torre Civica

Di stile gotico lombardo, alto 62 metri, il Campanile di Treviglio è il simbolo
il soggetto del francobollo da 0,60€ uscito il 30 agosto 2012 nell’ambito della serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

 

 

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Chiostro del Monastero di S. Agostino

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Chiostro del Monastero di S. Agostino
  ( da www.lombardiabeniculturali.it )

Chiostro del Monastero di S. Agostino

Chiostro del Monastero di S. Agostino

 

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Villa Ida

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Da : www.lombardiabeniculturali
L’origine dell’edificio va ricondotta tra
la fine del XIX e l’inizio del XX secolo

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54_bg120-00054_d05villa Ida

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Treviglio : Casa Simone della Piazza

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Treviglio : Casa Simone della Piazza  Da : www.lombardiabeniculturali.

Qui era la dimora di Simone della Piazza che morendo nel 1529, non avendo eredi, lasciò nel testamento che la casa fosse trasformata in ospizio per i pellegrini. La casa venne così adibita a tale funzione ed in seguito, nel 1568, venne realizzata tra l’Ospizio e la chiesa di S. Martino, la Chiesa di San Giuseppe.Sulla facciata della casa di Simone della Piazza vi è un simbolo con tre croci che rappresenta le origini di Treviglio, quando le tre comunità rurali di Portoli, Pisgnano e Cusarola – con le rispettive chiese di San Maurizio, Sant’Eutropio e San Zeno – si unirono a scopo difensivo in un unico centro fortificato denominato Trivillium. 
Treviglio : Casa Simone della Piazza

Treviglio : Casa Simone della Piazza

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Garibaldi fu ..tras..ferito : Il trasferimento del monumento a Garibaldi

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Garibaldi fu ..tras..ferito : Il trasferimento del monumento a Garibaldi

Il trasferimento di GARIBALDI dalla piazza omonima a piazza Mentana ( 1960)

Note: L’immagine mostra il monumento a Giuseppe Garibaldi a Treviglio; basamento formato da uno sperone di roccia al centro di una vasca circolare; tra le rocce è incisa la dedicazione a Garibaldi; sulla sommità una scultura in marmo bianco raffigurante un leone ruggente che tiene tra le zampe un ovale con il ritratto del condottiero a rilievo.  Treviglio piazza Garibaldi

Treviglio piazza Garibaldi 3 Garibaldi fu ..tras..ferito : Il trasferimento del monumento a Garibaldi

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virgi.altervista.org : TuttoTreviglio

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Treviglio Amarcord di tutto di più

Le origini di Treviglio risalgono all’epoca del Medioevo, quando tre borgate già esistenti….Il Castrum Vetus, ovvero il castello vecchio, ……………..
continua
                     
Il Campanile ( Torre Civica )……….

 

 

Il Santuario della Madonna delle lacrime è il santuario di Treviglio dedicato alla Madonna delle Lacrime che il 28 febbraio 1522 salvò…..continua
La Basilica di San Martino
 chiesa-s.martino- Treviglio
         
Rogge Trevigliesi :
Treviglio si colloca al limite della fertile pianura Bergamasca……continua
 Amarcord di Arturo Prandina   continua
 Treviglio che passa . ( Beppe Facchetti )….LEGGI
C.S.Trevigliese 1907  calcio  il calcio a Treviglio
Documenti e Curiosità    leggi  

Le vie di Treviglio …L’odonomastica (dal greco hodós “strada” e onomastikòs “…dei nomi delle strade, piazze e di tutte le aree …….continua           

 ZANCONTI…………Nel 1964 gli Allievi di Bondioli vincono il campionato …. intitolato a MARTINO FACHERIS, 

La storia della Zanconti … leggi 
  • Villa Ida

    La Torre Civica

    Nel 1008 fu eretta una alta torre d’osservazione nel centro del borgo allo scopo di controllare l’eventuale arrivo di nemici. Nel corso dei secoli successivi (tra il XVI e il XVII secolo), durante i lavori di restauro della vicina Basilica di San Martino, la Torre Civica venne unita alla chiesa per divenirne l’attuale campanile.

    Di stile gotico lombardo, alto 62 metri, il Campanile di Treviglio è il simbolo
    il soggetto del francobollo da 0,60€ uscito il 30 agosto 2012 nell’ambito della serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

  • I proprietari del Bar Teatro

  • Cartolina Treviglio

  • Treviglio in cartolina.  

  • T u t t o T r e v i g l i o 

  • Bruno Manenti

    La basilica di San Martino La basilica di San Martino fu edificata nel 1008 dove sorgeva la chiesa preromanica dell’Assunta, e subì diversi interventi di ampliamento nel corso dei secoli. La basilica presenta elementi architettonici tipici dello stile gotico lombardo dovuti a un primo ampliamento, mentre la facciata attuale è stata realizzata del 1740 dall’architetto Giovanni Ruggeri secondo lo stile barocco.

    Nella navata destra, accanto alla zona presbiterale, è collocato il Polittico di Zenale e Butinone, risalente al 1485, una delle opere più importanti del rinascimento lombardo, in quanto segna il passaggio tra il gotico e il rinascimentale.

    La basilica offre anche diverse opere di Cavagna, Procaccini e Montalto oltre ad un pregevole Fonte Battesimale del 1529. Il campanile in stile gotico lombardo della basilica è conosciuto come simbolo della città di Treviglio poiché, grazie ai sui 60m di altezza è visibile a chilometri di distanza. Nel corso dei secoli è stato un punto di riferimento sia per scopi religiosi sia civili e militari, in quanto era usato per le segnalazioni di pericolo dai vicini comuni.

  • Trento Longaretti

     DIZIONARIO  DIALETTO TREVIGLIESE  

Treviglio anni 90 : autorimessa Marini

  • dove è finito l’obelisco di via Cavallotti?
  •  Arturo Prandina

  • “Treviglio: storia, arte e cultura”

    “Treviglio: storia, arte e cultura”

    Le origini di Treviglio risalgono all’epoca del Medioevo, quando tre borgate già esistenti, si unirono tra di loro, a scopo difensivo, delineando la nascita di Treviglio, appunto “Tre Ville”. Il Borgo era di modeste dimensioni, venne fortificato e circonadato con mura difensive e munito di tre porte, collocate in direzione delle tre preesistenti borgate, Cusarola, Pisgnano e Portoli, e al centro di Treviglio vennero edificate la Chiesa e il Municipio.

    La storia conferma che a Treviglio sorse da un nucleo centrale fortificato, detto “Castrum Vetus” ossia “Vecchio Castello” e che era ubicato tra le attuali piazza Manara, piazza Garibaldi e via Fratelli Galliari ed aveva un piccolo accesso sito nell’attuale vicolo Teatro.

    Il Castrum Vetus, ovvero il castello vecchio, non identifica un castello, bensì una zona fortificata con mura, munito di torri e di una porta d’ingresso, circondata da un fossato.Successivamente la crescita della popolazione fece sì che sorgessero successivamente cinte murarie a difesa della prosperità cittadina.

     

    Visitare Treviglio ( da Bergamo News )Secondo comune bergamasco per numero di abitanti dopo il capoluogo, Treviglio si trova nella media Pianura Padana, a circa 20 chilometri in direzione sud da Bergamo: fondata nel corso dell’alto medioevo per scopi difensivi, la cittadina oggi rappresenta un punto strategico nel crocevia di strade e ferrovie che la collegano con Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano.

     

    I“Treviglio: storia, arte e cultura” l santuario della Madonna delle Lacrimel santuario della Madonna delle Lacrime fu costruito a partire dal 1594 a seguito del miracolo della madonna che, piangendo, salvò Treviglio dall’avanzata francese. Alla costruzione del santuario hanno lavorato grandi artisti come l’architetto caravaggino Fabio Mangone, autore dell’altare maggiore. Si può salire sull’altare e tramite splendidi gradini in marmo si riesce ad andare proprio sotto al quadro della venerata immagine della Madonna delle lacrime, sotto al quale sono tuttora conservate la spada e l’elmo del visconte di Lautrec. E’ consigliata inoltre la visita della “cripta magica” sotto il santuario.

    “Treviglio: storia, arte e cultura” Treviglio nel XV secolo di Luigi Minuti

    Anche il travagliato XV°, come il precedente, è un secolo d’oro per Treviglio, crescono ricchezza e benessere e la città si riempie di edifici non più di legna ma di solidi mattoni, anche se abilmente frammisti ai sassi di fiume, ed in più a metà secolo, sorgono, in fretta e bene, le austere e più solide mura venete. La Basilica di S. Martino nuovamente viene accresciuta, i lavori a carico del Comune, prendono avvio nel 1481 e si protraggono per più di vent’anni, iniziati nel bel mezzo della Signoria degli Sforza, vengono ultimati all’inizio dell’occupazione francese, e splendide dovevano apparire la sua facciata gotica, i colonnati delle navate in mattoni rossi, e quel nuovo piccolo campanile che accarezza l’abside e che allora si poteva vedere anche dalla sua base.Forse i bei tempi antichi non sono mai esistiti se non nella nostra nostalgica fantasia ma se così non fosse quelli e non altri meritano menzione. Anche se non erano tempi pacifici, anzi, tutt’altro. Il secolo inizia con il primo Visconti a portare il titolo di Duca: Gian Galeazzo, che alla Comunità di Treviglio concede nuovi Statuti di ampia autonomia e che, come un fulmine, conquista un così vasto territorio che alla sua improvvisa morte, nel 1402, il figlio sopravvissuto, Giovanni Maria, farà fatica a conservarlo; ne manterrà una parte al prezzo di lunghe e sanguinose guerre, perderà Brescia, occupata da Giovanni Rozzone, condottiero trevigliese che gliela sottrae per un intero anno, poi la vende ad un altro condottiero, Pandolfo Malatesta da Rimini che nel 1421 la cederà alla Serenissima insieme al Bergamasco.

     

    Avevamo in precedenza accennato alle visite in Treviglio di altri personaggi illustri, dal Papa san Martino V all’imperatore Sigismondo, a San Bernardino da Siena, ma dietro tutto questo via vai vi era un personaggio: Uberto Decembrio di Vigevano podestà di Treviglio, segretario ducale, poeta, figlio d’arte. Fu lui a comporre, nel 1418, su incarico del Duca Filippo Maria, un poemetto in onore di Martino V papa, (il poemetto è tuttora conservato all’Ambrosiana).

    L’anno dopo ricevette l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, anche lui personaggio epocale, e all’imperatore fa inaugurare nientemeno che una nuova porta d’ingresso alla città (Porta Nuova) e chissà cos’altro avrebbe fatto se non fosse prematuramente morto nell’anno 1427 qui in Treviglio nell’esercizio delle sue funzioni podestarili. Non si conoscono i particolari del funerale, è noto invece che viene trasportato in Milano e seppellito nientemeno che in Sant’Ambrogio nelle cui vicinanze possedeva un casa.La famiglia dei Decembrio non è come quella dei Della Pusterla, la loro nobiltà non è di sangue ma di equilibrato servizio ai potenti ed allo stesso tempo al popolo, e anche di lettere. Era di certo notevole la considerazione di cui godeva nella metropoli ambrosiana, tanto da usufruire del privilegio della sepoltura nella prestigiosa Basilica di S. Ambrogio, infatti, oltre ad Uberto il figlio Candido Decembrio, qui seppellisce la figlia adottiva Costanza nell’anno 1458, poi seppellisce la prima moglie Caterina nel 1464, e quando muore nell’anno 1477, il 12 novembre viene a sua volta seppellito nell’atrio di Sant’Ambrogio accanto al Podestà suo padre il cui sarcofago tardo gotico si erge tuttora maestoso a destra della porta principale della basilica ambrosiana.

    Nel corso del XV secolo Treviglio si arricchisce di nuove case, sono le residenze delle famiglie importanti del tempo, tra queste i Della Piazza, Federici e Zenale, esse compendiano, come corona, il complesso basilicale di san Martino e all’interno della rinnovata Basilica, quale sigillo di quest’epoca d’oro, viene posto il Polittico di Zenale e Butinone, capolavoro dell’epoca di mezzo ed anticipo del migliore Rinascimento.

    Durante la sua presenza in città, San Bernardino da Siena promosse la realizzazione del convento e della Chiesa dell’Annunziata, su di un’area messa a disposizione dal Comune nel 1441, già nell’anno 1443 era pronto il convento e nel 1465 si consacrò la chiesa per lungo tempo affidata ai Padri Francescani Riformati. Il luogo crebbe nella considerazione dell’intero Ordine di San Francesco tanto che ebbe ad ospitare il Capitolo unificato dei Francescani Osservanti e di quelli Riformati.Il convento dell’Annunciata sopravvissuto alle soppressioni austriache di Giuseppe II, soccombette sotto Napoleone nel 1810. Acquistato dall’industriale Graffelder nel 1845 fu trasformato in filanda di lino e cotone, che il Comune valorizzò facendovi passare vicino nel 1915, il nuovo Viale per Brescia, ma non bastò la messa in vetrina, il complesso non sopravvisse agli sconvolgimenti indotti dal primo dopoguerra e cessò l’attività nel 1923. Trasformato, ancora, in sede della prestigiosa Scuola Agraria Cantoni, è stato sul finire del XX secolo totalmente inglobato nell’Istituto Tecnico Commerciale Guglielmo Oberdan.

    “Treviglio: storia, arte e cultura” I Probi contadini”

    Nel 1901 venne istituita la Società dei Probi Contadini, ad opera dei conti Piazzoni e di Monsignore Ambrogio Portaluppi che riuniva contadini della frazione del Castel Cerreto e delle Battaglie.

    Era composta in origine da 113 soci (passati poi a 140) e gestiva ben 541 ettari di suolo agricolo nelle vicinanze, in precedenza proprietà, per eredità dei Piazzoni, dell’Orfanatrofio di Bergamo (affidato, a partire dal 1903, ai Padri Giuseppini perché realizzassero una colonia agricola, del tipo di quelle funzionanti in altre loro istituzioni). La proprietà della terra divenne così collettiva e fu attribuita ai capifamiglia.

    Tale associazione si proponeva anche di sviluppare un’agricoltura meccanizzata legata all’industri ed all’introduzione dei concimi chimici. Tra le varie coltivazioni praticate vi era anche quella del tabacco.Da tutta Italia ed anche da vari paesi d’Europa e del mondo si giungeva al Cerreto per visitare e studiare l’opera della Società.

    Citiamo ad esempio dalla Francia una delegazione del Ministero per l’Agricoltura guidata dal Conte De Saint Cyr, seguita nel tempo dal Rettore e Docenti dell’Università di Grenoble e poi dai dirigenti dell’Unione sindacale di Lione. Dalla Spagna venne una rappresentanza dell’Università di Salamanca, presieduta dal Prof. Moran. Il Governo argentino inviava un gruppo di studio guidato dall’ing. Thornos.

    La Dieta russa mandava una Commissione di parlamentari, capitanati dal Sen. Principe Wladimir Sabler di Pietroburgo. Etc.L’esperimento cerretano suscitò persino l’interesse di Leone Tolstoy che ebbe a trattare il problema delle cooperative agricole nel suo romanzo “Anna Karenina”.Ottemperando alle volontà testamentarie della contessa Emilia l’Orfanotrofio di Bergamo chiamò al Cerreto i Padri della Congregazione di San Giuseppe.

    Seguendo i dettami del loro fondatore, il milanese Paolo Motta, che li voleva dediti all’inculturamento gratuito dei giovani, questi vi gestirono un convitto professionale, istruendovi i giovani orfani della Bergamasca con propensioni all’agricoltura.

    Più volte fu ospite allora dei R.R. Padri il semplice Prof. don Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII. A cavallo delle due Guerre Mondiali la Frazione conobbe le fulgide figure di don Giuseppe Boffi e Suor Chiara Spreafico: santità ed operosità al servizio dei Cerretani.dal sito : www.serit.net

     “TREVIGLIO: STORIA, ARTE E CULTURA”Documenti Curiosità

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    Treviglio : Beni Culturali

    Dizionario Dialetto Treviglio

    La Storia di Treviglio  pagina in allestimento

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Personaggi : Trevigliesi di ieri

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Personaggi : Trevigliesi di ieri

Treviglio Amarcord  Penna Bianca Franci Monzio
PILLOLE di storia trevigliese —- a cui è intitolata una piazza, nato nel 1870, fu il primo deputato dichiaratamente cattolico ad entrare alla Camera dei Deputati dopo la decisione della Santa Sede di vincolare i cattolici all’astensione di esercitare il diritto di voto.

Laureato in Lettere, in Giurisprudenza, fondò con Filippo Meda “Il Corriere della Domenica”‘ fervido sostenitore della musica di Wagner, delle composizioni sacre di L.Pelosi, raccomandò la diffusione del canto corale nelle scuole.

Esercitò l’Avvocatura nel foro di Milano. consigliere comunale di Treviglio nel 1899, eletto deputato nel 1904, ottenendo la stima e considerazione degli avversari mostra ndo la sua profonda cultura e forte oratoria.

Morì a Caravaggio nel 1920 per un attacco cardiaco.

Agostino Cameroni

Agostino Cameroni

 Andrea Verga

Andrea Verga

Andrea Verga

Giulio SettiGiulio Setti (nato Treviglio , 3 ottobre 1869 – morto Torino , 2 ottobre 1938).

Treviglio : Il Maestro Giulio Setti ( di Francesco Chiari ) 

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