Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

Treviglio Biblioteca

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Piazzale San Rocco Treviglio

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Piazzale San Rocco , Treviglio Amarcord

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Treviglio 1917 , piazza San Rocco

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Caffè Caldara ,Treviglio 1917 , piazza San Rocco

Treviglio Amarcord Virginio Monzio Compagnoni

Caffè Caldara ,Treviglio 1917 , piazza San Rocco

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Anni 30 Treviglio Viale Partigiano

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Anni 30 Treviglio Viale Partigiano

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Lago Gerundo tra storia e leggenda Come il Loch Ness

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Anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, presentazione del libro di Fabio Conti a Crema giovedì 13 aprile

a Crema a cura di Valerio Gardoni – 12 aprile 2017

Ma quella del Gerundo è una storia che si mescola alla leggenda. Come il Loch Ness, anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, Tarantasio, e la sua uccisione è stata tramandata in molteplici tradizioni.

Fabio Conti, giornalista e scrittore, è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda, sulla sponda del lago Gerundo, e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’“Ansa” da Bergamo. Appassionato di storia e tradizioni locali,  ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume “Uomini e motori: ­storie e passioni bergamasche” (Grafica&Arte).

Gabriele Moroni, giornalista professionista dal 1979. Come inviato del Giorno ha seguito molti dei più importanti avvenimenti di cronaca degli ultimi trent’anni. Nel 2003 e nel 2008 è stato fra i premiati al Premio “Cronista dell’anno” del Gruppo Cronisti Lombardi.

Nel 2012 ha ricevuto il Premio “Vita da cronista”. Dal 1995 al ’98 e dal 1998 al 2001 è stato segretario dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Con Gabriella Banda ha curato l’autobiografia di Graziano Mesina Io, Mesina. Collabora al Dizionario Biografico degli Italiani dell’Istituto della Enciclopedia Italiana.

Lago Gerundo tra storia e leggenda Come il Loch Nessr

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Il Lago Gerundo

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Nella zona tra le province di Bergamo, Milano, Cremona, Mantova e Lodi, nel tratto che da Cassano d’Adda va fino quasi a Cremona per una lunghezza totale di circa 60 km, nel Medioevo, esisteva un lago chiamato  Lago Gerundo



Dalla voce dialettale lombarda gèra, gerù, gerùn che significa “ghiaia” , al cui centro si trovava l’Insula Fulcheria, isola dal toponimo longobardo su cui nacque la città di Crema.

Si estendendo ad ovest lungo l’attuale corso dell’Adda sino a lambire la città di Lodi.

La costa est del lago, secondo alcuni autori, raggiungeva Fara Olivana e proseguiva, passando ad est di Crema, sino a Grumello Cremonese; continuando poi ad occupare parte delle valli del Chiese e dell’Oglio sin quasi alla sua immissione nel Po.

In particolare, si può osservare una vasta zona delimitata da una scarpata che indica l’antico alveo del lago, o meglio la zona più profonda; tale demarcazione è oggi fortemente visibile nei pressi della sponda occidentale dell’Adda.  

La sua scomparsa è da attribuire al lavoro di bonifica  dei monaci delle abbazie e  in particolare i lavori di potenziamento del canale della Muzza da parte dei lodigiani, oltre a fattori di drenaggio e assestamenti geologici, come il livellamento di depositi morenici nei pressi dell’immissione dell’Adda nel Po.

Il Lago Gerundo

Molti reperti dimostrano l’esistenza del lago Gerundo, come  il ritrovamento di  numerose piroghe rinvenute nei fiumi che interessano il territorio a dimostrazione del fatto che il lago fosse navigabile.

Uno degli esemplari più belli e meglio conservati è visibile nel cortile del Museo di Crema, restaurato con sostanze speciali che ne hanno arrestato il processo di dissoluzione.

E ancora alcuni reperti come le colonne per gli ormeggi delle navi (ad Arzago d’Adda, Pandino, Rivolta d’AddaCasirate d’AddaTruccazzano) e la toponomistica di alcune città (Brignano Gera d’Adda, Fara Gera d’Adda, Misano di Gera d’Adda etc.) .

Secondo le leggende popolari, il lago Gerundo sarebbe stato abitato da un drago chiamato Tarànto o più comunemente conosciuto come Tarantasio, un velenoso e mostruoso serpente, che col solo alito pestifero infestava l’aria.

Per cui molti dal pessimo puzzo ammorbati, morivano. In ogni leggenda di origine popolare c’è sempre del vero e sicuramente le acque paludose erano causa di febbri malariche e altre malattie di palude. 

Cominciando dall’inizio, dalla nascita del Tarantasio a Soncino il “Padre” della leggendaria bestia sarebbe  Ezzelino da Romano, vicario imperiale e genero di Federico III, signore di un territorio che comprendeva gran parte del Veneto e Brescia.

Un condottiero tanto feroce che papa Innocenzo IV lo scomunicò e bandì una crociata contro di lui nel 1254, affidandone il comando ad Azzo VII d’Este. A Cassano d’Adda, nel 1259, Ezzelino fu sconfitto e mortalmente ferito.

Secondo la tradizione sarebbe stato sepolto proprio a Soncino.

Proprio in quel sepolcro, riferisce la credenza popolare, era nato il drago Tarantasio, come una specie di  reincarnazione malefica del crudele signore.

Tracce di carattere più “scientifico” erano, e sono, custodite in alcune chiese del territorio, sotto forma di ossa gigantesche rinvenute in quelli che un tempo erano i fondali del lago.

Un osso gigantesco, e precisamente una costola di drago del Gerundo, è ancora oggi visibile appesa al soffitto della sacrestia della chiesa di San Bassiano a Pizzighettone.

In realtà la costola, probabilmente, appartiene a una balena fossile o a un elefante. Proprio da questa mitologica creatura prenderebbero il nome Taranta, frazione di Cassano d’Adda, così come le numerose ‘vie della Biscia’ site nei paesi che all’epoca si ritrovavano lungo le coste del lago (per quanto oggi molte di queste strade abbiano mutato nome).

Ma una testimonianza ancor più tangibile, in tutti i sensi, la si aveva a Calvenzano, dove gli abitanti del luogo avevano eretto un muro alto tre metri per difendersi dagliattacchi del mostro.

Sono sorte poi numerose leggende riguardo al drago, le quali sono tutte accomunate dalla concomitanza tra l’uccisione di Tarànto e il prosciugamento del lago.

Alcune fonti popolari attribuiscono il prosciugamento e la bonifica del lago a san Cristoforo, che avrebbe sconfitto il drago, o a Federico Barbarossa.

La più suggestiva riguarda l’uccisione del drago da parte del capostipite dei Visconti, il quale avrebbe poi adottato come simbolo la creatura sconfitta. 


Tarantasio è un drago leggendario che terrorizzava gli abitanti del lago Gerundo nella zona di Lodi. Si riteneva che divorasse i bambini, che fracassasse le barche ed il suo fiato pestilenziale ammorbava l’aria e causava una strana malattia denominata febbre gialla.

Tarantasio è poi noto a livello internazionale, anche se pochi lo sanno, perché l’Eni avrebbe preso spunto da Tarantasio per disegnare il cane a sei zampe dell’Agip, visto che il primo giacimento di metano venne scoperto nel 1944 a Caviaga, frazione di Cavenago d’Adda, nel Lodigiano, in piena zona Gerundo.

Anche l’alito pestilenziale del drago ha una spiegazione scientifica: era dato dalla presenza di gas naturali dovuti al terreno formato da depositi alluvionali stratificati, costituiti da sedimento paludoso molle con residui fossili.

E’ proprio qui che nel 1952 l’AGIP trova dei grossissimi giacimenti di gas metano e l’ENI si inventa come logo il famoso cane a sei zampe che non è altro che il nostro fantastico drago Tarantasio.

Tratto da : www.pianuradascoprire.it

Treviglio : Lago Gerundio

Treviglio Amarcord

Il Lago Gerundo – Treviglio Amarcord


“….ne’ tempi remoti le acque del fiume Adda, unite a quelle del Brembo e del Serio, cadendo precipitose e sfrenate dai terreni più elevati 
di Concesa, di Vaprio e di Canonica, si allargassero nel sottostante piano della Ghiara d’Adda, formando così un vastissimo stagno, che fu poi conosciuto col nome di mare o lago Gerundo “Il primo autore che abbia parlato di questo lago fu Alemanio Fino, nella sua Storia di Crema, stampata nel 1566,….Il Trevigliese Lodi ci racconta che « le acque di questo lago avevano il loro letto tra Cassano e la costa di Trevi, e n’appaiono sino al giorno d’oggi (1630) manifesti indizi nella parte di Cassano ……..e dalla parte della costa di Trevi, dove pochi anni or sono si vedeva fuori di Porta Torre, lontano circo un miglio, una picciola Torre…. con anelloni ove verisimilmente si attaccavano le barche. L’esistenza di questi anelloni, il cui uso è molto equivoco, non offrono che una semplice ed assai debole presunzione. È indubitabile che nei tempi primitivi le acque dei fiumi, scorrendo in letto più ampio, diffondevano le loro inondazioni sino a toccare l’alta costa di Pontirolo Nuovo, Treviglio, Caravaggio, senza però inondarla completamente come vogliono alcuni,

Se quivi poi si formasse un lago, come lo chiamarono i nostri padri, è cosa molto dubbia,Il Lago Gerundo non poteva esser altro che un ampia palude, la quale veniva alimentata ed era periodicamente aumentata dalle inondazioni dei fiumi e dalle piogge. In qual epoca questa regione restasse libera dalle acque si ignora; possiamo però accertare che al tempo dei Romani esse erano già in decrescimento, e che posteriormente all’epoca Longobarda avessero nella parte superiore della Ghiara d’Adda lasciata a secco buona parte di terreno. Col volger dei secoli poi, e coll’impeto delle loro correnti, riescirono finalmente a solcarsi, tra le materie portate colle loro alluvioni, un letto più profondo e stabile, cambiando e restringendo nel tempo stesso il loro corso.

A quanto aveva fatto la natura, s’aggiunse l’industria umana, che agevolò lo scolo degli stagni coll’aprimento di canali e fossati ………Per ultimo, faremo osservare che, all’epoca Longobardica nella parte più depressa e superiore della Ghiara d’Adda, nell’anno 585 fu fondata ed ampliata da Flavio Autari Re de’ Longobardi l’attuale Fara, la più celebre delle Fare italiane , conosciuta allora col nome di Fara Autarena; sicché è a supporsi che in allora i fiumi Adda e Brembo si fossero già scavato un letto più profondo, o che i Longobardi aggiungessero le loro forze a quelle della natura per incanalare le acque e disseccare le paludi. …..

Lago Gerundo

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Treviglio : il mercato

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Treviglio : il mercato
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Treviglio Piazza Verdi

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Treviglio Stazione Centrale

Treviglio Piazza Verdi , Stazione Centrale

Stazione CentraleTreviglio Amarcord

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Foto Treviglio Piazza – Fotogallery 3BMeteo

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Treviglio Amarcord

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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

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