Premiazione Torneo Same anni 70
*Treviglio Amarcord *
Un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti,
Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!
Premiazione Torneo Same anni 70
*Treviglio Amarcord *
Un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti,
Same Gi.Di.S 1976
Evelino Pala e Longaretti
Torneo SAME 1979 , reparto montaggio gruppi
Da Sx. in piedi : (?) Virginio Monzio Compagnoni , Mandelli Enzo, Vaccari, Gianni ISAIA Longhi, Da sx in ginocchio : Lazzarini, Sorte, (?) Bogni, (?)
Trofeo SAME 1978.Vittoria del Reparto MOTORI.
Trofeo SAME 1978
foto di Damiano Pilagatti
Dopo la statua per la Same , Coppi e Bartali
bergamo.corriere.it 2013
Coppi e Bartali
Dopo il monumento alla Same, Treviglio pensa di celebrare un’altra delle sue eccellenze industriali, la Bianchi, con una con una statua al ciclismo
A lanciare la proposta è Roberto Fabbrucci che già guidò il comitato spontaneo nato nel 2012 e che, coinvolgendo l’azienda e il Comune, in poco più di un anno è riuscito a vedere realizzato il sogno di riprodurre la prima trattrice diesel al mondo realizzata dai fratelli Cassani negli anni Venti.
Inaugurato a luglio, il monumento spicca alla porta ovest della città sulla rotatoria di largo Vittorio Emanuele innalzato da un basamento tra giochi d’acqua e valorizzato da un’illuminazione scenografica che ne hanno fatto un’attrazione.
Un successo che ora Fabbrucci vorrebbe ripetere omaggiando l’altro marchio storico presente in città.
Un’iniziativa che se ha già raccolto il consenso di massima del Comune e l’interesse di alcuni imprenditori, si presenta però più problematica, a partire dal fatto che la Bianchi, al contrario della Same, è trevigliese d’adozione – arrivò negli anni ‘60 da Milano – ed è sempre stata meno legata alla città.
Starebbe bene nella rotatoria di largo Primo Dante
Costruzione Stabilimento Same Treviglio
L’Archivio Storico e Museo della Same Trattori Treviglio
L’Archivio Storico e Museo di Same Deutz-Fahr, brand storico nel mondo della meccanizzazione agricola, rappresenta una miniera inesauribile di documenti e fotografie molto interessanti e preziosi per quanto riguarda la storia del nostro paese, per comprendere quanto l’agricoltura sia stata importante per il nostro sviluppo e quanto ancora oggi la terra ritorni a diventare uno dei più importanti fattori produttivi del futuro. E allora, oltre ad ammirare i mezzi che conosciamo al lavoro nei campi, ad apprezzare i vecchi riti della civiltà contadina come l’aratura, la trebbiatura e tutte quelle spettacolari manifestazione che proviamo ad interpretare, vogliamo provare a conoscere meglio il ruolo della donna nel lavoro agricolo di un tempo. Attraverso i documenti che l’Archivio ci ha fornito riusciamo a ricostruire quella che è la figura della donna “in campo” in un periodo di tempo che ricopre gli anni che vanno dal 1959 al 1999. Infatti, tramite diverse tipologie di materiali conservati presso l’Archivio Storico SAME come delle bellissime fotografie, house organ, depliant e cataloghi pubblicitari, viene testimoniato l’importante, diremmo senza esagerare, determinante contributo femminile dato al lavoro agricolo.Sottolineano dall’Archivio storico: “Sebbene il lavoro agricolo possa essere principalmente associato alla figura maschile, in realtà, già a partire dalla Prima Guerra Mondiale la presenza delle donne in aree considerate di appartenenza maschile, come il lavoro agricolo appunto, è un dato costante anche in Italia. Si parte dalla figura della mondina, legata alla storia del lavoro nella campagna dell’Italia settentrionale così come lo era la figura della raccoglitrice d’olive nel meridione”. La figura della mondina è stata fatta oggetto di mostre, studi e film importanti che tutti conosciamo. Ma la storia del lavoro agricolo femminile non è fatta soltanto di questi ruoli e non è solo quella importante della mondina o della raccoglitrice di olive. È anche segnata anche dalla collaborazione quotidiana ai lavori di campagna e di stalla. Il lavoro nei campi è sempre stato metafora di una fatica intensa e allo stesso tempo di soddisfazione e di orgoglio per quei prodotti che con fatica da questa terra si è sempre andati a tirar fuori. ma per la donna la fatica era ancora più intensa perché non doveva solo raccogliere le olive o il riso oppure aiutare in stalla o nei campi ma stare accanto alla famiglie e dirigere tutte quelle operazioni che fondamentalmente ad essa erano predestinate. Perché la famiglia era la principale, forse la sola, possibilità reale di sopravvivenza laddove la vita era particolarmente difficile: “Il lavoro della donna era fortemente legato alla famiglia, come possono testimoniare le numerose fotografie che ritraggono la donna impegnata nel lavoro in compagnia dei figli e del marito. Un esempio significativo di come la donna entra di diritto a far parte del mondo agricolo è la sezione di fotografie che illustra alcuni momenti dello svolgimento del corso per trattoriste presso l’Istituto di Meccanica Agraria di Treviglio; testimonianza di un particolare periodo storico, la fine degli anni Sessanta, denso di cambiamenti nella società italiana, nel costume e nel lavoro. Attraverso la formazione e la pratica, la donna acquista il bagaglio culturale necessario alla gestione di un’azienda agricola e possiede una specializzazione che le permette di far fronte a qualsiasi incombenza: potare viti e fruttiferi, coltivare fiori e ortaggi, nonché condurre un modernissimo trattore”. Le immagini che mostrano i volti sorridenti di queste splendide donne in campagna o alla guida di un trattore ci scuotono l’anima. Si tratta di una bellezza diversa da tanta bellezza ancora oggi sussiste soprattutto per chi la sa guardare.
È una bellezza in movimento, in ascesa.Finita la guerra, il mondo agricolo si sta trasformando con una meccanizzazione che sta frammentando e separando i vari aspetti che sono legati all’agricoltura. Appaiono macchinari, trattori, attrezzature nuove che sembrano voler mostrare tutto quel desiderio di cambiamento a cui le persone agognano dopo le difficoltà della fame e del conflitto. La figura femminile, per la molteplicità di aspetti che riesce a racchiudere e a comprendere, è quella che si fa meglio interprete di questa rivoluzione e di questo grande cambiamento. Le fotografie e i documenti sono la migliore testimonianza, un omaggio doveroso per queste splendide donne, amazzoni dei campi e potremmo dire senza voler suscitare ilarità indomite guerriere.
Foto SDF Archivio Storico e Museo – Treviglio – Italia
Same via Madreperla Treviglio , veduta del piazzale interno
Same via Madreperla 1943
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