Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

F.lli Galliari : Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio

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F.lli Galliari : Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio

I fratelli Galliari sono stati i componenti di un’importante bottega di pittori e scenografi italiani attiva in numerosi teatri europei del XVIII secolo. Autori di preziosi affreschi per case patrizie, furono gli scenografi ufficiali del Teatro Regio di Torino. Vie di diverse città del Piemonte – fra cui la natìa Andorno Micca, ma anche a Biella e Torino – sono intitolate a quello che fra i tre fratelli è considerato il maggiore esponente della famiglia, Bernardino Galliari. Firmarono la scenografia dell’opera lirica Europa riconosciuta di Antonio Salieri che inaugurò la stagione del Teatro alla Scala nel 1778.
Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio erano originari di Andorno Micca (BI) ma si trasferirono dapprima a Milano e poi a Treviglio, in provincia di Bergamo.

Palazzo Galliari
I due fratelli entrarono in contatto a Milano con l’architetto G. Ruggeri che, attivo anche in palazzo Clerici, dal 1716 lavorava alla trasformazione del castello di Brignano Gera d’Adda, grandiosa residenza Visconti; fu probabilmente Ruggeri a chiamare al lavoro in quel cantiere i due artisti, i quali vi iniziarono a operare nel 1740, coadiuvati dal fratello minore, Giovanni Antonio. Nello stesso anno Fabrizio fu convocato presso il teatro Ducale di Milano con l’incarico di scenografo prospettico al posto di G.D. Barbieri, attività per la quale si avvalse di Bernardino, come figurista, e di Giovanni Antonio, come esecutore materiale. I lavori a Milano, quelli a Brignano Gera d’Adda e il legame con Ruggeri, attivo a Treviglio nella costruzione della basilica di S. Martino, indussero i G. a trasferirsi sempre più spesso in Lombardia, scegliendo di risiedere proprio nella cittadina bergamasca di Treviglio. L’attività pittorica subì un’accelerazione nei primi anni Quaranta, periodo al quale risalgono gli affreschi di villa Pecori Giraldi a Grumello al Monte, firmati da Giovanni Antonio, certo qui sostenuto dall’esperienza progettuale di Fabrizio per le componenti architettoniche in prospettiva; mentre del 5 ott. 1743 è il contratto con il quale Bernardino e Fabrizio si impegnarono ad affrescare la cappella della Vergine nella chiesa della S. Trinità a Crema: l’interno dell’edificio è stato molto rimaneggiato tanto da rendere difficilmente valutabile l’intervento dei due artisti.
Nel 1744 a Treviglio, ormai stabili e riconosciuti cittadini, i G. allestirono una complessa macchina decorativa – una grotta con inserti architettonici tra i quali erano collocate le personificazioni dei fiumi Adda, Brembo e Serio – per accogliere il cardinale Pozzobonelli in visita alla città.

Nel 1751 venne portata a termine la volta della chiesa di S. Andrea a Sforzatica, presso Dalmine: nelle pitture che decorano l’interno della cupola si rivelano pienamente le peculiarità di figurista di Bernardino, nel gruppo aereo della Gloria di s. Andrea, e le straordinarie qualità prospettiche dell’esplosiva architettura dipinta da Fabrizio.

A partire dal 1759 essi intrapresero un’intensa attività in area lombarda sotto il logo familiare di “Fratelli Galliari”, con il quale siglarono la maggior parte delle loro creazioni, sia ad affresco sia teatrali. Del 1759 sono gli affreschi trevigliesi nella chiesa di S. Bernardino e, sempre a Treviglio, la presentazione di un progetto architettonico da parte di Fabrizio per il nuovo cimitero dell’oratorio dei morti (di cui non resta alcuna traccia, se pure fu mai costruito), oltre all’esecuzione dei portici di S. Marta, andati in seguito distrutti.

L’attività di Fabrizio in veste di architetto è documentata dalle fonti che ricordano disegni predisposti per le chiese di Villasola e di Osio Superiore e per la sacrestia della parrocchiale di Urgnano; a partire dal 1749 si impegnò, inoltre, nella progettazione gratuita della riforma dell’altare maggiore, del coro, di alcune cappelle e dell’intera decorazione interna della parrocchiale trevigliese di S. Martino, impresa proseguita nel 1775 e ricordata nel testamento del 7 luglio 1790, con il quale impegnò gli eredi a terminare l’opera.

È da attribuirsi certamente a Fabrizio la complessa decorazione architettonica – che presenta aperture di paesaggio e uno scenografico soffitto dipinto su tela e applicato a imitazione di un affresco – realizzata nell’appartamento nobile nella villa già Rosales a Cassano d’Adda; per quest’opera, che reca in cartiglio l’iscrizione “1764 Fratelli Galliari fecero”, Fabrizio si avvalse probabilmente dell’ausilio del figlio Giovannino (Terraroli, 1995). È in collaborazione con il fratello Bernardino che nel 1769 Fabrizio predispose una serie di scenografie per il teatro Ducale di Parma e, l’anno seguente, per il teatro di corte di Vienna e per il teatro di Innsbruck.
Carubelli (1989) ha aggiunto al catalogo dei G. il ciclo affrescato nella villa degli Amoretti a Torino (1763), il decoro illusionistico della parrocchiale di Montodine, nel Cremasco (1760), e di quella di Vaiano (1769).

Nel 1771 Fabrizio diede mano alla progettazione per la riforma della cappella del Rosario nella basilica di S. Martino a Treviglio. Nel 1772 Bernardino, accompagnato dai nipoti Giovanni e Bartolomeo Verona (figlio di una sorella), partì per Berlino per affrescare la chiesa di S. Edvige e predisporre scenografie per il teatro Regio. Fabrizio proseguì febbrilmente l’attività teatrale fornendo bozzetti e disegni ai teatri di Crescentino, Vercelli e Novara e firmando, appunto nel 1772, a Milano, il prestigioso allestimento del Lucio Silla, musiche di W.A. Mozart. Nel 1775 Bernardino e Fabrizio furono impegnati nel cantiere di S. Martino a Treviglio e nella decorazione della volta del duomo di Bergamo; Fabrizio, inoltre, nello stesso anno fornì scenografie per il teatro di corte a Chambéry. Nel 1776 Bernardino dipinse il sipario per il teatro di Casale Monferrato e l’anno seguente, insieme con Fabrizio, che aveva terminato l’affresco della volta del santuario di S. Giovanni a Campiglia, inviò a Parigi scenografie per il teatro dell’Opera, oltre a realizzare la decorazione della parrocchiale di Pettinengo.

Fabrizio morì l’11 luglio 1790 nella sua casa di Treviglio; Bernardino, il 31 marzo 1794 ad Andorno, dove era tornato a vivere già dagli anni Sessanta.

Suo fratello Giovanni (Giovannino), nato a Treviglio il 18 ag. 1746, fu l’ideatore delle scene per Idalide di S. Rispoli al Regio di Torino (1786); nel 1794 fu impegnato nel progetto per la facciata della chiesa di S. Lorenzo ad Andorno; firmò inoltre i bozzetti teatrali per La clemenza di Tito e Alessandro nelle Indie, opere messe in scena nel 1798 al teatro Regio di Torino. Morì a Milano il 26 dic. 1818.
Il figlio di Giovanni Antonio, Gaspare, nacque a Treviglio il 20 ag. 1761 e fu operoso tra il 1801 e il 1823 per i teatri Cannobiana, Carcano e Re di Milano. A partire dal 1786 lavorò per i teatri di Alessandria, Vercelli e Casale Monferrato. Si specializzò nella scenografia tanto da essere coinvolto nell’ideazione dell’allestimento dell’edizione milanese del Flauto magico di Mozart (1816). Morì a Milano nel 1823.

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