Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni. email: [email protected] Buon Amarcord a tutti !!

Archive for the ‘ virgi ’ Category

Pallavolo Treviglio 1974

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Pallavolo Treviglio 1974
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Marco Carminati

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Marco Carminati

da www.bergamonews.itwww.ellelibri.com

Marco Carminati giornalista e scrittore bergamasco, nato a Treviglio nel 1953 .
Con Grafica & Arte ha pubblicato “Le ali nere del Caravaggio” /  “Vince Luna! Un frammento della nostra storia sepolto lungo la via Argentea”  /  “Contessa Clara mia diletta… Pagine bergamasche del primo Verdi patriota, dal suo Nabucco alla coscienza nazionale”.
Ha scritto oltre una cinquantina di libri, fra romanzi, raccolte di racconti, saggi, volumi fotografici e numerosi articoli nei quali son posti in primo piano la cultura, la storia, le tradizioni, i costumi della sua gente e della sua terra.
Collabora con alcune testate nazionali e locali, alcune delle quali ha diretto, e con emittenti televisive. È accademico dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo.

Dopo gli studi classici, ha conseguitola laurea in lettere presso l’Università Cattolica di Milano, e si è specializzato in Giornalismo. E’sposato con la signora Patrizia Arti, anch’essa molto attiva per quanto concerne le attività volte al sostegno della persona, ed ha un figlio, Jan, di 24 anni.

Lo scrittore suddivide i suoi libri essenzialmente in due categorie: quelli che lui definisce “i suoi hobby”, ovvero i romanzi storici, ed i saggi basati su nozioni storiche. Nel 2007 uscirà un altro testo in collaborazione con lo storico Paolo Furia, dal titolo “Quando vagava il lupo”; questo romanzo è ambientato nella Treviglio del ‘600, quando appunto nella “terra di ghiaia” era ritornata inquietante la presenza di famelici branchi di lupi.
A breve uscirà anche una raccolta di dieci racconti per bambini in collaborazione
con Kiwanis, Croce Rossa  e  Banca di Credito Cooperativo, i cui proventi
andranno in favore dei minori che vivono nelle terre martoriate dai conflitti e per la TAU.  Ha all’attivo circa una trentina di titoli, di cui la pubblicazione più recente è “Barbazàn, quasi un romanzo storico”, presentato a Treviglio il 28 febbraio 2006 in occasione dell’evento della Madonna delle Lacrime.

Il “Barbazàn”, fa parte del contestoi rivisitazione dell’excursus storico in cui Marco Carminati ha lavorato: in un primo tempo erano nati i suoi romanzi ambientati dal 1950 a ritroso fino al 1700, poi nel 1500 ed infine questo piacevole testo storico ben inserito nel ‘600. “Barbazan” è la storia romanzata di Odetto di Foix, Visconte di Lautrec, noto nella nostra zona per essere stato al centro della vicenda miracolosa della Vergine piangente, presso il Santuario di Treviglio.

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La Panada

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La Panada

IL PANE SECCO… NON SI BUTTA; è si, è proprio un peccato buttare il pane quando nel mondo ci sono milioni di bambini che muoiono di fame…

Questa per la verità è un piatto poverissimo e che sicuramente quasi tutte le regioni italiane hanno la propria versione.. In passato la panàda si preparava come primo nutrimento per le partorienti a seguito del parto, ma veniva proposta spesso anche ai bambini o agli anziani, ed in generale come piatto di facile digeribilità per persone debilitate o ammalate.
Tipicamente il focolare nelle case rimaneva acceso per tutto il giorno, ecco perché questo piatto era molto preparato e diffuso nonostante richiedesse un tempo di cottura piuttosto lungo.
Dal momento che la filosofia contadina prevede che niente vada gettato se la panada avanzava veniva riscaldata e mangiata anche il giorno successivo.La panàda è un piatto unico, di umili origini, preparato nelle campagne e adatto per la sua sostanziosità ai malati, anziani e bambini.
L’origine contadina di questo piatto è testimoniata dai suoi ingredienti: pane raffermo, brodo, olio di oliva, cannella, formaggio grana.
Il pane viene affettato e disposto in una casseruola, coperto con il brodo e bagnato dall’olio e lasciato riposare per circa mezz’ora. Quindi si cuoce a fuoco lento per circa tre quarti d’ora, mescolando frequentemente sino a quando si presenta come una crema densa. Si unisce il grana padano e si serve cospargendola con un filo di olio.

Ingredienti: 1 panino raffermo , mezzo litro di acqua, un goccio d’olio d’oliva (o burro), sale. 

La panada si prepara così : In una pentola mettete l’acqua fredda ed aggiungete un goccio d’olio d’oliva con un pizzico di sale.
Tagliate poi il pane o spezzettatelo riducendolo in piccoli pezzi, ed immergetelo nell’acqua.
Il tutto dovrà cuocere a fuoco moderato e costante per circa 2 ore,”lasciala bollire fichè non parla”, o meglio : lasciala cuocere finchè le bolle che fouriescono dal composto non iniziano a farsi rumorose..).

In ogni caso prima di toglierla dal fuoco sarà bene verificare che tutti i pezzi di pane siano completamente spappolati (aiutandosi eventualmente con un mestolo), la panada deve risultare omogenea.

In alcune ricette trentine a fine cottura si suggerisce di cospargere la panada con una manciata di formaggio gratuggiato.

 

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Calcio Illustrato (Carmelo Silva)

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Il calcio Illustrato ( Carmelo Silva )
Carmelo Silva In un periodo in cui non esisteva la televisione e la pay-tv era fantascienza,l e partite erano per pochi eletti che andavano allo stadio, per tutti gli altri il grande appuntamento era con “Calcio illustrato”, un incontro da vedere in diretta attraverso la saggezza della china di Carmelo Silva.

Carmelo Silva e’ considerato l’inventore del calcio disegnato. Le sue partite hanno fatto epoca, attraverso il “Calcio Illustrato”, il settimanale che dal 1930 aveva raccontato agli italianile gesta dei protagonisti del campionato del Pallone. Nato a Treviglio aveva studiato a Bergamo Le sue prime vignette,erano vere e proprie caricature. Una lunga collaborazione con “Il Calcio Illustrato”,con una pagina dal titolo “La partita di Carmelo Silva” dove raccontava con i suoi disegni e con i suoi commenti, spesso ironici,le partite del campionato italiano di calcio. Dalla sua matita rivivevano i fasti e le magie dei grandi calciatori e delle grandi squadre. Il Torino di Mazzola e Loik,la Juventus di Sivori e Charles, il Milan del trio Gre-No-li, l’Inter di Herrera e Facchetti, il Milan di Rocco e tutti i protagonisti di un calcio da leggenda. Per decenni Carmelo Silva da buon giornalista partiva la domenica mattina e si recava nella città per raccontare il  big-match della settimana; i suoi viaggi erano per la maggior parte a Milano a Torino ma spesso andava anche più lontano come a Firenze e a Roma.

Seduto in tribuna, attorniato da giornalisti, Silva si apprestava a seguire con attenzione tutta la partita, disegnava e creava con rapidità schemi e bozzetti come in un prezioso promemoria; i calciatori atletici e dinamici al momento erano delle semplici righe sufficienti per ricordare l’azione da raccontare, il tutto condito da freccette che indicava la direzione dei tiri. In poche parola il maestro “stenografava” con una matita quello doveva poi disegnare.

Poi in redazione o nel suo studio, si compiva la creazione artistica della domenica. I bozzetti diventavano giocatori dal dribbling proibito e dalla tecnica eccezionale,i cerchietti erano visi affaticati e le freccette diventavano palloni dalla traettoria imprendibile.

I lettori seguivano con attenzione la pagine di Silva, il tutto in un mondo dove il calcio si sentiva alla radio e si vedeva sul “muro di casa”, trasmesso attraverso l’immaginazioni di chi ascoltava la voce di Nicolò Carosio.

Due vignette di Carmelo Silva. In alto la storica vittoria della Nazionale a Wembley 1973. Sotto Mondiali di Spagna 1982 , Italia campione del Mondo.

Dopo la lunga militanza del Calcio Illustrato, che si concluse nel 1966, in contemporanea con la fine delle pubblicazione del giornale, Silva disegnò per alcuni anni per “La Notte” di Milano, giornale che nell’edizione del lunedì sera presentava le reti e le azioni della “sua” partita.

Poi la collaborazione con la Panini durata per quasi più di venti anni, con gli incontri della stagione azzurra per l’Almanacco Illustrato e in contemporanea tantissimi disegni per la Gazzetta dello Sport; sul fondo rosa del prestigioso quotidiano sportivo ecco arrivare le imprese di Platini, Falcao e Maradona raccontate dalla sua precisa matita. Naturalmente non dimentichiamo ‘l Bilgot , Zigo Zago , la Tribuna.

 

Gino Gaigher , Comp. Teatrale Filodrammatici – Via Cavallotti /Via Cesare Battisti.

( La Tribuna )

Carmelo Silva mentre disegna per “la tribuna” nella sede di via Roma

 

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il Bucato…con la bradela in via Cavallotti

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il Bucato…con la bradela in via Cavallotti

Radio Bràdela Treviglio Amarcord.
Radio Bràdela – chiacchiere da lavatoio, pettegolezzi

Il lavatoio era uno dei posti deputati allo scambio di pettegolezzi fra le lavandaie predèla – predella in pietra nei lavatoi, su cui si appoggiano le ginocchia per lavare (longobardo PREDIL)  (anche pradèla).

L’inginocchiatoio portatile in legno è la «bradèla» («cassetta a tre sponde nella quale si inginocchiano le lavandaie quando lavano sulle sponde di un fiume») per insegnare come si lavano i panni.

Della lavatrice non c’era traccia nemmeno nei sogni più fantasiosi….

I più fortunati che avevano una lavanderia e una lavandaia,   che aveva le mani gonfie e arrossate a furia di tenerle nell’acqua e la schiena piegata di 30° a furia di star china. Nella lavanderia c’erano le vasche di graniglia e una caldaia a legna in cemento per riscaldare l’acqua dentro una grande tinozza.
D’estate, quando la biancheria era lavata – lenzuola, tovaglie,tovaglioli, ecc.erano rigorosamente bianchi – il bucato veniva steso ad asciugare sul prato perchè la luce del sole ne accentuasse il candore.

Radio Bràdela Treviglio Amarcord

La bugàda

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Inaugurazione piazza Setti 19 Maggio 2018

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Inaugurazione piazza Setti 19 Maggio 2018

Inaugurazione piazza Setti 19 Maggio 2018

foto giornaleditreviglio.

Sabato 19 maggio 2018  l’inaugurazione e l’apertura al pubblico della nuova piazza  Setti a Treviglio

Galleria Immagini dall’Ottobre 2016 a Maggio 2018

Galleria Immagini dall’Ottobre 2016 a Maggio 2018

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Traffico a Treviglio (1991) di Roberto Fabbrucci

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Traffico a Treviglio (1991) di Roberto Fabbrucci

Immagini ritrovate nell’archivio video di Roberto Fabbrucci. Recuperate da vecchie cassette Hi8 molte immagini usate dai redattori de “la tribuna” per commentare i servizi che venivano prodotti per il Tg di Studio Uno tv. Eccone alcune sul traffico in centro storico a Treviglio nel 1991.

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Treviglio (Treì in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 29 683 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia.

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Lhbal in Italia

Treviglio (Treì in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 29 683 abitanti della provincia di Bergamo in Lombardia. Il comune si trova nella media pianura padana, a circa 20 km in direzione sud rispetto al capoluogo orobico. Fondata nell’alto Medioevo[9] dall’unione di tre comuni a scopo difensivo, è il secondo comune della provincia per numero di abitanti, preceduto dal capoluogo. Città principale della Gera d’Adda, la sua posizione strategica è evidenziata dal crocevia di strade e ferrovie che la collegano con Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano. È anche conosciuta come “la città dei trattori” per la presenza dell’azienda multinazionale SAME Deutz-Fahr Group.
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Treviglio Deposito Pullman S.A.I.

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Treviglio Deposito Pullman S.A.I.

Licia Benzi  : Ex deposito pulman (se ricordo bene)ora sorge un grattacielo che a parte i negozi sotto a questo mostro di cemento,sia ancora vuoto o quasi……

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Treviglio Viale Littorio

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Treviglio Viale Littorio

 

Ornella Bettani : Devo dire che la Treviglio di qualche anno fa, aveva quel tocco di fascino in più … O sarà solo nostalgia?

Carlo Buttinoni : Quindi il terreno dove ci sono gli attuali giardini di San Francesco e la casa del Sig. Ausenda erano chiusi da un’inferiata, perchè privati ..

Virginio : Si … c’era una ditta che produceva olio..

 

Ditta Oleificio Costa via Libertà Treviglio foto anno 1954

Pier Alessandro Oggionni : Forse sbaglio io, ma l’oleificio non era sull’altro lato della strada, a sinistra venendo dall’oratorio e non a destra?

Andrea Gamba : Ciao Alessandro,  si venendo dall’Oratorio era sul lato sinistro.
Ci ha lavorato mio zio Angelo papà di Bruno Manenti.
Luigi Polgatti  : Era dove adesso c’ è il complesso delle Betulle   Andrea Gamba Esatto Luigi.
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Treviglio 1970 Piazza Cameroni

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Treviglio 1970

Pier Alessandro Oggionni :Asti droghiere/panettiere e Moto Guzzi,almeno nei primi anni sessanta, poi non ricordo più. Però la panetteria drogheria salumeria e varie ed eventuali è rimasta fino a quando hanno demolito per costruire la sede della Banca Provinciale Lombarda. Negli anni sessanta ci compravo dei filoncini di pane croccantissimi e gustosissimi. Alla fine dei settanta avevano una pancetta strepitosa!

Carlo Buttinoni : Che roba scè-cc! Màchine parchegiàde süta al purtegòt ! Parchegiàde söl marciapè! Parchegiàde adòs ai piànte ! I sa anfügüràia de nà al cèss co la màchina !!! Il Boom economico… (bella foto)

Marco Falchetti “Anfügüràia” mi piace.Tempo imperfetto.Terza persona singolare. “Aia” finale obbligatorio a Treviglio.E solo a Treviglio.Dimenticavo anche il “braia” aggettivo. “L’è na bràia s-cèta”. Eccezionale ! Per un oriundo come me, eccezionale😉

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Le foto del furto della Gatta e del bombardamento di Caravaggio

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Le foto del furto della Gatta e del bombardamento di Caravaggio

di Giancarlo Rossi.

Carlo Buttinoni : Dopo il recupero della “Gatta” ???
Giancarlo Rossi:  Quello con la Gatta è mio papà, poi c’è Santagiuliana e gli altri non li conosco non so chi sono.
Roberto Fabbrucci : Bellissima !!  Da sinistra: Eli Somenzi, XX xxxx, Rossi, xxxx XXX, Brandino Santagiuliana.
Enrico Di Vito : Conoscevo la storia fin dai primi giorni del mio arrivo a Treviglio (lontano 1970) e trovo davvero singolare che molti trevigliesi non la conoscano.
Nadia Colpani  :Giancarlo Rossi hai dei reperti fotografici…..Bellissimi!!
Ornella Bettani :I purselí de Careás e i gusetí de Treí ….Ha qualcosa a che vedere con la storia della gatta? Virginio, Carlo, Mariella, Annita …… eccola, la gallina col paracadute!
e quanto interesse sembra destare.

Ornella Bettani : Quindi i caravaggini già venivano chiamati porcellini …..

Annita BaruffiIl mio papà mi raccontava che, a volte, con i suoi amici veniva a ballare a Treviglio in un luogo che poi si chiamò Monte Alto. Com’è come non è le ragazze preferivano ballare con i giovani d Caravaggio. La ragione, secondo il mio papà, era semplice dato che loro erano più belli. E allora iniziavano a litigare e anche a far volare qualche ceffone. Sarà colpa della gatta?
Ornella Bettani da L’ECO DI BERGAMO
Giovedì 03 ottobre 2013
Contesa da Treviglio e Caravaggio “La Gatta rapita è finita al museo.
Ricordate la «Secchia rapita»? Il poema di Alessandro Tassoni narra la storia del conflitto fra Bologna e Modena (1325) conclusosi con il furto da parte di assetati modenesi di una secchia di legno, trafugata da un pozzo come trofeo di guerra. Qualcosa di simile – una sorta di «secchia rapita» in «salsa bergamasca» – è accaduto nella Bassa nello stesso periodo. A contendersi non un mastello di legno, bensì una pietra, trevigliesi e caravaggini.

Una battaglia conclusasi con la vittoria dei primi. La pietra in questione è un gatèl, un bassorilievo che fungeva da cippo o termine di confine. Il termine dialettale è stato italianizzato in «gatta», così che tutti pensano che il quadrupede scolpito nella pietra sia uno strano felino, mentre in realtà si tratta di un cavallo.

La «gatta» delimitava appunto i limiti tra Treviglio e Caravaggio e fu a lungo oggetto di diatriba tra le due città , da quando fu rinvenuta in una zona di confine tra i due paesi nel 1392 in via Caravaggio sulla strada statale 11, denominata negli statuti del 1392 via Caravagli. Persino San Bernardino da Siena dovette intervenire per placare gli animi dei contendenti predicando la pace. Diciamo subito che oggi la «gatta», murata per secoli in un vicolo a Treviglio, è conservata nel museo civico, mentre sulla facciata del palazzo antistante la Basilica, in piazza Manara, è esposta una copia. Le cronache de «L’Eco di Bergamo» ci hanno consegnato ogni tappa della contesa.

Nel 1861 avvenne il primo furto da parte dei caravaggini ai danni dei trevigliesi. Ripresa, non si sa quando e come, da quest’ultimi, quasi un secolo dopo fu nuovamente sottratta dai caravaggini. «Treviglio e Caravaggio si guardano in cagnesco», titolava «L’Eco» il 28 febbraio 1953, registrando che la notte precedente era stato sottratto «un cimelio marmoreo» oggetto di «una singolare controversia nata alla fine del 1300». Il nostro quotidiano ricordava che il possesso della gatta importava il privilegio su un canale irriguo che scorreva a cavallo dei territori dei due Comuni.

La settimana precedente il furto, i compilatori di un numero unico dal titolo «Zigo-Zago» lanciarono l’idea di erigere un monumento alla «gatta», un fatto questo che surriscaldò gli animi dei caravaggini pronti a riprendersi la pietra. La «gatta» fu così tolta nottetempo dal muro della piazza dove era stata collocata. Al posto del bassorilievo, gli autori del colpo appesero un cartello con la scritta: «Mentre il popolo trevigliese dormiva, la “gatta” se ne è ita al suo paese». «La signora Paola Senna – scrive L’Eco dell’epoca – fu testimone oculare del furto da parte di una decina di giovani, armati di scalpello e martelli, giunti alle ore 2 a bordo di un autocarro. La gatta fu poi portata a Caravaggio e murata al civico 12 di via Michelangelo.

I caravaggini avrebbero poi chiesto per la restituzione della gatta un riscatto con 200 fiorini d’oro da consegnare sul limitare fra Treviglio e Caravaggio dove fu appunto rinvenuta». Poco più di due mesi dopo, i trevigliesi sferrarono la loro offensiva, pronti a riprendersi il maltolto. Prologo all’azione per riconquistare la «gatta» un singolare bombardamento di Caravaggio con galline appese ai paracadute, caramelle e rotoli di carta igienica lanciate da «forze aeree trevigliesi».

«Tre grossi bombardieri dell’aeroporto di Orio Serio – si legge su L’Eco dell’11 maggio 1953 – alle ore 12 hanno cominciato a vorticare paurosamente su Caravaggio gettandovi grandi quantità di materiale: 50 galline vive con il paracadute, chili di caramelle, bottiglie di vino, stilografiche e persino un grosso porcello», oltre a manifesti minacciosi di altri bombardamenti fino a far «scomparire il nome di Caravaggio dalle carte geografiche».

All’azione goliardica seguì una decina di giorni dopo l’incursione dei trevigliesi che, ripresasi la gatta, la murarono subito su un palazzo prospiciente la Basilica (dove oggi c’è la copia). Il colpo fu messo a segno in pieno giorno dai trevigliesi armato di pistole di zucchero e assordanti tromboni della banda musicale che costrinsero i caravaggini alla resa. Finita la contesa, la «gatta» è poi tornata al centro delle cronache per l’interesse da parte di una laureanda dell’Università della Sorbona giunta appositamente da Parigi per studiarla nei dettagli.

La notizia della contesa e del bombardamento del resto fece il giro del mondo sui giornali stranieri. Nel marzo 1982, il cippo è stato oggetto di restauro affidato allo studio Gabrieli-Traversi. La gatta originale è ora nel museo civico. Senza un intervento di recupero del resto, la gatta si sarebbe sgretolata fino a frantumarsi o sbriciolarsi, andando irrimediabilmente perduta. Profonda circa 50 cm., larga quasi altrettanto, alta 25 cm., la gatta ora è al sicuro. La singolarità di questo cippo, oltre al valore storico, è costituita dal fatto che è forse uno dei pochi termini di confine che raffiguri un animale, giunto ai giorni nostri, dopo svariati secoli, ancora integro e con tutto il suo carico di suggestività e un pizzico di leggenda.

Emanuele Roncalli

La Gatta di Treviglio

 
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Treviglio : Il Vigile Riccardo Martini

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Marcello Frigerio : Nonostante le multe tutte meritate che mi ha fatto lo ricordo con affetto.

Enrico Fabbrucci : Che bei tempi quando con affetto si guardavano queste belle persone.

http://virgi.altervista.org/il-vigile-martini-treviglio-anni-60-foto-di-giovanni-eugenio-martini/

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Il Vigile Guido Cereda ( 1987 )

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Il Vigile Guido Cereda ( 1987 )

Carlo Cereda : Grazie da parte mia per il riconoscimento a mio padre.

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Treviglio 1962 : La Befana del Vigile

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Treviglio 1962 : La Befana del Vigile

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Un Tuffo nel Passato

Treviglio Amarcord

Treviglio Amarcord, un tuffo nel passato cittadino fino ai giorni nostri.Ricordi, curiosità, racconti, foto, filmati, cartoline, documenti e disegni storici della città. 
Da un’idea di Virginio Monzio Compagnoni.
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