Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Carmelo Silva

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Carmelo Silva mentre disegna per “la tribuna” nella sede di via Roma ( foto di Roberto Fabbrucci )

Carmelo Silva mentre disegna per "la tribuna" nella sede di via Roma

Carmelo Silva mentre disegna per “la tribuna” nella sede di via Roma

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Calcio Illustrato (Carmelo Silva)

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Il calcio Illustrato ( Carmelo Silva )
Carmelo Silva In un periodo in cui non esisteva la televisione e la pay-tv era fantascienza,l e partite erano per pochi eletti che andavano allo stadio, per tutti gli altri il grande appuntamento era con “Calcio illustrato”, un incontro da vedere in diretta attraverso la saggezza della china di Carmelo Silva.

Carmelo Silva e’ considerato l’inventore del calcio disegnato. Le sue partite hanno fatto epoca, attraverso il “Calcio Illustrato”, il settimanale che dal 1930 aveva raccontato agli italianile gesta dei protagonisti del campionato del Pallone. Nato a Treviglio aveva studiato a Bergamo Le sue prime vignette,erano vere e proprie caricature. Una lunga collaborazione con “Il Calcio Illustrato”,con una pagina dal titolo “La partita di Carmelo Silva” dove raccontava con i suoi disegni e con i suoi commenti, spesso ironici,le partite del campionato italiano di calcio. Dalla sua matita rivivevano i fasti e le magie dei grandi calciatori e delle grandi squadre. Il Torino di Mazzola e Loik,la Juventus di Sivori e Charles, il Milan del trio Gre-No-li, l’Inter di Herrera e Facchetti, il Milan di Rocco e tutti i protagonisti di un calcio da leggenda. Per decenni Carmelo Silva da buon giornalista partiva la domenica mattina e si recava nella città per raccontare il  big-match della settimana; i suoi viaggi erano per la maggior parte a Milano a Torino ma spesso andava anche più lontano come a Firenze e a Roma.

Seduto in tribuna, attorniato da giornalisti, Silva si apprestava a seguire con attenzione tutta la partita, disegnava e creava con rapidità schemi e bozzetti come in un prezioso promemoria; i calciatori atletici e dinamici al momento erano delle semplici righe sufficienti per ricordare l’azione da raccontare, il tutto condito da freccette che indicava la direzione dei tiri. In poche parola il maestro “stenografava” con una matita quello doveva poi disegnare.

Poi in redazione o nel suo studio, si compiva la creazione artistica della domenica. I bozzetti diventavano giocatori dal dribbling proibito e dalla tecnica eccezionale,i cerchietti erano visi affaticati e le freccette diventavano palloni dalla traettoria imprendibile.

I lettori seguivano con attenzione la pagine di Silva, il tutto in un mondo dove il calcio si sentiva alla radio e si vedeva sul “muro di casa”, trasmesso attraverso l’immaginazioni di chi ascoltava la voce di Nicolò Carosio.

Due vignette di Carmelo Silva. In alto la storica vittoria della Nazionale a Wembley 1973. Sotto Mondiali di Spagna 1982 , Italia campione del Mondo.

Dopo la lunga militanza del Calcio Illustrato, che si concluse nel 1966, in contemporanea con la fine delle pubblicazione del giornale, Silva disegnò per alcuni anni per “La Notte” di Milano, giornale che nell’edizione del lunedì sera presentava le reti e le azioni della “sua” partita.

Poi la collaborazione con la Panini durata per quasi più di venti anni, con gli incontri della stagione azzurra per l’Almanacco Illustrato e in contemporanea tantissimi disegni per la Gazzetta dello Sport; sul fondo rosa del prestigioso quotidiano sportivo ecco arrivare le imprese di Platini, Falcao e Maradona raccontate dalla sua precisa matita. Naturalmente non dimentichiamo ‘l Bilgot , Zigo Zago , la Tribuna.

 

Gino Gaigher , Comp. Teatrale Filodrammatici – Via Cavallotti /Via Cesare Battisti.

( La Tribuna )

Carmelo Silva mentre disegna per “la tribuna” nella sede di via Roma

 

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Treviglio personaggi : Carmelo Silva

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Treviglio personaggi : Carmelo SilvaTreviglio personaggi : Carmelo Silva

Treviglio personaggi : Carmelo Silva

Carmelo Silva

Carmelo Silva, in arte semplicemente Silva (Treviglio, 1909 – Treviglio, 1996), è stato un disegnatore e umorista italiano. È conosciuto per l’attività di caricaturista anche se ha raggiunto la notorietà grazie soprattutto per i lavori realizzati come vignettista in ambito sportivo, segnatamente calcistico e ciclistico

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Treviglio Piazza Garibaldi di Carmelo Silva

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Treviglio Piazza Garibaldi di  vista da Carmelo Silva

carmelo silva piazza garibaldi

Treviglio Piazza Garibaldi di Carmelo Silva

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Carmelo Silva

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Carmelo Silva

Partita di calcio al campo sportivo. Il primo a da destra è il disegnatore Carmelo Silva, accanto il fratello

carmelo Silva foto di Roberto Fabbrucci

Partita di calcio al campo sportivo. Il primo a da destra è il disegnatore Carmelo Silva, accanto il fratello

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Carmelo Silva

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Carmelo Silva

Carmelo Silva In un periodo in cui non esisteva la televisione e la pay-tv era fantascienza,le partite erano per pochi eletti che andavano allo stadio, per tutti gli altri il grande appuntamento era con “Calcio illustrato”, un incontro da vedere in diretta attraverso la saggezza della china di Carmelo Silva.

Carmelo Silva e’ considerato l’inventore del calcio disegnato. Le sue partite hanno fatto epoca, attraverso il “Calcio Illustrato”, il settimanale che dal 1930 aveva raccontato agli italianile gesta dei protagonisti del campionato del Pallone. Nato a Treviglio aveva studiato a Bergamo Le sue prime vignette,erano vere e proprie caricature.

Carmelo Silva

Una lunga collaborazione con “Il Calcio Illustrato”,con una pagina dal titolo “La partita di Carmelo Silva” dove raccontava con i suoi disegni e con i suoi commenti, spesso ironici,le partite del campionato italiano di calcio. Dalla sua matita rivivevano i fasti e le magie dei grandi calciatori e delle grandi squadre. Il Torino di Mazzola e Loik,la Juventus di Sivori e Charles, il Milan del trio Gre-No-li, l’Inter di Herrera e Facchetti, il Milan di Rocco e tutti i protagonisti di un calcio da leggenda.

Per decenni Carmelo Silva da buon giornalista partiva la domenica mattina e si recava nella città per raccontare il big-match della settimana; i suoi viaggi erano per la maggior parte a Milano a Torino ma spesso andava anche più lontano come a Firenze e a Roma.

carmelo silva

Seduto in tribuna, attorniato da giornalisti, Silva si apprestava a seguire con attenzione tutta la partita, disegnava e creava con rapidità schemi e bozzetti come in un prezioso promemoria; i calciatori atletici e dinamici al momento erano delle semplici righe sufficienti per ricordare l’azione da raccontare, il tutto condito da freccette che indicava la direzione dei tiri. In poche parola il maestro “stenografava” con una matita quello doveva poi disegnare. Poi in redazione o nel suo studio, si compiva la creazione artistica della domenica. I bozzetti diventavano giocatori dal dribbling proibito e dalla tecnica eccezionale,i cerchietti erano visi affaticati e le freccette diventavano palloni dalla traettoria imprendibile. I lettori seguivano con attenzione la pagine di Silva, il tutto in un mondo dove il calcio si sentiva alla radio e si vedeva sul “muro di casa”, trasmesso attraverso l’immaginazioni di chi ascoltava la voce di Nicolò Carosio.

 

 

Carmelo-Silva-mentre-disegna-per-La-tribuna-nella-sede-di-via-Roma

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Il Lago delle Moe

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Bigulot’  Numero unico  (  Carmelo Silva. ) In una vignetta del grande Carmelo Silva degli anni ’80, disegna Peppone Oggionni, comandante dei vigili del fuoco, che scopre il mostro delle Moe,

I mòe Lo stagno chiamato Lago delle Moe era dopo il Rccolo , appena passato il sottopasso ferroviario

per la Malossa (a destra)

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Ma dove è finito l’obelisco di via Cavallotti?

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In questo disegno di Carmelo Silva ,si vede l’obelisco che ora non c’è piu’

obelisco via roma

e anche in questa cartolina del 1908 ( Via Cavallotti )[banner size=”468X60″]

obelisco via cavvallotti

Dal ” BILIGOT ” del 1958Treviglio obelisco via roma 2obelisco[banner]

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LE CITTA’ DELLA PIANURA PADANA : TREVIGLIO

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Treviglio, maggiore città della Gera d’Adda, cioé del basso territorio fra l’Adda e il Serio, seconda città della provincia di Bergamo, é situata a sud del capoluogo, nella pianura padana fertile e ben irrigata, con un clima continentale moderato.

È anche conosciuta come “la città dei trattori” per la presenza dell’azienda multinazionale SAME Deutz-Fahr Group.

Il toponimo Treviglio deriva da Trevillae, tre comunità rurali che si unirono a scopo difensivo. Portoli, Pisgnano e Cusarola si unirono così in un unico centro fortificato denominato Trivillium.
A tale nome venne aggiunto il sostantivo di Grassum per indicare la prosperità del borgo.
Quest’ultimo toponimo potrebbe però derivare dal latino Trivium che sta ad indicare un incrocio fra tre vie, denominato trivio appunto.
Nel corso dei secoli la città cambio più volte nome, passando per i toponimi di Trivilio, Trevì, Trevino, Trevilio per poi giungere all’attuale Treviglio.


Le origini di Treviglio risalgono all’alto medioevo, anche se non mancano reperti di età precedente, dall’unione di tre diversi insediamenti preesistenti, detti villae, da cui deriva il nome: Cusarola di origine gallica a nord,

Pisgnano di origine romana a sud e Portoli di origine longobarda ad ovest, un porto vicino all’Adda. La presenza di questi reperti, nonché l’impianto di alcune vie interne, fanno ragionevolmente ipotizzare un’origine tardo romana del primo insediamento.

Il procedimento fu un evento graduale, così che, quando ci si accorse che era nato il nuovo paese, la data di fondazione era passata già da un pezzo. Il primo nucleo del paese era cinto di mura, con tre differenti porte orientate ciascuna verso gli insediamenti originari.

L’unione dei comuni aveva uno scopo difensivo e di condivisione dei prodotti agricoli.

Il primo documento ufficiale che cita il nuovo borgo risale al novembre 964 ed è un contratto di permuta stipulato tra il vescovo di Bergamo, Odelrico, e Garibaldo da Stagiano. Esso riguardava la vendita di alcune pertiche di un campo.

L’antica politica di Treviglio prevedeva l’elezione diretta di venti consoli per ciascuno dei tre borghi originari, per un totale di 60 consoli. Essi rimanevano in carica per soli sei mesi, in modo tale che tutti gli abitanti a turno reggessero le sorti del paese.

La storia della città di Treviglio comprende una serie di eventi che hanno interessato il territorio cittadino sin dal I millennio a.C. Tre sono i centri urbani che unendosi hanno fatto nascere il borgo di Trivilium: Portoli, Pisgnano e Cusarola.

Il nuovo borgo, fortificato per evidenti scopi difensivi in un’epoca di forte instabilità come quella medioevale, ha perso in epoca moderna prima il suo fossato e poi le mura per collegare il suo centro storico al territorio circostante e divenire così un centro di riferimento per l’area circostante con i propri servizi e le attività di ogni settore qui insediatesi, supportate anche da uno sviluppo delle infrastrutture costante che continua ancora oggi con la realizzazione della BreBeMi e dell’alta velocità sulla linea ferroviaria Milano-Verona.

Poco si sa di ciò che avvenne nel territorio di Treviglio prima della sua fondazione, data la scarsità di reperti rinvenuti. Certo è che nella prima metà del I millennio a.C. la zona era abitata da piccole tribù dedite alla pastorizia e ad una primitiva agricoltura. Queste misteriose popolazioni sono note come Liguri.

Nel VI secolo a.C. gli Etruschi occuparono senza spargimenti di sangue la regione che diventando una loro colonia non fu invasa da tali popolazioni in massa, dato che il loro scopo era di sfruttare le risorse agricole a minerarie.

Nel V secolo a.C. essi persero però il territorio lombardo in favore dei Celti che si spinsero ad ondate fino all’adriatico. I Celti, che più tardi saranno chiamati Galli erano esperti in agricoltura e divennero un popolo sviluppato, prima della conquista romana. Essi realizzarono opere di bonifica ed irrigazione e coniarono delle monete di bronzo e argento che sono state ritrovate a Treviglio e nel vicino comune di Verdello.

In particolare abbiamo le dracme padane in argento coniate su imitazione delle coniazioni della Massalia già dal IV secolo a.C. e rinvenute persino in Cornovaglia.

La conquista romana a scapito della tribù dei Galli Cenomani, in origine alleati contro gli altri Galli, che abitava la zona avvenne dalla metà del III secolo a.C. e l’inizio del II secolo a.C.. Alla fondazione del villaggio gallico di Cusarola, seguì quella romana di Pisgnano. Successivo e di epoca diversa è Portoli di origine longobarda. Grazie alle leggi di Pompeo Strabone, Silla e Cesare gli abitanti transpadani raggiunsero maggiori diritti all’interno dell’impero fino a quando acquisirono la cittadinanza romana con la lex Iulia Municipalis del 49 a.C.. Il processo di romanizzazione poteva considerarsi concluso nel I secolo a.C.

La zona fu in questo periodo divisa in municipium ciascuno con il proprio territorio e Treviglio fu assegnata a quella di Palazzo Pignano, da dove erano stati liberati da Santa Melania e Piniano alcuni schiavi cristiani che avevano fondato Pisgnano. A testimonianza di ciò resta, oltre all’evidente somiglianza dei due nomi, il comune culto di San Martino.

Augusto, ordinando l’Italia in undici regioni chiamò Transpadana l’undicesima che comprendeva il Piemonte e la Lombardia a nord del Po fino all’Oglio, comprendendo così in questa anche Treviglio. Successivamente però con la divisione di Adriano la Lombardia a sinistra dell’Adda passò alla Venetia venendo unita all’odierno Veneto. Il centro diviene così per la prima volta terra di confine.

In questo periodo Treviglio è collocata nel distretto di Forum Diuguntorum, la cui sede di tale insediamento romano era molto probabilmente Fornovo San Giovanni, ove sono stati trovati molti reperti di tale epoca. Tra i luoghi abitati di origine romana avevamo insediamenti posti nelle vicinanze delle attuali frazioni di Pezzoli e Castel Cerreto.

Tra gli eventi che favorirono lo sviluppo della zona vi fu senz’altro il trasferimento della capitale dell’impero romano a Milano dal 286 al 406 d.C. Con Costantino e l’avvento del cristianesimo Treviglio finì sotto il vicariato di Milano. Intorno al 355 sorge a Treviglio la chiesa paleocristiana dell’Assunta.

Tra il 568 e il 569 i Longobardi provenienti dalla Pannonia calarono attraverso il passo del Predil nella pianura padana insediandosi stabilmente in Lombardia e Veneto per coltivarne le terre. Il 15 settembre dello stesso anno entrarono in Milano e stabilirono la loro capitale a Pavia. È quindi plausibile ipotizzare l’arrivo dei longobardi nell’attuale zona di Treviglio intorno ai primi di settembre dello stesso anno.

La permanenza dei Longobardi durerà ben 2 secoli e lascerà a Treviglio 3 tombe a cassettone: la prima fu scoperta nel 1896 nella piazza antistante la chiesa, l’altra nella stessa piazza nel 1936 e la più recente nel 1968 nella basilica di San Martino.

Nel VI secolo d.C. con lo scisma dei tre capitoli Treviglio adotta il rito patriarchino voluto da Paolino di Aquileia che, dopo l’introduzione di quello romano in epoca carolingia resterà come doppio rito fino al 1578, come testimonierà Carlo Borromeo. Il rito romano era infatti nel frattempo stato reintrodotto in epoca carolingia.

Tra la fine del VI secolo e l’inizio del VII la Gera d’Adda è caratterizzata da frequenti e violente inondazioni che allagano la zona sottocosta tra Cassano d’Adda e Treviglio costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle zone asciutte. Tali fenomeni sembrano avvalorare la tesi del lago Gerundo.

Con la morte del papa Gregorio Magno che riuscì a convertire i longobardi alla fede cattolica, ma non a risolvere il problema dei tre capitoli, la zona della Gera d’Adda venne a trovarsi in un vuoto di potere ecclesiastico. Sorsero così le pievi tra le quali la predominante sarà quella di Palazzo Pignano, retta da un corepiscopo. Questo paese che in passato a causa delle diverse dimensioni dei centri abitati aveva un ruolo chiave nella diffusione del culto nelle campagne circostanti e divenendo un centro di potere politico e religioso.

Lo sviluppo delle pievi darà certamente un impulso alla cristianizzazione del territorio già iniziata nel IV secolo.

La popolazione di Treviglio aumentò intorno all’anno 1000 con l’arrivo degli abitanti di Oriano, un paese del Bresciano distrutto, da identificarsi probabilmente con l’omonima frazione del comune di San Paolo, che si stabilirono nella zona sudorientale del paese, le cui mura furono così ampliate e alle quali fu aggiunta la nuova porta di Oriano. Le zone del centro storico, ciascuna con la sua porta e console di riferimento, passarono così da tre a quattro.

Datosi spontaneamente in feudo con il privilegio di Enrico IV, il 14 aprile 1081, al monastero benedettino di San Simpliciano, in Milano, il centro riacquistò la propria indipendenza riscattandosi a pagamento nel 1225 ed entra nella Communitas Mediolanensis nel 1279; nell’ottobre dello stesso anno il villaggio acquista il titolo di borgo da Guglielmo VIII, marchese del Monferrato. Si affrancherà anche da questa nel 1311, grazie all’ausilio dell’imperatore Enrico VII che la pone sotto la protezione del Sacro Romano Impero. Treviglio si vota così alla causa ghibellina.

Un documento del 20 ottobre 1305 conservato presso l’Archivio Storico comunale contiene una ratifica della concessione da parte del Consiglio Generale del Comune di Bergamo a Corrado della Torre, cittadino di Milano, per la costruzione di un canale dal fiume Brembo attraverso i territori di Brembate, Cisano Bergamasco e Boltiere mentre un altro dell’8 marzo 1307 conservato presso l’Archivio Storico del Comune di Bergamo indica Corrado della Torre destinatario di una concessione d’acqua di rogge trevigliesi mediante la quale ottenne dal Comune di Bergamo di derivare dal Brembo, presso Brembate, una presa d’acqua iniziando così il sistema di irrigazione dei campi trevigliesi, opera importante per l’agricoltura che acquistò da allora la sua produttività.

Il periodo medievale si chiuse con un patto di fedeltà coi Visconti di Milano nel 1333; la città conobbe sotto questi ultimi, a partire dal 1350 con la conquista di Giovanni Visconti, una fase di notevole prosperità legata all’aumento demografico e al sorgere di un numero esiguo di edifici signorili, che non hanno mai abbellito la città mantenutasi nel corso dei secoli, a partire dal trecento “Terra separata del ducato di Milano” con giurisdizione indipendente dalle dominazioni dei signorotti locali.

Nel corso del XV secolo vengono realizzate importanti opere pubbliche, quali le rogge Moschetta e Vignola, derivate dal Brembo, e un ospedale per poveri ed infermi, voluto da Beltrame Butinone.

Il borgo resta sotto il ducato di Milano, salvo brevi parentesi di occupazione veneta dal 1431 al 1433, dal 1448 al 1453 e dal 1499 al 1509. Ciò è dovuto ai continui scontri tra Repubblica di Venezia e Ducato di Milano per contendersi la Gera d’Adda, che termineranno solo nel secolo successivo, con la battaglia di Agnadello, che sancirà l’appartenenza del comune, pur come terra autonoma, al Ducato di Milano.

Nel breve periodo di dominazione veneta che va dal 1448 al 1451, i Veneziani provvedono a modificare il sistema difensivo del borgo, accrescendolo i tre fossati vengono sostituiti da un unico fossato e dalle mura.

Il Cinquecento si aprì per Treviglio, sotto l’occupazione veneta, con le lotte fra la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano e, quindi, fra Venezia e la Francia che aveva occupato quest’ultimo. Il borgo fu più volte conteso. L’occupazione veneta terminò in modo funesto il giorno 8 maggio del 1509 con il sacco di Treviglio che allora contava oltre tredicimila abitanti. I Veneziani presero anche a cannonate il campanile cittadino e incendiarono il centro. Le donne, ivi comprese le monache, furono violentate dato che Brisighella, il paese dei mercenari brisighelli al soldo della Repubblica era stato saccheggiato dalle truppe pontificie e ai soldati ne era stata data notizia. È proprio a causa del saccheggio che tali truppe non parteciparono alla battaglia del giorno seguente, essendo intenti a vendere la refurtiva.

Il fatto scosse Luigi XII che dall’altra parte dell’Adda presso Cassano vide il borgo in fiamme, così che il 14 maggio, attraversato il fiume provocò i Veneziani a battaglia e li sconfisse in modo sanguinosissimo il nella battaglia di Agnadello, ponendo così fine all’espansione veneta su terraferma. La Gera d’Adda e Treviglio resteranno così stabilmente coese a Milano.

Nel febbraio 1522, mentre la Gera d’Adda era coinvolta nella guerra d’Italia del 1521-1526 fra la Francia e la Spagna di Carlo V, alcuni soldati dell’esercito francese (li franzesi come erano chiamati all’epoca) furono insultati da dei concittadini sicuri della protezione data dagli Spagnoli. Tali soldati riferirono l’accaduto al loro generale e quindi la mattina di venerdì 28 febbraio 1522 il generale Odet de Foix, visconte di Lautrec al comando dell’armata di Francesco I in Italia che giovedì 27 febbraio decise di saccheggiare il borgo di Treviglio il giorno successivo.

I trevigliesi, resisi conto della gravità dell’accaduto e dell’impossibilità di ricevere alcun aiuto, si ritirarono nelle chiese per pregare. La mattina, dopo che il generale francese assieme ai suoi soldati stava espugnando la città, e a nulla erano valsi i tentativi dei quattro consoli della città che scalzi e con delle corde appese ai colli offrivano le chiavi cittadine al generale presso Casirate, l’immagine affrescata della Madonna dipinta fra Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino sul muro del campaniletto nella chiesetta del convento delle Agostiniane iniziò verso le ore otto antimeridiane a lacrimare e trasudare miracolosamente.

I fedeli si recarono quindi fuori gridando al miracolo, e il generale, dopo aver inviato i suoi soldati a verificare l’esattezza delle affermazioni asserite dai trevigliesi, si recò anch’egli nella cappella del miracolo. Qui, dopo aver passato a fil di spada il retro del muro per accertarsi che non c’erano inganni, depose l’elmo e la spada davanti alla Vergine, subito imitato dai propri soldati.

Tali armi, circa una ventina, restarono al comune di Treviglio che poi le donò ad un museo di Milano, conservando però quelle del Generale nel Santuario costruito a ricordo dell’evento. Esse sono esposte al pubblico nel periodo della festa del Miracolo che dalla sua istituzione il 1º giugno dello stesso anno si svolge l’ultimo giorno di febbraio.

Nel 1530, con la pace di Bologna, il borgo torna al Ducato di Milano. A seguito del miracolo, nel 1531 fu stabilito di celebrare l’evento con la festività e l’otto novembre 1583 il Cardinale e Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Milano Carlo Borromeo, in visita a Treviglio, dispone che si avvii la pratica per il riconoscimento del miracolo; in occasione di tale evento fu eretto un obelisco conservato ancora oggi nel piazzale del Santuario. Dopo l’elezione nel 1591 di quattro sovrintendenti per la costruzione del Santuario della Madonna delle lacrime, nel 1594 viene posta la prima pietra su progetto dell’architetto Bartolomeo Rinaldi.

Il 15 giugno 1619 l’icona della Beata Vergine delle lacrime fu traslata nel Santuario a Lei dedicato. Nel corso del 1600 le condizioni di vita in città continuarono a deteriorarsi, per via della lunga dominazione spagnola e delle pestilenze e calamità naturali che colpirono ripetutamente la Gera d’Adda, tra le quali quella di peste descritta da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi che scoppiò in città come violenta epidemia nel 1629, provocando la morte di ben 4.000 cittadini. A ricordo di tale nefasto evento è dedicato un secondo obelisco, sormontato da un teschio (richiamo alla morte nera) e posto di fronte all’istituto salesiano.

Nel 1647 il governo spagnolo delibera la vendita del comune di Treviglio al miglior offerente. I cittadini trevigliesi, orgogliosi della propria libertà ed autonomia, si riuniscono in consorzio e raccolgono 10.000 lire imperiali, garantendo così il rispetto degli statuti trecenteschi, che impedivano ai nobili qualsiasi forma di prevaricazione.

Nel 1658 la città fu saccheggiata dai francesi guidati da Francesco I di Modena, che portano guerra in Lombardia.

Solo nel 1700 Treviglio ricominciò gradualmente a svilupparsi, seppure tra qualche ulteriore epidemia, tra le quali quella di vaiolo particolarmente virulenta, sotto la dominazione austriaca. Il 16 agosto 1705 la città rimane illesa dopo che francesi, accampatisi a Treviglio, e imperiali si scontrano presso Cassano d’Adda. Nel 1744 il Cardinale Giuseppe Pozzobonelli si reca in visita ufficiale e, a memoria di tale evento, viene costruito il terzo obelisco situato in piazza del popolo.

Nel 1758 il centro abitato si guadagnò il titolo di città.

Nel 1786 Treviglio e tutta la Gera d’Adda furono aggregate alla nuova provincia di Lodi della Lombardia austriaca, nel XXV delegazione della Gera d’Adda superiore con tutti i comuni non cremaschi della Gera d’Adda, tornando però già nel 1791 sotto quella di Milano.

Nel maggio 1798 divenne capoluogo del distretto XIV dell’effimero dipartimento dell’Adda, avente per capoluoghi Crema e Lodi; nel settembre successivo lo fu del distretto XVII del dipartimento del Serio, avente per capoluogo Bergamo; da allora, e fino ad oggi, Treviglio è compresa nel territorio della città orobica. Nel 1799 prima la retroguardia francese, composta da 18.000 uomini, e poi l’esercito austro-russo del generale Melas campeggiano in città.

Nel maggio 1801 fu capoluogo del terzo distretto, in base alla legge del 23 fiorile nono anno, per diventare poi capoluogo del decimo distretto della Roggia Nuova nel giugno 1804, in base al piano del 27 giugno 1804. In seguito lo fu del primo cantone del secondo distretto omonimo, in base al decreto dell’8 giugno 1805.

Capoluogo del primo cantone omonimo del secondo distretto di Treviglio e sede di viceprefettura aggregò nel gennaio 1810 Calvenzano e Casirate d’Adda in base al decreto del 31 marzo 1809.

Nel 1815 con la Restaurazione fu privata del titolo di città per la sua ferma opposizione al dominio austriaco. In base al compartimento territoriale del Lombardo-Veneto Treviglio fu inclusa nella provincia di Bergamo come capoluogo del decimo distretto, con la notificazione del 12 febbraio 1816.

Intorno al 1838 un’epidemia di colera colpisce la città. Con il nuovo compartimento territoriale delle provincie lombarde, disposto dalla notificazione del 1º luglio 1844, Treviglio fu confermato capoluogo del decimo distretto.

Il 15 febbraio 1846 fu costruita la tratta ferroviaria Milano-Treviglio, l’Imperial Regia Strada Ferrata Ferdinandea, seconda in Lombardia dopo la Milano-Monza e facente parte della quarta linea ferroviaria di tutta la penisola.

Data l’importanza raggiunta dalla città fu costruita una stazione austroungarica situata nei pressi dell’attuale stazione Ovest. Nel 1848 la città prende parte alla Primavera dei popoli insorgendo contro gli austriaci. Nel 1853, con il compartimento territoriale disposto dalla notificazione del 23 giugno, Treviglio fu inserita nell’undicesimo distretto.

La città fu, con il resto della Lombardia, ad eccezione della provincia di Mantova, annessa al regno sabaudo nel 1859, nel quale divenne capoluogo di un circondario della provincia di Bergamo.

In base al compartimento territoriale disposto dalla legge del 23 ottobre 1859 il comune fu incluso nel primo mandamento di Treviglio, nell’omonimo circondario della provincia di Bergamo.

L’8 gennaio 1860 Treviglio riacquista con grande onore il titolo di città per decreto firmato dal re di Sardegna Vittorio Emanuele II e contrassegnato dal capo del governo Urbano Rattazzi.

Dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, con l’aggiunta della linea ferroviaria Treviglio-Cremona nel 1863, la città fu definitivamente avviata ad assumere il ruolo di punto di riferimento per la Gera d’Adda e di importante snodo viabilistico della regione; a partire da questi anni la vocazione industriale di Treviglio iniziò a crescere progressivamente, dando origine a una fase di sviluppo e progresso.

Nel 1899 il cardinale Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, depone la prima pietra per l’ampliamento del Santuario su progetto dell’architetto Cesare Nava. A seguito delle modifiche apportate al Santuario anche il piazzale circostante viene risistemato e rinnovato secondo lo stile Liberty.

I balconi circostanti sono ancora caratterizzati da intrecci di motivi floreali così come il teatro Filodrammatici adiacente.

A favore dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, si schiera Cesare Battisti, trentino, che pronuncia il 27 dicembre 1914 uno storico discorso nella sede del Mutuo Soccorso.

A ricordo è stata posta una lapide presso la Cassa Rurale ed artigiana con scritto: “Qui Cesare Battisti nella grigia ora del dubbio svegliò coll’appassionata parola la fede in una patria completamente redenta in una umanità più sicura e più giusta”.

Durante il conflitto Treviglio riceve numerosi feriti dal fronte, che vengono curati nell’ospedale cittadino, situato nell’odierna biblioteca, tra i quali Benito Mussolini, che si sposa nel Collegio degli Angeli con Rachele Guidi il 16 dicembre 1915, dopo aver convissuto con lei a Forlì nel 1910 ed aver avuto la figlia Edda.

Sul finire della Belle époque al commissario di nomina regia viene sostituito un sindaco liberamente eletto dai cittadini. Tuttavia, a seguito dell’avvento del fascismo il sindaco eletto localmente viene sostituito dal podestà eletto direttamente dal governo.

La casa del Fascio era situata nell’attuale questura, a testimonianza restano dei fregi esposti nel giardino della scuola superiore Simone Weil.

La seconda guerra mondiale colpisce gravemente il comune che viene bombardato più volte dagli alleati per via del triangolo ferroviario (Bergamo, Milano e Venezia) ivi presente e delle due stazioni.

Un aereo solitario americano denominato Pippo è rimasto particolarmente impresso nella memoria dei concittadini.

Dopo la fine della guerra, come nel resto d’Italia, anche qui è ripartita, seppur lentamente, la ricostruzione grazie al piano Marshall.

La crescita economica è arrivata non negli anni sessanta, ma più tardi, intorno agli anni settanta, portando un notevole livello di prosperità.

In particolare durante i due mandati del sindaco Ermanno Riganti tra il 1966 e al 1975, ci fu un periodo di forte crescita nel quale Treviglio si trasformò da grosso villaggio di campagna ad importante città industrializzata.

Ancora oggi i redditi pro-capite degli abitanti di Treviglio sono tra i più alti della provincia e confrontabili solo a quelli della città di Bergamo.

Nel 1978 uscì il film di Ermanno Olmi “L’albero degli zoccoli”, con attori non professionisti locali, che vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes.

Il film ambientato a Treviglio, fu girato a Martinengo, ad eccezione di una scena in cui compare via Cavallotti col suo fosso teso a rappresentare i navigli di Milano. La via fu per questo “milanesizzata” con l’applicazione di insegne.

Nell’estate del 2006 con l’ampliamento della ferrovia è stata scoperta una bomba aerea americana risalente al secondo conflitto mondiale che, dopo l’evacuazione di interi quartieri, è stata fatta brillare nella cava della Vailata.

Il 2008 è l’anno in cui ricorre il millesimo anniversario della costruzione del campanile. Esso dovrebbe essere restaurato e reso finalmente accessibile ai cittadini.

La scala al suo interno è infatti pericolante e la struttura interna dell’edificio è più danneggiata rispetto a quella esterna che risulta molto solida e a superato i recenti controlli preliminari.

Treviglio è stata definita il cantiere infinito o il cantiere aperto dato che molte opere pubbliche sono in corso di realizzazione e molte altre sono in progetto.

A Treviglio, comunità assai vivace, di larga partecipazione democratica e oggi ricchissima di volontariato, é sempre stata notevole l’iniziativa imprenditoriale.


L’agricoltura, insieme al commercio, é stata predominante fino a pochi decenni fa con un fiorente artigianato sopratutto del mobile intarsiato e una forte produzione di seta di cui facevano fede i piú di 200000 gelsi impiantati sul territorio e di cui rimangono ora pochissimi esemplari. Oltre all’agricoltura, commercio e artigianato, negli ultimi decenni si sono sviluppati fortemente il terziario e sopratutto l’industria, specie nei settori metalmeccanico, elettromeccanico e chimico.


Le due principali industrie collocate sul territorio trevigliese sono il gruppo SAME LAMBORGHINI HURLIMANN (trattori agricoli) e la BIANCHI (biciclette), entrambe leader mondiali nel loro settore, che recano ovunque e col massimo onore anche il nome Treviglio.

Persone legate a Treviglio:
Bernardino Butinone, pittore
Renato Cialente, attore e doppiatore
Giovan Battista Dell’Era, pittore
Pier Luigi Della Torre, chirurgo
Giacinto Facchetti, ex bandiera dell’ Inter
Trento Longaretti, pittore
Piero Mentasti, politico e partigiano
Giuseppe Merisi, vescovo cattolico
Pietro Martinelli, compositore e musicista
Battista Mombrini, pittore e scultore
Ermanno Olmi, regista, sceneggiatore, montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico e scenografo
Luigi Ornaghi, contadino, attore non professionista ne L’albero degli zoccoli (impersonava Batistì, il capofamiglia protagonista)
Andrea Possenti, astrofisico
Edoardo Ronchi, politico, accademico ed ex ministro dell’ambiente
Ildebrando Santagiuliana, scrittore e storico
Tullio Santagiuliana, scrittore e storico
Carmelo Silva, disegnatore umoristico
Andrea Verga, medico e politico
Bernardo Zenale, pittore

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
email: [email protected]
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Edicola Trevigliese del Passato

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Edicola Trevigliese del Passato I Giornali di Treviglio

Il Popolo Cattolico è un settimanale di stampo cattolico fondato da Monsignor Ambrogio Portaluppi nel 1921.Il Popolo Cattolico, tra pochi ancora rimasti nei centri minori, ha continuato a pubblicare i suoi numeri anche durante il secondo conflitto mondiale senza alcuna interruzione.Il Popolo Cattolico è stato il trampolino di lancio del disegnatore satirico, noto in ambiente sportivo, Carmelo Silva. Attualmente è diretto da Amanzio Possenti.Il giornaledi Treviglio è un giornale piu’recente, nato nel 1997. Poi c’è “Il Biligot”, periodico satirico che il 28 Febbraio di ogni anno è presente nelle edicole di Treviglio e dintorni nasce nel 1928.Il periodico ha superato guerre , tragedie e traversie varie ma continua anno dopo anno , con il suo aspetto ironico, a “fotografare” cose e persone della citta’ di Treviglio.

La Tribuna : Mensile di politica, cultura e attualità della Pianura Bergamasca fondato nel 1975 e pubblicato sotto la direzione di Roberto Fabbrucci fino al Novembre del 1999 , ha costituito un preciso punto di riferimento nel dibattito politico-amministrativo locale dagli anni ’70 Ma questi giornali hanno avuto dei predecessori, sin dalla fine del 1800.

Edicola Trevigliese del Passato

“Il Santuario di Treviglio” Periodo di stampa: 1 gennaio 1898-1 dicembre 1926.

Uscita quindicinale dal 1898 al 1907; poi mensile fino al 1 Dicembre 1926 “Il Santuario della Beata Vergine delle Lacrime di Treviglio” venne realizzato tra il 1594 ed il 1619 in un’area attigua al Monastero delle Agostiniane. “Il Santuario di Treviglio” era il bollettino ufficiale.Il giornale, che continuò la pubblicazione anche dopo l’ultimazione dei lavori di ampliamento, avvenuta nel 1902, riporta in ogni numero i nomi dei donatori nonché i nomi di coloro che lavorarono gratuitamente al cantiere;Interessante la rubrica “Memorie trevigliesi”, in cui vengono riportati fatti storici ripresi dai testi di Emanuele Lodi e di Giovanni Maria Camerone o vengono descritti monumenti significativi non più esistenti.

La Sveglia , periodo di stampa : 12 gennaio 1907 – 18 dicembre 1920. Era un settimanale (uscita il sabato). Durante gli anni della Grande Guerra, il periodico si occupa di una cronistoria precisa e puntuale del conflitto, segnalando anche i soldati di Treviglio e della zona caduti sul campo di battaglia e pubblicando le lettere che i soldati al fronte scrivevano ai loro cari, facendo così da tramite tra militari e famiglie.

Il Campanile: Giornale della Città e Circondario di Treviglio , periodo di stampa: 18 agosto 1895 – 28 febbraio 1914

Era un settimanale (uscita il sabato). riportava fatti di cronaca e a carattere politico riguardanti Treviglio e i paesi vicini. Supplementi – LA CINCIRIMBACOLA: supplemento straordinario 1896-1899; – IL CINCIRIMBACOLINO: supplemento mensile illustrato 1902-1904. “Cincirimbacolino”, a carattere umoristico, conteneva battute ironiche rivolte a personaggi trevigliesi

Cronaca Trevigliese, periodico settimanale della Città e Circondario di Treviglio , periodo di stampa : 2 gennaio 1886-30 dicembre 1893- 21 novembre 1896.

Nel 1886 settimanale (sabato); dal 1887 trisettimanale (martedì, giovedì, sabato); dal 1890 bisettimanale (mercoledì e sabato ) Dal 1889 n. 110 i numeri pubblicati il giovedì sono interamente dedicati all’agricoltura, con l’aggiunta di una doppia e propria numerazione e con il cambio del complemento del titolo in: Organo del Comizio Agrario di Treviglio. Dal 1890 il complemento del titolo scompare; conteneva un supplemento illustrato della cronaca trevigliese.

Il Risveglio:  Giornale democratico di Treviglio e Circondario,  periodo di stampa gennaio 1907- 24 dicembre 1908.(Settimanale il sabato).Apertamente anticlericale: non solo i contenuti degli articoli manifestano una chiara opposizione al clero e ai suoi sostenitori, ma anche il linguaggio utilizzato non è privo di parole particolarmente colorite In ogni numero compare la rubrica “Asterischi”, dove vengono riportate battute salaci contro il clero, nonché la rubrica “Stato civile”, in cui vengono riportati i matrimoni e le morti, con distinzione tra “a domicilio” e “in ospedale”.

Gazzetta Trevigliese , periodo di stampa : 4 gennaio 1862- 17 marzo 1864. ( Settimanale inizialmente il Giovedi poi il Sabato ) Dal 1864 il periodico continua con il titolo L’Associazione: Gazzetta del Circondario di Treviglio; il complemento del titolo cambia. Il programma de “La Trevigliese: Gazzetta del Circondario di Treviglio” è contenuto nel sottotitolo, che così recita “Storia contemporanea, letteratura, commercio, arti, industria, agricoltura, atti e notizie ufficiali, annunci pubblici e privati”: coerentemente con le premesse il giornale riporta in ogni numero parecchie notizie di attualità, soprattutto legate alla storia d’Italia ed ai problemi connessi al governo dello Stato, unite a notizie di cronaca locale, brani di letteratura, informazioni riguardanti lo stato dell’agricoltura e dell’economia sia a livello locale sia a livello internazionale e annunci economici di ogni tipo. 

Tutte le immagini tratte da : Treviglio tra le pagine

( Raccolta multimediale delle riviste Trevigliesi )

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Treviglio , correva l’anno 1956

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Treviglio , correva l’anno 1956

Treviglio , correva l'anno 1956

Treviglio , correva l’anno 1956

Stazione Elettrica Telefoni Campane

Treviglio , correva l’anno 1956  Stazione Elettrica, Telefoni, Campane.

Gianni Legramandi

Gianni Legramandi

Commento di Carlo Buttinoni : Vi assicuro che, nell’epoca in cui i mezzi di comunicazione erano pochissimi, riuscire a comunicare con persone all’altro capo del mondo, dava un emozione unica !
Ad ogni contatto con persone di altri continenti, corrispondeva uno scambio epistolare (anche solo una cartolina !!!) che generava una nuova amicizia. Fantastico !

Gianni Legramandi Correva l'anno 1956

Gianni Legramandi , Correva l’anno 1956

1956

1956

Obelisco Via Cavallotti

Obelisco Via Cavallotti

Treviglio 1956

Treviglio 1956

Scuole e Istruzione

Scuole e Istruzione

 

Treviglio 1956 Viale De Gasperi

Treviglio 1956 Viale De Gasperi

1956 Mario Morettini Matrimonio

1956 Mario Morettini Matrimonio   Tutto su Mario Morettini

 

Scuole Via De Amicis

Scuole Via De Amicis

Gino Bartali a Treviglio nel 1956

Gino Bartali a Treviglio nel 1956 Altri link su Gino Bartali

Commento di Erminio Michele Bacchetta :

Salumificio Verdi ,Stagionatura propria in Langhirano, sembra poco ma era il primo prosciutto di Parma.

 

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