Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

Dizionario dialèt de Treì: Lettera D

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Dizionario dialet de Treì : Lettera C

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Lettera C

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Dizionario dialèt de Treì: Lettera B

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Dizionario del Dialetto di Treviglio

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A  B  C  D  E  F  G  H  I  L  M  N  O P  Q  R  S  T  U V Z

Da : Gente e parole ( T.Santagiuliana ) 

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Gente e Parole T. Santagiulina

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foto squadre trevigliese

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1949-50 non ufficiale ( squadra amatori – tifosi )

1951-52

trevigliese 1969-70

1973-74
1973-74 Squadra Berretti ( Primavera )

1980-81

2006-2007

2007-2008

2008-2009

2009-2010

2010-2011

2011-2012

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Giacinto Facchetti

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Giacinto Facchetti (Treviglio, 18 luglio 1942 – Milano, 4 settembre 2006) è stato un calciatore edirigente sportivo italiano, di ruolo terzino.
Giocò nell’Inter (simbolo della Grande Inter e capitano nella stagione 1977-1978) e nella Nazionale di cui fu capitano e con cui divenne campione europeo nel 1968 e vice-campione mondiale nel 1970.
Occupa la 90ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Nel 2004 è stato inserito nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione. Considerato come uno dei primi veri terzini offensivi e uno dei migliori in assoluto nel suo ruolo.
Iniziò la carriera nella squadra di calcio del suo paese natale, la Trevigliese, nel ruolo di attaccante. Venne scoperto da Helenio Herrera che lo portò all’Interper il finale di stagione 1960-1961, trasformandolo in terzino “fluidificante”, primo nel suo genere[3] insieme a Vittorio Calvani. Proprio a Calvani è legato il suo destino: il 14 giugno 1961 l’Inter giocò un’amichevole contro il Fluminense, e Facchetti, che ben impressionò, venne schierato al posto di Vittorio Calvanipoiché quest’ultimo era alle prese con un fastidioso callo.[banner]
L’esordio in Serie A avvenne il 21 maggio del 1961, in un Roma-Inter conclusosi con la vittoria dei nerazzurri per 2-0.
Facchetti divenne uno dei cardini della cosiddetta Grande Inter che si aggiudicò la Coppa dei Campioni nel 1963-1964 e nel 1964-1965 e il campionato italiano nel 1962-1963, 1964-1965, 1965-1966 e 1970-1971. Con la squadra nerazzurra vinse anche due Coppe Intercontinentali ed una Coppa Italia. Con l’Inter in 634 partite realizzò 75 gol: fu nel 1965-1966 il primo difensore a segnare 10 reti nel campionato italiano. Verso la fine della carriera venne schierato anche come libero. Come giocatore si rivelò fondamentalmente corretto in campo: venne espulso solo una volta nell’arco di tutta la sua carriera, per proteste. Nel 1965 sfiorò il Pallone d’oro ad 8 punti dal vincitore, Eusébio.
Nazionale
In Nazionale Facchetti esordì, insieme a Vieri, il 27 marzo 1963 nell’incontro valido per la qualificazione all’Europeo del1964 disputato ad Istanbul contro la Turchia in cui l’Italia vinse per 1-0[5]; da allora disputò un totale di 94 partite con gli azzurri, record superato poi da Dino Zoff, Paolo Maldini, Fabio Cannavaro e Gianluigi Buffon. Vinse da capitano gli Europei del 1968 e arrivò secondo dopo la storica vittoria per 4-3 sulla Germania Ovest ai Mondiali di Messico 1970.Con Tarcisio Burgnich, Facchetti ha formato il duo difensivo più longevo nella storia della Nazionale di calcio: undici anni, dal 1963 al 1974, disputando insieme 58 partite di cui 45 come coppia di terzini, superando in questa particolare classifica binomi storici quali Rosetta-Calligaris, Foni-Rava e Ballarin-Maroso.
Dopo esser divenuto rappresentante all’estero per l’Inter, divenne vicepresidente dell’Atalanta, per poi tornare dai nerazzurri di Milano durante la presidenza di Massimo Moratti col il ruolo di Direttore Generale. Divenne vicepresidente dopo la morte di Giuseppe Prisco e, infine, presidente il 19 gennaio 2004, dopo le dimissioni di Massimo Moratti.
Da presidente dell’Inter ha vinto uno scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane.

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Carmelo Silva

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Carmelo Silva

Carmelo Silva In un periodo in cui non esisteva la televisione e la pay-tv era fantascienza,le partite erano per pochi eletti che andavano allo stadio, per tutti gli altri il grande appuntamento era con “Calcio illustrato”, un incontro da vedere in diretta attraverso la saggezza della china di Carmelo Silva.

Carmelo Silva e’ considerato l’inventore del calcio disegnato. Le sue partite hanno fatto epoca, attraverso il “Calcio Illustrato”, il settimanale che dal 1930 aveva raccontato agli italianile gesta dei protagonisti del campionato del Pallone. Nato a Treviglio aveva studiato a Bergamo Le sue prime vignette,erano vere e proprie caricature.

Carmelo Silva

Una lunga collaborazione con “Il Calcio Illustrato”,con una pagina dal titolo “La partita di Carmelo Silva” dove raccontava con i suoi disegni e con i suoi commenti, spesso ironici,le partite del campionato italiano di calcio. Dalla sua matita rivivevano i fasti e le magie dei grandi calciatori e delle grandi squadre. Il Torino di Mazzola e Loik,la Juventus di Sivori e Charles, il Milan del trio Gre-No-li, l’Inter di Herrera e Facchetti, il Milan di Rocco e tutti i protagonisti di un calcio da leggenda.

Per decenni Carmelo Silva da buon giornalista partiva la domenica mattina e si recava nella città per raccontare il big-match della settimana; i suoi viaggi erano per la maggior parte a Milano a Torino ma spesso andava anche più lontano come a Firenze e a Roma.

carmelo silva

Seduto in tribuna, attorniato da giornalisti, Silva si apprestava a seguire con attenzione tutta la partita, disegnava e creava con rapidità schemi e bozzetti come in un prezioso promemoria; i calciatori atletici e dinamici al momento erano delle semplici righe sufficienti per ricordare l’azione da raccontare, il tutto condito da freccette che indicava la direzione dei tiri. In poche parola il maestro “stenografava” con una matita quello doveva poi disegnare. Poi in redazione o nel suo studio, si compiva la creazione artistica della domenica. I bozzetti diventavano giocatori dal dribbling proibito e dalla tecnica eccezionale,i cerchietti erano visi affaticati e le freccette diventavano palloni dalla traettoria imprendibile. I lettori seguivano con attenzione la pagine di Silva, il tutto in un mondo dove il calcio si sentiva alla radio e si vedeva sul “muro di casa”, trasmesso attraverso l’immaginazioni di chi ascoltava la voce di Nicolò Carosio.

 

 

Carmelo-Silva-mentre-disegna-per-La-tribuna-nella-sede-di-via-Roma

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Treviglio Photos : Un tuffo nel passato di Treviglio… foto, filmati, cartoline e documenti.

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Treviglio Photos

Un tuffo nel passato di Treviglio… foto, filmati, cartoline e documenti.

Treviglio Amarcord Homepage ( virgi.altervista.org ) Treviglio Amarcord Homepage ( virgi.altervista.org ) Un tuffo nel passato.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti di Treviglio Treviglio Amarcord Homepage ( virgi.altervista.org ) Un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri. Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città.

Storia, fede, tradizione.

Wikipedia : La Storia di Treviglio

Il campanile di Treviglio. Storia e conservazione di un monumento cittadino ( Monica Aresi )

Treviglio : conoscere la nostra storia per costruire un futuro migliore

http://virgi.altervista.org/27-febbraio-la-storia-di-treviglio/

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Il Villaggio di Cartone

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“Il villaggio di cartone”

Film di Ermanno Olmi. Il grande maestro del cinema italiano affronta la questione impellente dell’accoglienza agli immigrati ne “Il villaggio di cartone”, con un cast internazionale.

« Se non apriamo le nostre case, compresa la casa più intima, che è il nostro animo, siamo solo uomini di cartone »Ermanno Olmi 

Trama  : Una chiesa ormai inagibile viene dismessa alla presenza del vecchio parroco. L’ambiente viene spogliato di tutto l’arredamento sacro e nemmeno il grande crocifisso si salverà. Da questa situazione inizia una nuova vita per l’edificio, che, ormai privato di tutti gli aspetti liturgici e “istituzionali”, si trasforma nel luogo della concretizzazione viva della fede del vecchio sacerdote. Un luogo di desolazione si trasforma così in spazio di fratellanza e di accoglienza per un gruppo di extracomunitari africani senza permesso di soggiorno, incarnazione degli esclusi e degli emarginati della nostra società.

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Trento Longaretti nato a Treviglio nel 1916

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Trento Longaretti

Trento Longaretti, nato a Treviglio nel 1916, ha frequentato i primi al Liceo e all’Accademia di Brera, dal 1931 al 1939, a Milano. Allievo di Aldo Carpi, ha avuto come compagni di studi Cassinari, Morlotti e Ibrahim Kodra. Inizia ad esporre dipinti nel 1936, ma gli eventi bellici che lo vedono in Slovenia, Sicilia ed Albania, interrompono la sua attività. Nel 1942 partecipa alla Biennale di Venezia. L’anno successivo espone a Bergamo. Con la fine della guerra può riprendere pienamente il lavoro: oltre che alla pittura e alla grafica si dedica anche all’affresco, all’arte della vetrata e del mosaico. Gli anni 1948, 1950 e 1956 lo vedono ancora alla Biennale veneziana.

Nel 1952 è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma. Nel 1953 vince il concorso nazionale per la cattedra di Direttore e Professore di pittura all’Accademia Carrara di Bergamo, dove insegna per venticinque anni fino al 1978, succedendo, fra gli altri, a Diotti, Tallone, Barbieri e Funi. Dirige l’Accademia fino al 1978. Ha esposto non solamente in Italia, ma anche all’estero (Londra, New York, Parigi, Buenos Aires, Toronto, Ottawa, Amsterdam, Monaco, Stoccolma). Sue opere si trovano in Vaticano, nel Duomo di Milano, nella Basilica di Sant’Ambrogio, nel Duomo di Novara. Suoi dipinti sono nel Museo d’Arte Moderna di Basilea, nei Musei Vaticani, nella Galleria Ricci-Oddi di Piacenza, nella Pinacoteca Carrara di Bergamo, nella Civica Galleria di Gallarate, nella Galleria d’Arte Moderna di Milano, nel Museo della Permanente a Milano.

Ha partecipato alle Biennali di Venezia del 1942, 1948, 1950 e 1956, al Premio Bergamo del 1939, 1940 e 1959, al “Premio del Fiorino” del 1966 e 1969. Tra le sue mostre pubbliche: al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, nel Castello Sforzesco di Vigevano, alla Permanente di Milano. Vanta numerosi studi monografici dedicati alla sua arte. Nel Palazzo della Ragione di Bergamo nel 1992 è stata allestita la mostra “Paesaggi e nature morte”. Nel Museo del Duomo di Milano nel 1993 una mostra di disegni e dipinti sul tema “Il Sacro nella vita di un artista”. Nel 1996 a Bergamo la grande mostra: “Excursus”. Longaretti da Brera alla Carrara”, Galleria Lorenzelli.
Socio artista della Permanente di Milano, risiede e lavora a Bergamo e alle Cinqueterre.
 
 
 
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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
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