Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Treviglio : conoscere la nostra storia per costruire un futuro migliore

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Sono passati quasi 500 anni dal quel 28 febbraio 1522 quando Treviglio fu salvata dall’invasione francese. Da quando sgorgarono lacrime dall’affresco di quello che divenne poi il Santuario della Madonna delle Lacrime. Da quando la città subì un destino diverso per miracolo. Ma, estraniandosi per un attimo dal religioso: cosa avveniva in Pianura in quei tempi? Cosa spinse il Generale Lautrec a marciare su Treviglio e solo su questa città? Un po’ di storia. Inquadriamo il periodo.  Siamo nella prima metà  del Cinquecento. La Lombardia è in balia di Francesi e Spagnoli  che si contendono i territori con l’obiettivo di conquistare il titolo imperiale: la situazione vede Milano e quasi tutta la nostra regione sotto il dominio di Carlo V, mentre  i Francesi di Francesco I si sono ritirati a Cremona. Insomma siamo nel pieno della prima guerra franco-spagnola (1521-1526).

Treviglio : conoscere la nostra storia per costruire un futuro migliore

Treviglio : conoscere la nostra storia per costruire un futuro migliore

A capo delle truppe d’Oltralpe vi è il generale Odet de Foi, visconte di Lautrec, militare francese descritto da uno storico dell’epoca (purtroppo il suo nome non ci è pervenuto) come «più duro del diamante, più crudo della tigre, più saldo dello scoglio». E queste sue caratteristiche si riveleranno fondamentali per capire la “cattiveria” che, ad un certo punto, mosse i francesi contro Treviglio. Non ci fu mai simpatia per i cugini d’Oltralpe (oggi come allora, bisogna ammetterlo, e chissà poi perché), così quando una loro piccola legione bussò alle porte di Treviglio chiedendo asilo e rifornimenti, gli abitanti risposero uscendo dalle mura impugnando le armi e rimandando i soldati da dove erano venuti. La Francia se la legò al dito. E l’occasione per vendicarsi non stentò ad arrivare.Organizzato l’esercito (composto da mercenari svizzeri, dettaglio importante), Lautrec partì da Cremona e, la sera del 27 febbraio, arrivò a Rivolta. L’obiettivo era chiaro: Treviglio sarebbe stata data in pasto ai soldati che, saccheggiandola, si sarebbero garantiti i denari di cui lo stesso comandante non disponeva per pagarli. Astuto Lautrec. Se si chiudono gli occhi per un istante e si prova ad immaginare quelle centinaia di soldati in marcia, la cui visione fu senz’altro preceduta dal rumore dei passi degli stessi, dal rimbombo degli zoccoli dei cavalli e dal ferro delle corazze e delle spade e se si prova poi ad immaginare il panico dei cittadini, impotenti di fronte alla crudeltà di ciò che li attendeva, coscienti che non avrebbero avuto scampo, può essere in effetti che vengano i brividi.Il miracolo. Nessuna mediazione politica e religiosa riuscì a fermare il piano francese: né il tentativo del Capitano Bernardino Visconti, che convinse Lautrec ad ascoltare i cittadini che provarono a discolparsi; né il tentativo di Monsignor Serbelloni che provò a commuovere  il generale. Alla popolazione non restò che pregare, affidandosi alla profonda fede che nutriva da sempre in Dio e nella Vergine Maria. L’esercito francese era intanto entrato nella città ed aveva iniziato il saccheggio. Quella notte fu  vissuta nelle chiese, unico rifugio dei trevigliesi, in una veglia sommessa e singhiozzante fino a quando, al sorgere del  sole del 28 febbraio 1522, all’improvviso, una voce risuonò per le vie tra stupore ed emozione in un’unica parola: «Miracolo!», si gridò.Tutti si riversarono per le strade e si strinsero nel luogo del miracolo. Anche i soldati furono sorpresi da quello che stava accadendo e si avvicinarono: l’immagine della Madonna dipinta sul muro di Sant’Agostino versava copiose lacrime e sudava da tutto il corpo, mentre la figura del bambino  e del muro circostante restavano asciutte. Come poteva essere? Giunse anche Lautrec dapprima incredulo tanto che, pensando ad uno stratagemma escogitato dalla popolazione per salvarsi, fece esaminare (presente Serbelloni) la parete interna convinto di svelare il trucco. Ma dovette ricredersi e cedere di fronte all’evidenza che videro i suoi stessi occhi e, impressionato, si genuflesse  davanti a quell’immagine cercando di asciugare le lacrime che  continuarono incessantemente a rigare il viso di Maria per sei lunghe ore. Serbelloni a quel punto proclamò il miracolo. Lautrec, in ginocchio davanti alla Vergine, in segno di devozione e rispetto, depose l’elmo e la spada che ancora oggi sono conservati in una teca ed esposti nel Santuario di Treviglio, costruito a testimonianza del miracolo accaduto e prova indelebile della fede trevigliese. Treviglio fu salva e non fu più teatro di guerre visto che, come ci racconta la storia, i Francesi furono poi definitivamente sconfitti alla Bicocca.

 

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Treviglio storia …..

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Storia, fede, tradizione, arte e folclore si intrecciano e rivivono ogni anno a Treviglio in onore della Madonna che il 28 febbraio del 1522, con le sue lacrime salvò la città dall’ira del generale francese Lautrec, scatenata dall’amicizia dei trevigliesi con Carlo V di Spagna. Quattro cortei di personaggi in costume d’epoca percorrono le contrade dove si rivivel’incontro della consegna delle chiavi della città a a Lautrec. Ma proprio quando ogni speranza sembra perduta, ecco provenire dalla vicina chiesetta delle Agostiniane un gruppo di donne che acclamano al miracolo e invitano Lautrec a constatare di persona le lacrime che sgorgano dall’immagine della Madonna. Il generale depone allora la spada e decreta la fine dell’assedio.Il ‘500 segnò un periodo particolarmente infelice per Treviglio: già nei primi anni del secolo fu vittima delle contese tra Veneziani e Francesi.Nel 1509 i Veneziani saccheggiarono e depredarono il Borgo, appiccandovi diversi incendi che distrussero persone, edifici e ricchi patrimoni librari e documentari.Cacciati i Veneziani dai Francesi, la Gera d’Adda diventò oggetto di conquista per Carlo V di Spagna presente a Milano e al quale i Trevigliesi chiesero protezione, suscitando le ire dei Francesi, che, guidati dal generale Odetto di Foix, visconte di Lautrec decisero di muovere battaglia contro Treviglio.La sera precedente l’attacco da parte delle truppe francesi, i Trevigliesi, ormai allo stremo delle forze e consapevoli di non essere in grado di resistere all’assedio, si riunirono in preghiera intorno ad una immagine della Madonna col Bambino, dipinta su una parete del Monastero delle Agostiniane.All’alba del 28 febbraio 1522 il dipinto cominciò a versare lacrime, inducendo i fedeli e le monache lì riuniti a gridare: Al Miracolo!Il clamore della folla giunse fino al generale Lautrec e ai consoli della Città, i quali convenuti sul posto, constatarono la prodigiosità dell’evento.

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La storia della Chiesa San Rocco di Treviglio

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La storia della Chiesa San Rocco di TreviglioLa storia della Chiesa San Rocco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Storia della Chiesa di San Zeno a Treviglio

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Storia della Chiesa di San Zeno a Treviglio11855888_1698710207016897_431582133891451847_n

casìna del preòst …. oggi Parrocchia San Zeno

Storia della Chiesa di San Zeno a Treviglio

1978 (8 ottobre): è l’inizio della nostra comunità. La preoccupazione più importante è fare la chiesa e costruire una comunità. La catechesi viene fatta al Collegio delgli Angeli.

1979: Si incomincia a puntare gli occhi sulla CASCINA di via Gerola n.1: ci sono le prime stanze, qualche “ca mata”, una stalla.A ottobre, ricordando il 1° anniversario dell’inizio della comunità, si fa la prima festa in cascina.

1980: si fa il primo oratorio feriale: è un’esperienza molto importante, anche se crea diversi disagi alle famiglie che ancora risiedono in cascina. Ogni anno l’esperienza dell’oratorio feriale
verrà ripetuta

(Carlo Buttinoni : MI pare di riconoscere suor Carolina )

1981: La chiesa è terminata: il 18 ottobre il Cardinal Martini viene per la consacrazione: ora è
necessario pensare seriamente all’oratorio. Si trova una sistemazione più confortevole alle
famiglie che ancora abitano in cascina. Ora la cascina può essere sistemata.

1982: nel mese di marzo si chiede “la licenza al comune”: iniziano i lavori. LA prima parte della
cascina viene presto messa a nuovo: nel mese di ottobre la prima parte viene terminata,
attrezzata e occupata.

1983 (marzo): le stalle vengono abbattute perché sono pericolanti. Si pensa di costruire un salone là
dove c’erano le stalle: si fa domanda in comune.
A ottobre inizia l’esperienza del doposcuola

1984 (novembre): iniziano i lavori per la costruzione del salone

1985 (3 novembre): il salone è terminato: facciamo la prima festa della comunità nel nuovo salone.
Abbiamo anche il campo da gioco a fianco dell’oratorio: non dobbiamo più attraversare la
strada per giocare.

1986 (7 luglio): è terminato anche il portichetto che congiunge i due fabbricati.

1987: abbiamo già i permessi per la cinta e la sistemazione dei cortili.

Chiesa S. Zeno l’altare Foto di Ernesto Belloli‎ su Treviglio Amarcord
Damiano Bussini  : Con una serie di grandi vetrate e affreschi di Trento Longaretti.
Mauro Pala :  Non meravigliatevi, ma nella chiesa di San Zeno non sono mai entrato. Come in altre chiese, San Giuseppe o San Carlo, per esempio. Da questa immagine, appare bellissima. Andrò sicuramente. Non vogliatemene se ci andrò perchè sollecitato a vedere questi capolavori. Mai dire mai .

 

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Cronistoria Chiostro San Pietro Treviglio

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Cronistoria Chiostro San Pietro

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Treviglio Palazzo Stefanoni ( Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni )

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Treviglio Palazzo Stefanoni

Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

( ed. Clessidra 2002)

Il complesso si sviluppa attorno ad uno spazio vuoto che ha due accessi, l’uno in via
Bicetti e l’altro in via Roma.

All’interno del cortile è ancora visibile la parte “nobile” del Palazzo, costituita da un portico che immette in una serie di sale, in passato affrescate con fregi di sottocornice databili al sec. XVI: l’eleganza delle decorazioni, il tema della pittura pompeiana riproposto, la composizione delle figure, inducono a pensare alla mano di un’artista che probabilmente aveva frequentato la scuola romana di Raffaello o di Giulio Romano.

Treviglio Palazzo Stefanoni ( Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni )

Treviglio Palazzo Stefanoni ( Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni )

 

 

Gli affreschi, strappati a seguito degli interventi di restauro dell’edificio, sono ora visibili nella sala principale del Ristorante Nazionale, dove erano collocati originariamente.

Palazzo Stefanoni Via Bicetti

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“Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

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Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni- ed. Clessidra 2002

Percorrendo il breve tratto tra via Galliari e il piazzale del Santuario è possibile vedere alcuni giardini ricavati nella sede dell’antico fossato che circondava interamente il centro storico di Treviglio, a margine delle mura.

 

Treviglio Piazza Cameroni oggi Piazza del Popolo

Treviglio Piazza Cameroni oggi Piazza del Popolo

 

Dopo aver percorso questo breve tratto di circonvallazione si può rientrare in centro
attraversando il piazzale del Santuario. A sinistra è presente una colonna evocativa in pietra eretta nel 1584 a ricordo della visita di San Carlo Borromeo. A destra si trovano il Teatro Filodrammatici, costruito in stile liberty tra il 1904 e il 1907 su progetto dell’ing. Carlo Bedolini e l’ex Monastero di S. Agostino, con l’annessa Cappella del Miracolo.

 

 

Attraversando i vicoli che collegano il Piazzale Santuario con via Roma è possibile notare alcuni spazi “minori” dell’evoluzione urbanistica ed architettonica del borgo: percorrendo via S. Agostino si nota Casa Casali che porta ancora le tracce di un’insegna che dimostra come il centro storico, fino a pochi anni fa, ospitasse parecchie osterie, la maggior parte delle quali oggi è scomparsa.

Proseguendo si nota al civico 18 una piccola porticina che introduce in un laboratorio artigianale: era il retro di Palazzo Silva, dove avevano sede le scuderie, e dove, prima ancora, era ubicata la Chiesa di S. Cristoforo.

Più avanti, sulla destra del crocevia che riconduce a piazza Manara, c’è la denominata Casa Brugnetti, dimora trecentesca che mostra ancora tracce di finestre gotiche.

Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

Proseguendo lungo il vicolo Municipio ci si ritrova in via Roma, sulla quale si aprono una serie di vicoli che sono testimonianza del passato romano della città. Gli edifici che qui si sviluppano perlopiù in cortili interni, mostrano segni di un passato aulico nella foggia degli archi dei portici a piano terra e negli elementi decorativi presenti sulle facciate.

Di fronte al vicolo S. Agostino si apre via Bicetti, che conduce all’ingresso della Sala Crocera sede di eventi culturali, già appartenente al Monastero di S. Pietro, convertito in Ospedale alla fine del sec. XVIII e oggi adibito a Centro Culturale.

Via Bicetti (lungo la quale si nota inoltre il Palazzo oggi proprietà Stefanoni, in passato, probabilmente appartenente alla famiglia Butinoni) prende il nome da Giovanni Maria Bicetti Butinoni, medico di nascita trevigliese, discendente della famiglia Butinoni da cui provenivano anche Beltrame Butinone, fondatore dell’Ospedale di S. Maria, e Bernardino Butinone, pittore quattrocentesco.

Al termine di via Bicetti si arriva all’unico parco presente nel centro storico e di fronte si
scorge la struttura dell’asilo Carcano, istituzione fondata da Carlo Carcano nel 1835 con lo scopo di promuovere un’opera di solidarietà a favore di bambini indigenti, oggi sede di una scuola materna e della sede del Comando di Polizia Municipale.

Prima di rientrare nel centro storico a nord del giardino pubblico si nota la sede del Collegio degli Angeli, istituzione scolastica “erede” delle scuole fondate dall’Abate Correggio in via Zanda nel 1836.

Tornando nel centro storico attraverso il giardino e imboccando via dei Facchetti si
raggiunge uno degli ingressi del Centro Civico Culturale, ex Monastero di S. Pietro.
Proseguendo attraverso via Buttinoni, sl civico 3 si trova testimonianza dell’Ospedale di S.Maria, istituito nel 1316 da Beltrame Butinone e qui rimasto fino alla fine del sec. XVIII,
quando venne trasferito nel già menzionato ex Monastero di S. Pietro.

La sua struttura è stata modificata nel corso dei secoli e non ne rimangono tracce significative ad eccezzione della tela raffigurante S. Antonio Abate e S. Carlo, databile 1610 e proveniente dalla Cappella dell’ospedale.

Proseguendo in via Zanda, prolungamento rettilineo di via Buttinoni (traccia dell’antica
centuriazione romana) si possono notare molti cortili: al civico 7 è visibile Casa Setti, che prende il nome da Giulio Setti: nato nel 1869 a Treviglio, operò come direttore d’orchestra e di coro nei principali teatri non solo europei ma anche d’oltreoceano.

Al termine di via Zanda si apre piazza Giuseppe Setti, in passato adibita a quartiere militare.
Lungo il tratto di circonvallazione che collega piazza Setti con l’antica porta Zeduro (al
termine di via Roma) si incontra il complesso delle Scuole Comunali, edificato nel 1899.

Di fianco alle scuole si apre il rettilineo della via Mons. A. Portaluppi, caratterizzato dalla
presenza di un consistente nucleo di case, edificate dalla Società Edificatrice Case
Operaie, e dalla Cascina Redentore, edificata dalla Cassa Rurale

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“Treviglio: storia, arte e cultura”

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“Treviglio: storia, arte e cultura”

Le origini di Treviglio risalgono all’epoca del Medioevo, quando tre borgate già esistenti, si unirono tra di loro, a scopo difensivo, delineando la nascita di Treviglio, appunto “Tre Ville”. Il Borgo era di modeste dimensioni, venne fortificato e circonadato con mura difensive e munito di tre porte, collocate in direzione delle tre preesistenti borgate, Cusarola, Pisgnano e Portoli, e al centro di Treviglio vennero edificate la Chiesa e il Municipio.

La storia conferma che a Treviglio sorse da un nucleo centrale fortificato, detto “Castrum Vetus” ossia “Vecchio Castello” e che era ubicato tra le attuali piazza Manara, piazza Garibaldi e via Fratelli Galliari ed aveva un piccolo accesso sito nell’attuale vicolo Teatro.

Il Castrum Vetus, ovvero il castello vecchio, non identifica un castello, bensì una zona fortificata con mura, munito di torri e di una porta d’ingresso, circondata da un fossato.Successivamente la crescita della popolazione fece sì che sorgessero successivamente cinte murarie a difesa della prosperità cittadina.

La Torre Civica

Nel 1008 fu eretta una alta torre d’osservazione nel centro del borgo allo scopo di controllare l’eventuale arrivo di nemici. Nel corso dei secoli successivi (tra il XVI e il XVII secolo), durante i lavori di restauro della vicina Basilica di San Martino, la Torre Civica venne unita alla chiesa per divenirne l’attuale campanile.

Di stile gotico lombardo, alto 62 metri, il Campanile di Treviglio è il simbolo
il soggetto del francobollo da 0,60€ uscito il 30 agosto 2012 nell’ambito della serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

Storia Arte Cultura
Lungo la via Roma è possibile scorgere una particolare diversificazione tipologica negli
edifici: si affiancano cortili con portici e logge a cortili con distribuzione a ballatoio.
La maggior parte delle facciate è arricchita con elementi decorativi, databili ai sec. XIX e
XX, segno di un benessere economico dovuto alla particolare vocazione della via: quella
di essere “spina commerciale privilegiata”.

Il passato antico della via è visibile
nell’ortogonalità con le vie laterali: chiaro segno permanente della presenza della
centuriazione romana in centro storico.
Va Roma prosegue in rettilineo con via Rozzone, imboccando la quale ci si ritrova nella
porzione sud di via Carcano: qui era anticamente ubicata Casa Federici (civico 19),
costruzione del sec. XV, di cui si conserva memoria in una lapide incastonata in prospetto.
In fondo alla via Carcano è visibile l’ingresso del complesso in passato occupato dalle
Madri Canossiane, oggi sede della Cassa Rurale.

Dalla via dè Federici si prosegue per via S. Martino, una delle quattro strade principali del
centro storico, che conduceva a Porta Nuova. Il nome di “Porta Nuova” deriva dal fatto che
la porta fu l’ultima in ordine di tempo a essere realizzata.Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni – ed. Clessidra 2002

Visitare Treviglio ( da Bergamo News )Secondo comune bergamasco per numero di abitanti dopo il capoluogo, Treviglio si trova nella media Pianura Padana, a circa 20 chilometri in direzione sud da Bergamo: fondata nel corso dell’alto medioevo per scopi difensivi, la cittadina oggi rappresenta un punto strategico nel crocevia di strade e ferrovie che la collegano con Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano.

La basilica di San Martino La basilica di San Martino fu edificata nel 1008 dove sorgeva la chiesa preromanica dell’Assunta, e subì diversi interventi di ampliamento nel corso dei secoli. La basilica presenta elementi architettonici tipici dello stile gotico lombardo dovuti a un primo ampliamento, mentre la facciata attuale è stata realizzata del 1740 dall’architetto Giovanni Ruggeri secondo lo stile barocco.

Nella navata destra, accanto alla zona presbiterale, è collocato il Polittico di Zenale e Butinone, risalente al 1485, una delle opere più importanti del rinascimento lombardo, in quanto segna il passaggio tra il gotico e il rinascimentale.

La basilica offre anche diverse opere di Cavagna, Procaccini e Montalto oltre ad un pregevole Fonte Battesimale del 1529. Il campanile in stile gotico lombardo della basilica è conosciuto come simbolo della città di Treviglio poiché, grazie ai sui 60m di altezza è visibile a chilometri di distanza. Nel corso dei secoli è stato un punto di riferimento sia per scopi religiosi sia civili e militari, in quanto era usato per le segnalazioni di pericolo dai vicini comuni.

I“Treviglio: storia, arte e cultura” l santuario della Madonna delle Lacrimel santuario della Madonna delle Lacrime fu costruito a partire dal 1594 a seguito del miracolo della madonna che, piangendo, salvò Treviglio dall’avanzata francese.

Alla costruzione del santuario hanno lavorato grandi artisti come l’architetto caravaggino Fabio Mangone, autore dell’altare maggiore. Si può salire sull’altare e tramite splendidi gradini in marmo si riesce ad andare proprio sotto al quadro della venerata immagine della Madonna delle lacrime, sotto al quale sono tuttora conservate la spada e l’elmo del visconte di Lautrec. E’ consigliata inoltre la visita della “cripta magica” sotto il santuario.

“Treviglio: storia, arte e cultura” La biblioteca civica di TreviglioLa biblioteca civica di Treviglio, fondata nel 1861, e intitolata all’abate trevigliese Carlo Cameroni (Treviglio 1793 Torino 1862), figura importante del Risorgimento italiano, per aver egli donato, pochi mesi prima di morire, la propria libreria alla città d’origine affinché venisse costituita una biblioteca pubblica.

Alla morte di Cameroni, il Comune accetto il lascito e apri la biblioteca alla cittadinanza. Sul nucleo librario di Cameroni, ricco di 4176 volumi, crebbe la biblioteca, che si arricchi col tempo di alcune importanti acquisizioni librarie e documentarie: in alcuni casi fondi antichi in possesso del Comune, in altri donazioni di illustri personaggi trevigliesi.

“Treviglio: storia, arte e cultura” Treviglio nel XV secolo di Luigi Minuti

Anche il travagliato XV°, come il precedente, è un secolo d’oro per Treviglio, crescono ricchezza e benessere e la città si riempie di edifici non più di legna ma di solidi mattoni, anche se abilmente frammisti ai sassi di fiume, ed in più a metà secolo, sorgono, in fretta e bene, le austere e più solide mura venete. La Basilica di S. Martino nuovamente viene accresciuta, i lavori a carico del Comune, prendono avvio nel 1481 e si protraggono per più di vent’anni, iniziati nel bel mezzo della Signoria degli Sforza, vengono ultimati all’inizio dell’occupazione francese, e splendide dovevano apparire la sua facciata gotica, i colonnati delle navate in mattoni rossi, e quel nuovo piccolo campanile che accarezza l’abside e che allora si poteva vedere anche dalla sua base.Forse i bei tempi antichi non sono mai esistiti se non nella nostra nostalgica fantasia ma se così non fosse quelli e non altri meritano menzione. Anche se non erano tempi pacifici, anzi, tutt’altro. Il secolo inizia con il primo Visconti a portare il titolo di Duca: Gian Galeazzo, che alla Comunità di Treviglio concede nuovi Statuti di ampia autonomia e che, come un fulmine, conquista un così vasto territorio che alla sua improvvisa morte, nel 1402, il figlio sopravvissuto, Giovanni Maria, farà fatica a conservarlo; ne manterrà una parte al prezzo di lunghe e sanguinose guerre, perderà Brescia, occupata da Giovanni Rozzone, condottiero trevigliese che gliela sottrae per un intero anno, poi la vende ad un altro condottiero, Pandolfo Malatesta da Rimini che nel 1421 la cederà alla Serenissima insieme al Bergamasco.

I Visconti tentano di riconquistarla ma sconfitti duramente nel 1426 perderanno definitivamente tutti i territori a nord del Fosso Bergamasco e al di là del fiume Oglio. Vicino alla metà del secolo ecco che la dinastia dei Visconti si estingue, Treviglio e la Geradadda nel frattempo però sono sotto i Veneti ed iniziano un balletto che più volte si ripeterà: dai milanesi ai veneti e viceversa, poi il cinquantennio Sforza, un lungo periodo di prosperità, indi tutto daccapo, eppure tra tante difficoltà Treviglio cresce e si pone quale eccezione nel panorama desolante del tempo dove gran parte dei paesi della Calciana e della Geradadda, da Pumenengo a Rivolta erano stati messi a ferro e fuoco, Treviglio, terra libera, rimase incredibilmente indenne.

Nel bel mezzo della Signoria Sforzesca, al tempo di Galeazzo Maria (1468-1476), Treviglio viene attraversata da un fastoso corteo che scorta il Re di Danimarca, forse il corteo più memorabile che si sia mai visto dalle nostre parti, eccone la descrizione fatta dal cronista danese Holstein, trascritta sui suoi ‘quaderni’ da Ildebrando Santagiuliana: Lo storico e folcloristico corteo è immortalato sulle pareti del Castello di Malpaga dove il Re sostò quale ospite di Bartolomeo Colleoni col quale concertò le modalità del passaggio dalle terre della Serenissima a quelle del Duca di Milano.

Avevamo in precedenza accennato alle visite in Treviglio di altri personaggi illustri, dal Papa san Martino V all’imperatore Sigismondo, a San Bernardino da Siena, ma dietro tutto questo via vai vi era un personaggio: Uberto Decembrio di Vigevano podestà di Treviglio, segretario ducale, poeta, figlio d’arte. Fu lui a comporre, nel 1418, su incarico del Duca Filippo Maria, un poemetto in onore di Martino V papa, (il poemetto è tuttora conservato all’Ambrosiana).

L’anno dopo ricevette l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo, anche lui personaggio epocale, e all’imperatore fa inaugurare nientemeno che una nuova porta d’ingresso alla città (Porta Nuova) e chissà cos’altro avrebbe fatto se non fosse prematuramente morto nell’anno 1427 qui in Treviglio nell’esercizio delle sue funzioni podestarili. Non si conoscono i particolari del funerale, è noto invece che viene trasportato in Milano e seppellito nientemeno che in Sant’Ambrogio nelle cui vicinanze possedeva un casa.La famiglia dei Decembrio non è come quella dei Della Pusterla, la loro nobiltà non è di sangue ma di equilibrato servizio ai potenti ed allo stesso tempo al popolo, e anche di lettere. Era di certo notevole la considerazione di cui godeva nella metropoli ambrosiana, tanto da usufruire del privilegio della sepoltura nella prestigiosa Basilica di S. Ambrogio, infatti, oltre ad Uberto il figlio Candido Decembrio, qui seppellisce la figlia adottiva Costanza nell’anno 1458, poi seppellisce la prima moglie Caterina nel 1464, e quando muore nell’anno 1477, il 12 novembre viene a sua volta seppellito nell’atrio di Sant’Ambrogio accanto al Podestà suo padre il cui sarcofago tardo gotico si erge tuttora maestoso a destra della porta principale della basilica ambrosiana.

Nel corso del XV secolo Treviglio si arricchisce di nuove case, sono le residenze delle famiglie importanti del tempo, tra queste i Della Piazza, Federici e Zenale, esse compendiano, come corona, il complesso basilicale di san Martino e all’interno della rinnovata Basilica, quale sigillo di quest’epoca d’oro, viene posto il Polittico di Zenale e Butinone, capolavoro dell’epoca di mezzo ed anticipo del migliore Rinascimento.

Durante la sua presenza in città, San Bernardino da Siena promosse la realizzazione del convento e della Chiesa dell’Annunziata, su di un’area messa a disposizione dal Comune nel 1441, già nell’anno 1443 era pronto il convento e nel 1465 si consacrò la chiesa per lungo tempo affidata ai Padri Francescani Riformati. Il luogo crebbe nella considerazione dell’intero Ordine di San Francesco tanto che ebbe ad ospitare il Capitolo unificato dei Francescani Osservanti e di quelli Riformati.Il convento dell’Annunciata sopravvissuto alle soppressioni austriache di Giuseppe II, soccombette sotto Napoleone nel 1810. Acquistato dall’industriale Graffelder nel 1845 fu trasformato in filanda di lino e cotone, che il Comune valorizzò facendovi passare vicino nel 1915, il nuovo Viale per Brescia, ma non bastò la messa in vetrina, il complesso non sopravvisse agli sconvolgimenti indotti dal primo dopoguerra e cessò l’attività nel 1923. Trasformato, ancora, in sede della prestigiosa Scuola Agraria Cantoni, è stato sul finire del XX secolo totalmente inglobato nell’Istituto Tecnico Commerciale Guglielmo Oberdan.

“Treviglio: storia, arte e cultura” I Probi contadini”

Nel 1901 venne istituita la Società dei Probi Contadini, ad opera dei conti Piazzoni e di Monsignore Ambrogio Portaluppi che riuniva contadini della frazione del Castel Cerreto e delle Battaglie.

Era composta in origine da 113 soci (passati poi a 140) e gestiva ben 541 ettari di suolo agricolo nelle vicinanze, in precedenza proprietà, per eredità dei Piazzoni, dell’Orfanatrofio di Bergamo (affidato, a partire dal 1903, ai Padri Giuseppini perché realizzassero una colonia agricola, del tipo di quelle funzionanti in altre loro istituzioni). La proprietà della terra divenne così collettiva e fu attribuita ai capifamiglia.

Tale associazione si proponeva anche di sviluppare un’agricoltura meccanizzata legata all’industri ed all’introduzione dei concimi chimici. Tra le varie coltivazioni praticate vi era anche quella del tabacco.Da tutta Italia ed anche da vari paesi d’Europa e del mondo si giungeva al Cerreto per visitare e studiare l’opera della Società.

Citiamo ad esempio dalla Francia una delegazione del Ministero per l’Agricoltura guidata dal Conte De Saint Cyr, seguita nel tempo dal Rettore e Docenti dell’Università di Grenoble e poi dai dirigenti dell’Unione sindacale di Lione. Dalla Spagna venne una rappresentanza dell’Università di Salamanca, presieduta dal Prof. Moran. Il Governo argentino inviava un gruppo di studio guidato dall’ing. Thornos.

La Dieta russa mandava una Commissione di parlamentari, capitanati dal Sen. Principe Wladimir Sabler di Pietroburgo. Etc.L’esperimento cerretano suscitò persino l’interesse di Leone Tolstoy che ebbe a trattare il problema delle cooperative agricole nel suo romanzo “Anna Karenina”.Ottemperando alle volontà testamentarie della contessa Emilia l’Orfanotrofio di Bergamo chiamò al Cerreto i Padri della Congregazione di San Giuseppe.

Seguendo i dettami del loro fondatore, il milanese Paolo Motta, che li voleva dediti all’inculturamento gratuito dei giovani, questi vi gestirono un convitto professionale, istruendovi i giovani orfani della Bergamasca con propensioni all’agricoltura.

Più volte fu ospite allora dei R.R. Padri il semplice Prof. don Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII. A cavallo delle due Guerre Mondiali la Frazione conobbe le fulgide figure di don Giuseppe Boffi e Suor Chiara Spreafico: santità ed operosità al servizio dei Cerretani.dal sito : www.serit.net

 “Treviglio: storia, arte e cultura”

Documenti/Curiosità

Treviglio : Beni Culturali

Dizionario Dialetto Treviglio

La Storia di Treviglio  pagina in allestimento

“Treviglio: storia, arte e cultura”

“Treviglio: storia, arte e cultura”

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Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

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Tratto da “Treviglio: storia, arte e cultura” di Barbara Oggionni

Ed. Clessidra 2002
I primi documenti che rilevano l’esistenza di Treviglio risalgono al X sec.

Ma alcuni rilevamenti archeologici permettono di supporre la presenza di agglomerati sparsi già in epoca romana imperiale, il nome “Treviglio” viene infatti tradizionalmente fatto derivare da tre villae. Tale ipotesi trova ulteriore conferma nel tracciato viario, il cui andamento ortogonale è ascrivibile alla matrice della centuriazione che i Romani impressero nel denominato ager bergomensis in età augustea. 

Alla caduta dell’Impero Romano, le tre villae (Portoli, Pisgnano e Cusarola) siraggrupparono intorno ad un oppidum o forse ad un tempio (che la tradizione vuole esserestato dove oggi sorge la Basilica di S. Martino), oppure intorno al centro di scambi commerciali, il foro, (che gli storici collocano dove oggi si trova la Cassa Rurale).

In epoca Alto Medievale gli abitanti delle villae edificarono un sistema fortificato entro cui rifugiarsi in caso di pericolo : sorse così il nucleo più antico di Treviglio, il castrum vetus, le cui tracce sono ancora oggi visibili in piazza Manara, piazza Garibaldi e via Galliari.

Gli abitanti delle tre villae dettero origine ognuno al proprio vicus, cioè quartiere, con leggi e regolamenti: nacquero così le “vicinanze” che,  intorno all’anno Mille,si riunirono e fondarono il Comune, che si pose sotto la protezione del Monastero milanese di S. Simpliciano e  venne riconosciuto  dall’imperatore  Enrico IV nel 1081.

Nel sec. XI  Treviglio  era un borgo forte,  il cui abitato corrispondeva  all’attuale centro storico,  ed era ben  difeso da un triplice fossato  lungo il quale di aprivano quattro “porte”: Zelute (a nord),  Torre (a ovest),  Filagno (a sud)  e de Oriano (a est).

trei

Nel corso del sec. XIV Treviglio si rafforzò come Comune libero ed indipendente,
ottenendo conferma dei propri privilegi dall’imperatore Enrico VII che, nel 1311 concesse di derivare l’acqua dal Brembo per l’irrigazione dei campi. Nel 1332, con la sottomissione ai Visconti,  Treviglio dovette rinunciare alla propria sovranità politica, ma non a quella amministrativa, e infatti nel 1392  vennero promulgati gli Statuta Castra Trivilii, strumento legislativo ufficiale della Comunità.

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Treviglio : La storia dei negozi di Lino Ronchi

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Treviglio : La storia dei negozi di Lino Ronchi

Treviglio : La storia dei negozi di Lino Ronchi

 

 

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Conoscere la storia…Treviglio Amarcord

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Conoscere la storia...Treviglio Amarcord

Conoscere la storia…Treviglio Amarcord

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Treviglio Revellino Foto Storia

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Treviglio Revellino Foto Storia revellino

Treviglio Revellino Foto Storia

 

 

Virginio Monzio Compagnoni.

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Storia della Trevigliese

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                                                 1907    Nasce il Circolo Sportivo Trevigliese .

Si affilia alla F.I.F ( Federazione Italiana Football ) e  organizza la 1° Coppa Treviglio che non fu assegnata ( pari merito Trevigliese e Minerva F.C.Milano )

1908  Non partecipa al Campionato di 3° Categoria Lombardo. Organizza la

2° Coppa Treviglio vinta dall’Ausonia Milano

Trevigliese Campionato 1909

1909   Non partecipa al Campionato di 3° Categoria Lombardo.

Organizza la 3° Coppa Treviglio che vince battendo in finale la Libertas Milano

La Trevigliese nel 1909, il secondo in alto in maglia bianca è Pier Luigi Della Torre portiere, sotto di lui il fratello Aristide centravanti, sotto la bandiera in fondo a destra seduto il fratello Pietro terzino della squadra.

Trevigliese Campionato 1909-10

Trevigliese Campionato 1909-10  
Non Partecipa al  Campionato di Terza Categoria Lombardo. Organizza la 4° Coppa Città di Treviglio che perde battuta in Finale dalla Libertas Milano

Trevigliese Campionato 1910-11

Partecipa al  Campionato di Terza Categoria Lombardo. Battuto nella doppia 

finale dall’A.C. Lombardia di Milano

Trevigliese Campionato 1911-12

1911-12  Partecipa al Campionato Lombardo di Terza Categoria ma rinuncia a disputare il primo turno non incontrando il Brescia

Trevigliese Campionato 1912

1912  Il campo non è omologabile per partecipare al primo Campionato 

di Promozione Lombarda , si iscrive al Campionato di Terza Cat.Lombarda

Trevigliese Campionato 1913

Il campo viene recintato ed omologato per il Campionato di Promozione

Trevigliese Campionato 1913-14

Promozione Lombarda

Trevigliese Campionato 1914-15

Trevigliese Campionato 1915-16

Dal 1916 al  1918 Inattiva a causa dello scoppio della Guerra.

Nel 1918 ricostruisce la squadra di calcio e gioca diverse amichevoli.

Chiede al Comitato Regionale Lombardo l’ammissione  al Campionato di

Prima Categoria ed ottiene di disputare lo spareggio di ammissione ,

 ostacolo  che supera battendo 3 a 2 il Monza. Milano , campo Juventus Italia ,

via Ravizza ( 5 Ottobre 1919 )

Trevigliese Campionato 1919-20

Trevigliese Campionato 1920-21

Trevigliese Campionato 1921-22

Trevigliese Campionato 1922-23

Trevigliese Campionato 1923-24

Trevigliese Campionato 1924-25

Trevigliese Campionato 1925-26

Trevigliese Campionato 1926-27

Trevigliese Campionato 1927-28

Trevigliese Campionato 1928-29

Trevigliese Campionato 1929-30

Trevigliese Campionato 1930-31

Trevigliese Campionato 1931-32

Trevigliese Campionato 1932-33

Trevigliese Campionato 1933-34

Trevigliese Campionato 1934-35

Trevigliese Campionato 1935-36

Trevigliese Campionato 1936-37

Trevigliese Campionato 1937-38

Trevigliese Campionato 1938

Il Segretario Politico Fascista di Treviglio , rilevati i pochi giovani rimasti

costituisce la Sezione Calcio della G.I.L. e li schiera

nel Campionato della Sezione Propaganda del Direttivo di

Treviglio ( colori sociali Arancione e Granata )

Trevigliese Campionato 1940

La Sezione Calcio della G.I.L. di Treviglio viene affiliata alla F.I.G.C.

ma non partecipa al Campionato 1940-41

Trevigliese Campionato 1941-42

Trevigliese Campionato 1942-43

Trevigliese Campionato 1943

Il Campo Sportivo Comunale ridotto in condizione pietose , fu rimesso a posto

con i contributi volontari dei cittadini Trevigliesi , che pagarono un supplemento

per ogni partita disputata in casa durante tutta la guerra.

Oltre alla rinata C.S.Trevigliese giocarono al campo

Comunale il Dopolavoro S.P.I.C.A e la Società Sportiva

LUPI, tutte di Treviglio.

Trevigliese Campionato 1943-44

Trevigliese Campionato 1944-45

Trevigliese Campionato 1945-46

Trevigliese Campionato 1946-47

Trevigliese Campionato 1947-48

Trevigliese Campionato 1948-49

Trevigliese Campionato 1949-50

Trevigliese Campionato 1950-51

Trevigliese Campionato 1951-52

Trevigliese Campionato 1952-53

Trevigliese Campionato 1953-54

Trevigliese Campionato 1954-55

Trevigliese Campionato 1955-56

Trevigliese Campionato 1956-57

Trevigliese Campionato 1957-58

Trevigliese Campionato 1958-59

Trevigliese Campionato 1959-60

Trevigliese Campionato 1960-61

Trevigliese Campionato 1961-62

Trevigliese Campionato 1962-63

Trevigliese Campionato 1963-64

Trevigliese Campionato 1964-65

Trevigliese Campionato 1965-66

Trevigliese Campionato 1966-67

Trevigliese Campionato 1967-68

Trevigliese Campionato 1968-69

Trevigliese Campionato 1969-70

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Storia della Villa Campagnola Geromina

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Treviglio Amarcord.Un tuffo nel passato cittadino, foto , cartoline, ricordi, curiosità, racconti, filmati,documenti

Un bel edificio ad archi posto ad ovest della Geromina .

Iniziata a costruire poco prima della seconda guerra mondiale da parte dell’industriale Brusadelli, allora padrone della fabbrica, per distinarla a scopi agricoli.

Durante la guerra fu rifugio per sfollati , specie milanesi amici dell’industriale: i Battaglia , i Verga , i Michelotti, mentre subito dopo la guerra è stata destinata a residenza dei capi reparto e capi operai della fabbrica vicina.

Storia della Villa Campagnola Geromina
Storia della Villa Campagnola Geromina
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Treviglio interno cortile via Roma

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Foto Archivio Studio Oggionni

Treviglio Amarcord foto immagini documenti storia

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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
email: [email protected]
Buon Amarcord a tutti !!