Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

Negozi di Treviglio di Romano Zacchetti : La Bernascuna

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Negozi di Treviglio di Romano Zacchetti : La Bernascuna

Romano Zacchetti : La Bernascuna   

Tutti quelli della mia età se la dovrebbero ricordare; era la fornitrice ufficiale dei dischi “ultima moda” 

di Treviglio. Nel suo negozio di via Verga, angolo vicolo Poggetto, lei spadroneggiava in mezzo ad una marea di dischi 45 giri, di Extended Play (quelli che avevano due brani per facciata) ed i più recenti, si intende per allora, Long Playing meglio conosciuti come 33 giri.

Chiedi e ti sarà dato, sembrava il suo motto.
Il primo giradischi che ero riuscito a “costruirmi” era costituito da un piatto di riproduzione di marca Garrard, appoggiato su una struttura da me costruita con il mai dimenticato “Meccano”, collegato ad una radio a valvole per la riproduzione del suono. Il piatto lo avevo comperato dal sig. Zanda, padre di Cietta, che vendeva elettrodomestici in via Roma angolo vicolo Genderini; avevo pochi soldi disponibili, si trattava delle mance domenicali, e lui seppe accontentarmi con i soldi che avevo disponibili.


Una volta dotato di questa importante attrezzatura occorreva trovare un negozio che ritenevo fornito, ed ecco la meravigliosa signora Bernasconi, che nonostante l’età sembrava davvero al passo coi tempi; rock and roll?: no problem. Twist? eccolo! Beat? vedi un pò le ultime novità.


Su qualche Long Playing ancora in mio possesso trovo la scritta L. 2.200 tasse comprese, e si risale in tal modo a metà anni ’60, quando i Beatles con i Rolling Stones e gli Animals iniziarono ad invadere il mondo con la loro musica.


Ma io andavo dalla “Bernascuna” per ascoltare qualche brano prima di acquistare il disco: era paziente, lei mi proponeva ed io ero libero di scegliere. Io chiedevo e lei, se non aveva il prodotto in negozio, me lo procurava.
– Romano, ti interessa questo l.p. di Edit Piaf oppure preferisci Ray Charles?
– Signora, mi piace molto Duane Eddy, ha qualche suo”singolo”, qualche l.p. oppure me li procura?
– Signora, ho sentito un brano di un gruppo chiamato “The Animals” il cui titolo dovrebbe essere “The house of the rising sun” (se vuole glielo metto per iscritto); se lo ha me lo fa sentire bene perché mi è piaciuto e lo vorrei acquistare.


I dischi che comperavo li “gustavo” ad alto volume (sempre con l’impianto che mi ero costruito) nella nuova casa di vicolo Genderini e mio padre, quando alla sera tornava dal negozio, con precisa regolarità entrando in cortile toglieva la corrente all’appartamento gridando in milanese “Smorza el giradischi che el fa un gran baccan!”.
Io imperterrito non lo spegnevo aspettando che mio padre riattaccasse la corrente e questo braccio di ferro continuava quel pochino prima che lui si infuriasse veramente; la scusa era quella che non lo sentivo e lui di rimando mi diceva che era dovuto proprio a quel baccano.


Con i pochi soldi che giravano in tasca riuscii però ad acquistare dal sig. Zanda un bel giradischi “Lesa” dotato di due casse acustiche sul quale, a memoria, potevo poggiare più di un disco; terminata la riproduzione del primo, il secondo disco cadeva sul piatto ed il braccio si riposizionava su di esso iniziando con il nuovo brano e continuando fino alla fine della pila di dischi.

foto Di Gabriele Alessio Cefisvia verga Galleria Nedalini foto di Gabriele Alessio Cefis

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