Eco di Bergamo 29/07/2014
Treviglio
«Nell’entrar della chiesa a man sinistra ergersi da’ fondamenti si vede un campanile che con l’altezza di 125 brazza pare che s’asconda nelle nuvole».
Era il 1647 e le altezze si misuravano ancora in braccia – o meglio, in brazze – quando Emanuele Lodi, nella sua «Breve storia delle cose memorabili di Treì», descriveva con queste parole il campanile di Treviglio.
E se all’epoca la sua altezza era ancor più impressionante rispetto al giorno d’oggi, quando le moderne strumentazioni ci fanno affermare con precisione millimetrica che la sommità si trova a 62 metri e 42 centimetri, il mistero che avvolge la sua costruzione resta fitto e denso di quello stesso fascino che Lodi trasmetteva in quella poetica immagine della torre che si perde tra le nuvole.
Secondo la tradizione il campanile di Treviglio venne costruito a partire dal 30 agosto del 1008, dunque oggi avrebbe la bellezza di mille e sei anni. Ma è proprio così?
Ovviamente non è semplice dare una risposta a questa domanda.
Dalla sua sommità venivano scandite le «grida»: notizie sulla vita e sulla morte dei trevigliesi, ma anche su incendi, minacce, temporali in arrivo.
Tutto veniva comunicato dal campanile, un po’ come fosse un antesignano dei moderni organi di stampa.