Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

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Maccagni Umberto : Vigili del Fuoco di Treviglio 1929

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Maccagni Umberto : Vigili del Fuoco di Treviglio 1929

Maccagni Umberto : Vigili del Fuoco di Treviglio 1929

Maccagni Umberto : Vigili del Fuoco di Treviglio 1929

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Vigili di Treviglio

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Vigili di TreviglioVigili

Vigili e Vigili del Fuoco

 

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Vigili del Fuoco di Treviglio 1987

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Vigili del Fuoco di Treviglio 1987  Giuseppe Oggionni

Vigili del Fuoco di Treviglio 1987

Vigili del Fuoco di Treviglio 1987

Vigili del Fuoco 1987 G.Oggionni

Vigili del Fuoco di Treviglio 1987
Via Abate Crippa
24047

Sito Web
http://www.vfvtreviglio.it
Stato
Sempre apertohttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=10211798314699073&set=p.10211798314699073&type=3&theater

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1959 La Befana dei Vigili di Treviglio

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1959 La Befana dei Vigili della città di Treviglio (  Treviglio Amarcord )

1959 La Befana dei Vigili di Treviglio

1959  La  Befana  dei  Vigili  di  Treviglio

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1977 Don Giuseppe Molinari e i Vigili di Treviglio

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1977 Don Giuseppe Molinari e i Vigili di Treviglio

1977 Don Giuseppe Molinari e i Vigili di Treviglio 1977 Don Giuseppe Molinari e i Vigili di Treviglio

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I vigili del fuoco volontari di Treviglio. Barbara Oggionni

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I vigili del fuoco volontari di Treviglio. Barbara Oggionni

I vigili del fuoco volontari di Treviglio. Barbara Oggionni – I vigili del fuoco volontari di Treviglio. Barbara Oggionni

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Vigili Treviglio con Mario Busca

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vigili treviglio con Busca

vigili treviglio con Busca ( foto di Luigi Ferrari )

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Anni 70 : I vigili di Treviglio

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Anni 70 : I vigili di Treviglio

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Treviglio Amarcord : Graziano Bellagente

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Treviglio Amarcord : Graziano Bellagente

Pubblicato da Andrea Gamba nel gruppo Facebook Treviglio Amarcord

Graziano Bellagente. Sindaco dal 10 Luglio 1981 al 30 Novembre 1987. E’ nato a Finale Ligure L’11 Febbraio 1938, risiede da decenni a Treviglio.

E’ pensionato con accentuata ” vocazione” verso quanto sa di volontariato solidale ed animatore di”feste Alpine”. Tre i figli avuti dalla moglie Noemi Armati (Federico, Wilma Davide). Propugnatore dei principi dell’amore per il prossimo insiti nello spirito della Democrazia Cristiana, da sindaco ha spinto sull’acceleratore per incrementare al massimo le” case comunali” allo scopo di dare anche a chi disponeva di somme ridotte, l’opportunità di accedere progressivamente ad una casa.

Era la sua, l’era degli sfratti e tante famiglie si sarebbero trovate in strada o sulla piazza se il Comune non fosse intervenuto per scongiurare il pericolo, proprio costruendo case nuove.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vennero realizzate, durante il suo mandato, le fognature della città: venne costruito il depuratore consortile che Treviglio sollecitò insieme a Caravaggio ed a Mozzanica. venne spinto’l’insediamento,delle aziende del Pip di via Lodi e venne realizzata la” casa del volontariato” ovvero la sede dei Vigili del Fuoco, della Protezione civile e della Croce Rossa Italiana. Durante il suo mandato si realizza la Palazzina delle Poste Centrali; si costruiscono le caserme dei Carabinieri e della Guardia di Finanza; diventano realtà i campi sportivi di via Bergamo.

Caricatura di Bruno Manenti

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Madonna delle lacrime: i premi che ogni trevigliese vorrebbe ricevere

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Madonna delle lacrime: i premi che ogni trevigliese vorrebbe ricevere

28 febbraio 2018  giornaleditreviglio.it

Il premio Madonna delle Lacrime nasce  nel 1989, grazie alle disposizioni dei coniugi Tebaldo Nascimbene e Carolina Caldara che vincolarono in un istituto di credito 50 milioni delle vecchie lire affinché l’Amministrazione comunale potesse devolverne annualmente una quota ai cittadini attivi nel sociale e meritevoli nello studio.

E’ assegnato normalmente a trevigliesi che si siano distinti per opere di solidarietà, altruismo e dedizione alla comunità.

La consegna delle benemerenze fu introdotta nel 1979. Ad assegnare il premio è una commissione giudicatrice presieduta dal sindaco, che ascolta e raccoglie ogni anno le candidature arrivate dalla cittadinanza.  Il riconoscimento più ambito è il San Martino d’Oro, che premia gli sportivi o i rappresentanti dello sport trevigliese che si sono distinti per risultati e progetti. Consiste in una targa del Comune di Treviglio con raffigurato San Martino, patrono della città.

Saranno quattro  i premiati 2018 : Amanzio PossentiNicoletta Deponti, Gianluca Facchetti e Silvio Gelmi.

Le medaglie celebrative

Medaglie Celebrative del Miracolo, riconoscimento nato nel 2013 per sottolineare momenti significativi nel percorso di avvicinamento al 500esimo anniversario del Miracolo che cadrà nel 2022. Medaglie che l’Amministrazione comunale coniò appositamente in 99 esemplari nel 2012 proprio in vista dell’importante e storico appuntamento.

Sono state assegnate quest’anno all’ex sindaco Graziano Bellagente, e a tre associazioni:Protezione civile, Vigili del fuoco volontari e Croce rossa italiana.

Oltre a questi, sarà anche premiato monsignor Mario Delpini, il nuovo Arcivescovo di Milano per la prima volta in città dal suo ingresso in Duomo.

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Treviglio riconosciuto mercato storico

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Treviglio riconosciuto mercato storico www.confesercenti.bergamo.it  2012

ll mercato di Treviglio è il secondo per numero di banchi in provincia: 192 piazzole, 35 alimentari e 157 di merce varia.

La Regione Lombardia nei scorsi giorno ha inserito la piazza trevigliese nel registro regionale dei luoghi storici del commercio.

Attivo sin dal 1279, rientra così tra i 60 mercati storici lombardi, il terzo nella nostra provincia dopo quello di Clusone e di Fontanella. Il giorno di mercato è il sabato mattina.

Una delle anime storiche del mercato è la famiglia Steibel.Flavio Steibel tra i segreti della giocoleria bottegaia c’è nato, E’ ambulante per vocazione e per “casato”: era ambulante suo nonno, nel primissimo dopoguerra, suo padre, e ora lui.

E’ l’“ammiraglio” del mercato di Treviglio, il responsabile Anva, l’associazione operatori di aree pubbliche che fa capo a Confesercenti. E ora che la Lombardia ha inserito il mercato trevigliese nel Registro regionale dei luoghi storici del commercio, non può che dirsi “orgoglioso”.

 

Intervistato dal Corriere della Sera, Steibel ha commentato: “Di fronte alla situazione difficile per tutti i settori, il mercato di Treviglio è ancora un’isola felice. E’ particolarmente ordinato, la clientela torna perché affezionata, si trova bene.  Spende meno ma torna. E’ una piazza viva e affollata, ma il punto di forza sono i controlli. Faccio Bergamo, Cremona, altre città lombarde, ogni giorno per sei giorni la settimana una piazza diversa. E’ diffuso un abusivismo allucinante. C’è una sorta di passaparola, se gli abusivi sanno che non c’è vigilanza vengono a frotte. Di Treviglio invece hanno capito che è terra non accessibile perché ci sono controlli continui, con i vigili sempre presenti”.

Ambulanti dagli anni ‘30, gli Steibel vengono dal milanese: “mio nonno iniziò con i primi camioncini, faceva Treviglio, Bergamo, Crema. Mio babbo l’ha seguito a 16 anni e così io e mio fratello, dopo il diploma. Faccio questo lavoro da 20 anni, mi piace ma mi rendo conto che su di un giovane difficilmente ha presa”. Una professione stancante, non si pranza mai prima delle 14.30, e il pomeriggio si riprende: si prepara il camioncino, si pulisce, si acquistano le merci. Olive dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Toscana, baccalà, legumi, frutti secca, acciughe sotto sale, scatolame”. E un negozio fisso, non itinerante? “No, il fascino del mio mestiere sta nel viaggio.Vuoi mettere il vociare, i colori, le tante storie che si intrecciano e ogni settimana si incontrano?”.

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Treviglio 1962 : La Befana del Vigile

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Treviglio 1962 : La Befana del Vigile

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Pier Luigi Della Torre

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Pier Luigi Della Torre

Nacque nel 1887 a Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, i genitori Ernesto Della Torre e Teresa (Lina) Pedrazzini erano docenti in servizio presso le locali Regie Scuole; il padre era nativo della Lomellina ma di antica famiglia di origine milanese, il nonno Luigi si era trasferito, prima a Pieve del Cairo e successivamente a Mezzana Bigli, proveniente da Cassano d’Adda. Nella scuola post risorgimentale egemonizzata dalla massoneria anticlericale al padre Ernesto professore di lettere antiche e cattolico attivo nella politica e nell’associazionismo locale, fu precluso l’insegnamento alle scuole superiori, dovette quindi rassegnarsi come direttore didattico e successivamente ispettore scolastico delle scuole dell’obbligo; nominato direttore didattico a Treviglio dall’amministrazione comunale cattolica di Giacomo Tiragallo, fu amico di Don Luigi Sturzo e tra i primi aderenti al Partito Popolare Italiano. Fu uomo di profonda cultura umanistica e alla sua morte il figlio Pier Luigi dispose il lascito dei suoi libri al Collegio degli Angeli di Treviglio che gli dedicò una sala. La madre Lina, nata in una numerosa e umile famiglia di Pavia, presa sotto l’ala protettiva di un illustre professore dell’Università di Pavia assieme ad altre due sorelle, da ragazza si era trasferita in Francia, dove aveva potuto studiare diventando così una delle prime insegnanti femminili della scuola italiana. I genitori, conosciutisi in ambito scolastico si erano successivamente sposati a Milano.

 

Lo studioso e il primario 
Dal 1923 al 1957 fu direttore e primario dell’Ospedale di Treviglio. Di carattere schietto e di spirito libero e anti autoritario quale sempre si ritenne ed in effetti era, declinò nei primi anni 20 l’offerta di una cattedra universitaria in chirurgia generale presso l’Università di Siena poiché ciò avrebbe richiesto una sua adesione al PNF e al regime fascista, similmente non prese la cattedra presso l’Università di Pavia poiché gli veniva richiesta un’adesione alla massoneria. Ebbe invece la libera docenza presso l’Università di Genova e fu uno dei pionieri della neurochirurgia europea assieme al francese Thierry de Martel e allo svedese Axel Herbert Olivecrona (1891-1980), anche se poi altri in Italia si presero meriti che invece erano suoi. Fu anche il creatore di uno speciale lettino operatorio per facilitare le operazioni sul cranio con il paziente seduto. Ebbe numerosissimi riconoscimenti da varie istituzioni scientifiche, italiane ed estere, e fu membro apprezzato di varie accademie, tra le quali l’Accademia di chirurgia di Bruxelles, della quale fu membro corrispondente, e dell’International College of Surgeons, l’organizzazione internazionale di chirurgia fondata nel 1935. Lasciò molti suoi scritti e studi all’Università di Pavia, ateneo che lo formò negli anni giovanili e al quale fu sempre legato.
Di idee liberaldemocratiche e non compromesso col regime fascista, divenne il primo sindaco di Treviglio alla Liberazione, dall’aprile 1945 fino al giugno 1946 recando in tale carica nella difficile transizione post bellica, doti di equilibrio, onestà e fermezza. Successivamente si avvicinò al socialismo democratico, rimanendo fondamentalmente un illuminato di centro, libero da condizionamenti e senza particolare connotazione politica.
Gli ultimi anni di vita e il Lascito
Visse la propria professione con profonda passione e dedizione e, anche per questo motivo, rinunciò a farsi una famiglia propria. Si concesse rarissime volte delle vacanze, tra le sue passioni che lo distraevano dal lavoro vi furono certamente la caccia con i cani e il tennis. Amante del bello e appassionato di arte, fu affezionato amico del pittore e poi sindaco di Treviglio Attilio Mozzi, suo fedele consigliere artistico e poi, successivamente dell’artista Trento Longaretti; mise insieme una notevole raccolta di opere che con lascito testamentario del 30 aprile 1960 il Prof. Pier Luigi Della Torre dispose di lasciare al Comune di Treviglio perché fosse istituito un museo intitolato ai suoi genitori, il Museo Ernesto e Teresa Della Torre, la seconda pinacoteca per importanza in provincia di Bergamo. Nella collezione vi sono, tra le altre, opere di Rembrandt, Guercino, Correggio, Giambono. Il museo è stato successivamente arricchito con altri lasciti. Fu inoltre un grande esperto e appassionato di tappeti orientali
Ritiratosi a vita privata nel 1957, con un piccolo screzio con l’amministrazione che non gli permise di restare come interino sino alla nuova nomina del successore, trascorse gli ultimi anni della sua vita dedicandosi alla sua raccolta, con la sola compagnia della governante Giacomina, originaria di San Giovanni Bianco, e del fedele cane Burtulì, un grosso pastore bergamasco dal pelo lungo bianco. Il Consiglio Comunale di Treviglio, nella seduta del 9 aprile 1960, demandava alla Giunta l’incarico di dimostrare al professore la gratitudine per l’opera prestata. Sofferente di un’aritmia cardiaca, con la lucidità che sempre lo contraddistinse, morì a Treviglio nel 1963 diagnosticando da vero uomo di scienza la causa della propria morte, le sue ultime parole infatti furono: “mi è venuto un collasso, adesso muoio”. I funerali si svolsero in forma solenne, gli furono tributati onori civili e militari con la presenza in armi di un picchetto d’onore del 68º Reggimento fanteria “Legnano”, il gonfalone del Comune listato a lutto scortato dai vigili urbani, i labari delle A.V.I.S., dei Combattenti, delle associazioni d’Arma, del Istituto Nazionale del Nastro Azzurro, della Croce Rossa Italiana accompagnato da un gruppo di crocerossine in divisa, e partecipazione notevole di popolo
È sepolto nel cimitero di Treviglio nella tomba di famiglia.
Nel 1973 L’Università di Pavia in occasione del decennale della sua morte ha tenuto un convegno-seminario sulla sua opera e sulla figura del prof. P.L. Della Torre come medico e studioso.
Nel 1979 il Comune di Treviglio gli ha intitolato una via nel centro storico e ha inaugurato nel vecchio ospedale, nel quale il professore per tanti lustri aveva esercitato come chirurgo, restaurato e riconvertito a centro culturale polifunzionale, la nuova sede del Museo Ernesto e Teresa Della Torre
Il 14 e 15 settembre 2013 il Comune di Treviglio ne ha commemorato ufficialmente la figura in occasione del cinquantesimo anniversario della morte e della fondazione del museo.

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Angelo Motta

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Angelo Motta.
Gessate (MI), 8 settembre 1890 – Milano, 26 dicembre 1957
Figlio di un cocchiere, Motta inizia a lavorare giovanissimo in un panificio di Treviglio

Figlio di un cocchiere, Motta inizia a lavorare giovanissimo in un panificio di Treviglio e si trasferisce a Milano all’inizio del nuovo secolo. Qui completa l’apprendistato e alla vigilia della grande guerra è promosso capo pasticciere. Al ritorno dal fronte decide di avviare un’attività imprenditoriale in proprio: grazie a un capitale d’avvio formato dal premio di smobilitazione di 700 lire e ai modesti risparmi della madre, acquista gli utensili necessari e affitta i locali nella centrale via della Chiusa a Milano, costituendo nel 1919 una ditta artigiana individuale a suo nome.

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Treviglio, che storia i negozi!

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Treviglio, che storia i negozi!

Di Carlo  Lino Ronchi

Treviglio, che storia i negozi!: Un archivio frutto di un lavoro di anni, con oltre 2.400 visure camerali, centinaia di schede di negozi, migliaia di foto storiche, cartoline e vecchie pubblicità. Carlo Ronchi – per tutti Lino – ha ricostruito, insegna dopo insegna, la storia del commercio di Treviglio, per non dimenticare famiglie, prodotti e lavori ormai quasi scomparsi, che hanno accompagnato la società dall’Ottocento ad oggi. Negli ultimi due anni Ronchi ha completato, via dopo via, la ricostruzione dell’antica mappa dei negozi, molti dei quali resistono ancora oggi. Un immane lavoro per sottrarre all’oblio materiale degli archivi privati e delle scatole dei ricordi. I documenti, scansionati ed archiviati, si intrecciano con i racconti raccolti da un negozio all’altro, a suon di instancabili pedalate con la sua inseparabile bicicletta.

Colorificio Zacchetti
Il primo negozio di vernici è ancora in attività

Il primo negozio di vernici di Treviglio venne inaugurato nel 1938 da Costante Zacchetti, nato a Milano nel 1897, che abbandonò l’impiego di autista dell’Ambasciata di Spagna in Italia giusto alla vigilia della dittatura di Francisco Franco, nel 1936.

Lasciato il servizio di chauffeur, abbandonata il volante della Lancia Dilambda, su suggerimento di uno zio di Corsico che commercializzava vernici, aprì nel 1938 in via Roma – destinata a diventare la via dello shopping per antonomasia della cittadina – un negozio specializzato nella vendita di colori, smalti e vernici. Una bottega dove era possibile trovare tutto il necessario, nella “patria” dell’edilizia e degli artigiani, per metter su casa e rinnovarla, anche solo con un tocco di colore.

Nel 1955 Costante cede l’attività al figlio Pierluigi, che ha imparato il mestiere, dividendosi tra scuola e bottega, sin da ragazzino.

Pierluigi Zacchetti, classe 1935, porta ancora avanti l’attività, iniziata dando una mano al padre a soli 13 anni, negli anni della ricostruzione del dopoguerra, alla vigilia del boom economico. Oggi il negozio – trasferitosi qualche civico più in là, nel cortile interno di un palazzo in via Roma con un piccolo parcheggio per agevolare le operazioni di carico e scarico – affianca alla vendita di vernici articoli da regalo e di cartoleria, oltre a tutto l’occorrente per dare sfogo nel tempo libero, con l’hobby preferito, alla propria fantasia. Pierluigi Zacchetti racconta dalla sua vetrina una via che ha perso la sua anima e vivacità: «Via Roma negli ultimi anni ha subito una grande trasformazione. Non ci sono più negozi di alimentari, sostituiti dalle grandi catene, e da via di passaggio per le compere di tutti i giorni è diventata una via del lusso, in cui sopravvivono ancora poche insegne storiche».

Carsana
Di moda da centodieci anni

Nel 1902 Domenico Carsana – originario di Dongo, in provincia di Como, trasferitosi con la famiglia a Treviglio alla fine dell’Ottocento – inaugura in società con i fratelli il primo negozio di confezioni e tessuti in via Roma. Di lì a qualche anno, raddoppia l’iniziativa imprenditoriale inaugurando un nuovo punto vendita in via Galliari, destinato a diventare la sede storica dell’attività di famiglia, al civico 5. Il fratello Roberto, avvocato e commendatore, arrivò a ricoprire la carica di podestà di Treviglio, dopo una lunga gavetta politica, come consigliere comunale prima, come sindaco dal 1924 al 1927 per arrivare alla carica di podestà nel 1927, nel quinto anno dell’Era fascista, con tanto di medaglia d’oro per la magistratura municipale.

Dal 25 giugno del 1948, con la scomparsa del fondatore Domenico, a portare avanti l’attività è la moglie Santina Radaelli. Nel 1960 la gestione del negozio passa al figlio Giancarlo, dopo una gavetta da Galtrucco in piazza Duomo a Milano, atelier di tessuti e alta moda, ambasciatore del made in Italy. Giancarlo Carsana arriva a far parte del Segretariato internazionale della lana, come consigliere del marchio Pura lana vergine, storica etichetta indice di qualità dei filati, affiancando veri e propri pezzi da novanta del settore, da Rivetti a Marzotto a Inghirami.

Il negozio, completamente ristrutturato dai figli di Giancarlo, Roberto e Marco, ha attraversato mode e vere e proprie rivoluzioni nella confezione di tessuti. Nei primi anni del Novecento l’attività si distingue per l’importazione di tessuti, Scotland, Donegal, Tartan, Shetland e cotoni pregiati. Fino al secondo dopoguerra si vendono tessuti a metro e biancheria per la casa, con tanto di sarto nel cortile pronto a prendere le misure e ad imbastire abiti e giacche. Con la prima produzione in serie di vestiti, Carsana accompagna la rivoluzione del gruppo Facis del lanificio Rivetti, dell’abbigliamento formale maschile in Italia, che nel 1954, sull’onda del boom economico italiano, ispirandosi al modello americano e prestando attenzione al cambiamento dei bisogni e dei consumi, puntò sull’abbigliamento confezionato sulla base di misure teoriche, quelle che oggi chiamiamo taglie. Dagli anni Ottanta i fratelli Roberto e Marco portano avanti l’attività, dall’era dei paninari allo sdoganamento del casual, alle grandi griffe.

Gelmi
Dal carbone ai giocattoli, una storia che si rinnova del 1879

Dal 1879 la “ditta Silvio Gelmi” accompagna la storia di Treviglio. Ad inaugurare l’attività in via Verga, al civico 12, è Silvio Gelmi – nonno dell’attuale gestore, che porta il nome del fondatore -, che vendeva di tutto, dalla ferramenta all’antracite, dalle corone mortuarie alle polveri e ai pallini per la caccia, dai casalinghi alle canne da pesca. Le pubblicità dell’epoca promuovono la stufa americana e la milanese, oltre alla vendita di carbone artificiale, per non parlare de «il rinomato carbone antracite senza fumo della Gwan-Cae-Gurwen Collery Company, la più pura antracite al mondo per il miglior combustibile ad uso domestico, che consente di risparmiare il 25% in confronto al Coke».

Per “l’americana” il negozio rivendica l’esclusiva «come unico deposito in Treviglio» e non manca di pubblicizzare, a sorpresa, nella stessa campagna, la vendita di corone mortuarie. Il negozio si trasferisce nella sede attuale, in via Verga 1, a due passi dal primo negozio, sul lato opposto della via, nel 1905.

Nel 1927, con la scomparsa del fondatore, a portare avanti l’attività è la vedova Ernestina Ginevra Berna. Nel 1950, dal 3 gennaio a prosegue Angela Longaretti, vedova di Flaviano Gelmi, che conduce il negozio per vari lustri. Nel 1974 la gestione passa ai fratelli Alessandra, Silvia e Silvio, a partire dal 12 agosto. Nel 1985 a mandare avanti l’attività è Silvio Gelmi, che ancora oggi, a 72 anni, gestisce il negozio, che oggi vende quasi esclusivamente giocattoli.

«Da cinque anni ho scelto di abbandonare i casalinghi e di concentrarmi sui giocattoli, che da tempo, vista la mia passione, rappresentavano ormai la specializzazione del negozio. Da anni ho scelto di lasciar perdere ferramenta ed altri articoli. La crisi sta mettendo a dura prova il commercio e i negozi sfitti nella via si moltiplicano. Ricordo gli anni in cui l’Upim portava 1.500 persone al giorno e la vivacità e animazione nella via non mancavano.

Ora sembra che per l’edificio, per anni in stato di abbandono, si sia finalmente trovata una soluzione. La speranza è che non si riveli l’ennesimo contenitore vuoto. In centro diverse operazioni immobiliari hanno portato ad un rilancio di palazzi storici e di pregio, ma i negozi sono rimasti per la maggior parte vuoti».

Pozzi
Una famiglia tra commercio e sport

Nel 1936 Emilio Pozzi, classe 1896, rileva il 5 settembre, in seguito alla scomparsa dei proprietari del negozio e alla rinuncia da parte degli eredi a mandare avanti l’attività, una parte del grande emporio in cui lavorava come commesso.

Nello stesso anno la moglie Giuseppina Prandina, classe 1899, abbandona l’attività di sarta per aiutare il marito ed assume due delle dieci ragazze che lavoravano con lei in atelier. La più giovane delle commesse, Wanda Bugini, sposa Annibale – detto Lino – Pozzi, che il 14 novembre 1960, rileva con la moglie l’attività.

Negli anni il negozio si trasforma e da ingrosso di tessuti ed articoli di merceria a servizio di sartorie e laboratori, si specializza nella vendita di abbigliamento intimo e di altri capi di vestiario e accessori. A mandare avanti l’attività sono ancora oggi i figli di Wanda e Lino, Emilio, Aldo e Guido, che nonostante gli studi, decidono di continuare la tradizione del negozio storico di via Roma.

Emilio Pozzi – che, sulle orme di papà, storico presidente della società calcistica Zanconi dell’oratorio Sant’Agostino, si è sempre diviso tra commercio e sport, come socio fondatore della squadra Blu Basket, insieme ad Alberto Mattioli – ha visto cambiare a partire dagli anni Settanta il centro di Treviglio: «Il centro storico si sta svuotando anno dopo anno.

Sono scomparsi i negozi di alimentari, soppiantati dalle grandi catene, e bar e ristoranti non riescono a calamitare l’attenzione e a creare movimento e passaggio in centro».

Il Distretto del commercio ha in parte invertito la rotta: «Grazie ai mercoledì sera di giugno e luglio e ad altre manifestazione di valore, si sono riuscite ad animare le vie. Non tutti fanno acquisti subito, ma sono tanti i clienti che adocchiano dei capi e rinviano la spesa nei giorni successivi. La speranza è che si parta il prima possibile con la fidelity card del distretto per incentivare ulteriormente gli acquisti».

Alimentari in via di estinzione

Sono due i negozi di alimentari storici che resistono in centro a Treviglio. L’attività della macelleria, gastronomia e rosticceria Rozzoni in via Matteotti sfida la crisi prendendo per la gola concittadini e visitatori. Abbandona invece la via XXV Aprile, a due passi dalla macelleria, il negozio di ortofrutta Ortofresco, specializzato nella quarta e quinta gamma, che si trasferirà in periferia, in via Cristoforo Colombo.

Macelleria Rozzoni
«Qualità e servizio continuano a premiare»

Da garzone a patron di uno degli indirizzi di riferimento per salumi, carne e gastronomia, ultimo baluardo nella vendita di alimentari del centro storico.

Silvio Rozzoni, consigliere Ascom del Gruppo Macellai dal 2009, inizia la sua attività lavorativa a soli 13 anni come garzone di macelleria a Treviglio, a scuola di Carlo Chiodaroli, in piazza del Popolo.

Dopo dieci anni di lavoro come dipendente, appresi i segreti dell’arte della macellazione e della realizzazione di insaccati, coglie al volo l’opportunità di rilevare l’attività e nel 1968 diventare titolare della storica macelleria.

 

Le soddisfazioni e il lavoro non mancano: nel 1987 Silvio Rozzoni amplia l’attività, trasferendosi nell’attuale sede, di proprietà, in via Matteotti, che oggi impiega sei dipendenti. Rozzoni è specializzato nella selezione, macellazione e vendita di carni nel laboratorio di Treviglio (aperto nel 1984 e certificato dai più rigidi standard qualitativi) e nella preparazione di insaccati; è inoltre salumeria, rosticceria e gastronomia. Nel suo negozio si trovano inoltre chicche gastronomiche provenienti da tutta Italia. Nei periodi di festa, come Natale e Pasqua, è un indirizzo apprezzato per la realizzazione di cesti regalo per ogni esigenza. «Le soddisfazioni nell’attività non mancano – dice – e, anche se i consumi sono cambiati, la qualità e il servizio sempre attento alla clientela continuano a premiare».

Ortofresco
«Per far crescere l’attività ci dobbiamo spostare in periferia»

Le sorelle Tina e Rosita Mazzadi dal 1985 portano avanti l’attività Ortofresco, negozio di frutta e verdura specializzato nella selezione e trasformazione di primizie e ortaggi di pronto consumo, dalle melanzane alla parmigiana alle verdure grigliate e cotte a vapore, alle zuppe.

Una passione per la cucina che le sorelle, con un passato in gastronomia e salumeria, affiancate da diversi collaboratori, mettono al servizio della clientela, rendendo più agevole la vita ai fornelli di donne sempre di corsa. «La crisi impone un cambiamento e per migliorare, evolverci e gettare le basi per il futuro della nostra attività, attraverso l’innovazione, questa non era più la sede opportuna», dicono.

Non manca una frecciata ad amministrazione e associazioni: «In questo momento di grande difficoltà si sente come non mai la mancanza di una preparazione e di una conoscenza del commercio e delle problematiche che siamo chiamati ad affrontare.

Diverse sono le scelte infelici, dalle bancarelle piazzate alla bell’e meglio che impediscono il passaggio e per noi significano decine di spese perse, all’assenza di una vera e propria regia, che finora nemmeno il Distretto del commercio, salvo qualche iniziativa, è riuscito a creare

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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
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Buon Amarcord a tutti !!