Treviglio nell’anno 1485
Gli abitanti di Oriano
Treviglio nell’anno 1485
Anno 1485 a Treviglio Gli abitanti di Oriano
http://virgi.altervista.org/2012/03/29/le-porte-di-treviglio/
Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!
Treviglio nell’anno 1485
Gli abitanti di Oriano
Treviglio nell’anno 1485
Anno 1485 a Treviglio Gli abitanti di Oriano
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Andrea Gamba : I negozi di Via Verga
Ciao a tutte/i i miei ricordi dei negozi di Via Verga
A destra uscendo dalla piazza Merati fiorista Ruggeri parrucchiere per signora Corna Profumeria Prandina tabacchi Arrigoni panetteria Ravazzi caramelle Bussini dischi Mazzola macellaio Cogliati cartoleria Streparola merceria Ferrari stoffe
Cernuschi gastronomia Agazzi casalinghi Comotti (Oscio ) fruttivendolo Pasinetti panetteria Litrico ottico Sudati sartoria Nazionale ristorante Paltrinieri giornali Bernasconi dischi Rimembranza bar.
A sinistra uscendo dalla piazza Piccinelli farmacia
Gelmi casalinghi e giocattoli Strepparola capelli. Giulietta bar Imeri fruttivendolo Chierichetti acessori abbigliamento, Panetteria , Bargiggia cose antiche
Linoleum Botti salumeria parucchiere De Pascalis Ciocca salumiere Rottola tabacchi Pozzi profumeria
Gloria Soleluna : Sono nata al n.14, di fianco alla tabaccheria Rottola, nel lontano 1948!
Dopo il portone, una volta, c’era la drogheria Ciocca.
Pier Alessandro Oggionni :passavo….per fermarmi a fare quattro chiacchiere con la signorina Rottola; poi lei è venuta ad abitare in viale Diaz!
Renato Bussini Negozio Dischi di Via Verga Treviglio
di Maurizio e Dèsirèe Morbis
Curiosando tra i dischi in vinile dei miei genitori Gabriella Bacchetta e Marzio Casati ho scoperto che in Treviglio c’era anche questo negozio di dischi !!! all’ interno disco in vinile di Celentano ” il tuo bacio e’ come un rock” e “i ragazzi del juke box” 😊 … qualcuno se lo ricorda ?
Negozi di Via Verga a Treviglio
I negozi di Treviglio : la Via Verga
Fabio Preziuso : Negozio dischi della sciura Bernasconi,a fianco a casa mia,in via verga.
Carlo Buttinoni: Che meraviglia !!! Con la stufa per riscaldamento! Una chitarra appesa e tanti dischi vecchissimi… e la sciùra col scialèt de lana !
Annita Baruffi :Quando io ero una ragazzina il maestro Bernasconi avevano a Caravaggio un negozio di dischi, la signora era molto bella mentre il marito non molto. I miei amici la guardavano sempre di sottecchi e mi dicevano ” lu al merita mia ma dona i se Béla” dona e non duna come in trevigliese. Ma certamente erano invidiosi.
Maurizio Cornici : In questo negozio , nel 1974 , ho comperato il mio primo vinile : “Beatles 62~66” “! La mia passione e’ nata li ‘ !
Ambrogina Donghi : Quanti ricordi quandi dischi ascoltati e quanti comprati,la bernascuna ci conosceva tutti per mani e quando passavi da Via Verga durante i giretti pomeridiani ti chiamava per farti ascoltare le ultime novità.
Silvio Panighetti : Il tempo passa…. ci restano solo questi bellissimi ricordi della Treviglio che oggi non c’è più…..
Luisella Basso Ricci : Persona indimenticabile !!!!
Giancarlo Rossi : Ho comprato quasi tutti i miei dischi lì
Negozi di Treviglio di Romano Zacchetti : La Bernascuna
Romano Zacchetti : La Bernascuna
Tutti quelli della mia età se la dovrebbero ricordare; era la fornitrice ufficiale dei dischi “ultima moda”
di Treviglio. Nel suo negozio di via Verga, angolo vicolo Poggetto, lei spadroneggiava in mezzo ad una marea di dischi 45 giri, di Extended Play (quelli che avevano due brani per facciata) ed i più recenti, si intende per allora, Long Playing meglio conosciuti come 33 giri.
Chiedi e ti sarà dato, sembrava il suo motto.
Il primo giradischi che ero riuscito a “costruirmi” era costituito da un piatto di riproduzione di marca Garrard, appoggiato su una struttura da me costruita con il mai dimenticato “Meccano”, collegato ad una radio a valvole per la riproduzione del suono. Il piatto lo avevo comperato dal sig. Zanda, padre di Cietta, che vendeva elettrodomestici in via Roma angolo vicolo Genderini; avevo pochi soldi disponibili, si trattava delle mance domenicali, e lui seppe accontentarmi con i soldi che avevo disponibili.
Una volta dotato di questa importante attrezzatura occorreva trovare un negozio che ritenevo fornito, ed ecco la meravigliosa signora Bernasconi, che nonostante l’età sembrava davvero al passo coi tempi; rock and roll?: no problem. Twist? eccolo! Beat? vedi un pò le ultime novità.
Su qualche Long Playing ancora in mio possesso trovo la scritta L. 2.200 tasse comprese, e si risale in tal modo a metà anni ’60, quando i Beatles con i Rolling Stones e gli Animals iniziarono ad invadere il mondo con la loro musica.
Ma io andavo dalla “Bernascuna” per ascoltare qualche brano prima di acquistare il disco: era paziente, lei mi proponeva ed io ero libero di scegliere. Io chiedevo e lei, se non aveva il prodotto in negozio, me lo procurava.
– Romano, ti interessa questo l.p. di Edit Piaf oppure preferisci Ray Charles?
– Signora, mi piace molto Duane Eddy, ha qualche suo”singolo”, qualche l.p. oppure me li procura?
– Signora, ho sentito un brano di un gruppo chiamato “The Animals” il cui titolo dovrebbe essere “The house of the rising sun” (se vuole glielo metto per iscritto); se lo ha me lo fa sentire bene perché mi è piaciuto e lo vorrei acquistare.
I dischi che comperavo li “gustavo” ad alto volume (sempre con l’impianto che mi ero costruito) nella nuova casa di vicolo Genderini e mio padre, quando alla sera tornava dal negozio, con precisa regolarità entrando in cortile toglieva la corrente all’appartamento gridando in milanese “Smorza el giradischi che el fa un gran baccan!”.
Io imperterrito non lo spegnevo aspettando che mio padre riattaccasse la corrente e questo braccio di ferro continuava quel pochino prima che lui si infuriasse veramente; la scusa era quella che non lo sentivo e lui di rimando mi diceva che era dovuto proprio a quel baccano.
Con i pochi soldi che giravano in tasca riuscii però ad acquistare dal sig. Zanda un bel giradischi “Lesa” dotato di due casse acustiche sul quale, a memoria, potevo poggiare più di un disco; terminata la riproduzione del primo, il secondo disco cadeva sul piatto ed il braccio si riposizionava su di esso iniziando con il nuovo brano e continuando fino alla fine della pila di dischi.
foto Di Gabriele Alessio Cefis
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Rievocazione Storica : Miracol Si Grida
Treviglio Miracol si grida
Miracol si grida è una sfilata e rievocazione storica che si svolge nel centro storico di Treviglio la prima domenica di marzo di ogni anno , per commemorare il Miracolo che salvò la città di Treviglio da distruzione certa il giorno 28 febbraio 1522.
Treviglio (BG) Rievocazione storica festa del Miracolo della Madonna Della Lacrime
Miracol si grida 2018
Da : bergamo.corriere.it
Costumi d’epoca, armi e 250 figuranti per uno spettacolo che fa rivivere la storia a cielo aperto. La rievocazione «Miracol si grida!» si rinnova domenica a Treviglio per la diciassettesima edizione.
L’evento, organizzato dalla Proloco, chiuderà la festa patronale che ricorda il 28 febbraio 1522 quando la città fu salvata dall’invasione francese dopo che le lacrime sgorgarono dall’affresco della Madonna dipinta su un muro del Monastero delle Agostiniane. I Cantù di Martinengo hanno fornito gli abiti, mentre le compagnie di teatro dialettale Zanovello e Bonfanti hanno messo a disposizione attori e guide.
Alle 15, i quattro cortei composti dalle classi più agiate partiranno da via Roma, Galliari, San Martino, Sangalli, ovvero le porte Zeduro, Torre, Nuova e Filagno, per confluire verso piazza Insurrezione. Ad attenderli ci saranno i popolani, indaffarati nei mestieri in campagna, che scacceranno la legione francese, impersonata dagli Amici del cavallo di Caravaggio. Il gesto farà infuriare il generale d’Oltralpe Odet de Fois, visconte di Lautrec, descritto nei documenti dell’epoca come «più duro del diamante, più crudo della tigre, più saldo dello scoglio». Il comandante sarà interpretato da Giovanni Grippa, caravaggino, professione macellaio, avvolto da un mantello rosso, con l’elmetto adornato dalle piume, l’armatura in ferro, attorniato dai fidi cavalieri e dai soldati. A quel punto, 4 consoli invocheranno pietà, presentandosi davanti a lui scalzi, con il cappio al collo e le chiavi del borgo. Poi ci proverà anche Bernabò Visconti. Dalla chiesa di San Rocco uscirà anche monsignor Serbelloni, interpretato dallo scultore trevigliese Bruno Manenti, accompagnato dal clero, che reciterà una preghiera. Ma ogni tentativo risulterà inutile. Il generale sguainerà la spada alzandola al cielo in segno di sprezzo. I cortei si muoveranno, poi, verso piazza Garibaldi dove il popolo, calandosi nella parte con grande partecipazione e tra lo scampanio a festa, annuncerà il miracolo avvenuto all’alba. Tutti si riverseranno in strada e avverrà la conversione: il terribile comandante, commosso, risparmierà Treviglio. Alle 16.30, in piazza Cameroni Lautrec deporrà l’elmo davanti all’immagine sacra, mentre il popolo intonerà l’inno a Maria. E in piazza Garibaldi alle 17.15 il gran finale con l’esibizione degli sbandieratori di Urgnano. La sfilata, animata dal volteggiare delle bandiere, sarà accompagnata dal rullio dei tamburi e dalla melodia delle chiarine. La regia della rievocazione è affidata a Gianpietro Sangaletti.
L’ultimo mulino di Treviglio
da : www.bergamopost.it
[Foto di Roberto Conti]
Giuseppe Fanzaga nel mulino
Di quattro ne è rimasto uno: sì, una volta Treviglio contava quattro mulini, uno per ogni porta della città. Un borgo che vantava un consistente numero di rogge e canali tanto da poter essere considerato come una sorta di nostrana Venezia.
Torrenti e battaglie. La storia dei corsi d’acqua (oggi per lo più nascosti dall’asfalto delle strade) è stata spesso caratterizzata da episodi anche violenti. Nel corso dei secoli la cittadina ha dovuto sempre comunque difendere il diritto di usufruire dell’acqua del Brembo: nel 1560, all’ennesimo sabotaggio da parte dei Brembatesi della diga che convogliava le rogge trevigliesi, i cittadini si armarono e marciarono a Brembate dove fecero addirittura dei prigionieri portati poi in città. Fu solo qualche anno dopo, nel 1570, che, grazie ad un accordo tra le Repubblica Veneta e Milano, Treviglio ebbe diritto (rivisto solo quasi quattro secoli dopo nel 1956) ad usufruire dell’acqua del fiume.
Un po’ di storia, farina bramata compresa. Ma torniamo al mulino solitario che è ancora possibile vedere a ridosso del centro di Treviglio, in fondo alla via Cavallotti. Del Mulino Fanzaga, inizialmente Mulino fuori Porta Zeduro perché posizionato proprio davanti a una porta così chiamata e attraverso la quale si entrava nel borgo (era la via per chi proveniva da Bergamo), vi era già traccia in un documento datato 1392 e compare negli Statuti comunali del Castello di Treviglio, che ordinavano i diritti di prelevare l’acqua dal Brembo.
Oggi è l’ultimo superstite delle decine di mulini che un tempo costellavano rogge e canali nei territori attorno al paese. Per quattro secoli patrimonio del Comune (che lo affittava per trarne guadagno), nel 1700, per far fronte ai debiti, fu venduto a privati, passando dapprima di proprietà dell’Ospedale di Santa Maria, poi dei fratelli Cologno a inizio anni Venti (che lo utilizzarono anche come oleificio).
Fino a quando, nei primi anni Cinquanta, fu acquistato dalla Mulino a cilindri, società di Giuseppe Fanzaga (di origini caravaggine) che, dopo aver ammodernato i macchinari, portò in auge il nome di Treviglio grazie al suo prodotto, la farina bramata oro. Dopo essere passata al figlio Cesare, mancato in un incidente nel 1998, il Mulino ha poi cessato la propria attività e ha dovuto chiudere.
Come funzionava (e quel che resta). Sebbene non più in funzione da quindici anni, il suo interno è rimasto intatto, come se il tempo si fosse semplicemente fermato, e i macchinari sembrano pronti, al clic di un interruttore, a riprendere a funzionare come una volta: un’opera d’arte di ferro, legno ed acciaio, dove rubinetti, tubi e serbatoi, trovano la propria posizione in un armonico insieme dislocato sui tre piani dell’edificio, alto 12 metri.
Grandi macchinari in cui si miscelavano i diversi tipi di farina accumulata nei diversi serbatorio, colonne di legno con coclee interne per il trasporto di farine da un piano all’altro, lunghi tubi orbitanti che pescavano il grando da una grande tramoggia (il serbatoio generale).
Nel tubo, una vite senza fine trasportava alle macchine quanto andava macinato. All’esterno, invece, riposa la ruota che chissà quanti litri di acqua ha spostato da quando è stata messa in funzione qualche secolo fa.
Si pensa ora di farne un Museo Storico Didattico, e, anzi, sarebbe forse doveroso, in quanto rappresenta un patrimonio per tutta la comunità e costituirebbe un ottimo modo per far conoscere a tutti la magia di quel posto, che ha contribuito a scrivere la storia della cittadina trevigliese: qui, in una sorta di fabbrica di Willy Wonka, arrivavano carri carichi di granoturco da cui uscivano poi quei pacchetti che brillavano alla luce come contenessero metallo prezioso, la farina bramata oro appunto, quella “giusta”, quella tipica per fare la polenta bergamasca e che arrivava sulle tavole di mezza Lombardia.
Quella che impacchettava la Signora Giustina sempre in balia della pesa che, non precisa come quelle elettroniche odierne, necessitava di continui controlli affinché la taratura di 500g fosse sempre esatta.
Il Mulino è chiuso, la farina un ricordo, ma la pesa esiste ancora, si trova nella cucina di Maurizio Fanzaga, l’ultimo discendente di questo pezzo di storia, che si auspica oggi che possa essere rivalutato e salvato. Treviglio si è già mobilitata aderendo alla campagna del FAI I luoghi del cuore e cercando di creare una onlus.
La Società Edificatrice di Case Operaie
Foto di Lorenzo Martinelli
La Società Edificatrice di Case Operaie venne costituita a Treviglio nel settembre del 1901 per ini ziativa dell’Unione Operaia S. Giuseppe. L’obiettivo era quello di dare una casa a quegli operai trevigliesi costretti a vivere in abitazioni spesso fatiscenti e malsane.
Alla nascita della societàparteciparono, oltre a 15 soci dell’Unione, quattro sacerdoti guidati da mons. Ambrogio Portaluppi, autentico protagonista del movimento cooperativo bergamasco.
I lavori per la costruzione delle prime due case in fregio a via Canonica (oggi via Portaluppi) iniziarono nell’inverno del 1902 e terminati nel settembre dello stesso anno.
Nel 1904, ai due edifici già realizzati se ne aggiunsero altri due per complessive 24 nuove stanze. Tra il 1908 e l’anno seguente, vennero progettati e costruiti altri quattro edifici. Superato il difficile periodo bellico, le nuove costruzioni riprendevano già dal dopoguerra, tanto che al 1922 la società aveva realizzato nove edifici per complessive 178 stanze.
Negli anni seguenti, specie a causa della grave crisi economica innescatasi sul finire del decennio ’20, l’attività della società si ridusse progressivamente alla gestione degli affitti e ad interventi di manutenzione.
Convento dell’Annunciata dei Frati (minori) di S. Bernardino
Treviglio Antica – 1441-1810.
Di Giancarlo Bonardi
Antico Convento dell’Annunciata dei Frati (minori) di S. Bernardino
I numeri sulla planimetria dal 2 al 9 è indicata la Chiesa con le Cappelle il coro, il campanile, ecc. –
Demolito il convento, costruirono l’Istituto Sup. dell’Agraria in seguito la nuova scuola Ist. Tec. Commerciale Oberdan.
Matita Libera di Bruno Manenti
Memorie Trevigliesi
Ines Lega
Co fondatrice “Ginnastica artistica Treviglio”
Le mitiche tutine rosse nella quale per anni ha profuso capacità professionali e valori moraliMatita Libera di Bruno Manenti : Ines Lega
Zoo di Milano 1966 o 1967, Flavio Marangoni con la zia prof. di E.Fisica Lega Ines..
Foto di Flavio Marangini
Giochi della Gioventù 1976
Palestra Ines Lega , Treviglio 9 Novembre 2017
Treviglio 9 Novembre 2017
Palestra intitolata alla prof.ssa Ines Lega
Nuovo nome per la Palestra In via Bellini
I trevigliesi hanno votato Ines Lega
Approdata a Treviglio dalla frazione San Ruffillo di Brisighella (Ravenna) all’età di 26 anni, per cercare lavoro come maestra, Ines Legasi è resa protagonista della nascita della cultura sportiva nella Bassa insegnando prima a Casirate, poi al «Collegio degli Angeli» di Treviglio, al liceo «Weil», che allora si chiamava ancora «Sarpi», e poi ancora a Dalmine, alle medie «Cameroni» di Treviglio per finire all’«Oberdan», dove trascorse tanti anni sotto la guida dei presidi Zordan, Cagnin e Alletto. Diplomata all’Isef, ha contribuito alla nascita di gruppi sportivi con i quali ha vinto numerose medaglie ai Giochi della Gioventù e poi con Maurizio Conti e Franca Stucchi nella gloriosa «Ginnastica artisticaTreviglio»: le famose «tutine rosse».( tratto da giornaleditreviglio.it)
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