1917 – i Salesiani pubblicano una nota: ” L’Opera Salesiana ebbe bisogno, soprattutto ai suoi inizi, dell’aiuto materiale e morale di tutti i buoni; e questo aiuto non le venne mai meno per merito particolarissimo del Rev.mo Curato Rainoni, il quale, non pago di esserne per molti anni l’amministratore, il consigliere, il direttore spirituale e di aver prestato l’opera sua intelligente e disinteressata come insegnante, seppe ancora concigliarle la stima e la simpatia di ogni ceto di persone”
1892 – si dava inizio all’Opera. non vi era un Coadiutore (Salesiano laico) per i servizi di cucina e di casa, e la Provvidenza inviò un buon catechista dell’Oratorio Festivo, costruttore di ceppi per zoccoli, che si offerse gratuitamente adattandosi a fare da cuoco e disimpegnare i vari servizi della casa, aiutato da una sua buona sorella che preparava il pranzo e la cena nei giorni festivi, quando il fratello lavorava all’Oratorio. i due erano Giacinto e Teresa meritano di essere ricordati come veri benefattori dell’Opera nascente….
Giovanni Melzi d’Eril -giugno 1891 scrive: “… mi sono occupato dell’installazione dei Salesiani a Milano ma per ora non veggo probabilità alcuna …..nella vicina piccola città di Treviglio vi sarebbe il prevosto Nazari che offrirebbe locali e spazio sufficiente, e una clientela di centinaia di ragazzi divisi nelle cinque classi elementari…….Sarei pronto a sovvenzionare l’impresa, giacchè Treviglio conta già 15.000 abitanti e dista appena un’ora da Milano, e vi si accede colla ferrovia ed anche col tram. Da cosa nasce cosa e col tempo MILANO potrebbe averne i suoi vantaggi…”
Anno scolastico 1888-1889 prime due classi elementari , insegnanti due fratelli Ausonio e Elena Ausenda, sotto responsabilità di don Francesco Rainoni, nella casa in via Zanda 6,
Parigi, Museo del Louvre : Zenale Bernardino (Treviglio)
Parigi, Museo del Louvre
Nato a Treviglio verso il 1463, lavorò nel milanese e già dal 1481 lo troviamo iscritti nella gilda dei pittori. Nel 1485 firma la monumentale Pala di san Martino per la omonima chiesa di San Martino.
Nel 1522 subentra a Giovanni Antonio Amadeo come architetto della Veneranda fabbrica del Duomo. Giovan Paolo Lomazzo di lui ricorda la grande perizia negli scorci e nella prospettiva, e cita un suo trattato sull’argomento, oggi perso. Zenale muore a Milano nel 1526. Circoncisione di Gesù tra sant’Ambrogio, santa Caterina d’Alessandria, il donatore fra Jacopo Lampugnati, priore dei Padri Umiliati, sant’Agostino e san Girolamo
Franco Asco – Atschko (1903 – 1970)
Franco Asco nacque a Trieste il 1 giugno 1903. Ebbe vita avventurosa.
Franco Asco, prima dell’italianizzazione del suo nome, avvenuta ai sensi di un Decreto Ministeriale, in data 19 luglio 1929, si chiamava Francesco Atschko e vantava, per parte di madre, una discendenza d’origini polacche. Asco solo in età adulta e per proprio conto, venne a sapere che suo padre era Francesco Mosti, un nobile toscano di Massa Carrara.
In anni addietro e prima della nascita di Franco, la madre era stata sposata e dal marito aveva avuti altri figli. Il consorte soffrì una grave forma tubercolare che, in pochi anni, attaccò anche i bambini. Uno dopo l’altro, il marito e i figli, morirono e la donna rimase sola. In seguito ad una relazione segreta, la donna ebbe quest’unico figlio, che curò e amò con attenzioni speciali e grande gelosia.
Frequentò la prima e la seconda classe elementare a New York, proseguì poi gli studi in Italia. Fin dall’adolescenza manifestò una chiara vocazione e disposizione alle arti. Nel 1915, all’età di dodici anni, stupì gl’intenditori e la critica con un pregevole ritratto dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Grazie a questo lavoro venne poi ammesso all’Accademia di Belle Arti di Vienna, dove si diplomò con profitto. Frequentò quindi l’Accademia di Venezia tra il ’18 e il ’19, per poi recarsi l’anno successivo a Roma e tornare a Venezia nel 1922 per la sua prima mostra personale, con opere acquistate dal Comune e dal Conte Volpi. Ristabilitosi a Trieste, nel 1923 organizzò con successo la prima personale in quella città e, nello stesso anno, vinse il concorso “De Ritmeyer”, aggiudicandosi un contributo in danaro dal Museo Civico Revoltella di Trieste, che gli permise un ulteriore perfezionamento all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1933 si trasferì a Milano dove aprì un ampio studio in Via Manzoni.
Vicolo Manetti, inizialmente Cantone Borzaga, assunse poi il nome di “Vicolo degli Assassini” il perche’ di tale denominazione si e’ perso nel tempo, forse per la strana conformazione chiusa che potrebbe aver facilitato qualche omicidio. Nel 1869 il vicolo assunse il nome attuale di “Vicolo Manetti”. (notizie desunto dal Dizionario Toponomastico Trevigliese del rag Luigi Minuti).
Tornando un pò più indietro…..erano più di 120 le osterie.
Francesco Chiari Esiste un libro pubblicato l’anno scorso dal titolo ‘Erano centoventisette…’, il che mi pare risolva la questione.
1979/80 Nuova Treviglio ( Calcio )
Anno 1979/80 campo oratorio Calvenzano – primi allenamenti LIBERTAS CALCIO TREVIGLIO poi NUOVA TREVIGLIO 79 – nella foto da sinistra io con Maccagni Luigi allenatore, il Presidente Silvio Rozzoni e l’altro allenatore l’indimenticabile Cecco Rossini ( Di Giovanni Battista Manenti )
Treviglio : riconoscete il monumento? una volta ci si poteva sedere…
Treviglio Piazza Insurrezione
Treviglio Piazza Insurrezione
Virginio Monzio Compagnoni
Treviglio Amarcord