Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

Storia del Santuario

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Storia del Santuario

Storia del Santuario tratto da : comunitapastoraletreviglio.it

ll 28 febbraio 1522 rappresenta, per gli abitanti della cittadina di Treviglio (BG), una data storica ed è ricordata ancor oggi con grande solennità. Alle otto del mattino infatti, anche l’ora è tramandata con estrema precisione, la Madonna, versando copiosissime lacrime, salvò il borgo da sicura strage, saccheggio e distruzione.

Il contesto storico Per comprendere meglio quegli straordinari avvenimenti occorre tuttavia qualche premessa di carattere storico. Si combatteva, a quei tempi, una lunga e sanguinosissima guerra fra il Re di Francia Francesco I e l’Imperatore Carlo V. Conflitto ricordato come “Prima guerra franco-spagnola” che durò dal 1521 al 1526.

La Lombardia, fu teatro di dure battaglie dall’esito alterno. Razzie e saccheggi ne erano l’immancabile corollario. Nei frangenti in cui si inseriscono i fatti qui raccontati, era in corso una violenta controffensiva dei francesi che, costretti poco prima a ritirarsi a Cremona, intendevano punire severamente Treviglio per il suo appoggio a Carlo V. Questi erano guidati dal comandante Odet de Foix visconte di Lautrec (1485 – 1528) che le cronache ricordano come un valente comandante militare, ma anche un uomo sanguinario e crudele.

Alcuni abitanti di Treviglio, aizzati da un certo Giovanni Landriano, della fazione favorevole agli imperiali, insidiano a più riprese le truppe francesi in ritirata, per cui il generale Lautrec, irritato, ordina la distruzione della città.

Il pianto miracoloso Il 27 febbraio 1522 giunge così a Treviglio la triste notizia che Lautrec si sta muovendo da Cremona con l’intenzione di saccheggiare e distruggere la città. Risultano purtroppo inutili tutti i tentativi di mediazione da parte dei Consoli e del Clero.

La popolazione, perduta ogni speranza umana, pone dunque tutta la sua fiducia in Dio e nella Vergine Maria: le chiese si affollano, si veglia tutta la notte in preghiera. All’alba del 28 febbraio la città si desta gravata da un silenzio funereo, rotto solo da singhiozzi di disperazione. Improvvisamente però una voce si diffonde per ogni contrada, accolta da grande emozione:“Miracolo! Miracolo! L’immagine della Vergine in S. Agostino piange e suda!”.

Verso le ore 8 di quel venerdì 28 febbraio 1522, l’Immagine della Madonna dipinta sul muro della chiesa di S. Agostino, annessa al monastero delle Agostiniane, incomincia a spargere abbondantissime lacrime dagli occhi e sudore da tutto il corpo. Alcune donne, più vicine all’affresco, sentendo delle gocce cadere, pensano che piova; ma dalla finestra il cielo appare sereno e lo stillicidio risulta quanto mai abbondante. Inoltre il muro accanto all’immagine è perfettamente asciutto. Tra la meraviglia e la commozione generale, si constata che gli occhi della Madonna versano lacrime e che tutto il corpo è cosparso di abbondante sudore. Si grida al miracolo, si accorre da ogni parte!

I soldati francesi constatano il fatto e, profondamente impressionati, ne informano Lautrec che, a cavallo, giunge subito presso la chiesa di S. Agostino, vi entra e constata che l’Immagine della Madonna è velata di lacrime e di sudore, mentre rimane perfettamente asciutta quella del Bambino, come pure il muro circostante. In preda a grande commozione,piega il ginocchio davanti alla Vergine, tenta egli stesso di asciugare con un panno quel pianto, ma le lacrime ricompaiono, ed il prodigio continua per sei ore consecutive.

Il generale Lautrec, impressionatissimo, assicura gli abitanti di Treviglio del suo perdono. Tutta la città esulta di gioia; le campane della città suonano a festa, tutti esultano mentre il generale e gran parte degli ufficiali, in ginocchio, depongono ai piedi della Madonna le armi e le corazze.

L’evento straordinario viene ufficializzato da un atto pubblico, rogato dal notaio Orfeo Dainelli e sottoscritto da numerosi notabili testimoni. Il 1 giugno del 1522  il Consiglio Comunale di Treviglio delibera l’istituzione, in perpetuo, di una festa l’ultimo giorno di febbraio di ogni anno, a perenne ricordo del miracolo ed in ringraziamento alla S. Vergine.

La data del 28 febbraio, a quasi cinque secoli di distanza ancora oggi è vissuta con grande fede e devozione. Quella mattina, le campane tacciono, come il Venerdì Santo; la gente si raccoglie silenziosa nel Santuario a pregare davanti all’Immagine della Madonna, coperta da un velo. Quando dalla torre scoccano le ore otto, si sciolgono tutte le campane della città in un festoso e lungo concerto, cala la tela che copre il volto di Maria e la gioia di tutti esplode nel canto di ringraziamento.

La costruzione del Santuario 

Già prima del riconoscimento ufficiale della Chiesa, giunto nel 1583, la devozione popolare si diffuse, enormemente ben oltre i confini cittadini, mentre i trevigliesi erano ansiosi di erigere un nuovo tempio per venerare la prodigiosa Immagine.

Solo all’inizio del 1594 il Consiglio comunale diede avvio ai lavori. Furono dunque acquistate ed abbattute le case che si trovavano sull’area prescelta ed il 25 marzo 1594 si potè deporre la prima pietra. Il nuovo tempio fu progettato in forma rettangolare da Tolomeo Rinaldi e sorse tra la via di Porta Torre e il Monastero di Sant’Agostino, al quale l’edificio doveva essere fisicamente connesso per richiesta delle Monache, custodi della Sacra Immagine.

Si procedette quindi, nel giugno del 1619, al “taglio” della sacra Effige dal vecchio campanile e si procedette, con grande festa e concorso di popolo – e con la presenza del card. Federico Borromeo -, alla traslazione della prodigiosa Immagine nel nuovo Tempio.

Si iniziarono poi le opere di abbellimento del Santuario con grande partecipazione e contributo di ogni ceto sociale. Nel 1668 si deliberò di costruire il prezioso altar maggiore in marmi neri a cui poi seguirono notevoli opere di decoro tra cui diverse opere dei Montalto, la volta dei Molinari ed infine la facciata.

Nel 1799 il monastero delle Agostiniane venne soppresso e le relative proprietà incamerate dal Comune che le adibì ad usi civili (acquistate dalla Parrocchia verso la fine del secolo XIX).

L’ ampliamento del Santuario Nel 1835-1838 si costruì il campanile e si iniziò a pensare all’ampliamento del santuario. Al riguardo, un primo disegno fu preparato nel 1854 dall’arch. Renzanigo. Se ne riparlò nel 1897 e fu don Francesco Rainoni, curato di Treviglio, a promuovere fortemente l’avvio dei lavori. Venne incaricato l’ing. Cesare Nava di Milano di progettarne la realizzazione, avendo però cura di conservare il manufatto esistente.

Preoccupava molto l’onere economico da sostenere e nel 1898 si incominciò a pubblicare un Bollettino del Santuario. Subito iniziarono a fluire offerte cospicue e costanti da tutti i ceti sociali e nel 1899, definito ed apprezzato il progetto del Nava, si potè finalmente annunciare: “si incomincia”.

Il 24 febbraio 1899 S.E. il card. Ferrari, Arcivescovo di Milano, venne a deporre la prima pietra della nuova fabbrica e poi, di nuovo nel luglio 1900, il card. Arcivescovo Ferrari venne a visitare i lavori e fissò le feste e le cerimonie di inaugurazione – e consacrazione – per il 9,10,11 agosto del 1902.

Occorreva però recuperare anche l’antica chiesetta del miracolo ch’era stata adibita ad uso profano; in breve tempo, con l’artistico altare dell’ing. Bedolini e con affresco del pittore Rivetta di Milano, la chiesetta del miracolo riebbe il suo decoro, mentre il 18 febbraio 1908 il Preposto mons. Nazari la benediceva e vi celebrava la Santa Eucaristia.

Nel nuovo santuario si avvertiva forte anche l’esigenza della decorazione dell’abside e della volta, ma lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe ogni velleità in merito.

Si riprese con ardore nel 1919 quando il pittore Cresseri si dedicò alla decorazione dell’abside, con rappresentazioni della storia del miracolo, conclusa nel luglio del 1921.

Furono poi dipinte anche “la Nascita” e “la Crocifissione” sulle pareti laterali del presbiterio ed infine la grandiosa “Assunzione” nella tazza del presbiterio.

I restanti lavori di decoro, commissionati al pittore Bevilacqua, continuarono solo nel 1937 con la decorazione delle vele della cupola ogivale del Santuario, terminate nel 1939, e poi i quattro quadri sottostanti che illustrano alcune scene della vita di Maria.

I lavori di decorazione terminarono nel 1940 quando furono completate le due cappelle laterali del transetto.

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Un Tuffo nel Passato

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