La banda della teppa era una banda creata da un certo “Baron Bontemp”, cosi era soprannominato, nella Milano dei primi dell’800. Il nome banda della teppa fu dato alla ghenga in quanto la stessa si riuniva e aveva fissato il suo covo nei sotterranei del castello sforzesco. All’epoca il castello era un edificio in buona parte abbandonato, ottimo nascondiglio e rifugio quindi per i ragazzi del Baron Bontemp, che organizzavano scherzi e malefatte soprattutto rivolte verso gli invasori, cioè gli austriaci.[banner]
Quei sotterranei erano pieni di muschio, che appunto in milanese si diceva teppa.
Il governo austriaco che all’epoca dominava milano sopportava le gesta dei buontemponi, senza mai calcare la mano. Persino una volta che rischiarono di copare un soldato croato di guardia, il tutto si risolse con un semplice ammonimento. I nostri, che si accorsero che la guardia dormiva dentro la sua casupola, dopo una notte di guardia, la sollevarono e la misero nel naviglio, e il soldato si svegliò appena in tempo prima di annegare. Roba da far impallidire amici miei.
Un giorno però Baron Bontemp esagerò. Voleva farla pagare alle giovani coetanee milanesi che nei parco del Monte Tabor vicino a Porta Romana, dove all’epoca c’era un Luna Park fisso, la sera civettavano con i soldati austriaci. Col nemico!
Baron Bontemp andò da un certo Gasgiott. Il Gasgiott era un nano, brutto come la fame, soprannominato anche pisellone, non devo aggiungere altro. Disse al Gasgiott che stava organizzando una serata di divertimento con un gruppo di prostitute, a Villa Simonetta, e che per la riuscita della festa occorreva riunire un gran numero di nani e storpi e compagnia bella della peggior specie. Il Gasgiott si diede da fare. Quindi Baron una sera al parco Tabor fece correre la voce che stava organizzando a Villa Simonetta un ricevimento con alcuni tra i più nobile ragazzi della milano bene, austriaci compresi, e che aveva bisogno di ragazze di bella presenza. Non si fecero scappare l’occasione e accettarono di buon grado.
Quel giorno, fece accomodare le ragazze nel salone, mentre i suoi compari avevano radunato nella stanza a fianco “l’esercito” del Gasgiott. Questi entrarono nel salone brutti come la fame e vogliosi di sesso, avanzando proposte irripetibili, convinti di avere di fronte professioniste ben pagate e pronte a tutto. Le ragazze rifiutarono orripilate, scatenando la rabbia degli storpi. Prima che partisse la violenza di gruppo, i ragazzi della teppa intervenirono, ma non fu facile calmare i bollenti spiriti. Le ragazze si salvarono, e ancora una volta il governo austriaco sembrava dell’idea di chiudere un occhio, ma una delle presenti era figlia di un nobile amico di un membro della famiglia di governo, e l’intervento si rese necessario. La banda fu sciolta ed i suoi membri arruolati nell’esercito e sparsi per i domini austriaci, chi in svizzera, chi in austria, e cosi via.
A ricordarci di loro, è rimasto il termine teppista
Storie di Milano